Glass magician
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Carta batte vetro
Al termine del commento a “Paper Magician” mi ero augurata che l’autrice apportasse alcune migliorie sia alla storia sia al suo stile. Completata la lettura di questo secondo capitolo, posso affermare con cognizione che se lo stile è rimasto grosso modo inalterato, la storia è stata sviluppata in maniera ben più consapevole ed approfondita, con la scelta di inserire qualche personaggio secondario in più -nonché di caratterizzarlo a dovere- e di rendere più adrenaliniche le scene d’azione.
Sul fronte dell’inventiva invece non ho nulla di nuovo da segnalare, anche questa volta la Holmberg è riuscita ad incantarmi con la sua sconfinata fantasia e la capacità di ideare nuove magie collegate ai materiali più disparati: non solo carta, ma anche vetro, fuoco, ferro, gomma e (ancora me ne stupisco) plastica!
La vicenda riprende alcuni mesi dopo lo scontro tra l’apprendista della carta Ceony e Lira, l’escissionista -ossia chi sfrutta la magia del sangue- che aveva letteralmente rubato il cuore del Mago Thane. Gli studi per la giovane protagonista proseguono con ottimo profitto, ma la lotta contro i maghi del sangue non è conclusa; in particolare, in questo volume vedremo Ceony scontrarsi con l’imponente Grath, deciso a liberare Lira dall’incantesimo che l’ha trasformata in una statua di ghiaccio, e lo spietato Saraj.
Continua anche a svilupparsi la relazione tra la protagonista ed Emery Thane, legame che ottiene finalmente la dovuta attenzione da parte dell’autrice. Il loro rapporto nel primo volume era infatti privo di solide basi e risultava pertanto forzato; in questo sequel, le molte scene in cui li vediamo interagire e confrontarsi contribuiscono a rendere più reale la storia d’amore tra i due, che personalmente ho trovato davvero dolce.
L’aspetto della trama che meno mi ha convinto è indubbiamente il finale: anticlimatico e, rispetto a “Paper Magician”, privo di una vera traccia su quanto accadrà nel capitolo conclusivo.
Uno dei miei elementi preferiti in questa trilogia è la protagonista; a differenza di buona parte dei suoi “colleghi”, Ceony non è una prescelta, capace di imprese mirabolanti in nome di un destino già scritto, e il suo univo superpotere si riduce ad una valida memoria. Reputo molto positivo che la Holmbeerg abbia scelto di tratteggiare una ragazza consapevole dei propri difetti e decisa ad affidarsi unicamente alle proprie capacità.
Al Mago Thane viene concesso più spazio e una scena d’azione davvero convincente; positivo l’inserimento di un suo capitolo POV perché, a dispetto del lungo viaggio nel suo cuore, i sentimenti dell’uomo non erano stati ben descritti.
Come già accennato, in questo volume vengono introdotti diversi nuovi personaggi, come la dolce Delilah e i familiari di Ceony -sono accennati in precedenza-, nonché degli antagonisti finalmente degni di tal nome, incuranti degli innocenti che potrebbero essere coinvolti nelle loro azioni ma ancora carenti di valide motivazioni. Il principale problema con gli scissionisti è la mancanza di un vero e proprio piano o missione che li guidi, o se c’è il lettore non ne viene messo a parte; mi auguro che l’ultimo volume fornisca delle risposte più concrete a questo riguardo.
Oltre alla stupefacente fantasia con cui è stata creata l’ambientazione per questa trilogia, la narrazione della Holmberg viene arricchita dalle descrizioni quasi minuziose e capaci di rendere vivido un mondo di fantasia.
L’autrice dimostra la sua bravura anche quando scrive della passione con cui Ceony si dedica alla Piegatura, sebbene quella non fosse la sua prima scelta in fatto di magia. Buona anche l’idea di introdurre di volta in volta gli incantesimi collegati al vetro di previsione dello scontro finale.
Tutto sommato, ritengo che questo capitolo abbia segnato un chiaro passo avanti per la trilogia e mi auguro che “Master Magician” possa proseguire sulla stessa strada, regalandoci un degno epilogo.