Bitterblue
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
9.5/10
Come promesso ho letto BITTERBLUE il sequel del bellissimo GRACELING. (non l’ho trovato in IBOOK e così l’ho comprato in cartaceo) L’ho letto in 3 giorni senza quasi mai staccare gli occhi dalle pagine, mi ha coinvolto a tal punto da sognarlo anche la notte.
In questo libro ritroviamo la maggior parte dei personaggi del precedente ma la regina (in tutti i sensi) è la piccola Bitterblue, salvata da Po e Katje 8 anni prima e ora alla guida di Monsea il regno che suo padre ha gestito con l’inganno e la tirannia per 35 anni.
La ragazza/regina vive in un bellissimo castello costruito da suo padre e contornata da ministri e consiglieri che la gestiscono e le “insegnano” ad essere una buona guida per il suo popolo. Peccato che lei del suo popolo e della sua città non sappia proprio nulla a parte quello che vogliono che lei sappia. Così presa dalla curiosità una notte decide di avventurarsi oltre le sue mura, non come regina ma come una dipendente della corte.. da qui cominciano le domande, le domande sulla sua vita, sul suo popolo, ma soprattutto su suo padre.
Bitterblue è una ragazza tenace che vuole scoprire il perché delle cose... alla prima uscita conosce due ragazzi, Zaf e Teddy che la illumineranno su ciò che accade in città e sul loro obiettivo di vita. Uno dei due è un gracelyng, cioè portatore di un dono, con un occhio diverso dall’altro proprio come Po e Katje (vedi libro precedente); sarà proprio il gracelyng a far battere il cuore della piccola regina. (anche in questo caso non aspettatevi una grande storia d’amore perché ne uscireste tremendamente delusi.. proprio come me) Come in graceling la storia non riesce a crescere e il finale almeno in campo sentimentale ti lascia con l’amaro in bocca.
Gli altri personaggi non sono assolutamente marginali, tutti descritti minuziosamente sia sul piano caratteriale che sul quello dell’aspetto. Tutti insieme rendono questo libro ciò che è.. e alcuni di loro mi resteranno nel cuore per molto tempo:
Morte: il bibliotecario gracelyng che ha “una memoria di ferro”;
Giddon: ex corteggiatore di Katje e personaggio molto attivo nell’aiutare Bitterblue. (assolutamente rivalutato rispetto al ruolo che interpretava in gracelyng);
Heva: Gracelyng, con il dono del mimetismo la cui madre era una scultrice eccezionale, al servizio di Re Leck nei suoi anni di tirannia;
Non credo di voler aggiungere altro. Voglio lasciare al lettore la suspance di questo libro a metà tra un fantasy e un giallo. Come il precedente lo consiglio con il cuore
Indicazioni utili
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
The Queen
Dopo aver letto Graceling ed aver divorato Fire, piena di quella curiosità che solo un lettore può capire, mi sono avventurata nel regno di Monsea per la terza ed ultima avventura di questa saga fantasy.
Ho ritrovato la piccola Bitterblue del primo libro cresciuta e maturata, una regina dal cuore nobile ed intenzionata a far uscire il suo popolo dal tunnel di terrore creato da un trentennio di tirannia di re Leck. La difficile e tortuosa strada intrapresa dalla giovane sovrana sarà colma di segreti e bugie, di codici cifrati e di omicidi. Sentimenti quali la fiducia, la devozione, l’amore e l’amicizia saranno messi in discussione, ma forse non tutto è perduto.
Una serie di personaggi ben descritti e caratterizzati vi accompagnerà durante tutti i capitoli facendovi amare questo meraviglioso mondo graceling dotato di straordinari poteri ed inserito in un contesto urbanistico tra lo strabiliante ed il decadente.
A differenza del secondo tomo della trilogia, Fire (che ho adorato), questo terzo lavoro mi è sembrato meno accurato, meno soddisfacente sia dal punto di vista del contenuto che dell’intreccio.
Credo che l’autrice abbia troppo privilegiato la parte centrale facendola risultare meno frizzante e più lenta, a discapito di un finale molto coinvolgente ma forse troppo sbrigativo.
Nel complesso un buon romanzo con uno stile a mio avviso da migliorare ed una conclusione che comunque lascia qualche punto interrogativo.
Consigliato soprattutto come “libro finale”, la conclusione di un'avventura.