Brisingr
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Eragon? Sì, ma tutto il resto è noia…
Questo terzo volume del ciclo dell’Eredità, dedicato al giovane Cavaliere di draghi Eragon ed alla sua lotta, assieme alla dragonessa Saphira, contro il perfido imperatore Galbatorix, doveva essere quello conclusivo della saga. In esso tutti i conflitti sarebbero dovuti giungere al loro epilogo. l’A., invece, ha ritenuto di farne un libro interlocutorio, in cui ben poco accade ed anche quel poco risulta oltremodo diluito ed annacquato. In pratica con materiale appena sufficiente a riempire adeguatamente una decina di capitoli brevi, s’è voluto disperatamente imbastire un romanzo di centinaia e centinaia di pagine.
Così - se escludiamo l’iniziale confronto tra Eragon, il cugino Roran e Saphira con i bestiali Ra’zac, qualche battaglia contro le forze dell’Impero e poco altro - il libro è, più che altro, infarcito di chiacchiere, battibecchi, conciliaboli, inutili e tedianti descrizioni del nulla, una minutaglia di piccoli episodi collaterali che niente aggiungono alla trama e neppure alla caratterizzazione dei personaggi o all'arricchimento della narrazione. Anche i capitoli dedicati alle origini di Eragon, risultano piuttosto fiacchi e per nulla sorprendenti. Insomma ci sono tante parole che fanno unicamente “volume”, massa, senza aggiungere sostanza. Sembra quasi che l’A. sia stato pagato a numero di battute scritte e, per sue necessità economiche, ne abbia infilate il maggior numero possibile nel testo.
Il giovane Paolini, che, ormai non è neppure più tanto giovane, dovrebbe capire che non è indispensabile esporre ogni minimo gesto compiuto dai suoi personaggi; che un romanzo non è un diario di una dodicenne che mette su carta ogni suo insignificante pensiero; che i lettori riuscirebbero a rassegnarsi al fatto di non sapere se l’eroe di turno, quando s’è destato la mattina, s’è lavato, ha fatto una abbondante colazione ed è riuscito a trovare il tempo per lucidare l’armatura sporca di sangue. Nessuno sente il bisogno di conoscere quali vesti indossano i personaggi in ogni fase della giornata o qual è la (lunghissima) formula per celebrare un matrimonio nel mondo di Alagaësia. Tolkien, è vero, talvolta infilava una ballata nei suoi scritti, ma lui era un finissimo linguista e il carattere di epopea tragica del suo ciclo di romanzi consigliava queste inserzioni. Una poesiola in “antica lingua” che solo Paolini conosce è defatigante ed inutile.
Io sono un amante della letteratura fantasy e, nel contempo, riconosco che i capolavori in questo genere letterario sono abbastanza rari. Tuttavia è la prima volta che mi capita di saltare interi paragrafi cercando di giungere il più in fretta possibile alla fine di alcuni lunghissimi e noiosissimi capitoli, pieni di nulla.
Per gran parte del libro l’aspetto più intrigante che ho trovato è stato quello di cercare di indovinare da quale altro romanzo, racconto, film o serial televisivo era stato scopiazzato quel determinato episodio, quella frase o quel concetto. Poi, anche questo gioco m’è venuto a noia, troppi e troppo ovvi i debiti da scovare; così ho solo sperato di giungere in fondo senza sbadigliare troppo.
Giunto alle ultime pagine la mia unica consolazione è stata di aver letto il libro in una edizione elettronica che contiene anche gli altri tre romanzi del ciclo: quindi, economicamente parlando, è stato un limitato spreco di denaro.
Il mio timore, ora, però, è che sia di ugual tenore anche il quarto episodio che, nonostante tutto, mi toccherà leggere per non rimanere con la storia sospesa a metà.
In definitiva si tratta di una lettura ampiamente evitabile. Da quanto posso immaginare, infatti, anche saltando direttamente all'ultimo romanzo il lettore non perderebbe nulla né resterebbe spaesato a causa degli avvenimenti negletti.
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Noia
Questo libro è troppo lungo. Ci sono pagine e pagine di descrizioni per ogni cosa succeda o luogo in cui ci si trovi. Inoltre, mi duole dirlo, ma qui lo stile di Paolini non migliora: se potevo ritenere lo stile dei primi due libri acerbo, perchè l'autore era nuovo alla scrittura di un romanzo e perchè ancora molto giovane, ora non posso più farlo. Con due libri alle spalle e una saga in via di scrittura, non posso ritenere Paolini ancora giustificabile per il fatto di non aver migliorato neanche un po' il modo in cui scrive. è ampolloso, ripetitivo, troppo descrittivo e a volte talmente pesante da risultare noioso.
Per quanto riguarda la storia, non fa altro che aggiungere questioni e problemi, che ci si chiede come potranno essere risolti in modo accettabile in un solo libro (fino all'ultimo non ho voluto credere nei deus ex machina). C'è poi un particolare della storia che mi ha ricordato Harry Potter in modo fortissimo: non dico che sia sbagliato prendere spunto, ma qui stiamo esagerando! Quello che succede qui è trasporre una magia particolare di Harry Potter in un mondo con dei draghi. Questo lo definirei quasi plagio.
Questo libro non mi è piaciuto granchè, la saga si è rovinata a mio parere. Metà del libro si poteva condensare in poche pagine: Paolini l'avrebbe reso più dinamico e avvincente, combattendo cosi la noia, che in alcuni passi diventa davvero un ostacolo. Non posso dire che sia marketing puro, perchè la trama prosegue, seppure a rilento, ma di certo ha voluto ricavare dalla vendita di un quarto libro, che poteva tranquillamente essere un terzo e ultimo.
Un consiglio: leggetelo solo se volete veramente sapere come la saga va avanti.
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Il capitolo "on the road" della saga
Terzo libro di questa saga -che inizialmente doveva essere una trilogia- targata Christopher Paolini.
Brisingr lo trovo un capitolo di pausa che sospende, in qualche modo, la storia principale, congelandola per dedicarsi ad altro.
Lo definisco come il capitolo più "on the road" per il semplice motivo che si baserà tutto sul viaggio personale di Eragon. Si sa, prima o poi l'eroe deve trovarsi completamente solo intraprendendo un viaggio personale (o il cammino di perfezione) per maturare ancor di più, temprarsi e crescere nello spirito. Infatti, il nostro Cavaliere si troverà senza la fida Saphira e dovrà tirarsi fuori dai pericoli da solo. Capiremo così come, senza la sua fida compagna, sia vulnerabile e debole dando così più importanza al personaggio della dragonessa facendoci comprendere che un Cavaliere dei Draghi dipende molto dal suo drago. In pratica, si avverte un vuoto senza Saphira, poiché lei era come una amica fedele, la compagna saggia e consigliera della situazione.
Ora, per arrivare al nocciolo della questione, questo libro è inutile? Secondo me, no. Sicuramente allunga il brodo e apre una finestra economica-commerciale in più allo scrittore e all'editore, però Paolini sfrutta questo libro per aggiungere tanti dettagli e tasselli al suo mondo immaginario, volendoci rivelare cose che prima non è riuscito a fare. E' il suo libro di approfondimento, ma ripeto: non tanto nei confronti della trama, ma più verso il mondo da lui creato. L'autore mi fa comprendere che vuole essere sicuro di far capire al lettore ogni cosa del suo magico universo forse fin troppo nel dettaglio, in modo troppo enciclopedico rischiando di appesantire ed annoiare chi legge il libro.
Ma a parte tutto questo, ci mostra anche un'approfondimento del rapporto tra Eragon e Arya oltre che rivelare alcune novità (sopratutto su Galbatorix) giungendo ad un finale abbastanza movimentato.
Non c'è dubbio, Eldest lo trovo superiore a questo terzo capitolo della saga che non offre molta azione e sicuramente Paolini ha un po esagerato con il numero delle pagine (oltre 900), però non mi ha deluso alla fine della lettura.
Tutto è pronto per il gran finale!
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Che dire, fine della magia...
Che dire... Eragon era tutta un'altra cosa. è stato il mio primo libro fantasy, mi ha affascinato e trascinato con i suoi intrighi, la vena di mistero e magia, i suoi personaggi, Saphira... Lo lessi tutto d'un fiato!
Eldest, bè, qualche pecca iniziavo già a notarla... Avevo come il presentimento che l'aver inserito le vicende di Roran in una trama già di per se completa e carica di contenuti fosse un segno di perdita di idee, ma nel complesso il libro usciva con la testa alta!
Con quante aspettative ho iniziato a leggere Brisingr!
Per scoprire poi che cosa?
Che essenzialmente l'80 per cento della storia poteva essere scritta in meno di un centinaio, forse più di pagine...
Diciamocelo, che bisogno c'era di descrivere in modo tanto minuzioso e quindi noioso ogni porta, ferita, spada, drago, albero, intrigo di palazzo o emozione vista o provata o posseduta dai personaggi??
Un tentativo di allungare il brodo in una storia che poteva concludersi degnamente in solo 3 libri!
Paolini, i soldi cambiano, eh?
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Il libro di passaggio
Ahi, ahi, ahi... dopo avere nel repertorio due libri del calibro di Eragon ed Eldest, che hanno ricevuto entrambi parecchi consensi, scrivere ancora con lo stesso stile o cercare di correggere i propri errori?
Mi domando se Paolini si sia posto questa domanda e se si renda conto degli "sbagli", se così li vogliamo definire.
Personalmente ho apprezzato Eragon ed Eldest, sono stai i miei primi fantasy, li ho trovati coinvolgenti, ben fatti sulla maggior parte dei punti di vista. Brisingr non è brutto, per carità, ma è peggio dei precedenti.... sembra che per ogni sasso, fiume, magia ci voglia una descrizione di due o tre pagine per esprimerla al meglio. Ma dai, Christopher, è necessario descrivere ogni piccolo pelo dell'uovo? A lasciarci un pò d'immaginazione? Lasciar vagare la mente per Alagaesia potrebbe far bene!
Insomma, una bella storia (per quanti similari abbia) scritta abbastanza male... ripeto ciò che ho detto per Eragon, consiglaito a chi ha tanta pazienza!
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Brisingr, libro di pausa.
Premetto con il dire che mi è piaciuto molto. di certo non si può rinnegare un autore solamente perché uno dei suoi ultimi libri non è stato un gran che. Christopher Paolini ha usato Brisingr come libro di mezzo, infatti, se alcuni di voi se lo ricordano, la saga doveva essere composta solo da tre libri, ( La trilogia dell'eredità dei cavalieri dei Draghi), ma dopo che ha visto che questo suo libro usciva troppo lungo ha deciso di fare un altro libro. Molti delle altre recensioni hanno scritto CONSIGLIATO SOLO PER CHI HA LETTO I PRECEDENTI, e certo! mica si può partire a incominciare a leggere una saga dal terzo libro! comunque per me i libri di Christopher Paolini hanno un valore immenso, infatti grazie ad Eragon ho iniziato a leggere e a scoprire il mondo Fantasy. alcuni di voi inoltre hanno tirato in ballo il film. Scusate, il film si sa che è stato un flop, ma non si può dare la colpa a Christopher Paolini se il regista ha tagliato scene e pezzi del libro, travolgendone la storia!
Per me Brisingr è uno dei libri che ho letto più volentieri negli anni passati, e che resterà per sempre nella mia classifica dei 10 libri più belli.