Neanche gli dèi
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Per un pugno di energia
Credo che nel mondo della letteratura, Isaac Asimov sia uno di quegli autori che meglio incarnano quel genere uomini che scrivono di ciò che conoscono. Nelle sue pagine traspare chiaramente la sua enorme conoscenza scientifica, combinata con una eccelsa scrittura e una fantasia (a volte profetica) fuori dal comune.
"Neanche gli dèi" non è altro che un'ulteriore dimostrazione di questo concetto, e credo che Asimov sia un autore parecchio complicato: se hai amato un suo libro non è detto che tu non possa odiarne un altro, perché le sue storie pur avendo un'impronta simile hanno storie che possono differenziarsi anche di molto. Questa storia non è forse una delle sue migliori, seppur scritta abilmente e chiudendo alla perfezione un cerchio narrativo diviso in tre parti, ognuno inquadrato da angolature molto lontane e diverse tra loro. Soprattutto la seconda parte, quella scritta dal punto di vista degli abitanti del para-universo (poi scoprirete chi sono), risulta parecchio ostica ma non si può negare che fornisca un affresco perfetto del mondo che l'autore vuole disegnare.
Tutto ha inizio quando, quasi casualmente, un scienziato di nome Hallam scopre che in un contenitore che fino a poco tempo prima conteneva del tungsteno, è comparso un nuovo tipo di plutonio, che per le leggi atomiche del nostro universo non potrebbe esistere. Dopo una serie di studi, verrà fuori che quest'elemento è stato introdotto dagli abitanti di un altro universo, un universo completamente diverso dal nostro in cui il tungsteno è un elemento altrettanto impossibile da ottenere in certi stati particolari e che può essere essenziale per la loro sopravvivenza. Inizia così uno scambio di elementi che fa comodo ad entrambi i mondi, ma che crea controversie in alcuni esponenti nel mondo scientifico, che temono che questi scambi creino degli squilibri a livello atomico e infine possano portare all'esplosione del nostro Sole. La Pompa Elettronica, nuovo ritrovato progettato dai para-uomini e costruito dagli uomini per favorire gli scambi, è un mezzo che ci porterà presto alla distruzione, ma nessuno pare volerlo accettare, pur di non rinunciare alle comodità che ne conseguono. Primo oppositore alla teoria apocalittica sarà Hallam, portato alla gloria dalla sua fortunosa scoperta e restio ad ammetterne gli spaventosi rischi.
Ma la verità non potrà nascondersi per molto.
"Contro la stupidità neanche gli dei possono nulla."
Indicazioni utili
- sì
- no
Noia spaziale
Il sottile senso di noia che ha accompagnato quasi ininterrottamente la lettura di questo romanzo, definito dai più uno fra i migliori di Asimov, deve pur significare qualcosa.
E' vero che la fantascienza non è decisamente nelle mie corde e che certi concetti di fisica rendono alcune pagine poco masticabili ai profani, ma qualche difetto oggettivamente rilevabile, a ben vedere, non manca.
C'è, innanzitutto, una narrazione che ad un certo punto assume connotati vagamente fumettistici e sempre meno verosimili, e un generale appiattimento dei personaggi (quelli femminili sono invariabilmente attraenti e intelligenti, che siano essenze extraterresti o combinazioni di cellule umane).
C'è quella fissazione che fa tanto anni Settanta verso Terra e Universo, con contorno di tute spaziali e tramonti terrestri, e un paesaggio lunare descritto troppo sommariamente (definire la Luna un pianeta, poi, è uno strafalcione davvero strano in mezzo a tanti complicati concetti di astrofisica).
C'è, infine, una deriva sentimentale che finisce di guastare l'insieme già abbastanza raccogliticcio.
Il linguaggio, almeno nella traduzione italiana, è ben articolato, i dialoghi scorrevoli e la parte centrale piuttosto originale (l'erotismo fra triadi “paraumane” merita senz'altro una menzione), ma tutto questo non mi ha impedito di controllare spesso il numero di pagine mancanti alla fine e di arrivare con sollievo all'ultima.