Half Bad
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Da diversi anni ero incuriosita da questa trilogia, di cui non si sente parlare spesso ma che ha dei fan veramente appassionati. Finalmente mi sono convinta a recuperarla e devo dire di essere non poco stupita, perché non è per nulla la tipica serie YA che un po' mi aspettavo: non solo la narrazione non è particolarmente prevedibile, ma il tono scelto è maturo e la descrizione di diverse scene a dir poco cruda. E anche solo per l'originalità, con me "Half Bad" parte avvantaggiato.
La trama da seguire non è proprio chiarissima, e questo perché il focus della storia è destinato al percorso di formazione del protagonista, Nathan Byrn, unico Mezzo Codice di tutta la Gran Bretagna; nel mondo immaginato da Green sono infatti presenti persone dotate di poteri magici chiamate Incanti, e si disgiungono tra Bianchi e Neri. Diviso a metà tra queste fazioni, Nathan cresce abituando alle angherie di chi non lo ritiene abbastanza Bianco, cosa che lo porta a sviluppare in risposta un atteggiamento violento. Sullo sfondo della sua crescita intravediamo la lotta tra gli Incanti Bianchi -che sembrano aver istituito una sorta di governo ufficiale- e quelli Neri, in particolare il potente Marcus, padre di Nathan.
Noterete una certa incertezza in quest'ultima frase; questo perché il world building è decisamente lacunoso, un po' come la trama ma qui non abbiamo un contrappeso a bilanciare. Ero curiosa di vedere come la cara Sally avesse immaginato la contemporaneità con l'aggiunta della magia, ma di questo mondo alternativo, oltre la casa di Nathan, i boschi in cui campeggia e un paio di capitali europee all'apparenza deserte, vediamo ben poco. Mi ha interdetta soprattutto notare come la vita dei Profani (ossia delle persone prive di poteri magici) non sembri per nulla influenzata dalla presenza degli Incanti.
In generale le informazioni sull'ambientazione ed il sistema magico sono scarne e confuse: dopo quasi quattrocento pagine non si riesce a capire quale sia nel concreto la differenza tra Incanti Bianchi e Neri (ad eccezione dei luccichii che alcuni vedono nei loro occhi) e perché siano in guerra da secoli: visto che l'atteggiamento individuale non è un fattore determinante, rimane solo la discendenza da una determinata stirpe, e mi pare un po' fiacca come motivazione.
Oltre a questo aspetto, i punti deboli del libro si riducono al poco approfondimento dei personaggi secondari (ma aspetterò i seguiti prima di emettere un parere definitivo a riguardo) e alcuni refusi nel testo, anche facili da individuare e correggere. Nel complesso apprezzo comunque l'edizione italiana per aver mantenuto la bellissima (doppia) cover originale.
Gli elementi migliori del romanzo sono da ricercare nello stile, nelle tematiche, ma soprattutto nella caratterizzazione del protagonista. Nathan non è sicuramente un personaggio positivo, ma come lettori riusciamo a comprendere ogni sfaccettatura dei suoi pensieri, anche nei momenti in cui commette azioni sbagliate o moralmente dubbie, e questo lo rende un protagonista molto interessante da seguire, oltre ad influenzare anche l'atmosfera generale del libro, che tende ad essere sinistra e a tratti perfino deprimente: si percepisce una pesantezza di fondo, persino nei momenti teoricamente positivi.
Ho apprezzato molto come viene trattato il tema della discriminazione, reso con l'allegoria degli Incanti Neri -e di chiunque si trovi a metà delle due fazioni- discriminati unicamente in base ad un pregiudizio dal momento della nascita, senza tenere in alcun conto le loro azioni. Si cerca in più punti di parlare anche di PTSD, ma in modo meno attento. Per quanto riguarda lo stile, si nota una spiccata semplicità, ovviamente voluta per richiamare il modo di esprimersi non troppo ricercato dello stesso Nathan, che dimostra delle difficoltà date da una forma di dislessia. Nonostante la trama non sia particolarmente ricca, soprattutto nella prima metà, ho trovato alquanto incalzante il ritmo; l'unico elemento stonato è la scelta della seconda persona nel prologo, che non mi sembra venga poi giustificata.
Tutto considerato, la reputo una buona lettura e sono genuinamente interessata a leggere presto il seguito, anche perché a quanto pare dovrebbe arrivare a breve un adattamento per Netflix, e una volta tanto vorrei essere in pari con i libri prima.
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Breaking half bad
Dimenticate gli hobbit e tutti i maghetti che affrontano un cattivo cattivissimo a testa alta assieme ai loro amici fedeli; "Half bad" è a metà fra "Breaking Bad (il gioco di parole è d'obbligo) e the "Walking dead", o tra "Hunger Games" e "Harry Potter".
Paradossalmente il romanzo è ambientato in un mondo magico che vive nascosto dalla società umana, dove gli esseri sono divisi Incanti Neri e Incanti Bianchi, che dovrebbero essere gli Stregoni Cattivi contro gli Stregoni Buoni, ma in realtà nessun personaggio del libro è "o bianco o nero". Il protagonista Nathan è il figlio illegittimo di un Incanto Bianco e del più potente e ricercato degli incanti Neri, Marcus, che non ha mai incontrato; dal momento che sua mamma è morta vive con la nonna e i suoi fratellastri ed è perennemente tenuto sotto controllo dal Governo. La vita di Nathan è abbastanza difficile: a scuola è considerato strano, sua sorella maggiore lo ritiene responsabile della morte della loro madre e lui non sa che tipo di Incanto diverrà dopo la cerimonia in cui dovrà ricevere il proprio dono magico, cerimonia che dovrebbe essere presieduta dal suo parente più prossimo, il padre che non ha mai conosciuto. A parte i propri fratelli più piccoli, l'unico essere umano con cui Nathan riesce a legare è la sua compagna di classe Annalise, la sua vita scorre quasi normale, sino a che il padre non gli fa recapitare un messaggio e lui viene bollato come criminale, da questo momento sino alla fine di questo primo libro, la sua vita sarà una corsa continua e solitaria.
Questo romanzo è davvero particolare, sia per la trama che per lo stile di scrittura: Nathan è un reietto della società sia umana che magica, la sua sembra una storia di sopravvivenza, non si capisce se si stia leggendo un fantasy o un distopico avventuroso, le frasi sono asciutte ma concise ma riportano ogni sensazione del protagonista, il lettore vede il mondo con lo sguardo lapidario del giovane e si focalizza su ogni attimo e su ogni sua paura. Ciò che ho adorato più di ogni cosa è il realismo scarno con cui vengono messe in scena tutti gli episodi più significativi della vita di Nathan: la sua solitudine, i suoi problemi sociali, la sua fuga, i suoi incontri, le sue impressioni e il suo sprofondare nell'oscurità.
Consiglio questo romanzo a ogni adolescente che ami i distopici, i fantasy, l'avventura e soprattuttoi romanzi di formazione. .
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Hunger Games
Correre. Saltare. Respirare. Correre. Alzarsi. Cor
Nel mondo dei profani esistono Incanti Bianchi e Incanti Neri in perenne lotta fra loro.
Gli Incanti Bianchi dominano e cacciano gli Incanti Neri e li fanno morire dopo lunghe torture.
Cosa succede però se dal più potente Incanto Nero e una Incanto Bianco nasce un mezzo codice?
Nathan, il protagonista della storia dovrà scoprirlo da sé, rischiando più volte la vita.
CONTIENE SPOILER
Era da mesi che volevo comprarlo perché ne avevo sentito parlare molto bene.
Così il giorno del mio compleanno, entro in libreria e decido che è la scusa buona per spendere quasi cento euro in libri e portarmi a casa anche Half Bad.
Non avevo letto nulla della trama.
Sapevo solo che parlava di magia e nel momento in cui ho aperto le copertine per leggere il riassunto e la breve biografia della scrittrice ecco che compare la scritta: "Era dai tempi di Harry Potter che non mi appassionavo blablabla...."
Ditemi voi se dovevo farmi abbindolare dalla quarta di copertina.
Adesso dico, paragonarlo al nuovo Harry Potter mi sembra abbastanza esagerato.
La magia c'è, Londra anche, i profani (babbani) anche, gli ingredienti ci sono ma vengono mescolati diversamente creando qualcosa di completamente diverso e non paragonabile.
QUINDI NON FATEVI INGANNARE DALLA QUARTA DI COPERTINA O DA CHIUNQUE DICA CHE E' APPASSIONANTE COME HARRY POTTER.
Perché non lo è.
Sono due cose completamente diverse PER FORTUNA.
Nessuno vuole un copia incolla di una cosa già letta.
O almeno per me è così.
La storia devo ammettere che scorre veloce, all'inizio parte come se il lettore sapesse alla perfezione cosa sta succedendo, sa chi sono gli Incanti e cosa sono i doni.
I personaggi si svelano mentre la storia procede e all'inizio si fa fatica a capire chi è dei buoni e chi sta dalla parte del male.
E anche nel momento in cui riesci a fare questa distinzione ti rimane lo stesso il dubbio.
Ecco, questa è una cosa che apprezzo perché almeno lascia sempre spazio alla sorpresa.
La scrittura è scorrevole perché vengono utilizzate frasi brevi e dirette.
Non ho mai visto così tanti punti in un libro ma diciamo che è apprezzabile.
Non tutti hanno la capacità di scrivere periodi lunghi senza annoiare il lettore.
L'unica pecca è la decisione di dedicare alcune (molte) pagine a tempi brevissimi, come per esempio:
"Correre.
Saltare.
Respirare.
Correre.
Alzarsi.
Correre più forte.
......."
(Per non parlare del carattere alto e interlinea cento....)
E con questo metodo arriviamo alla bellezza di circa 390 pagine.
Grazie Sally Green.
Sono capace anche io allora.
La magia? La magia c'è ma non è del tipo che apprezzo io.
A volte è implicita e non abbastanza "magica".
Come se fosse una cosa scontata.
Non ho apprezzato molto questa caratteristica perché se devo scegliere un libro che parla anche di magia, mi aspetto che la magia sia reale e possibile da toccare.
Mi aspetto che mi sorprenda e mi faccia volare in un altro mondo.
Invece non è stato così.
Non mi ha trasportato altrove.
Non mi ha fatto sognare.
No.
Bocca asciutta.
La copertina.
Ecco, la copertina è la parte migliore del libro.
In assoluto la cosa che ho preferito guardare e riguardare mentre lo tenevo fra le mani.
Di impatto.
Ti attira e ti ammalia.
Ti fa sperare e sognare.
Per il resto? Non saprei se consigliarlo.
Quindici euro sono una bella spesa.
Per me il prezzo è proporzionale a ciò che trasmette.
Se trasmette poco, quindici euro sono troppi.
Un libro così, col senno di poi, lo comprerei a 4 massimo 5 euro.
Buona lettura.
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In bilico tra bene e male
E' mia abitudine da lettore incallito alternare una lettura densa e di spessore a letture più leggere e d'evasione.
Dopo l'incantesimo vissuto con "Cecità" di Saramago ho voluto puntare a tutto altro genere e stile, scegliendo un fantasy di cui avevo sentito ben parlare, " Half Bad" della esordiente Sally Green.
Posso anticipare che la sua lettura mi ha catturato e mi ha lasciato soddisfatto.
Questo libro è un racconto che non vuole strizzare l'occhio ad Harry Potter, ormai divenuto canone indiscusso della letteratura fantasy mondiale, ma anzi posizionarsi su un fronte ben diverso, quasi di contrasto ai toni gotici ma comunque garbati della celeberrima serie.
In "Half Bad" il protagonista, Nathan, è un reietto, odiato e mal visto da chiunque, persino dai suoi stessi familiari per il fatto di essere il figlio di un mago nero, Marcus, mietitore di centinaia di vite e spietato criminale.
Dalla più tenera età, fino alla piena giovinezza, Nathan è vittima di continui abusi, maltrattamenti e perversioni, fino ad arrivare alla tortura che lascerà segni indelebili sul suo corpo.
Tutti credono che la natura maligna del padre si celi dietro ai bei lineamenti del figlio, irrimediabilmente.
Tutti credono che egli, non appena svilupperà i propri poteri, li utilizzerà per i fini più perversi.
Ma è davvero così?
Nathan ha davvero ereditato la propensione al male, così come ha ereditato le grandi capacità magiche del padre?
O piuttosto il marchio indelebile che la società gli ha impresso rispecchia l'incapacità di andare oltre le semplici apparenze?
Il titolo dell'opera . " Half Bad" cioè " Per metà cattivo", contiene in nuce quello che è il filo conduttore dell'intero romanzo: la ricerca della identità personale in una società che non ha pietà alcuna per chi è diverso.
Ho trovato molto interessante il fatto che in una storia fantasy si riesca a trattare un tema così delicato, attuale e drammatico senza scendere in prevedibili banalità. Il pregiudizio nel mondo magico altro non è che una metafora per i tanti pregiudizi, piccoli o grandi, che troviamo affibbiati a noi tutti, nella nostra quotidianità.
Altro aspetto che ritengo da dover sottolineare è poi l'utilizzo che si fa della magia. In " Half Bad" è molto meno evidente, più silenziosa e impalpabile che non in altre sage fantasy ben più famose. Sembra quasi che non vi sia.
E' come se l'autrice abbia preferito utilizzarla il meno possibile, per dare più ampio spazio alla travagliata vicenda intima del protagonista.
Mancano scene epiche ed incantesimi, manca quella fascino magico che io ho sempre apprezzato in nell'architettura innalzata dalla Rowling.
La magia c'è, ma non aiuta in alcun modo i protagonisti. Nathan è da solo e solo sulla propria forza d'animo può contare.
Quanto ai punti deboli devo dire che ce ne sono svariati.
Innanzitutto ho trovato un po' troppo grezzo, poco limato, lo sviluppo dell'intreccio. Nel suo insieme è ben congegnato ma avrei gradito una maggiore cura nel descrivere il mondo di cui Nathan fa parte o il suo rapporto con alcuni personaggi, aspetti importanti ma che rimangono al margine. Ho avuto l'impressione che qualche pagina sia stata scritta in maniera un po' sbrigativa, con poca profondità soprattutto nei dialoghi. Si tocca persino il tema dell'omosessualità, ma lo si fa in maniera ambigua, poco chiara, tanto da risultare quasi insensato ai fini della trama. Insomma avrei gradito una stesura ben più curata del romanzo.
"Half Bad" fa parte di una trilogia e di certo leggerò il seguito non appena sarà disponibile. Spero che la penna della Green migliori e che vengano sfruttate le potenzialità dimostrate.
Per ora, posso assicurarvi che la scelta di Nathan tra bene e male è molto meno scontata di quanto possa apparire.
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Sono stupita
Half Bad è il primo volume di una trilogia fantasy ambientata ai giorni nostri in Inghilterra. I libri sono strettamente collegati pertanto non sono leggibili singolarmente.
Siamo in un mondo in cui ci sono persone dotate di poteri (chiamati Incanti) e comuni mortali (chiamati Profani), questi ultimi ignorano l'esistenza dei primi. Gli Incanti si dividono in Bianchi (i "buoni") e Neri (i "cattivi"). Ogni Incanto al compimento del 17esimo compleanno bevendo il sangue di un membro della propria famiglia, ottiene 3 doni (possono essere poteri di vario tipo e
forza a seconda dei genitori). Il Consiglio è l'organo che governa gli Incanti e si occupa di classificarli, assegnando loro un codice. Naturalmente Incanti Bianchi e Neri non possono in alcun modo avere relazioni, tanto meno figli. Per cui non potete immaginare cosa succede quando nasce Nathan, figlio di Cora Byrn Incanto Bianco e Marcus, il più pericoloso e potente Incanto Nero.
E' vero che per alcuni aspetti, potrebbe ricordare serie fantasy ben più famose ma andando avanti avrete a che fare con una storia decisamente diversa.
Le vicende sono narrate, principalmente, in prima persona e il punto di vista è solo quello di Nathan, un ragazzo coraggioso, generoso e combattivo. Ha avuto una vita molto triste e nemmeno l'interesse romantico (aspetto molto marginale) ha portato una grande ventata di felicità, anzi. I sentimenti che si respirano leggendo questo romanzo (nelle prime 200 pagine) sono soprattutto rabbia e impotenza (Nathan subisce vessazioni, torture, insulti etc. etc.).
Questo primo volume è una sorta d'introduzione: la prima parte racconta la vita del protagonista partendo dall'infanzia mentre la seconda (all'avvicinarsi del suo 17esimo compleanno) comincia ad entrare nel vivo.
Lo stile non è sempre scorrevole, tende ad essere brusco, non ci sono molti dialoghi, e pochi dettagli (per esempio, avrei preferito saperne di più sul Consiglio e le origini della guerra tra Incanti Bianchi e Neri)
L'idea di base non è male ma il risvolto romantico non coinvolge più di tanto, il mondo creato anche se interessante forse poteva essere presentato meglio, inoltre pur trattando di persone dotate di poteri, se ne vede ben poca di magia.
Mi aspettavo decisamente di più dopo tanto scalpore.
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