The 100. Homecoming
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La minaccia arriva dal cielo
Dove eravamo rimasti? I nostri cari delinquenti hanno scoperto di non essere soli sulla Terra e che c’è stata una spedizione precedente alla loro di cui, però, sembra non essere sopravvissuto nessuno. O quasi. Clarke inizia ad avere la concreta speranza che i suoi genitori siano ancora vivi. E mentre i cento cominciano a capire come muoversi sul pianeta e che i terrestri non sono tutti ostili come credevano, una nuova ondata di coloni scende dal cielo.
Nella Colonia, infatti, l’ossigeno è ormai agli sgoccioli e delle navicelle di salvataggio sono partite alla volta della Terra, atterrando poco lontano dall’accampamento dei cento. E dacché i giovani delinquenti gioiscono della nuova compagnia, pian piano si rendono conto che i nuovi arrivati non portano altro che grane. Il Vice Cancelliere Rhodes prende il comando dei soldati sbarcati con lui e inizia a dettare legge per ripristinare il potere che aveva sulla Colonia. Non passa troppo tempo che le condizioni tornano a essere quelle rigide e dittatoriali attuate nello spazio e i cento, che sulla Terra avevano costruito la loro casa, si ritrovano a dover affrontare una minaccia che inaspettatamente non arriva dai terrestri, bensì dalla loro stessa gente.
Le prove dei protagonisti sembrano non aver mai fine, Bellamy è costretto a fuggire per evitare la condanna a morte per essere scappato dalla Colonia, Clarke ha il suo bel daffare con il curare i nuovi arrivati e proteggere il ragazzo che ama, Wells inizia a capire di avere la stoffa del leader e ad agire di conseguenza, mentre Glass si scontra con i pericoli della Terra per la prima volta. I primi tre protagonisti si sono evoluti parecchio rispetto al primo libro, sono cambiati, cresciuti, e hanno imparato prima a sopravvivere e poi a vivere sulla Terra, facendo i conti con i loro errori passati, col dolore delle perdite subite e con le nuove responsabilità. Diversamente, Glass mi sembra un personaggio un po’ piatto. Lei infatti agisce sempre e solo per Luke, non c’è altro al di fuori del loro amore e la cosa, alla lunga, stufa. Sì, quello che prova per lui l’ha resa forte, non è più la ragazzina snob della Colonia, ma questo cambiamento è stato sottolineato fin dal primo capitolo del primo libro. Solo alla fine di questo terzo volume Glass inizia a capire che sulla Terra non possono esserci solo lei e Luke e che è importante fare parte di un gruppo, di una famiglia, e aiutarsi a vicenda. Spero che la sua trama si amalgami di più a quella degli altri nell’ultimo libro.
Lo stile del romanzo è sempre molto scorrevole e semplice, la trama a tratti un po’ prevedibile ma comunque piacevole. Con questo terzo volume la storia sembra conclusa, ma a quanto pare ai cento spettano nuove peripezie. L’happy ending dovrebbe quindi essere una pausa momentanea, giusto per far riprendere fiato ai giovani protagonisti prima che succeda un’altra disgrazia!