Le nebbie di Avalon
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Opinioni inserite: 7
Affascinante, ammaliante, ma non perfetto
Un libro molto difficile da valutare e da recensire, ma nel complesso mi è piaciuto.
Ho letto diversi racconti e rivisitazioni delle leggende arturiane, ma in nessuna di esse vi era la presentazione della religione dei druidi, il racconto delle terre di Avalon e delle sue Signore.
Il narratore è in terza persona, ma si alterna nei vari punti di vista delle protagoniste, che vengono seguite nella loro crescita dalla nascita fino (per alcune) alla morte. L’intero romanzo finisce per riempire un arco temporale di un’ottantina d’anni.
Di questo libro ho sicuramente apprezzato lo scontro tra cristianesimo e paganesimo, presente dalla prima all’ultima pagina e trattato in modo tutt’altro che banale. Non assistiamo ai soliti cliché attribuiti al cristianesimo nessuna delle due religioni viene definitivamente denigrata e classificata come ‘male’. Ovvio che, in base alla voce narrante, abbiamo diversi punti di vista del credo opposto, ma per bocca di alcuni saggi (primo di tutti Merlino) vengono messi ben in evidenza il buono e gli aspetti positivi che entrambe le religioni possiedono, sottolineando che in fondo non sono così lontane come alcuni dei protagonisti sembrano credere.
È a suo modo toccante il lento e ineluttabile declino del paganesimo e della società matriarcale, soppiantata dalla concezione romana che vede gli uomini come capi famiglia. Contro questo declino si muovono con impegno Viviana e, in seguito, Morgana. Quest’ultima ci viene presentata sotto una luce completamente diversa rispetto a quella tradizionale, la donna infatti non è malvagia, cerca solo di salvare il suo credo e Avalon stessa.
Gli accenni alla religione e alle tradizioni pagane sono indubbiamente interessanti, ma avrei apprezzato una descrizione più approfondita del culto della Dea, che viene spesso accennato e che si capisce essere composto da Misteri, appresi per gradi dai propri iniziati, e che tuttavia non ci vengono bene esplicitati. In compenso è così resa benissimo la malia dell’isola di Avalon, la nebbia, la pace, il mistero, le terre fatate.
Lo stile stesso dell’autrice è piacevole e scorrevole e i diversi punti di vista si seguono con facilità, ma veniamo alle note dolenti:
Gli intrecci amorosi sono davvero pesanti. Il peggiore è probabilmente quello iniziale tra Igraine e Uther, ma anche Ginevra e Lancillotto non scherzano e in alcuni punti sono davvero da latte alle ginocchia. Poi ve ne sono altri che non sto a riportare per evitare spoiler ma che hanno contribuito a rendere l’intera lettura più ostica.
In secondo luogo, ho trovato davvero difficile seguire le infinite evoluzioni di Morgana. Certo, è vero che nel libro viene raccontata tutta la sua vita, da quando è bambina a quando è vecchia, ma Morgana la Fata sembra cambiare idea sulla sua vita con l’alternarsi delle stagioni. Ella cerca di interpretare il volere della sua Dea, ma proprio seguendo quel volere finisce per contraddirsi in più occasioni, solo per poi sembrare improvvisamente illuminata da un’intuizione divina, che poi viene rivalutata come sbagliata. E questo si ripete molte volte in tutta la narrazione, al punto che non riuscivo davvero a ricordare o stabilire cosa fosse giusto che facesse e cosa no. Non so se l’effetto fosse voluto, ma a me ha creato solo confusione.
In conclusione: un libro affascinante che fa riscoprire con occhi nuovi ciò che sappiamo delle leggende arturiane, ma che non raggiunge l’eccellenza a causa di piccoli ostacoli e rallentamenti nella trama.
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Il riscatto di Morgana
Quando sentiamo parlare di Morgana subito pensiamo a una ragazza oscura, negativa e manipolatrice che tanto ha fatto per cercare di ostacolare il famoso Re Artù, o almeno questo è quello che ci hanno sempre raccontato.
Ma Marion Bradley ci racconta di un'altra Morgana, una Morgana fragile, dubbiosa, coraggiosa; insomma una Morgana diversa e in parole semplici Buona. Grazie a lei, e a personaggi a lei vicini, veniamo in contatto con leggende, usanze, riti e credenze della Camelot di Uther e di Artù, assistiamo alla nascita di Excalibur, conosciamo i Cavalieri di Artù e forse rimarremo sconcertati nel vedere legati questi tre nomi Lancillotto, Ginevra, Artù...
Lasciatevi incantare dalla magia dei druidi ma non rimanete sorpresi se alla fine di tutto vi chiederete se il destino esiste, che ruolo gioca questo nella nostra vita, se il libero arbitrio davvero esiste per questi personaggi...insomma ascoltate la Sacerdotessa, l'Amante, l'Amica, la Sorella Morgana e lasciate che vi racconti...
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Su di me, l'incanto non ha funzionato...
Innanzitutto, premetto che non ho mai letto il ciclo bretone di Chrètien de Troyes, (che suppongo sia d'ispirazione a questo testo della Bradley, come a tutti i film su Artù) e ammetto di ignorare anche a grandi linee la vera storia dei Cavalieri della Tavola Rotonda (lo so, sono fuori dal mondo); perciò scrivo questa recensione come se avessi letto al storia di re Artù per la prima volta in tutta la mia vita (il che è quasi vero).
Come già premesso dal titolo, questo libro non è riuscito a incantarmi molto. Questo non vuol dire che non mi sia piaciuto, ma sta semplicemente a significare che non è una lettura adatta ai miei gusti.
Parto con l'elencare i punti che mi hanno impressionato favorevolmente, ovvero il punto di vista prettamente femminile, il linguaggio e lo stile, i personaggi.
Come già attestato nelle precedenti recensioni, coloro che raccontano questa bella storia sono prevalentemente delle donne, donne che all'epoca in sui si narrano queste vicende erano tenute in così scarsa considerazione che sembra impossibile che ora abbiano così tanto da dire; e ci cono donne di ogni tipo, dalle più pie e devote a quelle più disinibite, ci sono donne di ogni sembianza e cultura che fanno pulsare di vita con la loro forza la terra in cui vivono. Donne in cui ognuna di noi potrebbe trovare un pezzo di se stessa.
La cosa che più mi ha impressionata, però, è stato lo stile di scrittura: oserei definirlo anche raffinato, molto vicino allo stile dei classici romanzi cortesi; e il fatto che sia servito a descrivere tutte le situazioni, dalla più 'divina' e di alta espressione a quella più 'pagana' e adatta ai comuni mortali nello stesso modo elegante senza tracce di volgarità è davvero incredibile.
Ultima cosa apprezzabile, i personaggi: è vero che le donne sono protagoniste, ma anche i poveri uomini sono padroni e vittime 'coscienti' del regno di Artù. Ogni personaggio ha una sua consistenza fisica e caratteriale che lo rendono quasi reale.
Inoltre c'è da aggiungere che si può ben notare quanto l'autrice si sia impegnata nel documentarsi riguardo alla Gran Bretagna dei tempi di Artù.
Dopo tutte queste lodi vi chiederete perché non ho dato il voto massimo alle Nebbie di Avalon.
Ebbene, come ho detto nella premessa, non era la storia adatta a me.
Non ho gradito la trama, e soprattutto, i contenuti. Ho passato più di metà del libro a chiedermi quando sarebbe avvenuto qualcosa che potesse movimentare un po' la storia. (QUESTO PEZZO CONTIENE SPOILER).In 400 pagine, in un modo o nell'altro, non si è parlato d'altro che della povera Ginevra che non riesce ad avere un bebè, che ama un altro e che è comodamente pia; di Morgana che tra un amante e l'altro si indispettisce sempre più della condotta del fratello Artù, nel cui capo, nel frattempo, cresce indisturbato un imponente palco di corna (cosa ci si dovrebbe aspettare dal Re Cervo?); di Lancillotto, il bello, perfetto e ineguagliabile Lancillotto amato da tutte e da tutti(FINE SPOILER).
Detto in poche parole, non c'è per nulla azione, nessuna battaglia che possa movimentare un po' le cose. Solo intrighi amorosi, vendette, gelosie e uno sgradevole fanatismo religioso (non improbabile per quei tempi) che mi ha fatto venir spesso voglia di chiudere il libro.
Ma come si può ben comprendere, la piacevolezza dipende da ciò che piace leggere e io, purtroppo, non sono una fan di questo tipo di romanzi 'rosa'.
Comunque non mi sento di sconsigliarlo, anzi, se volete dilettare la mente con una lettura intrigante ne sarete soddisfatti.
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Ma se ne cercate di movimentati, rimandate questa lettura!
FANTASTICO!!!!
Che dire? Sarà che sono amante del Medioevo, della magia di Avalon,ma questo libro è spettacolare, molto più bello e descrittivo del film! Sebbene ci sono tante vicende, molti nomi, non cè confusione, il tutto è scritto con grande maestria! Ci sono odio, passione, affetto, amicizia, guerre e duelli!Un capolavoro che veramente fa sognare il lettore ad ogni pagina!
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non si può dir di più
Cosa mai si può dire su quest'opera di grande capacità evocativa e, soprattutto, capace di offrire una visione, a mio parere, del tutto innovativa sui personaggi della saga arturiana? Non provo neppure ad esprimere un giudizio.
Gli appassionati devono averlo letto: non sono ammesse scuse.
Personalmente, l'ho letto tre o quattro volte; perso in un trasloco non ho esitato a ricomprarlo perché certamente lo rileggerò.
Nella visione di Marion Zimmer Bradley ho ritrovato quella che era da sempre la mia visione dei vari personaggi, un modo di immaginarli che non sapevo di avere.
In particolare ho compreso l'adorazione che ho sempre avuto per Morgana, troppo spesso presentata come personaggio totalmente negativo.
Ma come può un carattere di tale complessità ridursi ad un'etichetta così netta?
Davvero, se sei un appassionato del genere, non puoi non leggere le Nebbie.
Ti ci troverai immerso e penserai di essere rinato come celta.
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Avalon, terra di nebbie e misteri
Ipnotico,sensuale,profondo,Le nebbie di Avalon è un capolavoro del fantasy storico arturiano.Letto e riletto nel corso degli anni, rimane a mio parere il capolavoro indiscusso della Bradley.La genialità sta nel fatto che finalmente parlano le donne del ciclo arturiano, colonne portanti della vicenda, ma sempre trattate come personaggi minori.La storia è vissuta e narrata soprattutto dalle due eterne antagonista Morgana e Ginevra,nemiche scelte dal Fato, che gioca crudelmente con le loro vite fino al tragico epilogo che tutti conosciamo.La Fata Morgana è una figura forte e fragile allo stesso tempo, condannata fin dalla nascita aservire suo malgrado la Dea Madre dei Celti, mentre la religione di Cristo si fa avanti in Gran Bretagna.Si trratta di una ricca e rivisitata versione del mito arturiano,dove i cavalieri senza macchia che conoscevamo vengono travolti dalle passioni e dalle più umane paure,mentre le indifese dame emanano grande forza e spiritualità.Il tono del romanzo rimane piuttosto femminile per tuttta la narrazione, ma sono sicura che anche i signori lo apprezzeranno per l'ottimo romanzo che è.
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Girls power!!
“Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. E ora che il mondo è cambiato e Artù, mio fratello e amante, che fu re e sarà re, giace morto nell’isola sacra di Avalon, la storia deve essere narrata com’era prima che i preti del Cristo Bianco venissero a costellarla di santi e di leggende…”
Ecco parte del bellissimo incipit in cui parla una delle protagoniste principali del romanzo, Morgana, sacerdotessa di Avalon e sorella del leggendario Re Artù. Questo libro infatti racconta la storia di re Artú e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ma secondo una prospettiva diversa da quella a cui siamo sempre stati abituati, è soprattutto il magico regno di Avalon a fare da grande protagonista. Il cardine del romanzo è il conflitto tra la religione cristiana, ai suoi albori, e l’antica religione britannica, quella celtica, che ha il suo “cuore” e il suo simbolo nell’Isola Sacra di Avalon, dove i Druidi venerano la Dea Madre.
Questo libro è il quarto e ultimo volume che fa parte del Ciclo di Avalon, della scrittrice Marion Zimmer Bradley, che comprende inoltre “Le querce di Albion”, “La signora di Avalon”, “La sacerdotessa di Avalon”.
Marion Zimmer Bradley con la sua abilità ha messo in atto una grandiosa rievocazione di un mondo leggendario e arcano operando una reinvenzione delle leggende arturiane che rende finalmente giustizia alle antiche religioni celtiche surclassate e sminuite dall’imperante Cristianesimo che ha spazzato via gli antichi culti. Pregio da sottolineare è poi il fatto di presentare le figure femminili, vere protagoniste di questo romanzo, come figure non sottomesse al volere degli uomini ma protagoniste e indipendenti. Ne è dimostrazione il fatto stesso che la figura di Morgana che nelle leggende tradizionali appare come una strega cattiva, forse vittima del comportamento oscurantista che il Cristianesimo aveva assunto nel periodo Medievale a cui risale la diffusione delle leggende di Re Artù, sia presentata come una donna forte (pur nelle sue fragilità), indipendente e intelligente
Tutte queste caratteristiche mi hanno fatto apprezzare questo romanzo, uno dei miei preferiti, e che consiglio a tutti di leggere. Un capolavoro della narrativa fantastica e non solo.
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Chi ama le leggende del ciclo di re Artù, le rievocazioni storico-religiose, ma in generale lo consiglio a tutti!!