Eragon
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 9
LA MAGIA TRA LE RIGHE
Primo capitolo di una saga fantasy di discreta qualità.
La particolarità più famosa di questo romanzo è che è stato scritto dall'autore quando questo, era ancora un bambino.
Proprio per questo si legge il romanzo pronti a concedere errori sviste e cadute di stile.
Forse anche per questo si rimane piacevolmente stupiti dalla qualità della scrittura. (Ovviamente i diffidenti come me pensano immediatamente che il bambino sia stato fortemente aiutato e corretto da genitori ed editori).
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il romanzo è MAGICO.
La magia è la cosa più difficile da mettere insieme, la magia è ciò che rende un romanzo magnetico.
Pur non portando niente di nuovo nel mondo del fantasy, questo piccolo capolavoro, regala gioia e dinamicità, e riesce nel difficilissimo compito di catapultarci nel suo mondo.
Riesce nel difficilissimo compito di farci entrare nel cuore dei personaggi
Come una canzone, che ti piace troppo e non sai neppure perché, questo romanzetto fantasy, ti entra nel cuore e ti rimane nella testa.
Indicazioni utili
Eragon e Saphira contro i perfidi Urgali
Eragon è un quindicenne che conduce la sua esistenza tranquilla ed un po’ randagia assieme allo zio Garrow ed al cugino Roran nel villaggio di Carvahall, all'estrema periferia dell’impero di Algaësia. Un giorno, mentre sta cacciando cervi sulle montagne, compare, dal nulla, una gigantesca gemma color zaffiro. Proverà inutilmente a venderla, per risollevare le non floride condizioni economiche della famiglia, ma, dopo qualche giorno, la pietra si rivelerà essere un uovo di drago dal quale nascerà una meravigliosa dragonessa blu. Il ragazzo amorevolmente si prenderà cura della piccola Saphira (così sarà chiamata), nascostamente dagli altri. Purtroppo i guai, inaspettati, giungeranno ugualmente. Misteriosi esseri tortureranno a morte lo zio e gli distruggeranno casa per sapere ove si trova il drago. Per salvarsi, e per vendicare la morte di Garrow, Eragon dovrà partire assieme al saggio Brom, per tutti solo un cantastorie, ma in effetti un potente ex Cavaliere di Draghi. Con lui intraprenderà un lungo e pericolosissimo viaggio che lo condurrà per tutto il Paese, sino a raggiungere il rifugio dei Varden, i ribelli che si oppongono al dittatoriale comando dell’imperatore Galbatorix, rinnegato Cavaliere di Draghi che ha pervertito i nobili scopi della sua casta. Durante questi mesi verrà iniziato alla difficile esistenza del cavaliere di draghi ed all'uso della magia, per la quale Eragon appare subito molto portato. Alla fine, dopo altre strazianti perdite, Eragon si troverà ad affrontare sfide sempre più ardue in questo viaggio anche di crescita interiore, in un mondo lacerato da feroci lotte.
Il Ciclo dell’Eredità, di cui “Eragon” è il primo volume, ha raggiunto fama mondiale in modo particolarmente clamoroso, tenuto anche conto che l’A. aveva solo quindici anni quando scrisse questo primo romanzo.
Il libro risulta abbastanza gradevole. La prosa scorre agevole sotto gli occhi del lettore anche se taluni brani di inutili precisazioni ne rallentano un po’ il ritmo appesantendolo. Comunque la narrazione in genere non annoia. Però "Eragon" soffre di quasi tutti i difetti che affliggono la maggior parte dei racconti fantasy post-Tolkien. Infatti si ha spesso la sensazione di trovarsi di fronte ad una collezione di dejà vu soltanto lievemente rielaborati. C’è la suddivisione manichea tra Bene e Male assoluto, ci sono i soliti elfi, bellissimi e nobili. Ci sono pure i nani, alacri fabbri e minatori oltre che ostici guerrieri. C’è il destino del giovane eroe ignaro chiamato ad un compito salvifico più grande di lui. Inoltre le schiere di mostri, seppur non costituite da Orchi, bensì dai cornuti Urgali, ricordano le centinaia di altre creature abominevoli partorite da questa letteratura di genere. A somiglianza del ciclo tolkieniano, poi, esiste pure una lingua antica con cui si compiono magie e con la quale si parla solo di alti concetti necessariamente mai falsi.
In definitiva appare come se il giovane Paolini, apprese le lezioni impartite dai grandi che lo hanno preceduto, abbia ben imparato la lezione e, messi a frutto gli insegnamenti, sia riuscito a costruirsi un suo mondo fantastico, non più disprezzabile, come inventiva e come costruzione del Mondo e dei personaggi, di molti altri similari.
In particolare è interessante l’opera di sviluppo ed introspezione svolta sul protagonista che, non ci vuol molto ad intuirlo, altri non è se non l’alter ego dell’A. In Eragon vediamo la maturazione di un giovane verso le responsabilità di un adulto e, assieme a lui, possiamo intuire la prospettiva di visione con cui un quindicenne trova a porsi nei confronti delle sfide della vita.
In definitiva questo primo romanzo della tetralogia non può certo definirsi un capolavoro, ma è un buon libro di svago ed intrattenimento, senza eccessive pretese, pur restando un’opera apprezzabile.
Indicazioni utili
FANTASTICO
Dche mi sia piaciuto è un eufemismo. Questo libro è un'opera d'arte messa su carta, una statua d'oro composta di parole.
Un Mondo nato e forgiato nella testa di un giovane scrittore, che mette nero su bianco il suo mondo immaginario, dove vorrebbe ritrovarsi. E, coi lettori, ci riesce perfettamente.
Questo libro non è capace di annoiare nemmeno nelle descrizioni (obbligatorie per far conoscere un mondo purtroppo inesistente) o negli allenamenti impartiti da Brom.
Una trama che, anche se segue le orme di un quindicenne (Eragon, non lo scrittore), non risulta mai banale. In questo primo libro, vengono introdotti diversi personaggi che appaiono momentaneamente come secondari, ,ma saranno essenziali nel corso della storia.
Mi è davvero piaciuto tutto in questo libro: le sequenze narrative, descrittive, riflessive e i dialoghi vengono ben distribuiti.
Inoltre mi è piaciuto il fatto che con l'andare avanti con la trama, cambiano gli atteggiamenti dei personaggi: il cambiamento dei rapporti tra Brom ed Eragon, la crescita di quest'ultimo e il cambiamento di ruolo di Murtagh.
Ho apprezzato anche i rapporti politici tra le diverse fazioni di elfi, nani, surda, Varden e Impero.
Insomma, un viaggio fantastico che rende imprevedibile l'intera storia.
Indicazioni utili
Eragon, il Cavaliere dei Draghi..
Era impossibile che Eragon, quindicenne abitante di Carvahall, si rendesse conto del valore della sua scoperta. Per lui l'oggetto ritrovato non rappresentava altro che una pietra dallo sconosciuto valore che si sarebbe potuta rivelare un ottimo mezzo di scambio per procurare cibo e carne a quella che, nonostante non fosse la sua vera famiglia, costituiva ciò che maggiormente ne aveva una parvenza.
Quando dunque questa si schiuse rivelando la sua vera natura e mostrando al giovane il suo contenuto, era inevitabile che il suo futuro non cambiasse. Saphira, la draghetta che ne uscì, avrebbe da quel momento mutato il corso del suo destino e dato il via ad una serie di avventure che avrebbero portato il nostro adolescente protagonista a scoprire non solo i valori della vita ma anche sé stesso.
Questo primo capitolo del Ciclo dell'Eredità si apre con la venuta di un nuovo Cavaliere, passando tra un addestramento e l'altro, il padroneggiare l'uso delle armi in battaglia nonché della magia, pericoli, scoperte e ristori per poi concludersi con la battaglia di Farthen Dùr dove il giovane ha modo di testare le abilità apprese così come di cimentarsi nel suo primo e vero scontro bellico contro lo spettro Durza.
Interessante risulta essere l'intreccio narrativo ed in particolare la caratterizzazione di alcuni personaggi quali Brom, Murtagh, Arya, il gatto mannaro Solembum e la stessa Saphira mentre altri, seppur piacevoli, sono percepiti dal lettore come "acerbi".
Stilisticamente il testo scorre anche se la traduzione non mi ha particolarmente convinto. Può dirsi che pur linguisticamente parlando lo scritto debba ancora maturare. Altro dettaglio che mi ha lasciato perplessa è la somiglianza sotto molteplici aspetti (l'importanza del vero nome, il controllo della mente che questo determina, il mito di resuscitare i morti, gli spettri etc) con la saga di "Terramare" di Ursula K. Le Guin nettamente antecedente rispetto all'opera di Paolini e da me letta – manco a farlo di proposito – esattamente un anno fa (basta considerare che “il mago di Earthsea”, primo capitolo della saga di questa, risale al 1968 mentre quello dello scrittore al 2005).
Ultimo cavillo che mi sembra opportuno sottolineare risiede nella eccessiva sinteticità (appena 20 pagine) della contesa finale rispetto all'antefatto mediante il quale l'autore giunge a quest'ultimo evento. Avrei bilanciato un pochino di più, ma questo è proprio il “pelo nell'uovo” se così si vuol dire..
Per concludere, la lettura è piacevole, non manca di colpi di scena ed invita il lettore a proseguire con i successivi capitoli del ciclo.
Francamente era da molto tempo che ero curiosa di leggere questo romanzo ma devo ammettere di esserne rimasta convinta soltanto in parte e forse proprio a causa della sua intrinseca immaturità. Per chiarirmi le “idee” - e giungere ad una conclusione definitiva in merito – ritengo opportuno leggere almeno il secondo capitolo della saga. Ma questa è soltanto una mia personale valutazione.
Vi lascio con un breve incipit:
“Il valore consiste nell'atto. Il tuo valore ha fine quando ti arrendi e non provi più il desiderio di cambiare, di vivere la vita. Ma hai parecchie strade davanti a te: scegline una e dedicati a essa anima e corpo. Saranno le azioni a darti nuova speranza e un nuovo scopo. […] L'unica vera guida è il tuo cuore. Nulla può aiutarti, se non il suo desiderio supremo”.
“[..] Il vero coraggio consiste nel vivere e soffrire per ciò in cui credi”.
Indicazioni utili
- sì
- no
no = a chi cerca romanzi forbiti, concreti, e non ama le tri/quadrilogie
Inizio
Si deve ben sapere una cosa prima dell'inizio di codesto personalissimo commento:
1 - Sono passati degli anni dalla lettura del libro.
2 - Prima di questo Eragon ho letto Eldest, ovvero il secondo romanzo, e anche Brisingr, il terzo romanzo.
3 - Prima ho visto il (per me) pessimo film tratto proprio da questo Eragorn.
Ora, a proposito dell'ultima affermazione, ben capirete che leggere un libro già sapendo, in gran parte, cosa accadrà al suo interno non è proprio il massimo a livello di lettura: è come leggere un giallo conoscendo fin dalla prima riga il sospettato numero uno.
Una cosa è comunque certa: il film è davvero orribile a confronto di questo libro della saga (che doveva essere una trilogia eppoi è divenuta una quadrilogia) e non rende assolutamente giustizia a quest'opera prima del giovane (almeno qui) Paolini. Un giovane, appunto, che certamente non ha lo stile e la prosa dei grandi scrittori del genere Fantasy, e che molto s'ispira dalle mastodontiche famose opere che il tempo ci ha lasciato in eredita, ma non per questo lo colpevolizzo.
Devo ammettere che, proprio perché sapevo già come andasse a finire, questo Eragon non l'ho letto con un grandissimo interesse, quasi l'ho letto per sfizio, e non mi ha dato le stesse emozioni e soddisfazioni di "Eldest", apparendomi inferiore al suo successore e meno appagante, più povero e quasi scialbo nella sua prima parte.
La storia procede lenta, specialmente all'inizio (e forse qui il film si è dimostrato migliore per il ritmo maggiormente spedito) eppoi inizia a sbocciare solo verso la meta o più iniziando ad intrattenere solo dalla seconda parte circa e deludendo - forse - nel combattimento finale tanto atteso con il rivale numero uno di questa prima storia.
Quindi stile semplice, ritmo non molto emozionante e contenuto non proprio entusiasmante, o almeno: non all'altezza di quanto visto in seguito.
Sono passati degli anni dalla mia lettura, lo ricordo, pero questo libro non mi ha lasciato una grande impronta nella mente né la voglia di una rilettura anzi, ormai pare che si sia rotto qualcosa in me nei confronti di tale saga, perdendo del fascino (lo dimostra il fatto che non mi sento minimamente interessato nel leggere l'ultimo libro che chiude il cerchio).
Avessi letto questo primo libro nella giusta cronologia di pubblicazione lo avrei, penso, apprezzato maggiormente, ma sempre se penso ai miei passati 16/17 anni. Ecco, il limite di Eragon (cosi come, secondo me, dell'intera saga) e che non pare poter essere ben letto da un pubblico con un target alto a differenza di molte altre saghe fantasy che, al contrario, risultano mature e senza eta.
Consigliato a chi ha letto pochi libri, poiché credo che le migliori soddisfazioni arriveranno proprio attraverso la mancanza di una grande esperienza di lettura o se si è nuovi nell'universo fantasy, diciamo alle prime armi. A chi è un lettore navigato in tal genere, non so... ci penserei due o tre volte prima di buttarmi a capofitto su tal titolo sopratutto se si è dei lettori adulti (ma questo vale solo in questo preciso caso, lo ripeto per non creare equivoci o fraintendimenti di sorta).
Indicazioni utili
- sì
- no
Acerbo
Eragon è un libro acerbo. Questo può essere imputato a diversi fattori:
in primo luogo è il primo romanzo di una saga, la saga dell'eredità. Questo è un romanzo di rodaggio, in cui vengono presentati i personaggi, ha inizio la storia, i primi misteri vengono introdotti, cosi come i primi amori e i primi rapporti tra gli stessi personaggi.
Eragon stesso è acerbo. Mi spiego meglio: è un ragazzino di 15 anni, un contadino, che nella sua vita ha conosciuto solo il suo villaggio e le montagne intorno a Carvahall (il villaggio, appunto). Si ritrova all'improvviso un uovo blu da cui spunta un drago, una serie di creature che deve rendere sue alleate (nani, elfi e varie ed eventuali) e un nemico fortissimo da sconfiggere, che regna su Alagaesia da un secolo. Ovviamente, non ha la minima idea di come si faccia e l'unico vero alleato che ha è Brom il cantastorie, che gli fa da maestro, visto che la dragonessa è nata da poco e deve ancora crescere.
Paolini è acerbo: ha 15 anni ed è il primo libro che scrive, quindi lo stile, molto descrittivo, si deve affinare.
Paolini, poi, ha delle idee buone. Sono ispirate a Star Wars? Si. Sono ispirate al Signore degli Anelli? Anche. Ma francamente, non mi sento di giudicarlo per questo: tutti si ispirano, più o meno apertamente e più o meno sostanziosamente, a qualcosa o qualcuno, a maggior ragione un 15enne.
La storia è buona, mi ha intrattenuta e coinvolta abbastanza da voler leggere il seguito. Ci sono molte avventure, sotto forma di episodi, che si collegano l'un l'altro, fino ad arrivare al finale, ovviamente apertissimo, che lascia domande cui si vorrebbe dare risposta.
La cosa migliore di questo libro, secondo me, è il personaggio di Angela, intrigante ed affascinante... Mi è piaciuta perfino per come è stata resa nel film!
Mi aspetto un seguito migliore, uno stile meno acerbo, ma in evoluzione e una storia che prosegua con forza.
Indicazioni utili
Posso essere cattiva?
Ammetto che forse la mia critica è plagiata dal fatto che ho letto IL MIGLIORE libro fantasy che è stato scritto: "Il Signore degli Anelli" e tutto ciò che viene dopo, ahimè, è inferiore.
Ciò non toglie che mi butto sempre in una nuova avventura fantasy perchè questo genere mi piace moltissimo.
Aggiungo che non per forza un libro fantasy viene reputato pessimo perchè non è a quel livello, però quando dicono in tutte le salse che Paolini è il nuovo Tolkien di sicuro mi viene da arricciare il naso.
E dirò di più! Non è giusto questo confronto perchè crea delle aspettative sbagliate e mette il lettore nella posizione di cercare un giusto fondamento in questo paragone.
Una persona che si trova a leggere Eragon con questa premessa ne rimane profondamente delusa!..come lo sono stata io!
C'è anche chi dice: "Paolini ha scritto Eragon a 15 anni, bisogna valutare anche questo" e perchè di grazia? Anzi, da un 15enne mi aspetto di più perchè sicuramente è più vicino alla fantasia di molti adulti.
All'inizio la storia promette bene: l'uovo, il drago, Eragon e il suo addestramento, leggere nella mente, la magia, la guarigione attraverso parole elfiche, distese di boschi, il male che incombe sul bene e l'eroe che fa di tutto per sconfiggerlo, bellissima l'idea di avere questo rapporto esclusivo con un drago e che l'uno senza l'altro possono solo sopravvivere, bello il gatto mannaro e Angela l'erborista e Brom il saggio è il nonno che tutti vorremmo avere.
Chi di noi si sente spesso poco speciale e vorrebbe vivere una storia di avventura in cui TU sei l'unico prescelto per cambiare il mondo?? Io di sicuro!!
Mi ha fatto sognare e sinceramente ero curiosa di capire come si sarebbe evoluta.
A lungo andare però ho cominciato a chiedermi quando sarebbe decollata la storia e quando avrebbero avuto fine quei dialoghi infiniti e banali per spiegare a noi comuni mortali, i fatti e i significati.
La scrittura è scorrevole, l'idea è bella ma per me è assolutamente deludente.
Amo il fantasy, i draghi e le battaglie, amo i cavalieri che hanno quella sorta di aurea magica, l'onore e la galanteria che ormai non ci sono più, amo la magia e tutto quello che ci gira intorno.
Mi aspettavo il bel libro fantasy con tutte queste caratteristiche che fondendosi insieme creano una magnifica avventura e invece, ho arrancato fino alla fine e ho ringraziato me stessa di non aver speso altri 45 € per prendere gli altri 3!
Se poi devi anche pensare che oltre ad annoiarti devi tenere sto mattone enorme e pesante in mano, questo libro non lo consiglierei a nessuno!
Indicazioni utili
Un libro quasi apprezzabile
Era da tempo che volevo leggerlo, e una volta avuto l'ho iniziato subito in modo da verificare se le voci che circolavano su questo romanzo erano vere. Come prima cosa che voglio dire, purtroppo, le vicende narrate non mi hanno coinvolto particolarmente. La storia in sé è carina, ma troppo simile ad altre opere più famose rischiando così di diventare un plagio. Ci sono delle basi nella storia che potevano essere riviste o sfruttate meglio in modo da dare maggiore originalità al romanzo. Lo stile di scrittura è quasi accettabile ma i paragoni sono tipici di quelli che farebbe un bambino di 11 anni (per fare un esempio:"aveva i capelli neri come ali di corvo"). La lettura è fluida ma inizia a dilungarsi, appesantendo così la trama, verso l'ultima metà del libro riempiendo molte pagine che potevano essere facilmente ridotte. Paolini ha scritto un libro da un contenuto buono (anche se già visto in altri libri) rivelando tuttavia la sua poca esperienza nello stile. Ciò che non mi ha fatto impazzire di Eragon è che avendo già letto altre opere di maggiore fama e ben scritti, l'ho trovato abbastanza ingenuo e anche banale in certi punti. Anche se questi difetti possono essere giustificati dalla minore età che l'autore aveva quando scrisse il libro, tuttavia una revisione sarebbe stata più apprezzabile.
Indicazioni utili
- sì
- no
Eragon
L'autore di Eragon, tale Paolini, ha scritto questo libro quando aveva solo 15 anni. Sebbene un testo non si debba giudicare in base all'età dell'autore, non posso fare a meno di notare che Eragon è stato un gran bel lavoro.
Ovviamente gli appassionati di Tolkien o di altri famosi fantasy noteranno analogie e similari con i precedenti capolavori. Ma Eragon possiede altre caratteristiche e peculiarità che lo rendono un libro piacevole e soprattutto adatto per chi vuole iniziare a leggere fantasy più impegnativi.
E' molto particolareggiato e preciso, e questo può renderlo a tratti un pò pesante; la trama è interessante, in grado di contrappore tratti classici a quelli più originali, avventuroso con una vaga vena romantica, piuttosto misterioso e coinvolgente. I paesaggi sono ben descritti e i personaggi possiedono un carattere e una personalità ben definita; nulla è lasciato al caso.
Ci sono molti punti di suspence che contribuiscono a "trascinare" il lettore fino alla fine, soprattutto dove l'autore si dilunga in lunghe (e a volte noiose) riflessioni.
E' un buon lavoro, ripeto, consigliato per chi si addentra nelle intricate via del fantasy e ha molta pazienza!
Indicazioni utili
- sì
- no