Diario di un sopravvissuto agli zombie
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Recensione della Redazione QLibri
Viva gli zombie
E dunque è accaduto: l'epidemia diffusasi in suolo asiatico ha preso piede anche in America; ma non è una semplice influenza, la malattia uccide le persone e le riporta alla vita. Una miriade di non-morti si aggira presto per le strade di ogni città, paese o campagna. Sia che si muoia per il loro morso, sia di cause naturali, ci si risveglia...zombie, affamati di carne viva.
Il nostro protagonista è un soldato della marina militare, che al momento dello scoppio dell'epidemia in suolo americano, decide in qualche modo di disertare e pensare a sé stesso: si procura provviste, si barrica in casa, pulisce tutte le armi e si procura il maggior numero di munizioni.
Pensate che questo basti a far fronte ad un'epidemia di tali dimensioni? E se qualcuno, là fuori, fosse sopravvissuto e avesse bisogno proprio del suo aiuto?
Da appassionata di "The walking dead", "28 giorni dopo" & co., mi sembra inutile dire che nei confronti di questo romanzo, sono partita prevenuta: lo amavo già solo dalla copertina!
L'autore non ha deluso le mie aspettative! Ci ritroviamo catapultati in pochissimo tempo in un mondo dai connotati apocalittici. Grazie alla forma del diario, viviamo le avventure (o disavventure, dipende dai punti di vista) del protagonista passo a passo, insieme a lui seguiamo i tg che raccontano della rapida diffusione dell'epidemia e ci lasciamo prendere dal panico per la palpabile omissione di informazioni da parte dei media. Credo che uno dei maggiori punti di forza di questo romanzo, si proprio l'esser stato scritto a mo' di diario: questa forma infatti si rivela azzeccatissima per dar rilievo alla vicenda più che ai personaggi, al susseguirsi dei giorni e delle emozioni legate a questa "invasione zombie", piuttosto che allo spessore psicologico dei sopravvissuti.
Infatti, in un certo senso, i personaggi sono messi da parte: non vorrei sbagliarmi, ma in tutto il libro non ho mai trovato il nome del protagonista! Anche i suoi compagni, sono sicuramente importanti per la storia, ma poco contava se invece che John, William ecc, si fossero chiamati Giuseppe, Jeffrey o con altri nomi. Essi infatti sono utili alla storia per il suo svolgimento, ma non per darle spessore, in quanto a questo ci pensano già i nostri cari zombie! Solitamente non apprezzo molto i romanzi in cui i personaggi non vengono approfonditi (a livello di dettagli fisici e psicologici), perchè la mancanza di quei particolari mi impedisce di sentirmi parte del romanzo e di potermeli immaginare; in "Diario di un sopravvissuto agli zombie", questo problema non sussiste, perchè la minuzia con cui vengono descritte le scene, gli edifici in fiamme, le macchine ammassate per le strade e gli zombie brancolanti, mi è più che sufficiente per farmi sentir parte del gruppetto di sopravvissuti e per condividere con loro le paure o le piccole gioie.
Ah, quasi dimenticavo: scordatevi ogni impegno, quando inizierete la lettura, resterete un giorno intero immersi in queste pagine.
Non di più.
Anche perchè il vostro cuore non reggerebbe se decideste di chiuderlo e riprenderlo il giorno successivo.
Vivamente consigliato!
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Opinioni inserite: 5
DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO AGLI ZOMBI
DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO AGLI ZOMBI
E' dalla Cina che tutto ha inizio,quello che al principio si pensa che sia un virus influenzale,che si è poi trasformato in un'Apocalisse dove la gente man mano che muore dopo due ore circa si ritrova a vagare per la città in cerca "carne fresca" da mangiare senza essere consapevole che si è trasformata in zombie,e chiunque viene morso fa la stessa fine, scatenando una reazione a catena inarrestabile. A raccontarci questa avventura sottoforma di diario è proprio l'autore, dove giorno per giorno annota quel che sta succedendo,le sue paure, i suoi piani di fuga e sopravvivenza,e le sue uniche conoscenze con i pochi sopravissuti,in cerca di una vita "normale" in un posto sicuro.
Questo è il primo libro di una trilogia a tema zombi raccontata da J.L.Bourne, dove non so perché non mi ha coinvolto più di tanto,mi è sembrato di rileggere Apocalisse Z di Manel Louriero (altra trilogia consigliata)dove li a differenza di questo diario la "paura" dell'autore l'ho percepita molto di più,cioè con questo non voglio dire che è un brutto libro anzi,è che avrei preferito un po' più di suspense,sentire l'adrenalina misto paura salire,quando sei inseguito o stai per aprire una porta che non sai esattamente quello che può capitare oltre, in pratica quelle sensazioni che ti aspetti da questo genere di libri ,invece qui ho trovato un po' tutto scontato, probabilmente è perchè mi viene da fare dei paragoni con l'altro diario.
Come dicevo prima non è un brutto libro si legge molto volentieri regala una lettura molto scorrevole,ben descritti i dialoghi cosi come i particolari sull'equipaggiamento,e facendo si (come nel mio caso)che il lettore si affezioni ai personaggi principali e a quelli che si incontra durante questo cammino sperando che i nostri protagonisti riescano in questa impresa, ma questo lo scopriremo nelle prossime puntate.
Sicuramente è un libro che consiglio agli amanti del genere,e invece non consiglio a chi ha letto come nel mio caso Apocalisse Z per non trovarsi come me a fare dei paragoni con le due trilogie.
Buona Lettura
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Praticamente vero
Capita a tutti quel periodo in cui bastano dieci pagine per ritenere spazzatura un libro. Sono felice di non averlo fatto con questo diario.
Ho apprezzato la lettura senza pregiudizi. Preciso da subito che la struttura a "diario" è allo stesso tempo affascinante e deleteria. Vi spiegherò il mio punto di vista: innanzitutto si può avere nota delle ore e dei giorni in cui il protagonista sceglie e compie certe azioni, e non dev'essere facile scrivere un'opera dovendo tenere traccia di tutto lo scorrere del tempo in maniera così precisa. Da questo punto di vista il libro mi ha ricordato molto "io sono leggenda", che può sembrare noioso nei racconti pedissequi della vita del protagonista, giorno per giorno, ma fa di questo il suo punto di forza. Inolte credo l'accoppiata diario-zombie-sopravvissuto sia quanto di più vincente si possa trovare in questo filone. Infine segnalo con piacere fotografie, scritte e note al margine che di tanto in tanto il protagonista ha deciso di apportare. Avrei preferito però che il diario fosse scritto con una calligrafia più o meno leggibile, ma reale, piuttosto che con le stampe da computer.
Dall'altro lato però, il diario è una forma che penalizza la scrittura e mi ha impedito di dare un voto massimo in termini di qualità: la suspance è assente in molti passaggi perchè è facile immaginare che, fin quando ci sarà da scrivere, il protagonista è vivo. Si mette così da parte quasi tutta la portara "horror" del romanzo, ampliata però dalle potenzialità di una catastrofe globale.
Dovendo invece giudicare l'opera nel suo complesso, essa è quanto di più realistico si possa riscontrare nella scena moderne delle guerre Z. La struttura è così semplice ed immediata che a volte sembra quasi di essere immersi nelle strade silenziose o nelle abitazioni dalle quali di osserva la rappresaglia. Il fascino dell'apocalisse zombie è ampliato dall'assenza di dialoghi che, per tenere fede alla forma del diario, vengono riassunti insieme a tutto il resto. Per fortuna poi, lo scrittore non ci ha tediato con infiniti pensieri che sono tanto belli quanto inutili per un libro del genere.
Aggiungo infine che sono felice di questa usanza moderna secondo cui i soldati scrivano libri di zombie: ogni volta che lo fanno è marcatissima la qualità della loro esperienza, con descrizioni precise di armamentari, traiettorie, distanze, equipaggiamenti e operazioni di vario genere. In quest'opera, ad esempio, la precisione descrittiva a tal riguardo risulta inizialmente noiosa, poi non se ne può fare a meno.
Piccola nota divertente: mi chiedo dove vendano un diario così lungo.
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Apocallisse zombie
Chi lo avrebbe immaginato che mi sarei appassionato al mondo degli zombie… non amo in generale i film horror e solo grazie a questo blog sono venuto alla conoscenza iniziale di ‘Apocalisse Z’: apprendo tramite altre recensioni di questo libro e tutte apparentemente entusiaste. La cosa che sorprende è la nascita del libro dapprima come blog raccogliendo giorno per giorno un immaginario mondo devastato da questi esseri: solo successivamente è diventato un libro, una operazione molto ‘underground’. Bello è poi il packaging con i disegni dei lettori per una copertina e il modo di scrivere come un vero e proprio diario compresi annotazioni, dettagli, disegni, schemi etc.. La storia è nota, una epidemia nata in Cina che trasforma i morti in ‘non vivi’ in zombi molto affamati di carne umana: il protagonista è un ufficiale dell’aviazione americana (bello il statagemma del non nome ..) e il suo incubo quotidiano per non morire (o almeno non ancora). Rispetto ad Apocalisse Z , ci troviamo in Texas e noto subito differenze concettuali tra le sopravvivenze in Europa e Negli States: Ammetto che preferirei assolutamente gli States… si trovano armi ovunque almeno (l'unica volta che apprezzo gli americani su questo campo).. il bello di questa semplice lettura è proprio questo, l’immedesimazione nel personaggio, nelle sue paure, gli incubi, l’odore di carne putrefatta, l’eco del grugnito di questi mostri portato dal vento (come quando al cagnolino Annabella si rizzano i peli del corpo appena sente un’oscura presenza): ci si immedesima nelle tecniche di sopravvivenza ‘beh io farei così’ oppure nella sua fortuna nel trovare l’hotel 23. Altro punto a favore è proprio la paura o più precisamente la tensione che alleggia pagina dopo pagina: il fatto di essere scritto come un diario facilita la lettura, lo si legge in due giorni. Certo essere un militare, saper far volare un aereo, avere come compagni un chimico e’un’infermiera aiutano molto: ecco questo è forse il limite del libro, quello di vedere questa terribile apocalisse da parte di un soldato bravo e freddo quanto basta (in Apocalisse Z il protagonista non è così fortunato…). Libro consigliato agli appassionati del genere (ma anche no… suvvia io non lo ero…) e buona lettura a tutti.
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Diario di un sopravvissuto agli zombie
Un mero diario, semplicemente questo è il primo libro di quella che si preannuncia un epica trilogia apocalittica.
Nessun lessico universitario dunque, c’è spazio anche per ripetizioni ed errori grammaticali, perché questo è in tutto e per tutto un memoriale di un ex marines che sta sopravvivendo. Niente poesie, concetti terminologici ricercati o ardue similitudini ma la sola impronta marziale a scandire il tempo di un racconto vissuto giorno per giorno.
Basteranno poche pagine per essere indirettamente coinvolti, quasi come fosse un gioco di ruolo, rimarremo col fiato sospeso mentre i personaggi si troveranno a dover prendere decisioni vitali. Ci troveremo così ad affezionarci indiscriminatamente ai personaggi, che se pur descritti sommariamente coprono ognun per sé un ruolo specifico. Trepideremo e affanneremo insieme a loro quando le vicissitudini li metteranno in pericolo. Il piccolo gruppo di sopravvissuti diventerà “il nostro gruppo” e in questa nuova vita, attraverso le pagine del diario di Bourne seguiremo ansiosamente le loro avventure.
Non è mai stato un mistero che il libro avrà dei sequel e se tutti e due questi capitoli avranno la particolarità di farci rimanere incollati alle pagine come ha fatto il primo, il successo sarà assicurato.
Recensione di R.C. aka Spack Lele
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Diario di un sopravvissuto agli zombie
E' mai possibile che l'epidemia venga vista solo ed esclusivamente da chi ne sa di armi e comportamento in caso di soccorso???
Nessuno di questi ha male hai denti o le varie problematiche del caso??
Possibile che tutti i protagonisti sappiano sempre come si usa un Ak47 o una pistola, un mp40 o una calibro 22??
Ogni tanto mi piacerebbe leggere qualcosa di più realistico, visto dalla parte di noi persone "comuni" che non sanno che una pistola va pulita e che non ha conoscenze di come si mette in moto un elicottero o un aereo.
Detto questo però non è assolutamente un brutto libro.
I fatti che vengono descritti sono molto fluidi e spesso si ha la sensazione di essere catapultati all'interno del libro a combattere col protagonista.
Ha una trama avvincente con vari colpi di scena e bei personaggi con cui ho trovato subito grande empatia.
Ovviamente, trattandosi di un libro sugli zombie, spesso si incappa nella sintetica, se non nulla, descrizione della vita dei personaggi proprio perchè ormai la vita che c'era prima non ha importanza.
E' proprio questo il bello secondo me: l'annullamento totale dei valori, della morale e delle maschere, delle imposizioni, dei ceti sociali e dei sentimenti.
Perchè parlare della propria vita prima se è stata spazzata via completamente?
Perchè imporsi un modello di vita che ormai non esiste più?
Perchè essere ancora la stessa persona che odiamo, detestiamo e spesso allontaniamo, quando gli zombie ti portano a scontrarti col lato profondo di te?
E' incredibile come il messaggio finale sia sempre lo stesso e condivisibile: alla fine il vero nemico non sono gli zombie, ma gli umani stessi.
E' il primo libro di una saga. Ne ero completamente ignara e l'ho scoperto solo alla fine. Ad ogni modo sono curiosa di vedere come continuerà la storia.
Non è il più bel libro di questo genere che io abbia mai letto, ce ne sono molti altri che merita attenzioni e i soldi spesi, comunque lo consiglio perchè se siete appassionati del genere non potete certo farvi mancare questo libro!