Maze Runner. La rivelazione
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Conclusione trilogia mozzafiato
Questo scritture mi ha cullato talmente tanto con il suo eccellente metodo di scrittura che quando sono arrivata alla fine del terzo ed ultimo libro non vedevo l'ora di sapere la conclusione di tante vicissitudini ma allo stesso tempo già sentivo la mancanza di quelle pagine.
La storia ha avuto una conclusione per certi versi triste e un po leggera rispetto al resto dei libri. Ma quando si hanno trilogie di questa portata che ti appassionano e movimentano così è normale non essere mai soddisfatti del finale, soprattutto perché non si vorrebbe un finale.
Si è talmente abituati a immergersi tra queste pagine con Thomas e le tante diverse avventure e guai che si trova ad affrontare senza tempo di respirare, che non si vorrebbe smettere mai, ci si abitua così bene che diventa difficile farne a meno.
Il bello di questa trilogia è che in ogni libro la storia cambia, i buoni e i cattivi sono in continuo mutamento e cosi anche i nostri sentimenti e le nostre supposizioni.
Vieni sballottato continuamente come il protagonista, tra mondi e difficoltà sempre diverse e non c'è niente di meglio per non annoiarsi mai tra delle pagine scritte così bene.
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Trilogia Divergent
The Giver
Maze Runner – James Dashner
Ho deciso di scrivere un’unica recensione per l’itera trilogia, semplicemente per il fatto che l’ho divorata come niente. Se dovessi descrivere questi libri con una sola parola, direi: adrenalinici! Ma usandone un po’ di più, trovo che questa serie sia davvero intrigante, fa provare sensazioni forti (gridare “Corri! Corri!” nel bel mezzo della lettura non capita sempre!): sospiri di sollievo e balzi dalla sedia (vi assicuro che nel secondo libro c’è una scena a dir poco thriller!) e una forte empatia per i personaggi. Temevo per le loro vite come se fossero persone reali (il mio personaggio preferito è arrivato in fondo sano e salvo! Avevo quasi le lacrime agli occhi!).
Per quanto riguarda lo stile, avevo letto in più recensioni in giro sul web che nel primo romanzo il dialetto che i Radurai aveva sviluppato rendeva la lettura poco scorrevole. Non sono pienamente d’accordo, nel senso che secondo me non c’è nulla di incomprensibile, ma semplicemente è un po’ brutto e stona con lo stile generale.
Ho anche molto apprezzato la domanda che viene posta per tutto il tempo e a cui non viene data una risposta, perché probabilmente non c’è: il fine giustifica i mezzi? È giusto sacrificare “pochi” per il bene di tanti? In questo caso è tutto molto relativo, ovvero i pochi non sono poi così pochi e i tanti … beh, bisogna vedere per quanto tempo lo saranno. Però è una questione che esiste anche nella vita reale e James Dashner ci fa capire quanto sia difficile prendere delle decisioni.
Per quanto riguarda il finale, devo essere sincera che sto ancora ragionando se sia perfetto o se c’era un’alternativa. Per ora sono più incline alla prima opzione, anche se forse un capito in più poteva spendercelo.
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Può la salvezza di tutti giustificare il sacrifici
Il terzo e conclusivo capitolo della saga di Dashner si presenta sin dalle prime battute lineare con i precedenti volumi dell’opera. Le avventure dei giovani protagonisti ripartano senza interruzioni o sbalzi dal punto in cui sono state interrotte e lo scenario che si apre li offre al lettore già intenti ad affrontare lo stadio 3 degli esperimenti della C.A.T.T.I.V.O.. Ogni candidato è stato sottoposto a prove diverse e dai risultati ottenuti l’organizzazione è giunta a delineare chi effettivamente potrà rivestire il ruolo di “prescelto” per la salvezza della razza umana. Questa è inoltre disposta a ripristinare la memoria dei giovani rimuovendo il filtro precedentemente inserito nel loro cervello, suscitando in essi notevoli perplessità. Non solo, un’altra verità viene rivelata: mentre alcuni sono immuni all’eruzione, altri che hanno funto da collante, sono già preda del virus che li sta inesorabilmente portando alla follia. Tra i non immuni vi è anche uno dei protagonisti che più si fanno apprezzare nonostante Dashner continui sulla via di non descrivere “più del dovuto” di ogni singolo individuo. L’unica via di salvezza è la fuga. La C.A.T.T.I.V.O. deve cessare di esistere.
La trama del romanzo si presenta anche in questo caso solida e ben costruita; argomenta e ben sviluppa le “maglie” intrecciate nei precedenti due episodi delle vicende senza tralasciare di dare le tante attese risposte al lettore. L’opera si caratterizza inoltre per l’assenza di un triangolo amoroso, nonostante subentri un personaggio femminile che chiaramente finisce col prendere il posto di Teresa nel cuore di Thomas; le due figure non si sovrappongono per la conquista del ragazzo; i fatti si concentrano sulla necessità di distruggere l’organizzazione e trovare una soluzione per l’eruzione. Non vi è spazio per le questioni sentimentali. Opinabile può essere considerata la ragione per cui il ragazzo si allontana da Teresa, sentendosi da essa tradito per gli avvenimenti a cui è stato sottoposto nel secondo libro e per i quali la ragazza lo aveva messo in guardia. Probabilmente è vittima dell’età, non se ne può avere certezza assoluta visto e considerato che l’autore non ne delinea neanche una approssimativa.
Il lettore è sottoposto da Dashner a numerosi riflessioni volendo anche di carattere etico: una volta fuori dal complesso dell’organizzazione tanto odiata i ragazzi si rendono conto di come effettivamente sia ridotto il Mondo, si ritrovano ad essere attaccati dagli spaccati e al tempo stesso dai cacciatori di taglie poiché immuni e dunque fonte di guadagno certa se venduti, scoprono la realtà di fatto delle città sopravvissute e si rendono conto di come gli infetti siano sempre più della popolazione sana. Quando il loro amico inizia a manifestare chiari sintomi della malattia principiano ad interrogarsi sul se effettivamente concludere i test potrebbe (o avrebbe potuto) in qualche modo prestare salvataggio alla razza umana, se le loro azioni e la loro fuga siano giustificabili, e se sia possibile in qualche altro modo proteggere il genere umano con sperimentazioni diverse. La salvezza di tanti può giustificare il sacrificio di pochi?
Infine i nostri eroi vengono a contatto con un altro gruppo organizzato denominato “Braccio destro”. Una vecchia conoscenza è tra i membri di quest’ultimo ed invita i radunai alla collaborazione perché accomunati dallo scopo comune di distruggere la C.A.T.T.I.V.O.. La scelta dei ragazzi si rivelerà giusta o vittime dell’ingenuità passeranno dall’assassino al boia ovvero dalla “padella alla brace”? Le intenzioni del Braccio Destro saranno veramente così diverse da quelle della C.A.T.T.I.V.O. o i loro scopi saranno altrettanto (se non anche più) oscuri di quest’ultima? Non hanno garanzie e forse troppo tardi si renderanno conto delle conseguenze delle loro azioni.
Il libro scorre rapido ed il lettore è in grado di iniziarlo e terminarlo nell’arco di due giorni lavorativi. Dashner offre una buona conclusione delle vicende narrate dando soddisfazione a chi legge. A differenza di molte altre saghe è riuscito a NON rovinare il lavoro svolto al momento della conclusione (cosa che ad esempio per i fedelissimi di Hunger games o Divergent è cosa nota). Ovvio che poteva essere fatto di più o di meno, meglio o peggio ma nel complesso resta una saga meritevole di essere letta per chi ama il filone dispotico.
Per chi non lo sapesse in data 20/11/2014 è prevista l’uscita di un prequel della trilogia descritta.