Harlequin
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Il ritorno della vera Anita
Ormai non posso può più fare a meno di legge i romanzi di Anita Blake. E dopo alcuni romanzi poco appetibili della saga, finalmente torna la vera pragmatica eroina ad assassina che conosce la giusta sfumatura tra bene e male. Sinceramente gli ultimi libri erano troppo incentrati sull'effetto sessuale dell'ardeur, ma ora fortunatamente riesce a controllarlo e alla fine a trasformarlo anche in amore. In questo romanzo con la minaccia dell'Arlecchino che hanno anche il potere di amplificare l'emozioni, escono i veri sentimenti ed esigenze di Richard ( che sta diventando sempre più insopportabile) e di Nathaniel. Col ritorno del mio personaggio preferito, Edward e dello spietato Olaf la squadra è al completo per combattere contro le maschere. L'unica critica è l'ammasso di guardie del corpo licantropi che ti creano inevitabilmente una confusione unica tra nomi e razze di animali.
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Anita Blake colpisce ancora
Anita Blake, numero QUINDICI! Se quasi dieci anni fa mi avessero predetto che la Hamilton sarebbe riuscita ad allungare così tanto questa serie, non ci avrei creduto.
Invece, fin dalla sua prima pazzesca apparizione (Nodo di Sangue, 2003), non sono più riuscita ad abbandonare le avventure della mitica Anita, seppur tra alti e bassi, perché lei è davvero un’eroina che ami o odi, e se la ami, lo fai incondizionatamente, perdonandole tutto (persino le infinite capriole amorose a cui la sottopone la sua perfida autrice, libro dopo libro).
E se ultimamente le vicissitudini della nostra mi avevano lasciata un po’ tiepida (perché ormai sembrava quasi confondersi con l’altra nota eroina della Hamilton - la per me noiosissima fata ninfomane Merry Gentry - per un uso a dir poco smodato di trame a sfondo sessuale), in questo HARLEQUIN si ritorna per certi aspetti all’ambientazione più investigativa degli inizi, e all’Anita irrispettosa e rompipalle, che tanto mi aveva fatto amare la serie.
Beh, d’accordo, Anita ha sempre i suoi piccoli problemi esistenziali, legati al fatto che è al contempo la serva umana del Master vampirico della sua città, una Risvegliante, una negromante, uno sceriffo federale (cioè una cacciatrice di vampiri con licenza legale di uccidere), nonché una succuba che, per una complicata eredità genetica (ancora non mi sono ripresa dalla genialata con cui la Hamilton sta facendo milioni di dollari!), è costretta, per sopravvivere lei stessa e far sopravvivere le “sue” creature, a nutrirsi tramite l’hardeur, cioè a succhiare l’energia vitale attraverso intensa e costante attività sessuale.
Praticamente, ogni tre-quattro ore la poveraccia è costretta a mettere sotto qualcuno o qualcuna (ma solo per questa nobile causa), tanto che le varie creature del Circo dei Dannati vanno ormai in giro con una maglietta rossa, per indicare chi tra loro si offre, volontariamente, come “cibo” di Anita.
Ah, e poi Anita è costretta a circondarsi di maschi-mostri di ogni genere, in modo da placare le sue varie bestie interiori, che, sotto l’influsso di Belle Morte-Mammina Tenebrosa (la malvagissima ancestrale regina dei vampiri) potrebbero sventrarla da un momento all’altro…
Sembra tutto un po’ caotico, ma in realtà basta munirsi di un piccolo post-it con il riepilogo dei suoi amanti e dei suoi ex, e dopo qualche capitolo ci si ritrova subito nell’ambiente familiare del Guilty Pleasures (il locale a luci rosse in cui si esibiscono, legalmente, sexy vampiri e mutaforma).
Dunque, stavolta ritroviamo Anita che divide il lettone con SEI amanti fissi: il fascinoso Master Jean-Claude, il leopardo mannaro Micah, Richard il superdotato “alfa” dei licantropi, il servo vampiro Damien, il gelido vampiro Asher già amato nei secoli da Jean-Claude, e l’ultimo arrivato Nathaniel (in arte “Brandon”, il romanticissimo e dolcissimo mannaro occhi di cerbiatto, “sottomesso” BDSM, che Anita considera una vera e propria “moglie”).
Questo pur già frenetico ménage è sconvolto dall’arrivo improvviso di Arlecchino, la temutissima polizia dei vampiri, mandata dal Gran Consiglio a punire le violazioni del loro codice millenario. Ma che buontemponi, questi assassini! Da secoli hanno deciso di celare il loro volto sotto le maschere della Commedia dell’arte italiana, e quindi ecco Anita a dover fronteggiare i colpi mortali dei vari serial killer Colombina, Pulcinella, ecc.
Il tutto, cercando di conciliare comunque la sua vita privata, di tenere buoni gli amanti attuali, di difendersi da ex vendicativi, di accaparrarsi nuovi amanti, anche fossero ratti-mannari e cigni –mannari (ma solo per assorbire il loro potere: Anita è una che quando si dà, lo fa senza risparmio e per proteggere la sua famigliola allargata…)
E la cosa più pazzesca, e che alla fine ti rende simpatica Anita Blake, e che lei li AMA, li ama davvero, e TUTTI.
Alla fine, sono 480 pagine che scorrono via in una tale allegra confusione, da lasciare storditi, e assolutamente curiosi di sapere cos’altro combineranno a St. Luis.
Anita resisti! Non so con quanti “ragazzi” riuscirai ancora a fidanzarti, ma faccio il tifo per te.