Arianna
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Le orge dionisiache le immaginavo più trasgry
All'inizio dell'estate mi ero ripromessa di sfruttare questa stagione per recuperare alcuni retelling di miti classici che da un po' languivano nella mia libreria, e -basandomi sulle sinossi- contavo di essermi tenuta per ultimo il migliore. Con un ribaltamento che renderebbe fiero Alessandro Borghese, "Arianna" si è invece rivelato il più deludente dei tre titoli, dimostrando tutte le debolezze tipiche delle riscritture tanto in voga negli ultimi anni.
La narrazione si mantiene grossomodo fedele al mito e segue la principessa Arianna dall'infanzia trascorsa presso la corte del padre a Cnosso, passando per gli anni dell'età adulta a Nasso ed arrivando al confronto tra Dioniso e Perseo, nel quale l'autrice la immagina coinvolta in prima persona. Nella parte centrale del volume, al punto di vista di Arianna viene affiancato quello della sorella minore Fedra, con un ruolo che preferisco lasciarvi scoprire nella lettura, ma sempre attinente nei punti principali alla storia originale. La principale differenza sulla quale ha scelto di focalizzarsi Saint è la crudeltà dei personaggi maschili, tutti descritti come bugiardi, opportunisti ed indifferenti alle conseguenze delle proprie azioni; lungi da me voler dire che fossero perfetti, ma questa generalizzazione mi è risultata fastidiosa.
Non mi posso dire fan neppure della prosa della cara Jennifer, caratterizzata da dialoghi tanto lunghi quanto retorici sfruttati per raccontare degli avvenimenti che magari sarebbe stato più interessante veder mostrati in modo diretto; in questo modo invece, si assiste ad interminabili monologhi in cui il personaggio di turno illustra ad Arianna gli eventi che riguardano ad esempio Dedalo, Medusa o Ippolito. A mio avviso, con un po' di impegno, si sarebbe potuto ovviare o almeno arginare questa problematica.
Anche la caratterizzazione dei personaggi non mi ha convinta affatto, e penso in particolare ai coprotagonisti. L'autrice cerca di dare loro una personalità, ma allo stesso tempo vuole a tutti i costi rispettare la lore: ecco perché ci ritroviamo con una Pasifae apatica che però maledice comunque le amanti di Minosse, oppure un Teseo -abbastanza sveglio per sconfiggere mostri e dar lustro alle proprie gesta- raggirato da una ragazzina di tredici anni. Ad aumentare il senso di confusione contribuisce il modo bizzarro con cui sembra trascorre il tempo.
Pur considerando valida la scrittura di Arianna, ho trovato poi fastidiosa la sua propensione per l'indolenza; Fedra risulta leggermente più interessante ma compare troppo poco, ed il tanto sbandierato affetto fraterno che dovrebbe teoricamente legarle non ha delle solide basi in queste pagine, nelle quali entrambe lasciano trascorrere anni interi prima di tentare di ritrovarsi. Ultima, e forse peggiore, nota dolente è l'intreccio, per cui questo non sembra un vero romanzo ma piuttosto una raccolta di episodi con dei personaggi ricorrenti; per questo motivo si rimane perplessi di fronte alle mal strutturate svolte di trama.
È proprio un titolo dal quale stare alla larga, quindi? non credo. Potrebbe piacervi se non conoscete questi personaggi e siete curiosi di scoprire la loro storia, o al contrario se già vi piacciono moltissimo e volete leggere una versione leggermente romanzata (ma quasi sempre fedele) dei loro miti. Inoltre il messaggio di fondo -sull'ingiustizia patita da tante donne a causa dei loro uomini- non è per nulla malvagio, e si accompagna anche a delle riflessioni sulla maternità, mostrata da diverse prospettive.
Indicazioni utili
- sì
- no