Scorrete lacrime, disse il poliziotto
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Il processo versione Dick
Kafkiano questo romanzo di Dick soprattutto nella sua prima parte quando un conduttore televisivo molto noto viene ricoverato in ospedale dopo l'aggressione di una sua ex e si ritrova in un mondo alterato dove nessun lo conosce e si ricorda di lui e nemmeno la polizia ha niente che lo riguardi nei suoi schedari. Di conseguenza è considerato un personaggio sospetto e pericoloso. Come tale viene preso di mira dalla polizia tanto che verrà imbastito una specie di complotto per incastrarlo. Ma... mentre per Kafka non esistono vie di fuga dalla realtà per Dick così non è. La realtà (quando lo è) è piena di universi paralleli ma in qualche modo sovrapposti e è possibile passare dall'uno all'altro in qualche modo ad es. facendo uso di droghe. E così quando la situazione sembra ormai disperata si apre per Jason Taverner una insperata via di fuga che lo riporta alla precedente realtà o almeno a una realtà molto simile. Il mondo di Dick è così contorto che è a volte difficile seguirlo da un universo all'altro o da un piano temporale all'altro.
Questo libro comunque secondo me non è il suo miglior libro: meglio Ubik o Gli androidi sognano pecore elettriche.