Player one
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GRANDE ERNEST CLINE
Ringrazio profondamente il Signor Cline per aver scritto questo romanzo cybernetico. Mi è piaciuto davvero moltissimo, l'ho divorato in meno di due settimane, ogni momento libero diventava prezioso per leggere ancora Ready Player One. Ora che l'ho terminato, non posso che condividere la mia opinione con voi.
Innanzitutto un romanzo come questo trova terreno fertile in una lettrice come me; sono cresciuta negli anni 90 con videogiochi, libri e tanta campagna in cui correre e divertirmi, ma devo dire che ho sempre prediletto le attività "mentali", la lettura sempre al primo posto e per sempre ma all'età di 10 anni ero abbastanza dedita a videogiochi quali super nintendo, game boy color e playstation 1. Questo preambolo spiega perchè un romanzo che come mondo principale è ambientato in una realtà virtuale, con persone che hanno avatar e vite online, non poteva non piacermi da matti.
I riferimenti poi da parte del protagonista agli anni 80 e 90, musica, videogames, film e tutta la cultura pop, rendono il romanzo un continuo flashback per chi ha vissuto quegli anni fantastici.
La storia in sè non vuole essere pretenziosa, per chi cerca letture di spessore non è il libro più indicato, ma se cercate, come me, romanzi sia intensi e profondi, sia divertenti e che rendono la vita più leggera, questo fa al caso vostro. Anche se devo dire che grattando la superficie di Ready Player One c'è più di quello che si vede.
L'attualità di questo romanzo è chiara, siamo nel 2018 e le persone già dipendono da internet e dalla vita virtuale, come facebook e social/siti web vari. La differenza del mondo futuro di Ernest Cline è che le persone vivono su oasis tramite un avatar e si collegano grazie a visiere e guanti aptici che ti fanno avere una visione in prima persona all'interno del mondo immaginario.
L'evoluzione della vita online presenta sempre le stesse caratteristiche di oggi: la tua identità può essere nascosta, il tuo aspetto reale non è visibile ma solo il tuo avatar e puoi modulare tutto, da voce a sesso. Wade Watts, alias Perzival su oasis, è un ragazzo insicuro e socialmente non stabile, ma nel web nessuno lo sa. é solo un'altro gunter, un cercatore dell'Easter Egg di Halliday. La trama del romanzo ruota attorno alla ricerca di questo Easter Egg (nei videogiochi è una specie di cosa nascosta di qualsiasi tipo) nel romanzo si tratta dell'eredità di James Halliday, il creatore di Oasis.
Wade da vero fan e nerd conosce a menadito la vita e le passioni di Halliday e le condivide e si ritroverà così in gara per la conquista del premio finale.
Le prove che Wade affronta sono disseminate da citazioni di film e videogiochi che hanno fatto la storia e accompagnate anche dalla musica anni 80. E' veramente appassionante lo svolgersi delle fasi e con queste l'evoluzione del personaggio di Perzival e degli altri coprotagonisti.
A breve uscirà la trasposizione cinematografica che sono molto curiosa di vedere.
Indicazioni utili
interessante fino a un certo punto
Wade ha diciotto anni, è orfano, ospite della perfida zia in una delle baraccopoli che costellano il mondo dispotico in cui vive, mondo in cui quelli come lui, i poveri, valgono meno di niente. L’unica fuga al suo squallore è OASIS, l’universo digitale a cui chiunque può collegarsi gratuitamente, e dove lui, come gli altri “gunter” è alla ricerca della soluzione al Primo Enigma. Halliday, il geniale inventore della realtà virtuale, alla sua morte aveva lasciato una sola disposizione per la sua eredità multimiliardaria: chiunque avesse scoperto, e risolto, i tre enigmi nascosti nell’universo di OASIS, ne sarebbe diventato il proprietario. In dieci anni nessuno è mai riuscito a decifrare nemmeno il primo, criptico indovinello, ma un giorno Wade, quasi per caso, ne capisce il senso, trova il luogo che indica, e guadagna la prima chiave. E la caccia ricomincia in tutta OASIS, più cattiva e pericolosa che mai, perché non ci sono solo i gunters alla ricerca dell’eredità, ma anche la perfida multinazionale IOI, che vuole privatizzare la realtà virtuale ed escludere chiunque non sia ricco abbastanza.
Player One, primo romanzo di Ernest Cline, è un tuffo a testa bassa nell’immaginario fantascientifico e videoludico degli anni ’80. Continui rimandi a film iconici, la musica, i robottoni giapponesi e videogiochi dell’epoca, avvolgono il lettore in un senso di nostalgia alla “i bei vecchi tempi andati”. Leopardon, Lady Hawk, Pat Benatar, Dungeons & Dragons, Pac Man, War Games, tutto questo e molto di più trova almeno un piccolo spazio nella caccia al tesoro che Cline costruisce. E se quell’epoca e quel mondo li avete anche solo intravisti, l’effetto malinconico è quasi assicurato.
Non è un capolavoro, e ancora una volta mi trovo sorpreso di come un libro, tutto sommato mediocre, sia riuscito a raggiungere un consenso così alto. La trama è molto intuibile, pochi, citofonati, colpi di scena, e un finale deludente. Personaggi poco approfonditi, cattivi che sono cattivi, giusto perché sono cattivi, e, in genere, una gestione molto lineare, che offre poche o nessuna sorpresa. Troppe spiegazioni fini a se stesse, che nulla aggiungono alla trama, e che, anzi, spesso la rallentano. Nonostante chi davvero apprezzerebbe riferimenti e citazioni abbia ormai 30 o 40 anni, il libro sembra scritto per un pubblico adolescenziale, con argomenti più profondi lasciati in disparte. Si legge bene, e velocemente, e la passione che Cline ha per l’argomento si sente, ma, a mio parere, non è abbastanza per distinguere Player One da qualsiasi altro young adult in circolazione.
Game Over
Accendi il computer o inserisci una monetina nell’apposito spazio, aspetti che il gioco si carichi e… Ready Player One
Salta, corri, prendi le monete o le armi dal nemico sconfitto e arriva alla fine sano e salvo o, perlomeno, con la tua ultima vita rimanente!
L’unico problema è che questo è un libro, non un gioco… poco importa, ho comunque giocato una partita eccellente e nel mio inventario, ora, c’è un bellissimo libro!
Leggere questo libro mi ha fatto fare un balzo indietro di almeno 20 anni quando guardavo con gli occhi sgranati da bambina, mio fratello maggiore che giocava e passava di livello in livello…
Wade, il protagonista della storia, è un ragazzo ai limiti della povertà che vive la sua vita dentro OASIS, una simulazione di realtà virtuale. Ma la morte del creatore di OASIS cambierà tutto… Non avendo eredi egli lascia tutto a chi scoprirà gli Easter Eggs sparsi per tutti i mondi della realtà virtuale: 3 enigmi da risolvere, 3 chiavi da trovare e altrettante prove da superare, nonché canzoni, giochi e film degli anni ’80 da sapere pressoché a memoria.
I nostalgici di quell’epoca non potranno che apprezzare l’omaggio che Ernest Cline ha voluto fare basando l’intero libro sulla cultura anni ’80.
Un’ importante considerazione è da fare poi, sulla società descritta in questo libro…
La gente passa quasi l’intera giornata su OASIS in quanto la società praticamente non esiste; la povertà dilaga e ovunque ci sono i rottami di una società che fu…
Nonostante i progressi tecnologici così evidenti e stupefacenti, non mi auspico un futuro così, con una società lasciata allo sfacelo. L’obesità dilaga perché, se passi tutto il giorno su OASIS come puoi fare anche un minimo movimento? Sì, beh, ad un certo punto Wade si munisce di tutta una serie di macchine che lo obbligano a fare attività, ma vuoi mettere con la possibilità di uscire?
E cosa dire poi delle amicizie? Pura virtualità! Non c’è un minimo contatto fisico, puoi “conoscere” una persona per tutta una vita per poi scoprire che è tutt’altro…
Il progresso tecnologico va bene, ma questo non deve poi soffocare tutto il resto.
Lo stile è scorrevole e nonostante il genere distopico, non sono stata confusa da un mondo completamente diverso e anche i vocaboli che non conoscevo, come “Easter Egg”, mi sono diventati talmente familiari da farmi diventare una Gunter che, attraverso Wade, andava a caccia delle chiavi per arrivare al livello finale.
Un libro davvero adrenalinico, capitolo dopo capitolo (o dovrei dire livello dopo livello?) e anche un po’ nostalgico per la cultura anni ’80 (che io non conosco molto bene purtroppo).
Un libro che mi ha conquistata a che mi ha tenuta incollata fino all’inevitabile “GAME OVER” . Sì, ma con quale risultato?