La porta sull'estate
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un uomo un gatto e i pericoli del Lungo Sonno
Sebbene questo racconto lungo di Robert A. Heinlein sia considerato un piccolo gioiello della fantascienza (1957), rileggerlo oggi fa quasi tenerezza, dopo che da oltre un decennio ci siamo già lasciati alle spalle il tanto sospirato anno 2000.
Qui non c’è il solito Heinlein, non ci sono astronavi, minacce mostruose e viaggi interstellari. Ci sono, invero, un uomo e il suo gatto, poco prima delle Guerra delle Sei Settimane, in una vecchia casa di campagna nel Connecticut, che ha undici porte sull’inverno.
L’uomo è un inventore, creatore di una grandiosa serie di automi domestici (tra gli altri, la Domestica Perfetta – modello 1, Vanda Vetrina, Gino Giardiniere, Servizievole Sergio), che per una serie di sfortunati eventi viene congelato e si risveglia nel 2000. Il gatto è Petronio Arbitro, detto Pete, vuole leccare la birra sul piattino quando non è a suo agio, non ama la neve, e quando si arrabbia non perdona. Poi ci sono altri esseri umani imbroglioni, un andirivieni nel tempo, una brava ragazza surgelata da salvare.
Heinlein è visionario e pessimista come al solito, e immagina un futuro in cui l’umanità sarà sempre affannata a salvarsi da sé stessa.
“Ma c’era l’inverno nel mio cuore, e io cercavo la Porta sull’Estate”. “Su questo pianeta c’erano almeno due miliardi di persone che stavano peggio di me, ma io cercavo la Porta sull’Estate.”