Hybrid
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Un romanzo originale dal fondo pirandelliano
Recensione
Un libro che sembra un nuovo caso originale letterario, ma che secondo me ritrova le sue radici in una parte di letteratura dell’Ottocento.
Due autori che nel periodo scolastico mi avevano colpito e affascinato molto, due emisferi altrettanto diversi, quanto uniti da fattori comuni: Svevo e Pirandello. Ci rivedo traccia di questi autori, proprio perché il primo metteva nelle sue opere sempre personaggi pregni di un’intensa crisi esistenziale, mentre l’altro nel suo romanzo ‘Uno, nessuno e centomila’ esplica questo pensiero:
Uno perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari;
Centomila perché l'uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
Nessuno perché, paradossalmente, se l'uomo ha 100.000 personalità invero non ne possiede nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero "io".
E questa storia sembra avere al suo interno simili problematiche esistenziali ed interiori.
Eva crede e vuole essere una persona unica, ma non ci riesce, dentro di lei esiste da sempre Addie e non può far finta che non esista, anche perché spesso agisce per lei e pensa al posto suo, rubandole prezioso ossigeno per vivere con la sua mente.
Poi il pensiero che avvolge Eva di essere come la gente vuole e soprattutto avverando quel forte desiderio che i genitori conservano, cioè quello che entrambe stabilizzino un’unica identità.
Alla fine Eva non potrà mai essere solo Eva e Addie mai potrà essere soltanto Addie, quindi entrambe non potranno stabilizzare mai fino in fondo la propria posizione, diventando ‘nessuno’ per se stesse e per gli altri.
Una trama che si interseca nelle vene del lettore con una primordiale traccia di crisi d’identità, un universo che sembra apparirci alquanto distante, ma che arrivando alla trama conclusiva del romanzo ci accomuna.
Una società come la nostra che appare sempre più ibrida e asessuata, come un impercettibile segno di voler riaffiorare a galla, invece di annegare completamente dentro noi stessi.
Cos’è che ci incute più paura al giorno d’oggi? Cos’é che ci fa apparire alquanto insicuri e inadatti agli occhi degli altri? E’ proprio questo, il cercare di essere completamente noi stessi.
Pochi umani riescono in questo intento, perché ognuno di noi cerca di plasmarsi attraverso la visione altrui del mondo. Tutti vogliamo compiacere prima chi ci guarda, invece che essere sereni ed equilibrati con il nostro ‘io’.
Ecco, che iniziano fin dalla nascita e fin dalla nostra infanzia a crearsi milioni di facce e sfaccettature, che mettono in crisi la nostra coscienza, mentre alla fine della nostra giornata ci guardiamo allo specchio e ci domandiamo veramente chi siamo.
L’autrice di questo romanzo con accurata sensibilità e con un’avvolgente trama ci reca piano piano dentro l’animo umano, facendoci capire quanto questo romanzo sia davvero nostro.
Mi piace molto l’inizio della storia,le frasi introspettive con cui descrive lo stato d’animo della protagonista, fino a raccontare infatti la storia di due sorelle: Addie e Eva.
Sembra che perfino Eva alla fine non sia sicura che una delle due, o lei o l’altra, abbia preso davvero il soppravvento dentro di lei. Sì, perché dalla lettura si evince e sono più che convinta, che proprio come due sorelle ‘gemelle’, l’una non possa vivere senza l’altra.
‘Le dita spettrali delle nostre anime erano strettamente intrecciate prima ancora che cominciassimo a respirare.’ Ecco, questa frase tratta dal libro dice tutto. Il tutto appare a prima vista come la vita che lega due sorelle ‘siamesi’ invisibilmente da una forza interiore più forte di loro. Piccoli e preziosi passi nel cuore di un romanzo che diventerà il diario di bordo per migliorare la nostra esistenza, facendoci capire quale sia davvero la verità sulla nostra vita.
Francesca Ghiribelli
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Incertezze
Quello degli ibridi è un mondo complesso, e forse, Kat Zangh non è riuscita a colmarlo appieno. Due Anime in unico corpo che sono costrette a nascondersi. Due anime che devono lottare, apparendo agli occhi degli altri, come un'unica anima. L'autrice, non è forse riuscita a colmare appieno la storia d'amore sottostante, che poteva essere il punto favorevole del libro. Si, il libro si sviluppa con una trilogia, ma la storia è stata strutturata in modo frettoloso; lasciando quello che poteva risultare davvero interessante, nelle ultime 200 pagine. Certo, forse l'elemento chiave per la Zangh doveva essere il lato fantascientifico, ma nemmeno questo, è riuscito a soddisfarmi appieno. Troppi dettagli dove non dovevano esserci,mentre troppo pochi sui punti salienti della storia. Una lettura che ho trovato lenta nelle prime pagine ma che è comunque riuscita parzialmente a convincermi al centro della storia. Un mondo comunque dispotico, fantascientifico e con un pizzico di romance, in cui è piacevole tuffarsi.
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Speravo in qualcosina di più
Probabilmente sarò una delle pochissime lettrici a non aver amato particolarmente questo romanzo, nonostante l'abbia trovato gradevole nella lettura. Ok, vi lascio alla mia piccola analisi.
"Hybrid. Quel che resta di me" è il primo capitolo della trilogia, The Hybrid Chronicles, creata dall'esordiente Kat Zhang. Il racconto, appartenente al genere distopico ya, viene narrato in prima persona da Eva, l'anima "recessiva" di Addie. Sì, avete letto bene: anima recessiva. Ma andiamo con ordine.
In un futuro non così diverso dal nostro, i territori delle Americhe sono chiusi al resto del mondo. Perché, vi state chiedendo? Semplice, gli ibridi rappresentano una seria minaccia per la popolazione stabilizzata. A causa loro sono nati conflitti e si sono combattute guerre sanguinarie. La chiusura delle cosiddette "frontiere" è stata quasi una scelta obbligata. Giustamente vi starete chiedendo chi o cosa siano questi fantomatici ibridi. Dovete sapere che, in questa sorta di ventunesimo secolo alternativo, ogni persona nasce con due anime. Anime che coesistono nello stesso corpo finché, intorno ai 7-10 anni, quella dominante non ne prende pieno possesso provocando la conseguente soppressione della recessiva. Ovviamente ci sono persone che non riescono a stabilizzarsi e sono proprio queste ad essere definite, dal Governo, ibridi. Nessuno sa veramente cosa accade agli ibridi che vengono catturati, ma tutti sanno che li devono temere.
La protagonista di questa storia altri non è che un ibrido. Si chiama Eva ed è l'anima recessiva di Addie. Non vi svelerò i particolari della vicenda narrata, state tranquilli.
Le due ragazze, perché tutto sommato sono due personalità distinte e diverse tra loro, vivono una vita abbastanza normale e in continua allerta per non far cadere la loro maschera. Nessuno sembra accorgersi di nulla tranne Hally e suo fratello Devon, che aiuteranno entrambe a capire cosa vogliono veramente.
Allora, come vi accennavo, non mi ha emozionato particolarmente e i motivi sono molteplici. Probabilmente sono io ad essere diventata un po' troppo esigente nei confronti della narrativa young adult, ma non nascondo di aver avuto gradi aspettative per questo romanzo.
Partiamo dalla trama. L'idea di base non era malvagia, anzi era quasi originale. Sì, ho proprio scritto originale. Non so voi, ma ho riscontrato una sorprendente similitudine con il primo capitolo della trilogia His Dark Materials di Philip Pullman (ovvero, La bussola d'oro). Ok, nella saga abbiamo la presenza dei Daimon (la manifestazione fisica dell'anima di una persona) e non di due anime nello stesso corpo, ma dovete ammettere che c'è una "procedura governativa" che ricorda molto il lavoro degli Ingoiatori (chi l'ha letto sa a cosa mi riferisco).
Altro punto debole è la pseudo storia romantica, scontata fin dall'inizio peraltro, tra due personaggi. Nonostante le storie smielate e melense non siano esattamente il mio genere, avrei preferito qualcosina di più.
I personaggi non sono molto caratterizzati: tutto si riduce ad una semplice descrizione fisica. Si poteva battere un po' di più sulle differenze delle due anime, non solo della protagonista, ma anche di altri ibridi che troviamo lungo la storia. Insomma, l'anima X non muoverà il corpo allo stesso modo della Y (magari ha dei tic o altro).
Non ho nulla da dire sullo stile narrativo della giovane autrice: è semplice e scorrevole. Senza fronzoli o descrizioni troppo articolate. Il lettore potrebbe, in certi punti, confondersi con "quale anima dice/pensa cosa". Ad ogni modo, Hybrid è una lettura piacevole, nonostante mi sia parsa piuttosto lenta nel ritmo. Non ho dato un voto molto alto, ma aspetto di vedere il seguito.
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Quel che resta di me - Hybrid
Quel che resta di me. È un sottotitolo che parla chiaro. Trasmette il senso di importanza che diamo alle cose che ci riguardano da vicino.
Hybrid è un romanzo distopico, denso di originalità e spunti psicologici.
Si parte un po’ dal concetto dell’amico immaginario che tutti hanno incontrato nella loro vita, ma in pochi si sono chiesti quanto potrebbe essere reale.
Hybrid di Kat Zhang parte da questa idea di base. In un mondo alternativo, ogni individuo nasce con due anime, due personalità, che convivono nello stesso corpo, finché quella predominante ne prende il totale possesso. Ma chi sceglie quale delle due dovrà sopravvivere all’altra? Che fine fa l’anima che viene meno quando scompare? Dove va a rintanarsi quella che non si “stabilizza”? E se fossero entrambe in grado di vivere affrontando la vita, il mondo e l’opportunità di avere un futuro?
È uno young adult che parla ed è in grado di trasmettere una riflessione profonda, non soltanto ad un pubblico giovane, ma anche alle generazioni già cresciute. Kat Zhang crea una realtà alternativa in cui la quotidianità dei teenager non è normale come sembra e tutto può cambiare ed essere stravolto da un momento all’altro. Se un adolescente non si stabilizza, per l’intera società la cura è una soltanto. Eva, la voce narrante, la metà di un corpo in cui vive anche Addie, affronterà un’esperienza che si preannuncia terribile, non soltanto per lei, e che la metterà dinanzi a difficili prove da affrontare, in un percorso di formazione e crescita personale.
È il primo di una trilogia che inizia inquietando il lettore, grazie a questa società distopica che lo tiene sempre in tensione e lo porta a scoprire ciò che è veramente importante nella vita.
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Ibridi non più nella carne ma nell'anima
Hybrid è un romanzo molto particolare in cui si mescolano diversi generi narrativi, primo fra tutti quello fantasy. E' soltanto il primo capitolo di una trilogia che immediatamente ci propone una novità che consiste nell'identità ibrida della protagonista che non è l’identità a cui ci hanno abituato i tanto acclamati romanzi di oggi, che vedono contrapposti quasi sempre personalità umane a realtà ben più mostruose come i vampiri o i lupi. Qui la lotta avviene nel corpo di una stessa persona che nasce con due anime che vivono al suo interno indipendentemente l’una dall’altra fino a quando a 10 anni, una delle due, quella più debole e remissiva, scompare, come se non fosse mai esistita.
Ci troviamo in America, dopo numerose guerre e il governo è totalitario e repressivo a tal punto che considera gli ibridi una vera e propria minaccia per quella parvenza di pace che intende difendere a tutti i costi. Ma allora chi sono davvero gli Ibridi? Sono gli esseri in cui l’altra anima non scompare e anche se perde il controllo del corpo, rimane comunque latente e in qualche modo presente, rannicchiata in un angolo al buio all’interno dell’essere umano. E’ questo quello che accade ad Addie, la protagonista che scopre che Eva, l’altra anima, non vuole scomparire, provocando in lei delle devastanti lotte interiori rese ancora più sofferenti dal fatto che le due anime, nonostante siano l’una l’opposto dell’altra, sono legate da una profondità fraterna che affonda la propria forza nella complicità e nella condivisione di una vita intera. Purtroppo Addie dovrà affrontare il destino che la società riserva a tutti gli ibridi, ossia il ricovero in strutture curative in cui nessuno sa cosa realmente succeda, ma non lo farà da sola. Ad accompagnarla ci saranno due fratelli, Hally e Devon, le cui anime impunite, Lissa e Ryan, aiuteranno Eva a riprendere di nuovo il controllo del proprio corpo e a sentirsi ancora una volta completa.
E’ interessante come nel corso della storia assistiamo alla maturazione del rapporto tra le due anime “sorelle”. Il modo in cui imparano a prendere insieme le decisioni, a superare le difficoltà come avviene in qualsiasi rapporto che sia “normale”e umano. Ma qui di umanità c’è ben poco se non nel modo di vivere i sentimenti e nella costruzione di un rapporto che diventerà armonico e simbiotico tra due entità presenti nella stessa carne.
La particolarità di Hybrid è certamente la trama ma non solo. Fin dalle prime pagine si coglie un profondo senso di angoscia e di impossibilità di vivere nonostante si assapori ancora il gusto della vita stessa. La voce narrante è quella di Eva che ci accompagnerà nei nascondigli più reconditi dell’animo umano, che questa volta si divide addirittura in due ed è una divisione perfetta, perché sono perfette Eva ed Addie insieme. La prima è dolce e sensibile, l’altra è fredda e distaccata. Forse per questo, sono sicura che amerete da subito Eva, colei che con la sua dolcezza vi lascerà scoprire lentamente i segreti che si celano nel cuore di queste nuove creature a cui Kat Zhang ha dato voce. Esseri ibridi non più nella carne, ma nell’anima.
“Nessuno sapeva che nel cuore della notte Addie mi lasciava uscire e camminare per la strada, toccare i vetri freddi della finestra e piangere le mie lacrime con le ultime forze che mi rimanevano.”
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The Hybrid Chronicles, vol. 1
Fin da subito "Hybrid" è un romanzo che desta curiosità, l'argomento degli "ibridi" è stato sfruttato poco nella letteratura e prima di iniziare a leggere ci si domanda che tipologia di ibridi sarà presente nella storia. La risposta non è così scontata. In questo romanzo sono infatti definite ibride le persone che possiedono due anime... ovvero: due persone, con due menti e personalità distinte che devono condividere lo stesso corpo e utilizzarlo in maniera alternata e possono dialogare tra loro col pensiero.
Ammetto che nei primissimi capitoli la descrizione di questa peculiarità non è di immediata comprensione, sembrerebbe quasi di avere a che fare con uno strano tipo di gemellarità siamese, ma con il passare delle pagine ci si abitua e la narrazione, che avvicenda in prima persona la voce di una delle due protagoniste (Eva), mantenendo però come protagonista alla pari anche la seconda anima (Addie), non sembra più così complicata come sembrava all'inizio.
Certo è che in "Hybrid" vi è un'originalità sorprendente, fa davvero piacere ogni tanto leggere qualcosa che esuli dalle solite trame e dai soliti schemi narrativi: posso confermare che da questo punto di vista è un romanzo che non delude! Stessa cosa dicasi per l'ambientazione (un mondo del futuro in cui gli ibridi sono molto diffusi..) e per il contesto sociale avverso (nella storia infatti gli ibridi, nonostante siano molti, sono considerati "sbagliati" e per questo motivo discriminati, contrastati e curati con il fine ultimo di annullare la loro ibridità).
Anche lo svolgimento del romanzo l'ho trovato sopra la media, vi è la giusta dose di azione, lasciando spazio a parti riflessive e di conflitto tra le due anime, che hanno momenti di contrasti tra loro proprio come fossero normali sorelle. Non posso dire che non vi siano scene un po' scontate, soprattutto nel finale (lasciato aperto ad un seguito), ma tirando le somme credo che sia uno dei migliori esordi narrativi YA dell'ultimo anno, da consigliare a chi vuole staccare la spina dai fantasy.
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Hybrid
In un 21° secolo alternativo, le persone nascono con due anime nello stesso corpo, una dominante e una recessiva. Convivono insieme fino a quando l'anima dominante annienta quella recessiva che viene eliminata e dimenticata. Ma se le due anime continuano a vivere in simbiosi? Diventano ibridi. Costretti a mantenere la loro doppia natura nascosta perchè illegale agli occhi della società. Gli ibridi sono visti come un pericolo, odiati e temuti, sono una minaccia per l'equilibrio del paese. Una volta scoperti vengono rinchiusi in centri specializzati per essere "curati".Anche Addie e Eva sono ibridi. Intrecciate in maniera indissolubile e costrette a custodire questo immenso segreto. "Io e Addie siamo nate nello stesso corpo. Le dita spettrali delle nostre anime erano strettamente intrecciate prima ancora che cominciassimo a respirare."Eva è l'anima recessiva, quella che dovrebbe abbandonare la vita per sempre ma che non vuole andarsene, quella dimenticata dal mondo, nascosta in un angolo della mente di Addie. Non ha alcun controllo sul proprio corpo ma è sempre al fianco della sorella. Ascolta,vede, percepisce e parla con Addie. Eva è ancora viva.Una conoscenza inaspettata a scuola, farà scoprire loro di non essere le sole in città. A Eva verrà insegnato a prendere di nuovo contatto con il proprio corpo, senza essere più solo una spettatrice. Ma il segreto è troppo grande, i rischi e i pericoli immensi. E quando verranno scoperte, verranno a conoscenza dei terribili lati oscuri dei centri specializzati e della società in cui hanno sempre creduto. Hybrid è il romanzo d'esordio della giovane e bravissima Kat Zhang. E' il primo capitolo della trilogia The Hybrid Crhonicles. Un romanzo coi fiocchi, che spopola tra gli young adult degli ultimi tempi.Ammetto che la cover originale ha attirato fin da subito la mia intenzione e mi a invogliata a leggere ancora di più. Fin dall'uscita in America, ha riscosso grande consenso tra i lettori e quindi, appena l'ho avuto tra le mani, mi sono buttata a capofitto nella lettura.La storia ci viene raccontata dal punto di vista di Eva. Nonostante sia l'anima recessiva, è forte e determinata, dolce e con una gran sete di vita. Dalla sua mente riusciamo a sentire anche Addie, totalmente diversa dalla prima, all'inizio appare quasi egoista ma ama l'altra parte di se e cerca di proteggerla in ogni modo. Anche per lei, che ha il controllo del corpo, la situazione è difficile. Entrambe vorrebbero essere sole, avere il controllo del proprio corpo e della propria vita, ascoltare e parlare senza essere "osservate" continuamente e senza dover chiedere il permesso.Vogliono essere libere. Addie ed Eva. Due facce della stessa medaglia, si completano a vicenda,si aiutano e si proteggono l'un l'altra, non possono distruggersi a vicenda. "Ero terrorizzata. Non volevo andare via. Volevo venti milioni di albe in più, tre milioni di caldi giorni d'estate in piscina in più. Volevo sapere com'era ricevere il primo bacio. Le altre anime recessive erano state fortunate a scomparire a quattro o cinque anni. Sapevano meno"Non si coglie solamente la fragilità di Eva e la sua voglia di vivere, ma anche i sentimenti che la legano alla sorella. Lungo il corso della storia seguiamo la loro grande evoluzione. Dall'iniziale distacco arriviamo a un continuo dialogo, arrivano ad accettare la coesistenza fisica e psicologica fino a condividere anche il controllo sul corpo in cui devono convivere. A un certo punto le due sono in totale simbiosi, si fondono in completa armonia e raggiungono un rapporto normale. Entrambe sono definite in modo completo. Addie/Eva, come una terza anima, silenziosa, che osserva e vive in prima persona tutto ciò che accade intorno alle due protagoniste.Anche tutti gli altri personaggi sono ben descritti e definiti nelle loro caratteristiche e particolarità, a partire da Hally fino ai medici del centro. L'autrice è riuscita a ricreare, nella seconda parte del romanzo, un'ambientazione totalmente diversa dalla prima, quella della città e della scuola, in cui si percepisce il senso di freddo e disagio del centro di cura per ibridi. Il lettore riesce a sentirsi partecipe degli eventi grazie alle descrizioni degli ambienti molto dettagliate. Il centro viene percepito come una vera e propria scatola claustrofobica, un pò come i veri ospedali (probabilmente ciò è dovuto anche agli studi in medicina dell'autrice). Freddi, claustrofobici, ansiogeni. Un istituto che fa sentire in maniera particolarmente forte la presenza di persone ostili, gli ibridi sono sottoposti ad ogni genere di esami: l'anima recessiva deve sparire,ad ogni costo. La società appare come un classico spazio poco desiderabile. L'autrice ha creato un mondo fatto di regole ferree, in cui vince il più forte e dove non c'è spazio per i più deboli o per le vie di mezzo.Ci troviamo difronte a uno stile brillante, la Zhang, con la sua creatività e il suo talento, riesce a creare un mondo particolareggiato in cui anche il lettore riesce ad immedesimarsi. La sua abilità nello scrivere è evidente, la sua fantasia senza limiti, il suo lavoro è davvero lodevole, specie se consideriamo la giovane età dell'autrice.Un romanzo emozionante, coinvolgente, che lascia trasparire un messaggio di speranza.The Hybrid Cronicles si preannuncia come un piccolo capolavoro di successo, che riesce a trasportare il lettore in questo mondo alternativo, fatto di speranza e coraggio.Verdetto: Per chi a volte fa cose che non pensava di fare, che quando ha dei problemi parla con la vocina che ha dentro, in fondo,in fondo. Ma anche per chi si sente solo e vorrebbe tanto avere un'altra anima da sempre vicina alla sua che l'accompagni. Un romanzo coinvolgente ed emozionante che fa capire quanto sia importante la speranza.
Recensione completa: http://ariadnetrailibri.blogspot.it/2013/03/recensione-hybrid-quel-che-resta-di-me.html
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"Non dovrei più esistere. Ma sono ancora qui..."
Ed ecco un altro libro della Y Giunti si unisce al mio repertorio.
La copertina mi aveva colpito da subito e dopo la lettura, riguardandola, ho trovato che si adattasse perfettamente alla storia: un volto, gli occhi pieni di preoccupazione ed angoscia, le dita posate sulle labbra come se la ragazza avesse bisogno di esaminarsi e di sentire la propria presenza. Anche la trama mi era sembrata molto accattivante ed originale; basandosi su essa, l'autrice crea in maniera perfetta una storia che ne sia all'altezza.
La particolarità di questo libro sta nel fatto che il vero protagonista non sia semplicemente una persona, un corpo che dice o che fa, bensì le due anime in esso racchiuse.
A volte, ci capita di dire qualcosa che non avremmo voluto dire o di sentire una voce nella testa che ci dice "non farlo". Kat Zhang si basa su questo e trasforma una normale coscienza in un'anima, dandogli forma e carattere proprio (e devo dire che, dopo aver letto questo libro, mi sorge il dubbio che essa esista davvero).
Tra le due anime, la narratrice è Eva che ci racconta dal suo punto di vista ciò che avviene in due mondi diversi: quello esterno e quello interno al corpo in cui "abita" con la sorella. Nel primo, Addie cerca di condurre una vita normale nascondendosi dietro una maschera di distacco e freddezza; il secondo è affollato dalle conversazioni delle due, che comunicano attraverso il pensiero. In questi dialoghi spicca l'uso del "noi": la nostra voce, la nostra stanza, la nostra bocca; come per calcare, per far comprendere quanto sia forte il legame tra le anime, unite come sorelle, ma anche quanto sia ancora presente e partecipe Eva.
La lettura è scorrevole grazie al linguaggio utilizzato, semplice e attuale, ma soprattutto perchè l'autrice pone al termine di ogni capitolo un avvenimento particolare o una strana affermazione che incuriosisce e spinge a proseguire. Non ci si accorge nemmeno di voltare le pagine, tanto si è immersi nel tormento, l'angoscia e l'oppressione di Eva e Addie.
Soffermandomi su queste due, direi che mi è piaciuta più Eva che Addie. Quest'ultima ha un carattere molto freddo e facilmente irritabile, mentre l'altra è l'opposto. A mio parere, fra le due, l'anima che avrebbe veramente meritato di dominare è quella che ci viene invece mostrata come recessiva. E' caratterizzata dalla voglia di vivere e disposta a tutto per riuscirci, ha un carattere forte ed è orgogliosa, ma anche sensibile.
Un libro originale, fuori dalle righe; crea dipendenza, rapisce e "perseguita" il lettore lasciandogli una strana sensazione addosso anche dopo aver voltato l'ultima pagina.
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"Eravamo nate con le dita delle nostre anime intre
Definirei Hybrid in questa maniera: una storia che non ti permette di chiudere il libro finché non hai terminato l’ultima pagina.
Ma partiamo dall'inizio.
Sono venuta a conoscenza di questo tomo (il primo di una trilogia) grazie alla campagna pubblicitaria fatta dalla Giunti Y ed inizialmente ero un po’ dubbiosa - perché io lo sono sempre sugli scrittori emergenti - però devo ammettere (con grande piacere) che il mio scetticismo è stato piacevolmente ripagato, tanto da farmi iniziare a leggere in libro in serata e terminarlo alle quattro e mezza di mattina.
Nella storia incontriamo i vari personaggi che sono per lo più ibridi, ma sono la parte “debole” della società che il governo vuole debellare. Cosa intende però l’autrice con ibrido? Non immaginate creature dalla testa di leone e il corpo di serpente, qui si parla di “persone con le dita delle proprie anime intrecciate”, che dividono la stessa mente, lo stesso corpo, ma solo una di queste anime può vivere e quando ciò non accade, quando l’altra parte seppur debole è così forte da non voler lasciare il mondo per recarsi nell'ignoto, entrano in gioco una serie di complicanze che le autorità pretendono di debellare.
A ben pensarci, anche se non nella maniera descritta nel libro, penso che alla fine siamo tutti un po’ ibridi. Quante volte ci troviamo a parlare con noi stessi per prendere una decisione? E quante volte ripieghiamo su una cosa invece che su un’altra? Oppure, quando ci capita di arrabbiarci, quante volte abbiamo ferito qualcuno con parole che non avremmo voluto dire, pentendocene subito dopo? Leggendo questo libro viene da pensare che non siamo soli, che non siamo una unica entità con noi stessi. Certo, queste sono solo fantasie però è una riflessione che con lo scorrere delle pagine, probabilmente ogni lettore farà.
Mi sono appassionata ai personaggi, ognuno così uguale ed ognuno così diverso, a tratti li ho adorati e ad istanti li ho sopportati di meno, e credo che la bravura della giovane scrittrice sia proprio in questo, ossia far appassionare il lettore ai protagonisti tramite una serie di alti e bassi che spinge a continuare a leggere riga dopo riga, pagina dopo pagina finché non si è risolto l’enigma.
C’è anche da dire , però, che a tratti l’ho trovato anche “forzato”, che certe vicende dovessero per forza accadere ed era prevedibile che avvenissero, ma a parte questo piccolo neo il resto è veramente piacevole.
Le domande che ora mi pongo però son due: a quando il seguito? E soprattutto: a quando il film?
Penso che si evince benissimo che consiglio la lettura di questo libro, fatemi sapere poi cosa ne pensate.
Alla prossima.
Q.