Narrativa straniera Fantasy Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi
 

Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi

Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi

Letteratura straniera

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L’Attraversaspecchi è una saga letteraria in quattro volumi che mescola Fantasy, Steampunk e Belle Époque, paragonata dalla stampa francese alle saghe di J.K. Rowling e Philip Pullman. Fa da sfondo un universo composto da 21 arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra. La protagonista, Ofelia, è originaria dell’arca “Anima”; una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra di loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei?Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche, mondi galleggianti e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave fondamentale di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo. Fidanzati dell’inverno è il primo capitolo di una saga ricca e appassionante che sta conquistando migliaia di lettori giovani e adulti.



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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2022-06-08 08:14:50 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    08 Giugno, 2022
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Ma quindi Anima è un'utopia comunista?

Come mio solito, arrivo in gran ritardo su una serie che ha vissuto il suo momento di popolarità, almeno in Italia, ormai due o tre anni fa. Infatti, solo dopo aver recuperato tutti e quattro i volumi de L'Attraversaspecchi mi sono finalmente decisa a leggerla, ma ammetto che non mi pesa aver evitato il picco dell'hype: il fatto che sia ormai scemato mi ha permesso di affrontare la lettura di "Fidanzati dell'inverno" con delle aspettative più contenute.
Il romanzo si ambienta in un mondo dalle caratteristiche tipiche del gaslamp fantasy, ma incentrato su una società nata in seguito ad un'enorme catastrofe: da quanto possiamo carpire nel testo, il pianeta è stato colpito con una forza tale da generare delle "scaglie" dagli strati esterni che ora orbitano attorno al nucleo incandescente e, nel caso delle più ampie, sono diventare delle colonie dette arche, popolate da umani con poteri sovrannaturali in quanto discendenti di spiriti immortali, da loro visti come divinità. Già da questa premessa capirete come sia necessario accantonare ogni preconcetto basato sulla fisica, sulla geologia e sul buon senso.
La trama segue Ofelia, un'abitante di Anima e in quanto tale dotata di un legame speciale con gli oggetti (che a contatto con gli animisti sviluppano un'anima, appunto) dei quali può leggere il passato; la giovane, in grado anche di viaggiare attraverso gli specchi e di rompere qualunque stoviglia abbia la sfortuna di finirle tra le mani, viene costretta dalla sua famiglia a contrarre un matrimonio di interesse con Thorn, proveniente dalla gelida arca Polo. Ovviamente non viene spiegato perché in questa società sposarsi e metter su famiglia siano tanto importanti, né perché la protagonista -che in questa realtà è nata e cresciuta- sia restia ad accasarsi, al punto da aver già rifiutato diversi pretendenti. Dopo una breve introduzione su Anima, la maggior parte del volume è dedicata al viaggio verso Polo e ai primi mesi in questo ambiente fatto di antagonismi tra clan e crudeltà gratuite, dove l'ingenua Ofelia è a suo agio quanto la sottoscritta che entra al Lidl con la mascherina quando non la portano più neppure i commessi.
Pur risultando molto scorrevole alla lettura, il volume presenta uno sviluppo decisamente lento della narrazione, perché per quasi tutto il libro la protagonista non ha un suo obiettivo: si limita ad apprendere nuove informazioni su Polo e i suoi abitanti e a cercare di sopravvivere, ma non trattandosi di un thriller d'azione questo non è sufficiente ad ottenere un buon ritmo. Solo verso l'epilogo sembra che la ragazza giunga finalmente ad una risoluzione sul suo futuro; peccato che tutto il resto del cast punti fermamente in tutt'altra direzione! e si tratta tra l'altro di un finale atipico, in cui non si arriva ad alcuna conclusione perché la cara Christelle si limita a troncare di netto una scena.
Ma accantoniamo un attimo le lamentele per parlare di un elemento che grosso modo mi ha convinta: i personaggi. Innanzitutto vengono descritti in modo vivido e dettagliato -rendendoli così subito identificabili dal lettore-, inoltre voglio spezzare una lancia in favore di Ofelia che sarà anche tonta ma almeno ha il coraggio di riconoscerlo e cerca genuinamente di migliorarsi. Devo dire poi che, quando l'azione cambia location nella seconda metà del libro, entrano in scena alcuni tra i personaggi migliori, dai quali mi aspetto molto nei seguiti. Sulla figura di Thorn voglio sospendere invece il mio giudizio, che per ora non sarebbe comunque troppo lusinghiero, in attesa di scoprire qualcosa di più concreto oltre lo stereotipo dello stronzo violento che cela un animo sensibile e tormentato dai traumi infantili.
Alla pari dei personaggi, il world building viene tratteggiato con cura e grande fantasia, soprattutto nei piccoli dettagli magici, e appare come uno degli aspetti migliori del libro. Almeno fino a quando non ci si rende conto che è appunto solo apparenza: tutta estetica atta a distrarre il lettore dalle incongruenze di questo mondo fantastico e delle sue regole magiche, che seguono i piani di Dabos anziché la logica. Questa ricerca della bellezza si riflette anche nei dialoghi, che spesso suonano artefatti e pomposi.
Devo però ammettere che "Fidanzati dell'inverno" ha saputo intrattenermi e divertirmi molto: mi è piaciuto perdermi per un po' nella sua atmosfera fiabesca, a metà tra un mondo creato da Diana Wynne Jones e quello di un classico Disney, e tutto sommato sono soddisfatta di come l'autrice ha affrontato il tema dei legami familiari tossici. Spero che i prossimi libri acquistino un tono più maturo, accompagnando di pari passo la crescita della protagonista.

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2021-11-28 14:17:46 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    28 Novembre, 2021
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Quo vadis, Ophelia?

La Terra che era “tonda come un’arancia” si è frantumata in centinaia di zolle che ora galleggiano in un mare di nubi. Sulle più grandi di esse, chiamate “arche”, vivono i superstiti del genere umano riuniti in clan familiari. In ciascuna di queste famiglie, discendente ognuna da un diverso “spirito di famiglia” immortale e potentissimo, si sono sviluppate abilità e attitudini a dir poco magiche. Su Anima vive la giovane Ofelia che, come tutti gli “animisti”, ha maturato l’insolita perizia di entrare in empatia con gli oggetti, “addomesticandoli” e rendendoli quasi animati. In particolare, poi, Ofelia riesce a “leggere” con il solo tocco delle dita la storia passata di ognuno di essi e a partecipare delle vite di coloro che lo hanno posseduto anche solo provvisoriamente. Questa abilità ne ha fatto una competente curatrice del museo di antichità dell’arca ove vive. Qui sono custodite le vestige del passato di una Terra ancora integra. Ma Ofelia ha pure un’altra abilità: sa viaggiare attraverso gli specchi. Basta che ci si sia riflessa almeno una volta e da quel momento la lastra si trasforma in una porta per un qualsiasi altro specchio non troppo distante. La sua vita scorre serena su Anima. nonostante l’incomprensione delle donne del clan, più attente al lato frivolo della vita. Ma grazie anche all’affetto del prozio Archivista che l’ha istruita sin da bambina, tutto andrebbe bene se le Decane (guida spirituale e amministrativa dell’arca) non avessero deciso che non può rifiutare l’ennesimo matrimonio combinato. Si sposerà con l’uomo che le è stato destinato senza più scuse. Purtroppo per Ofelia, costui non è un animista, ma un uomo che vive nell’arca Polo, distantissima da lì, sempre avvolta da un clima inclemente e abitata da uomini con istinti quantomeno brutali.
A peggiorare le cose si aggiunge il fatto che il fidanzato, Thorn, si rivela essere un uomo dal carattere gelido, duro e taciturno privo di alcuna cordialità o garbo che, più di lei, pare accettare il matrimonio come un sopruso impostogli. Giunta su Polo, accompagnata solo dalla zia e madrina Roseline, Ofelia verrà affidata alla zia di Thorn, Berenilde, favorita dello spirito di famiglia di Polo, il sire Faruk, da cui aspetta un figlio. Normalmente dama fatua e incostante, almeno all'apparenza, si mostra rigida e implacabile con la ragazza.
Su Polo regna ovunque un manto di illusioni: la realtà (in effetti squallida, sporca e preda del gelo implacabile) è celata sotto un apparente patina fastosa, un lusso barocco esagerato, un susseguirsi di feste sfrenate. La società non è paritaria: vi sono le famiglie nobili, dotate ognuna di particolari e terribili abilità, e la marea dei servitori che sono sottomessi a esse. Ma quel che è peggio, i clan nobiliari sono in perenne guerra tra di loro e non di rado ricorrono all’omicidio per disfarsi dei rivali sgraditi. Perciò Ofelia, in quanto fidanzata di un appartenente ai Draghi, sarà relegata nella (apparentemente) lussuosa residenza di Berenilde, per difenderla sino al momento del matrimonio dagli attacchi dei Miraggi e della Rete, nemici giurati del clan di Thorn. Ma quando la ragazza si permetterà una scappatella esplorativa per Citta-Cielo, cominceranno i suoi guai, quelli seri davvero.

Ho sempre apprezzato molto i romanzi fantasy e questa saga della Dabos mi aveva incuriosito sin da subito anche per il generale consenso che sembrava suscitare. L’unico mio timore era che fosse diretta a un pubblico troppo giovanile. Una volta decisa la lettura, in effetti, ho notato subito un certo approccio in stile favolistico che, però, non risulta stucchevole o fastidioso. L’impressione che la storia sia rivolta a una platea di adolescenti è rafforzata pure dalle scelte editoriali (caratteri grandi, nitidi e ben spaziati, pagine pesanti, etc.). Tuttavia, nel complesso, i temi trattati possono essere apprezzati da lettori di tutte le età e l’idea di base è innovativa e intrigante.
Questi lati positivo, però, risultano offuscati da una certa inconcludenza nella storia. Parafrasando Nanni Moretti, Ofelia “fa cose e vede gente”, ma in effetti la trama sembra in qualche modo irrigidita in una vana attesa di una evoluzione, di un cambio di ritmo che non arriva, se non (forse) solo alla fine. Il primo volume non ha una storia autoconclusiva e, come prologo alla tetralogia, stenta a incatenare l’attenzione del lettore che non comprende quale sviluppo dovrà avere la vicenda. Anche i vari personaggi (visti tutti esclusivamente dall’ottica di Ofelia) mancano di spessore.
Mi è sembrato che il libro non sia altro che una lunghissima (500 pagine!) premessa a una vicenda che l’A. non aveva ancor chiaro in mente dove sarebbe andata a parare. Un po’ come un albatro, che ha necessità di prendere una lunga rincorsa prima di poter spiccare il volo, così anche questo romanzo “si stacca dal suolo” solo nelle ultimissime pagine rimandando la speranza del lettore di vederlo librare alto solo alle successive parti della saga. Purtroppo, però, la curiosità di scoprire come si evolvono le cose non è così forte da invogliare all’acquisto dei restanti tre volumi.
Beninteso, lo stile è semplice, ma abbastanza gradevole. L’idea di base delle arche come oasi post apocalittiche è geniale. L’ambientazione, abbastanza inconsueta, che miscela un’atmosfera tra il rococò e il fin de siecle con suggestioni magiche stile Harry Potter, è simpatica. Anche le crudeli lotte di potere, senza esclusioni di colpi, sono ben studiate. Ma tutto è troppo poco (o troppo?) per dar vita a un amalgama ben equilibrato e invitante. Insomma quel “to be continued” mai sottinteso risulta abbastanza fastidioso e, se vogliamo, eccessivamente furbo.
In conclusione non credo che mi affretterò a scoprire in quali ulteriori guai saprà cacciarsi l’Attraversaspecchi.

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2021-01-06 18:46:06 Cathy
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Cathy Opinione inserita da Cathy    06 Gennaio, 2021
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Niente è come sembra

Nel mondo del fantasy contemporaneo per ragazzi l'originalità è un concetto ormai poco conosciuto. Spesso quello che si legge o si trova in giro sembra irrimediabilmente influenzato dalla saga "Il trono di spade" di George Martin: universi pseudo medievali divisi in regni che lottano tra loro e un'eroina chiamata a salvare la situazione, di solito con l'aiuto della magia o animali fantastici. Ciascuna di queste letture può essere piacevole e interessante, ma non si può negare che si avverta il bisogno, ogni tanto, di qualcosa di diverso. In questo contesto la saga dell'Attraversaspecchi della francese Christelle Dabos sembra essere una vera e propria ventata di aria fresca. È vero che "Fidanzati dell'inverno" è solo il primo volume di una quadrilogia, ma se le premesse sono queste ci si può aspettare grandi cose nel proseguo della saga.
La vicenda ha inizio quando la giovane Ofelia, che lavora in un museo e vive sull'arca chiamata Anima (le arche, una sorta di pianeti galleggianti nello spazio, sono tutto ciò che resta del vecchio mondo unico e rotondo, la Terra, distrutta molto tempo prima a causa di una non meglio precisata catastrofe), scopre di essere stata destinata dalle anziane decane della sua arca a sposare uno straniero, un uomo che proviene da un'altra arca e in particolare dal Polo, un luogo che, stando alle descrizioni, è gelido e inospitale quanto promette il suo nome. Su Anima, dove tutti discendono da una stessa antenata e si sposano tra di loro, formando una sorta bizzarra famiglia allargata, è un evento a dir poco straordinario. Ofelia è una ragazza piuttosto ordinaria: gracile, pallida, goffa, freddolosa, con una certa tendenza a nascondersi dietro gli occhiali e a evitare il suo prossimo, si distingue solo per i suoi poteri (sulle arche, infatti, tutti hanno capacità particolari e quelle di Ofelia sono più sviluppate del consueto). La ragazza non sa spiegarsi il perché della strana decisione delle decane ed è convinta di non essere affatto la persona più adatta a vivere in un luogo così duro e inospitale. E il suo promesso sposo, Thorn, che sembra affascinante e simpatico quanto una zucca, è altrettanto scontento dell'unione che è stato costretto a siglare. Ofelia, però, non può sottrarsi alla decisione delle decane e si rassegna a seguire l'ombroso fidanzato, trovandosi catapultata in un mondo che non soltanto è completamente diverso dal suo, ma nel quale nulla è mai quello che sembra e anzi si rivela spesso il suo esatto opposto.
In parte a causa dei poteri di alcuni abitanti del Polo, capaci di creare strabilianti illusioni, un po' per l'ambiguità di coloro che la circondano e dei loro scopi, Ofelia non può fidarsi di nessuno se non della zia Roseline, che l'ha accompagnata, e di se stessa, circondata da inganni, menzogne, segreti e apparenze che si capovolgono completamente da un momento all'altro. Adagiarsi su una qualunque certezza, in questo romanzo, è impossibile. L'indecifrabilità dei personaggi e l'imprevedibilità della maggior parte degli eventi sono un indiscutibile punto di forza del racconto, scandito da un ritmo rapido e incalzante. I primi capitoli sono un po' più lenti, anche se mai noiosi, ma già da metà libro la situazione si ribalta (come sempre in "Fidanzati dell'inverno"), gli eventi si susseguono senza sosta e non si fa in tempo a girare la pagina che già si sono rimessi in moto.
Altre punte di diamante del mondo creato dalla Dabos sono il world building, il cui risultato è un universo ricco, elaborato, dalle caratteristiche originali e spesso del tutto inaspettate, e i personaggi. Tanto le figure principali quanto quelle secondarie sono complesse, stratificate, multisfaccettate, oltre che difficilmente prevedibili: ogni volta che si penserà di aver inquadrato qualcuno, subito accadrà qualcosa che costringerà a rimettere in discussione la propria idea e a trovare una nuova interpretazione. Nessuno è mai come sembra e per giunta nessuno è mai tutto bianco o tutto nero: egoismo e generosità, coraggio e paura, durezza e tenerezza, inganno e onestà, bontà e crudeltà possono convivere in una persona e mostrarsi a seconda del momento, della situazione, dei soggetti coinvolti, proprio come accade nella realtà, dove nessuno è un santo e nessuno è un mostro. Il risultato è particolarmente interessante e positivo nei due protagonisti, Thorn e Ofelia. Quando si tratta di young-adult (fantasy o meno) siamo spesso, tristemente abituati a leggere di eroine bellissime e piene di doti favolose, ma del tutto inconsapevoli di se stesse e convinte di essere brutte e indesiderabili finché non incontrano il principe azzurro di turno, solitamente il campione sexy e bellissimo di una mascolinità tossica o quanto meno discutibile.
Tanto per cominciare, Ofelia e Thorn non sono bellissimi, ma due persone nella norma, forse con più difetti (fisici e caratteriali) che pregi. Per chi è stufo di leggere di addominali scolpiti e curve giuste nei punti giusti è una autentica ventata di piacevole normalità. E soprattutto sono personaggi realistici, ben costruiti, che non cadono l'uno tra le braccia dell'altro al primo sguardo, ma imparano a conoscersi lentamente, giorno dopo giorno, tra discussioni, litigi, timori e imbarazzi. L'evoluzione futura del loro rapporto è forse l'unico aspetto più facilmente prevedibile di tutta la trama, ma in fondo l'importante non è tanto cosa succede: è come ci si arriva, è la strada verso la meta, la cura e l'attenzione nel costruire una storia che promette scintille. Da questo punto di vista Christelle Dabos ha vinto fin dalle prime pagine del suo romanzo.

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2020-09-13 09:11:52 Tomoko
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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    13 Settembre, 2020
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Conosciamo Ofelia

Fidanzati dell’inverno è il primo libro della saga dell’attraversaspecchi.
Seguirà scomparsi a Chiardiluna, la memoria di Bebel e infine echi in tempesta.
L’autrice francese, che ha scalato le classifiche con questa saga ha fatto un notevole lavoro con il WolrdBuilding di questa storia fantasy. Qualcosa di fresco e nuovo rispetto a Harry Potter, Hunger Games e Twilight.
La saga promette bene come i colossi del fantasy sopra citati.
Il libro è molto interessante, da divorare in 4 giorni nonostante le 503 pagine.
Cercherò di non fare spoiler per non rovinare questa lettura piacevole, anche se è solo l’inizio della storia di Ofelia.
Ofelia deve sempre indossare i guanti perché è una lettrice.
Ovvero ha il poter di conoscere la storia di un oggetto usando solamente il tocco della mano.
Inoltre è una attraversaspecchi, può passare di stanza in stanza se all’interno di esse ci sono specchi.
Ofelia giovane archivista è stata promessa in sposa ad un ragazzo appartenente ad un’altra Arca. I due ragazzi sono come il giorno e la notte ed il loro primo incontro non va come sperato dalla famiglia di Ofelia.
Ofelia si dovrà traferire nell’arca di Thorn distante anni luce dal suo paese.
Da qui, a città-cielo Ofelia comincerà la sua avventura..

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2020-08-05 10:32:52 ClaudiaM
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ClaudiaM Opinione inserita da ClaudiaM    05 Agosto, 2020
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BELLO, ANCHE UN PO' DI PIÙ!

Quadrilogia composta da “Fidanzati dell’inverno”, “Gli scomparsi di Chiardiluna”, “La memoria di Babel” e “Echi in tempesta”; proverò a farne una recensione di gruppo senza spoiler.
Intanto c’è da dire che questa saga è unica nel suo genere, sul retro di copertina vengono fatti paragoni con Hunger Games, Harry Potter, Twilight. Io non ho trovato nulla di tutto ciò (men che meno Twilight, per fortuna!), ma durante la lettura i richiami ad altro ci sono stati. Non sto dicendo che sia una scopiazzatura di altri romanzi, sto dicendo invece che non assomiglia a nulla che io abbia già letto.
Tanto per cominciare, la scrittrice ha fatto un lavoro di worldbuilding davvero notevole: un mondo Lacerato, scisso in Arche in cui in ognuna il popolo discende da uno Spirito di Famiglia. La gente di ogni Arca ha dei poteri derivati da quelli del proprio Spirito di Famiglia e ogni casata o clan ha poi sviluppato una “specializzazione” di quel potere. Non solo, ogni popolo ha le sue leggi, la sua politica, la sua inflessione linguistica, la sua moda, la sua cultura.
È in questo luogo che la Dabos ha inserito tantissimi personaggi, ognuno ben caratterizzato, ognuno con un ruolo da giocare, ognuno con un potere e una discendenza.
In primis c’è Ofelia, un’animista (abitante dell’Arca di Anima), una ragazza piccola sia di statura sia di importanza. Lei stessa non si ritiene una persona degna di essere notata. Perciò quando viene scelta dalle Decane per sposare uno sconosciuto di un’altra Arca, Ofelia resta parecchio spiazzata.
Perché lei? E soprattutto chi è costui che deve sposare?
Dopo qualche capitolo il lettore (e Ofelia) fa la conoscenza di Thorn, un uomo dall’indole gelida quanto l’Arca cui appartiene, il Polo. La giovane animista verrà controvoglia catapultata a Città-Cielo (città che fluttua sopra le gelide terre del Polo), dove si troverà nel bel mezzo di una faida tra clan per ingraziarsi lo Spirito di Famiglia Faruk, e scoprirà che lei stessa è un tassello fondamentale di un piano ben più ampio del freddo e spilungone Thorn.
Le vicende si susseguono tra omicidi, scomparse, amici che sembrano nemici, nemici che sembrano amici, ambiguità, finzione, illusione, tanto che Ofelia (e il lettore) si troverà a dubitare di chiunque incontri nella sua strada. Può fidarsi del tanto affascinante quanto pezzente Archibald, ambasciatore di Città-Cielo? O della meccanica Gaela e del valletto Renard? O di Berenilde, zia di Thorn? O dello stesso Thorn?
Città-Cielo sembra un covo di vipere e Ofelia c’è dentro fino al collo.
Ma il Polo non è l’unica Arca che la protagonista visiterà.
Nel terzo romanzo la scena si sposta su Babel, dove gli Spiriti di Famiglia sono i gemelli Helena e Polluce e dove vigono leggi ben più restrittive di quelle del Polo; se in quest’ultimo infatti sembrava non ci fossero regole e limiti, a Babel sono invece ferrei: dal come vestirsi al come comportarsi. E ovviamente appariranno nuovi interessantissimi personaggi, come Octavio, Ambroise, Elizabeth, Mediana, Seconda, i Genealogisti e Lazarus, uno dei tanti personaggi ambigui che già aveva fatto la sua comparsa a Città-Cielo. Ma non temete, coloro che erano presenti nei libri precedenti non verranno dimenticati!
Senza aggiungere altro alla storia, dedico qualche riga per dire che:
- mi è piaciuto molto il percorso della protagonista, che dal sentirsi insignificante prende coscienza di sé e del suo ruolo, diventando indipendente e forte;
- mi è dispiaciuto che nei libri 3 e 4 ci sia stato poco spazio per alcuni personaggi e soprattutto mi aspettavo un maggior ruolo per Vittoria (non scrivo chi sia per non fare spoiler, lo scoprirete solo leggendo);
- molte domande sono rimaste anche dopo aver letto l’ultima pagina dell’ultimo libro e, confesso, molte cose le ho trovate un po’ intrecciate per riuscire a capirle appieno. Ho dovuto prendere appunti e non è bastato per avere un quadro chiaro della situazione.

In conclusione, una saga a mio parere bella, con un finale che lascia un po’ d’amaro in bocca, molti non detti e molti interrogativi, ma non per questo non merita di essere letta.
È scritta benissimo, la lettura è scorrevolissima, le descrizioni sono spettacolari e cinematografiche. La Dabos ha la capacità di far apparire questo mondo fittizio davanti ai nostri occhi usando le giuste parole. Ve ne innamorerete fin dal primo capitolo dove descrive l’archivio dello zio di Ofelia.
Amerete i personaggi (tutti! Nessuno escluso. Io ho amato alla follia Archibald: la sua ambiguità, il suo percorso, i suoi poteri familiari che lo rendono ciò che è), scoprirete luoghi affascinanti e spaventosi (mi è piaciuta molto Chiardiluna e il suo stile steampunk che mi ricordava molto “La Città Incantata” di Miyazaki), sarete curiosi di scoprire quale sarà il destino di Ofelia e di tutte le Arche… perché un giorno in cui era di pessimo umore, Dio ha commesso un’enorme sciocchezza e ha fatto a pezzi il mondo. Ma oggi Dio dov’è? Chi è? Cosa c’entra Ofelia in tutto questo?

Consiglio per la lettura: sappiate che ogni singola cosa che viene detta NON È casuale. Neanche quella che vi sembrerà troppo strana per avere un senso logico.

Volume preferito: “Gli scomparsi di Chiardiluna”.

P.S.: ne approfitto per chiedere se qualcuno può consigliarmi qualche bel romanzo di ambientazione steampunk. Ho visto su questa piattaforma che “Leviathan” di Scott Westerfeld ha belle recensioni, mentre “Alice nel paese delle vaporità” di Francesco Dimitri non sembra granché. Conoscete altro?

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2020-05-24 15:39:58 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Mag, 2020
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Thorn e Ofelia. Il Drago e la Lettrice Attraversas

«Leggere un oggetto significa dimenticare un po’ se stessi per fare posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. Quelli che si mettono un velo davanti alla faccia, che mentono a se stessi e si vedono migliori di ciò che sono non ce la faranno mai.»

Ofelia è una lettrice ed è un’Attraversaspecchi. Appartenente all’arca di Anima (il cui spirito protettore è Artemide), in un universo composto da ventuno arche, tante quante i pianeti che orbitano attorno a quella che un tempo fu la Terra, ella ha il dono di saper leggere con le proprie dita il passato più antico degli oggetti ma anche quello di attraversare gli spazi attraverso il riflesso. Goffa, timida e miope ma al tempo stesso franca e decisa nell’indole, lavora come curatrice nel museo quando le Decane decidono di darla in sposa a Thorn, nobile appartenente alla famiglia dei Draghi, situata al Polo e protetta da sire Faruk. L’uomo che le si prospetta davanti è alto, magro, sfregiato nel volto e nel corpo da molteplici cicatrici, un uomo dai chiari capelli e gli occhi slavati nonché dal temperamento sbrigativo e rude di chi non è abituato a ricevere calore e affetto dal prossimo. Dai modi schietti e risoluti egli detiene il potere degli artigli, lavora come intendente – una delle massime cariche – ed è additato (e odiato) da tutti quale “bastardo” non essendo propriamente pure le origini. Sin dal primo momento il loro rapporto si intesse di molteplici equivoci, silenzi e omissioni che non ne rendono semplice l’evoluzione. A ciò si sommano i tanti misteri che ruotano attorno al mondo in cui il futuro marito sta conducendo la futura moglie, un luogo ostile e competitivo all’interno del quale di alcuno è possibile fidarsi. Accompagnata dalla zia Roseline e protetta nonché istruita dalla del fidanzato zia, Berenilde, la giovane protagonista dovrà tirar fuori tutto il suo coraggio, la sua pazienza, la sua capacità di ascoltare e osservare e tutta la sua grinta per cavarsela. A far da sfondo un mistero da scoprire, un amore che pian piano inizia a sedimentarsi e a fiore a dispetto del pensabile, un universo che più si scopre più affascina e in cui sarà proprio Ofelia a essere la chiave fondamentale di un enigma da cui dipendono le sorti del suo mondo ma anche di tutti i suoi cari e vicini, Thorn compreso.
Primo capitolo della quadrilogia, “Fidanzati dell’inverno” è un fantasy che spicca per la profonda eleganza e sobrietà che lo caratterizza. Seppur non manchino tutti gli elementi del genere (dalle illusioni ottiche, alle lotte del potere, ad una deliziosa storia d’amore che prende forma, a intrighi di corte, clessidre particolari etc), il testo si dimostra sobrio e caratterizzato da tanti elementi che sanno renderlo ricco e appassionante. Primo tra tutto, i protagonisti. Due volti paralleli magistralmente costruiti che ben si intervallano tra loro e che vanno letti con uno sguardo che sappia andar oltre alle apparenze. In questo primo episodio conosciamo una eroina giovane, dai tratti ancora immaturi, sentimentalmente acerba, incapace di leggere i silenzi, ma ne osserviamo la crescita e con lei acquisiamo consapevolezza. Al tempo stesso conosciamo un uomo che nonostante i suoi modi rudi e i suoi criptici sguardi e le sue poche parole, fa breccia nel lettore per il suo essere, per il suo passato, per il suo profondo senso del dovere, di giustizia e per la propria sete di verità. Più che di Ofelia che a tratti può risultare pesante per la propria cecità suscitando qualche naso storto. È lui il vero perno, il vero fulcro del libro. È lui il burattinaio che conduce e che ci porterà a scoprire passo dopo passo i retroscena di questo vasto sistema.
Allo stile mai volgare, preciso, accurato ed elegante (ma anche semplice e fluido per renderlo appetibile a tutte le età) che lo contraddistingue, si aggiungono atmosfere Steampunk e della Belle Époque che ben si fondano con il narrato. Un’autrice che nel suo scrivere ricorda la saga della fortunata J.K. Rowling nonché quella della Bussola d’oro di Philip Pullman per caratterizzazione dei luoghi nonché dei vari attori.
Un testo per grandi e per piccini, uno scritto consigliato a giovani adolescenti quale strumento per avvicinarsi alla lettura ma anche a adulti di ogni età che cerchino titoli diversi con cui farsi trascinare per diverse ore liete.

«A forza di vedere illusioni aveva perso le proprie, e andava bene così. Quando le illusioni spariscono rimane solo la verità. I suoi occhi si sarebbero rivolti meno verso l’interno e più sul mondo. Avevano ancora molto da vedere e da imparare.»

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Fidanzati dell'inverno. L'Attraversaspecchi 2018-09-26 12:21:21 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    26 Settembre, 2018
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Una storia piacevole

A me piace molto il fantasy vecchia maniera: storia avventurosa, fantasiosa, non troppo rosa se no stanca. Questa saga promette bene. Lo stile non è grannchè, semplice a volte un po' sfilacciato, ma la storia è molto carina e avvincente. Il finale è lasciato in sospeso per cui il lettore resta un po' insoddisfatto. La storia è adatta a un pubblico di adolescenti, anche delle scuole medie.

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Harry Potter, l'ultimo elfo della DE Mari, la trilogia di Bartimeus.
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