Wolf. La ragazza che sfidò il destino
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Yael/Adele Valerie Wolfe
Un marchio indelebile. Mai Yael potrà dimenticare la sensazione dell’ago sulla pelle, quei numeri tatuati, l’essere di fatto l’esperimento n. 85, la detenuta 121358?x. Sono passati già sette anni dalla sua fuga dal campo di prigionia eppure le sorti del Mondo sono ancora nelle mani del Fuhrer. Simbolicamente la zona dell’Europa, Asia, ed Africa è segnata da una linea di demarcazione che segna in rosso i territori appartenenti alla Germania ed in Grigio quelli detenuti dall’Impero Giapponese. L’Italia a seguito della vittoria indiscriminata del dittatore tedesco è stata conquistata, assorbita ed annessa al territorio nazista. Siamo nel 1956, le sorti del pianeta sembrano essere irreversibili ed abbandonate al loro destinato. La resistenza da anni cerca un espediente per avvicinare il leader così da poterlo uccidere e dar avvio al piano Valchiria. L’unica speranza per riuscirvi è Yael: questa dovrà assumere le sembianze di Adele Valerie Wolfe, diciasettenne vincitrice del nono Tour dell’Asse, una corsa motociclistiche che ha avvio in Germania (la nuova capitale dello stato tedesco) e termine a Tokyo, una corsa cioè che tocca i due pilastri del sistema dittatoriale. L’esperimento ha infatti avuto sull’adolescente questo effetto; ella può mutare il proprio aspetto così da riprodurre l’immagine di chi desidera. Dunque Yael/Adele, non puoi arrenderti, la strada è lunga ma i tuoi cinque lupi sono con te…
Che dire, l’idea di fondo che muove le fila del romanzo poteva anche essere carina, ma di fatto l’opera è priva di quel quid pluris capace di fare la differenza. Si legge con facilità perché caratterizzata da un linguaggio semplice, fluente e non impegnativo, ma non va oltre, è mancante di quell’effetto magnetico che solo i testi migliori sono in grado di avere. Non solo, a tratti il piano ideato per la realizzazione dell’omicidio del Fuhrer si presenta quale illogico e contraddittorio; fa “acqua” da tutte le parti. Sinceramente l’autrice avrebbe dovuto rafforzare un po’ questo aspetto così come dare maggiore spessore ai personaggi che risultano essere delineati soltanto superficialmente. Ancora, eccessive sono le assonanze con la trilogia degli Hunger Games nonché con il fenomeno degli Xmen.
In conclusione “Wolf” è un testo adatto esclusivamente agli appassionati del genere e ad un pubblico giovanile, adolescenziale che vuole avvicinarsi all’universo della lettura con uno scritto non eccelso e non impegnativo ma di facile scorrimento. Escluse queste categorie ne sconsiglio la conoscenza, o al massimo la limito, a chi cerca un elaborato da ombrellone, uno steso da cui non aspettarsi nulla.
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- sì
- no
NO = a chi ama testi di spessore o i fantasy fatti veramente bene.
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Libro dinamico e adrenalinico
Ho iniziato a leggere Wolf perché spinta dalla curiosità di sapere come storia e fantasia potessero mixarsi e dare un risultato straordinario e originale. Ryan Graudin riesce con questo libro a mostrare ai lettori una storia leggermente diversa da quella che conosciamo, ci propone una storia in cui Hitler non viene fermato, ma anzi riesce a creare un mondo antisemita di paura e proibizioni.
Conosciamo la protagonista Yael come una bambina indifesa, che tenendo stretta la gonna della mamma viene scelta, all'arrivo nei campi di concentramento, come cavia da laboratorio. I numeri marchiati sul braccio le allungheranno la vita, le permetteranno di non essere uccisa subito proprio perché l’Angelo della morte deve sperimentare su di lei.
Nella baracca numero 7 insieme alla mamma e ad altre donne Yael conoscerà così il dolore, la paura, ma soprattutto la cattiveria e l’odio dell’uomo. Da tutto questo però nascerà nella protagonista la rabbia e la forza per porre fine, un giorno, a tutto questo.
Così alternando passato e presente, ritroviamo Yael adulta e pronta per la sua missione: uccidere il Führer.
Sfruttando una gara motociclistica che si tiene ogni anno e che partendo dalla Germania arriva a Tokyo, Yael potrà avere la sua unica occasione per vendicare la morte di tutta quella gente.
Sola tra il nemico, con la sola compagnia dei suoi “lupi”, Yael dimostrerà un carattere forte, che la rende la protagonista assolutamente perfetta per un buon young adult. Ho amato ogni sua scelta, ogni suo modo di fare, perché se apparentemente può sembrare fredda e spietata Yael è solo una giovane donna che vuole mettere fine ad un regno di puro terrore.
Inizialmente temevo che il libro potesse rendere troppo fantasioso un evento così drammatico come la deportazione degli ebrei, ma in realtà l’ho trovato molto fedele alla vera storia e anzi credo che la Graudin abbia portato a termine un ruolo molto impegnativo. Tessendo abilmente una trama originale, riporta alla memoria dei lettori la storia e fa riflettere su come il mondo sarebbe andato avanti con la vittoria dell’Asse.
La lettura procederà veloce. Grazie alla corsa motociclistica resa adrenalinica ed appassionante il lettore non riuscirà a staccare gli occhi dal libro, divorandolo in pochissimo tempo. Insomma Wolf è un libro forte ed emozionante, da leggere tutto d’un fiato.
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Wolf: La ragazza che sfidò il destino
Quando ho saputo di questo romanzo, letto la trama, ho immediatamente pensato che sarebbe potuto essere una catastrofe oppure un romanzo unico nel suo genere. Il periodo storico, la Seconda Guerra Mondiale, é uno di quelli che si fa sempre fatica ad affrontare a causa delle bassezze a cui l’animo umano é stato in grado di arrivare, sotto il Terzo Reich. Io in particolare, nonostante cerchi sempre di tenere a mente il dolore che è stato inflitto in quegli anni, perché é giusto ricordare e non dimenticare le atrocità commesse su così tante persone, tendo a non cercare di mia iniziativa libri, film o altro che lo abbiamo a soggetto. Le azioni commesse sono troppo terribili da immaginare, anche se sono avvenute nella realtà.
Questo romanzo, però, si è scostato quel tanto sufficiente, inserendo elementi fantastici e di avventura, da permettermi -pur rimanendo realistico- di seguire gli avvenimenti sotto una luce diversa, distaccata e decisamente coinvolgente. In primo luogo è una sorta di -prendetelo con le pinze ma dà in parte l’idea- romanzo distopico in quanto, pur basandosi su un mondo che è il nostro, a causa di un evento avvenuto diversamente dalla realtà, la storia come noi la conosciamo è cambiata. Tutto questo però non avviene in un ipotetico futuro come suole nei distopici, bensì sempre nel passato del 1944-56. L’autrice riesce ad instaurare un what-if da un lato che mi terrorizza al solo pensiero -la vittoria di Hitler e l’instaurazione delle sue ideologie nella maggior parte del mondo, Italia compresa, avvenuta grazie alla collaborazione con il Giappone (l’America si tiene ben distante, lungi dal prestare assistenza ai Paesi sottomessi, per paura che Hitler volga il suo sguardo sulla sua stessa conquista)- dall’altro perfettamente riuscito. Mantenendo il rispetto che questo periodo storico richiede, l’autrice riesce ad aggiungere un twist inaspettato che porta il lettore in un’avventura che potrei accomunare a quelle di Hidalgo (film con Viggo Mortensen se non vi suona nessun campanello), Balto (anche qui vedi film d’animazione), Alaska- sfida tra i ghiacci e via dicendo…storie di situazioni tra la vita e la morte, ricche di colpi di scena, lotte all’estremo, pericoli scampati per puro miracolo.
"Il motore si accese con un rombo basso. Durante gli allenamenti, quel suono l’aveva sempre aiutata a concentrarsi, a mettere a fuoco la missione, la strada davanti a lei. Ma quel giorno, neanche il rumore della moto riusciva a tranquillizzarla. Tutti gli sguardi dello stadio erano puntati su di lei: una ragazza lucida di pioggia e avvolta in una tuta di pelle nera. Gli stivali sul pedale del cambio.Impaziente.Pronta."
In questo caso è il rombo delle motociclette a fare da sfondo ad una gara il cui finale può risultare, per la protagonista Yael, ancora più mortale della sfida stessa.
Yael. Come penso sia chiaro dal nome, Yael è ebrea. E’ lei il fulcro del romanzo, dalla sua infanzia -il libro infatti parte quando a sei anni Yael si trova, pigiata tra innumerevoli altri ebrei tra cui la madre, in un vagone ferroviario diretta in un campo di concentramento-…
"Cinquemila anime erano stipate nei vagoni, pigiate come bestiame. Il treno cigolava e si piegava sotto il loro peso, sofferente per via dei numerosi viaggi. (Cinquemila volte cinquemila. Ancora e ancora. Così tanti, così tanti.)"
…all’adolescenza -dove si trova ad essere parte essenziale della ribellione che tenta di liberarsi della minaccia di Hitler.
E’ nel campo di concentramento che la vita di Yael cambia inesorabilmente, facendola diventare quella che sarà l’arma segreta della ribellione. Perché lei non finisce come tutti gli altri ai lavori forzati, bensì viene selezionata per un esperimento scientifico che la cambierà in mille modi diversi. Quello che forse non tutti sanno è che infatti una delle più terribili atrocità avvenute durante quegli anni dipende da esperimenti eseguiti sugli ebrei, che vennero trattati come cavie da laboratorio.
"Yael non seppe mai perché il dottor Geyer l’avesse scelta. Perché proprio lei – tra tutti i bambini scesi dal treno quella notte, aggrappati ai cappotti delle madri – fosse stata assegnata alla fila dei sopravvissuti. Ma non ci mise molto a scoprire per cosa era stata marchiata. Era l’Esperimento 85."
L’autrice, con Wolf, ipotizza proprio l’esito di un possibile esperimento. Un esperimento che muta Yael permettendole così di cambiare aspetto e assumere le identità di altre persone di sesso femminile. Diviene insomma una sorta di mutaforma del genere di Mistica degli X-Men. Grazie a questo riesce a fuggire dal campo e, poco dopo, a ritrovarsi tra le braccia della cellula madre della resistenza.
E’ anche , ovviamente, grazie a questa sua capacità che Yael diventa l’arma segreta, l’ultima speranza, del gruppo di rivoluzionari. Infatti, grazie alla vittoria inaspettata di una ragazza, Adele Wolfe, nell’edizione precedente del Tour dell’Asse, questa gara motociclistica a cui fino a quel momento avevano partecipato i migliori giovani maschi tedeschi e giapponesi (gara spinta dal Führer per mostrare la superiorità della razza ariana), Yael, sostituendola e vincendo la nuova edizione del Tour, può avere l’occasione di avvicinare il Führer e mettere fine alla sua dittatura.
"Yael la studiava da quasi un anno. Respirava, dormiva, mangiava, viveva Adele… osservandola da lontano e da vicino… analizzandone l’andatura (come una marionetta mossa da fili di seta), il modo in cui arrotolava una ciocca di capelli sul dito quand’era nervosa… memorizzando ogni dettaglio apparentemente inutile del suo passato."
Ma l’impresa non è affatto semplice. Oltre agli altri partecipanti, tra cui il fratello gemello di Adele, che tenteranno di ostacolarla a tutti i costi, anche i ricordi, i dubbi e le aspettative si aggiungeranno a ciò che Yael dovrà affrontare per vincere la sfida più importane della sua vita.
"Chi sei? (Dentro?)
La risposta a quella domanda era qualcosa per cui doveva lottare. Il suo riflesso non era affatto un riflesso: era uno specchio rotto. Doveva rimettere insieme i pezzi, sempre daccapo. Ricordo dopo ricordo. Perdita dopo perdita. Lupo dopo lupo."