Le amazzoni

Negli anni '60 del secolo scorso, Poul Anderson ha dato man forte alla diffusione dell’eroe spaziale bello e fracassone, coraggioso e donnaiolo impenitente (su Dominic Flandry – mitico agente terrestre - generazioni di adolescenti hanno sospirato….).

Ma qui (Vergin Planet, 1959) è impareggiabile, almeno nella scelta della trama, che sembra fatta apposta per confermare una sua (evidente) profonda convinzione: le donne senza l’uomo non solo non vivono bene, ma diventano terribilmente cattive.
Freetoon è un pianeta popolato da sole donne, che hanno imparato a riprodursi per partogenesi e a cui le anziane hanno sempre tenuto segreto l’esistenza di esseri umani “diversi”. Il risultato è che il pianeta si è suddiviso in tanti piccoli regni, ciascuno diverso dall’altro, ma abitato da tante identiche famiglie di cloni femminili, sempre in guerra tra loro.

E poi arriva lui, con la sua astronave dallo spazio: il MASCHIO. Non solo. L’unico esemplare che si propone agli occhi di queste poveracce (a cui, questo punto, sarebbe andato bene di tutto….) è pure grandioso per i comuni standard galattici: biondo, occhi azzurri, sorriso spiazzante e malandrino, le chiama tutte “piccola” e le fa sentire principesse.

Si scatena l’ineluttabile. Mentre le anziane lo braccano, cercando di far fuori il fastidioso invasore, tutte le altre, ferocissime, lo braccano e basta. E il povero MASCHIO, improvvisamente, dall’iniziale euforia comincia a sentirsi lievemente accerchiato……

Anderson prende in giro e rimane un impunito. Lo stile è certamente datato, ma lo spirito di questo “romanzetto” di fantascienza è fresco e intatto.
Avvertenza: siccome non viene ristampato da parecchio, se volete provare a sorridere un po’, lo dovete cercare in biblioteca o ai mercatini dell’antiquariato.