La rivincita. Gathering blue
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Opinioni inserite: 8
Gathering blue
Dopo aver letto il primo capitolo di questa saga avvincente ed essere andata al cinema a vedere il film ho intrapreso la lettura del secondo testo.
Credevo che questo libro fosse la continuazione del precedente, ma non è stato così.
Nel primo libro della saga molti punti erano rimasti sospesi e pensavo di scoprire le sorti dei protagonisti ed invece c’è stato un colpo di scena.
La trama racconta le vite di un’altra società, narra di persone povere, molte di queste non hanno nemmeno da mangiare o la fortuna di avere un bagno in cui lavarsi.
I protagonisti principali sono Kira, una ragazza con una menomazione ad una gamba che però ha il dono di saper ricamare divinamente e Thomas un ragazzo che sa intagliare il legno alla perfezione.
Kira è sola al mondo, suo padre è morto quando era molto piccola ed ora anche la madre è deceduta per colpa di una strana malattia.
A causa della sua zoppia rischierà anche lei di essere lasciata nella Landa a morire di fame, freddo o di essere divorata dalle bestie feroci.
Il libro risulta molto interessante ed allo stesso tempo angosciante.
Accompagneremo questi nuovi personaggi verso questo mondo distopico ambientato in un probabile futuro.
Sicuramente continuerò con la lettura del terzo testo perché l’autrice è riuscita ad incuriosirmi ancor di più.
È un libro fantascientifico che mi ha davvero solleticato la fantasia e la voglia di continuare.
Vi auguro una buona lettura e ci vediamo alla prossima puntata di questa interessante saga fantasy.
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La ricerca del blu.
Quattro giorni erano trascorsi da quando Kira vegliava il corpo della madre ormai giunto ai suoi ultimi respiri. Una malattia si era insinuata dentro la sua veste mortale consumandola lentamente ma anche inesorabilmente. Cosa ne sarebbe stato della giovane Kira già orfana di padre? Affetta da una malformazione dalla nascita alla gamba che la rendeva storpia, non era di buon grado vista nel villaggio e donne di cattiveria intrinseca non aspettavano altro che l’occasione giusta per accanirsi contro di lei. Come consuetudine l’abitazione dove aveva vissuto con la madre Katrina era stata bruciata onde essere certi che il contagio dalla patologia fosse arrestato prima di poter mietere altre vittime innocenti, e come se non bastasse le donne del paese capitanate da Vandara avevano già progettato l’acquisizione e la destinazione della sua proprietà terriera: perché sprecarla con una storpia che mangia a sbafo della comunità quando quel prezioso terreno può essere utilizzato per costruire un recinto per polli e bambini?
La sorte di Kira sembrava ormai certa quando un inaspettato risvolto presero le circostanze e la giovane non solo fu scagionata dalle accuse mosse ma anche accolta nel grande palazzo delle adunanze al fine di potersi dedicare ad un nuovo impiego; ella avrebbe fatto dono della sua arte del ricamo a tutta la popolazione del villaggio dedicandosi al restauro, alla cura e alla completazione della tunica del cantone. Non essendo ancora capace di tingere da sola i fili poiché la madre Katrina non era stata temporalmente in grado di completare i suoi insegnamenti a causa della malattia, la giovane viene indirizzata dalla saggia Annabella che con grande passione e attenzione le trasmetterà tutto il suo sapere fino al venir meno della sua vita in circostanze assai misteriose. La nostra Kira non sarà sola in questa avventura, le sue giornate saranno allietate dalla presenza del piccolo Matt, un ragazzino residente della palude sempre affiancato da ramino il cagnolino che aveva salvato dopo che era stato ferito da un carro che passava e brutalmente abbandonato sul ciglio della strada, e da Thomas il noto intagliatore. Le giornate scorreranno rapide e i nostri protagonisti porteranno avanti la loro opera di restauro, lei dell’abito e lui del bastone del cantore. Instaureranno un profondo rapporto di amicizia e di compagnia per arrivare a scoprire sfumature del loro passato sconosciute anche a loro stessi.
Degli inconsueti pianti si udivano nel palazzo durante la notte ma non avevano idea di chi potesse essere. Jo non era che poco più di una infante quando fu “presa” dalla palude e portata al palazzo; i suoi genitori erano presuntivamente defunti e la piccola, ormai sola, non poteva essere mandata via o abbandonata a se stessa poiché custoditrice del dono della conoscenza, con la sua voce da usignolo è destinata a cantare il futuro.
Questo secondo capitolo non fa seguito al primo bensì offre al lettore un altro punto di vista relativamente ad una storia simile e differente al tempo stesso. La società che si apre sin dalle prime pagine è di tipo rurale, è avvalorata da ferree regole e gerarchie ed è caratterizzata dalla presenza di una popolazione molto povera che vive in condizioni precarie e più disagiate di quelle che popolavano ed animavano il mondo di “The Giver”. La società è ben divisa, ognuno ricopre il suo ruolo; le donne sono destinate ad accudire la famiglia e a dedicarsi a lavori quali la tessitura mentre gli uomini sono dediti alla caccia e all’approvvigionamento di cibo; a questi ultimi è permesso di imparare a leggere e scrivere, alle prime no. Gli abitanti della palude vivono in condizioni di sporcizia e povertà assoluta, hanno anche difficoltà di espressione tanto che il loro linguaggio è strettamente elementare, rasentano l’ignoranza più assoluta. Non conoscono il valore della moneta e dunque sfruttano per il loro esistere lo strumento del baratto.
Nel trascorrere della pagine si assiste ad una vera e propria evoluzione del personaggio di Kira che da inesperta ed ingenua ragazza acquisirà una sempre più profonda consapevolezza del mondo e dei valori che lo caratterizzano. La Lowry ha la capacità di narrare i fatti con una dolcezza infinita, ti culla e ti trasporta nel suo mondo anche quando le circostanze che vengono narrate sono dure e/o discriminatorie. Sin dalle prime battute viene messa in evidenza la disabilità di Kira, la quale viene obbligata a camminare avanti e indietro durante il suo processo o ancora si osservano condizioni di vita che oltre alla miseria manifestano la violenza quale mezzo di insegnamento e l’indifferenza per ciò che ormai è un dato di fatto. Non vi è stimolo a chiedersi più del dovuto perché così è poiché così è sempre stato. I bambini vengono mandati via perché hanno perso i loro genitori e non sono più utili? Pace, è sempre stato così.
L’opera si concentra sul mondo dell’arte (dai colori del ricamo passando dall’intaglio per giungere al canto della memoria), sulla famiglia e sull’amicizia. Le corde che vengono toccate sono semplici e genuine nella loro veridicità e se anche a tratti l’autrice si perde in dettagli che potevano essere sintetizzati, il romanzo non perde la sua forza narrante e cattura il lettore pagina dopo pagina. La voglia di libertà, il cambiamento sono sentimenti che aleggiano nel cuore di Kira come in quello del lettore. Il desiderio materno abbraccia l’anima di chi legge quando la protagonista circonda col suo corpo e dà il bacio della buonanotte alla deliziosa Jo che si succhia il pollice e la scruta nella penombra della notte alla ricerca disperata della madre che ormai non ha più. La voce della saggezza echeggia dalle parole dell’anziana Annabella e l’espressione dell’arte si concretizza nel premuroso Thomas sempre disposto a donare e ad aiutare la cara Kira, compagna di giornate di lavoro e di solitudine nella prigionia ovattata.
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La rivincita
Sarò un po la voce fuori dal coro e mi dispiace molto. Mi sono innamorata del primo di Lois Lowri e mi sono buttata a capo fitto sul secondo senza sapere di cosa trattava semplicemente aspettandomi un seguito, dato che il primo lascia molte cose in sospeso.
La bella sorpresa è stata che invece questo libro non è un seguito della storia del primo ma solo un altro punto di vista di una storia molto simile. Un'altra società che controlla e comanda una popolazione molto più povera e disagiata del primo libro. L'argomento è sempre molto interessante e la scrittura molto piacevole. Lois ha un modo di scrivere che ti culla e accompagna con una facilità disarmante.
Però devo dire che questo secondo libro l'ho letto con un pò più di difficoltà del primo, mi scorreva meno, perché in dei punti si soffermava troppo su molti dettagli e ci sono meno avvenimenti continui rispetto al primo.
Credo comunque che tutto ciò sia stato creato dallo scrittore per dare più autenticità al personaggio, che ci racconta dal suo punto di vista la storia. Cioè una ragazzina ignorante (nel senso buono del termine) e piccola che si ritrova a dover affrontare tanti, a volte troppi ostacoli, che l'infanzia non dovrebbe conoscere.
Detto questo sono molto curiosa di leggere i libri che seguono per vedere se questi personaggi si ritroveranno tutti in un libro.
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Divergenr , Roth
Hunger Gamer, Collins
DOV'È IL BLU?
Una società completamente opposta a quella presentata in The Giver è proposta in La rivincita. Gathering Blue. Una serie di capanne, una vita rurale e leggi dure fanno parte della vita di Kira, una ragazza sfortunata perché zoppa dalla nascita. Le donne del posto tenteranno di approfittare della condizione di Kira, che dovrà difendere la sua posizione nel villaggio per non perdere la sua casa, e per non essere esiliata. Kira dovrà affrontare una serie di situazioni attraverso le quali compierà un'evoluzione, una maggiore consapevolezza del mondo e dei valori. Seppur abbastanza diverso da The Giver, Lois Lowry mantiene comunque lo stile "semplice ma duro": già dalle prime pagine si assisterà a scene disturbanti, specie nel processo in cui si deciderà la sorte di Kira. Le verrà infatti imposto di camminare avanti e indietro per provare che abbia veramente una disabilità.
Leggere La rivincita ci trasporta in un mondo che ci fa riscoprire in modo meraviglioso il valore dell'arte, della famiglia e dell'amicizia. Lois Lowry possiede la capacità di toccare le corde del cuore con poche vicende molto significative, seppur molto semplici. Personalmente preferisco il primo volume al secondo, ma rimane comunque un romanzo che rimane impresso, lo consiglio a tutti quanti, anche a chi non ha letto The Giver, La Rivincita non è un seguito.
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Il mondo che non vorremmo Atto II
Presentato come il seguito di "The Giver" in realtà è il racconto di un altro piccolo mondo distopico . Siamo in un futuro senza una precisa collocazione temporale, le vecchie civiltà tecnologiche sono andate distrutte, l'atmosfera è quella di un nuovo Medioevo dell'anima. Nel villaggio della giovane Kira regnano sovrani l'egoismo, la meschinità, la violenza, ogni essere umano vive per se stesso , chi non è ritenuto in grado di badare a se stesso per una qualunque menomazione fisica o un sopravvenuto impedimento , viene confinato in un misterioso posto : la landa, dove vivono "le bestie". Tutta la società vive con il continuo sottofondo di questa atavica paura , se non lavori, se ti fai male, se ti ammali verrai portato via , nella landa e li dovrai sopravvivere alle bestie, tutta la vita del villaggio è sottoposta all'insindacabile giudizio del potente consiglio dei guardiani, ognuno lotta ogni giorno per ottenere qualcosa a discapito di un altro, si collabora solo per fare del male. I bambini sono le prime vittime di questa grettezza d'animo , trattati come un fastidioso intoppo sul percorso della vita dei miserabili genitori, vengono addirittura tenuti in un recinto con i polli , a significare che la loro importanza nella società è allo stesso livello. La giovane Kira, zoppa dalla nascita e strappata alla sorte degli imperfetti solo dalla determinazione della madre, rimane orfana , e quando sembra che il suo destino sia segnato dalla sua menomazione fisica, viene insperatamente assegnata a un importante compito: dovrà restaurare la tunica del cantore. Ogni anno viene celebrata una festa durante la quale il cantore per tutto il giorno canta la storia del villaggio fin dai tempi più antichi, sul suo bastone la storia è scolpita sulla tunica è disegnata, Kira dovrà, quando sarà finita la festa, iniziare a ricamare sulla tunica la storia che il consiglio dei guardiani le detterà , la piccola Jo dovrà cantare la canzone che le verrà insegnata, il futuro è già scritto senza che la gente lo sappia .Kira ora vive in un bel palazzo dove non mancano acqua e cibo , comodità precluse agli altri abitanti del villaggio, con Thomas l'intagliatore e la piccola JO, il nuovo cantore designato. Il racconto è pieno di simbolismo, i colori , ottenuti dalla lavorazione delle piante che si trovano in natura, sono una parte integrante della storia.
Kira con l'aiuto dei suoi giovani amici e grazie al suo cuore puro e libero capisce di vivere in un mondo ingiusto , senza valori. La piccola Jo canta canzoni che le nascono dentro e sono diverse da quelle che le vogliono far imparare, Kira vuole che le sue mani ricamino una storia che non sia già scritta, quelle di Thomas intagliano seguendo un loro impulso e non a comando. Sulla tunica del cantore è sbiadito del tutto il blu, questo colore è il simbolo della speranza infatti al villaggio non si trova, ma... BUONA LETTURA!. La grande differenza con The Giver sta nella diversa scelta della protagonista su come affrontare il mondo da incubo in cui vive. Il racconto è meno patinato e affascinante e ha meno atmosfera di The Giver, è decisamente più duro con un finale aperto perchè il senso di tutto è la speranza.
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Cercando il blu
Nonostante sia stato collocato all'interno della trilogia "The Giver", appare subito evidente che "Gathering Blue" non ha nulla in comune con il precedente libro, a parte la tematica distopica.
"Gathering Blue" si può quindi definire un romanzo singolo e autoconclusivo a tutti gli effetti, con altri personaggi e altra ambientazione rispetto a "The Giver".
Ci troviamo in un mondo del futuro, ma talmente arretrato che sembra di fare un tuffo nel passato. Dopo sanguinose guerre e devastazioni gli esseri umani si sono ritrovati a cominciare praticamente da zero, senza alcuna tecnologia e con conoscenze molto limitate, che si presume siano state perse durante gli anni apocalittici. Questa non è una società apparentemente perfetta e giusta come quella di Jonas, qua vige platealmente la legge del più forte e le prepotenze e ingiustizie sono all'ordine del giorno.
Kira, protagonista femminile di questa storia, è storpia ad una gamba fin dalla nascita e, come tutte le persone che hanno difetti fisici, sarebbe stata abbandonata a morire se non fosse stato per la tenacia di sua madre nel volerla proteggere a tutti i costi. Crescendo ha sviluppato una particolare dote nel ricamo, un'attività molto importante per il fabbisogno del villaggio, dato che le vesti sono tutte molto semplici e monocromatiche. Dopo la misteriosa morte della madre, Kira, viene quindi reclutata dal palazzo del consiglio del suo villaggio al fine di svolgere l'attività di ricamatrice e dovrà imparare anche a tingere i fili utilizzando fiori e altri rimedi naturali, arte che stava per estinguersi e che comunque ha parecchie lacune dato che nessuno sembra essere in grado di riprodurre il colore blu. "Gathering blue" (che tradotto sarebbe: "Raccogliere il blu") parla quindi dell'avventura di Kira nell'arte del ricamo e della tintura, ma non solo.
Già, perché, anche questo, come il mondo di Jonas in "The Giver", nasconde molti segreti che la protagonista dovrà scoprire a poco a poco con l'aiuto di due fidati amici, e la realtà sarà molto diversa da quello che immaginava...
Con una scrittura fresca e scorrevole, Lois Lowry ci porta in un nuovo mondo distopico tutto da esplorare, tra nuove leggi, nuovi modi di vivere, e antiche paure sempre in agguato. E' una storia che appassiona e coinvolge, oltre a creare moltissimi spunti interessanti di riflessione come sempre questa autrice è capace di fare. Divorato in soli due giorni, l'ho trovata una lettura davvero piacevole e che mi ha accompagnata fino all'ultima pagina in un crescendo di curiosità e speranza. Tema importantissimo di questo libro è infatti la speranza, la speranza di riuscire a trovare il colore del cielo, la speranza di riuscire a cambiare le cose per creare un mondo migliore. Il finale risulterà nuovamente semi-aperto, ma avrà un significato totalmente diverso da quello del libro "The Giver", e adesso sono proprio curiosissima di leggere il prossimo capitolo di questa trilogia distopica, che uscirà a Febbrario 2012. Chissà in quale nuovo mondo verremo catapultati questa volta?
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Emozionante e commovente
CONTIENE SPOILER
Superata la delusione iniziale nel sapere che questo secondo libro della trilogia non raccontava il seguito della storia del protagonista di The Giver, mi sono appassionata alla lettura di questa nuova avventura. Davvero molto bella anche in questo caso la storia raccontata dalla Lowry. Anche in questo caso si è di fronte ad un mondo regolato da leggi ferree ma "marcio" dentro. La giovane protagonista però di fronte alla scelta tra continuare a vivere nel villaggio o vivere con il padre ritrovato decide la prima opzione continuando a stare con i suoi amici che l'hanno sempre aiutata. Ho adorato il personaggio di Matt con il suo coraggio, la sua innocenza e la forte amicizia che lo lega a Kira che le ha donato il blu che tanto cercava e inconsapevolmente le ha fatto ritrovare il padre che pensava morto. Concludendo, consiglio vivamente la lettura di questa bella favola a tratti emozionante e commovente.
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Un calcio nei denti
Se il primo romanzo della trilogia de "Il donatore" era un pugno nello stomaco, questo è un vero e proprio calcio nei denti.
Ti appresti a leggere tutto contento e sorridente pensando "Non può mica essere più angosciante del primo!".
E invece, non hai neanche finito di iniziare a rilassarti che capisci subito dalle prime pagine che non sarà una passeggiata.
La protagonista, zoppa, vive in una società in cui le persone menomate sono considerate inutili.
Come se non bastasse rimane orfana e fin da subito deve difendersi dagli oltraggi degli abitanti del suo villaggio.
Assistiamo quindi alla sua lenta rinascita, al suo combattere fino a ritagliarsi un posto in questa società che lei vuole sforzarsi di cambiare perchè sente assolutamente "sbagliata".
Se nel primo romanzo il protagonista, di fronte a una realtà simile anche se meno brutale apparentemente, sceglie la fuga perchè non crede nella possibilità di cambiarla, qui invece lei resisterà fino all'ultimo, tenterà di cambiarla da dentro. Facendosi nello stesso tempo ingranaggio e granello di sabbia per inceppare il meccanismo.
E' bello anche se angosciante accompagnarla fino in fondo per vedere se ci riuscirà.
Due modi differenti di affrontare le difficoltà della vita. Scappare o affrontarle.
Lo stile è senza tanti fronzoli, ma sicuramente qui non servono, e la trama tiene incollati alle pagine dalla prima all'ultima.
Come il precedente questo libro non lascerà indifferenti; e si finisce con la gradevole sensazione di "aver qualcosa da fare" per migliorare la nostra situazione, qualunque essa sia.
Più fantascienza che fantasy, ma assolutamente imperdibile.
Consigliatissimo