Half wild
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Più romance, meno fantasy. Ed è un bene!
Mentre leggevo "Half Bad", scoprii che Netflix stava lavorando ad una serie TV basata sull'opera di Sally Green, e per questo mi sentivo molto invogliata a recuperare i romanzi prima dell'uscita, ma senza troppa fretta visto che non sembrava esserci una data certa. Verso la fine di ottobre, e decisamente in sordina, è uscito però "The Bastard Son & The Devil Himself"; e cosa sarebbe? si tratta del titolo tanto lungo quanto inspiegabile del suddetto adattamento. Fatta la necessaria associazione e resami conto di non essere neppure a metà trilogia, eccomi qui a parlare di "Half Wild", così da avvicinarmi al momento in cui potrò guardare la serie TV.
La narrazione riprende poco dopo l'epilogo del primo romanzo: il Mezzo Codice Nathan Byrn vaga per i boschi della Svizzera nella speranza di ritrovare l'amico Gabriel "Gabby"; il ragazzo in realtà mira a salvare l'amata Annalise O'Brien, ma viene ben presto coinvolto nell'Alleanza formata da Incanti e Mezzo Sangue per fermare lo strapotere dei Cacciatori. Assieme a due nuovi personaggi, Nesbitt e Victoria van Dal, il protagonista viaggia molto in tutta Europa -visitando tra le altre Spagna e Norvegia- ma nonostante i molti spostamenti la trama procede in modo decisamente lento, accelerando un po' soltanto verso il finale.
Come nel primo capitolo, abbiamo quindi una prosa caratterizzata da un scarso ritmo ma un ottimo sviluppo sia delle relazioni interpersonali che della crescita individuale del protagonista. L'autrice si focalizza in particolare sul rapporto di Nathan con il padre e sul percorso che lo porta a prendere consapevolezza del suo Dono, però molto spazio viene dato anche al lato romance: ammetto che non mi aspettavo fosse una tematica centrale ma credo sia stata trattata bene, risultando emozionante e connessa al pregiudizio, ossia il contrasto alla base dell'intera serie.
Ho apprezzato molto anche la scelta di mostrare diversi nuovi Doni e come questi vengano sfruttati con creatività, nonché l'approfondimento sui personaggi secondari, sia quelli già presenti in "Half Bad" che quelli introdotti qui, con la sola eccezione di Annalise: nonostante sia una dei protagonisti l'ho trovata decisamente sottotono, quasi priva di una vera personalità, e capace di agire soltanto in funzione della trama.
Oltre alle debolezze già presenti nel primo volume, come il misero intreccio e gli antagonisti solo abbozzati, il difetto principale di questo libro è forse l'estrema facilità con cui Nathan riesce ad avere la meglio in qualsiasi scontro: con il procedere della lettura risulta impossibile preoccuparsi per la sua salvezza, visto quanto sembra essere potente. Non mi ha fatta impazzire neppure la scelta di lasciare off-page o limitare di molto le morti di diversi personaggi, anche importanti.
Nel complesso, continuo ad apprezzare questa trilogia e spero di completarla a breve, sia per non dimenticare qualche dettaglio fondamentale della trama che per poter finalmente recuperare anche la serie TV.