Narrativa straniera Fantascienza La casa sull'abisso
 

La casa sull'abisso La casa sull'abisso

La casa sull'abisso

Letteratura straniera

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La cantina della casa che si protende sull'abisso porta in un'altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio. Ci troviamo in un non-luogo dove tutto è già avvenuto e dove, ovviamente, sono presenti dei mostri i quali, provenendo dall'interno della casa che costituiva il baluardo contro il pericolo, indicano invece che una salvezza, peraltro assai improbabile, è altrove, al di fuori. Chissà che quella casa sull'abisso non sia poi il nostro mondo?



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La casa sull'abisso 2023-10-12 20:57:05 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    12 Ottobre, 2023
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Un classico della letteratura fantastica

Prendendo le mosse dal ritrovamento di un manoscritto da parte di due amici che, per trascorrervi le vacanze, giungono nei pressi di un villaggio “all’estremo limite dell’Irlanda occidentale” (come recita l’incipit), questo breve romanzo dello scrittore inglese William Hope Hodgson (1877-1918) è senza dubbio un classico della letteratura mondiale di genere horror fantascientifico.
Non sapevo niente riguardo all’autore e sono rimasta molto colpita dalla sua vicenda personale, conclusasi tragicamente sui campi di battaglia francesi della grande guerra. Un destino drammatico per un quarantenne che sin dall’adolescenza non ebbe vita facile; sebbene Hodgson sia scomparso prematuramente, la sua è una produzione letteraria cospicua che ha lasciato un solco fecondo.
Il cuore della narrazione de “La casa sull’abisso”, testo pubblicato nel 1908, è rappresentato dal contenuto dello stesso manoscritto omonimo rinvenuto dai due amici tra le macerie, custode di un racconto che sa davvero dell’incredibile.
Mi sono avvicinata alla lettura con grandi aspettative, ma purtroppo – devo riconoscere con franchezza – non ne sono stata rapita e giungo alla conclusione che il genere letterario in questione non faccia per me, pur riconoscendo il valore di una trama ben congegnata e di una scrittura importante ricca di fantasia che non certo tutti possiamo avere. Con tutta onestà, mentre leggevo, non ho sentito il terrore artigliarmi il cuore né sono stata presa dalla impazienza di sapere come andasse a finire la storia narrata, anzi ammetto di aver fatto fatica in più punti a portare avanti la lettura trovando di una grandissima noia quei capitoli in cui il tempo scorre più che rapidamente attraverso anni, secoli e forse millenni e subentra una sorta di glaciazione e la fine del sistema solare. Segnalo, tuttavia, che alcune parti (quelle relative all’assedio della casa da parte degli esseri-suini e alla inquietante presenza che, sul finire del manoscritto, riesce a penetrare e sta per aprire la porta della stanza del vecchio narratore) sono riuscite a tenermi attaccata al libro con maggior attenzione.
Una lettura di sicuro più adatta agli appassionati di letteratura fantastica e dell’orrore; spero in seguito di potermi riconciliare con il povero Hodgson leggendo altri suoi titoli (si accettano con gratitudine eventuali suggerimenti).

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La casa sull'abisso 2013-03-16 14:38:25 LadyA
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LadyA Opinione inserita da LadyA    16 Marzo, 2013
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Una sete crudele regna nel mio cuore

"Una sete crudele regna nel mio cuore"
Sono questi i primi versi della poesia che si trova all'inizio del romanzo di William Hodgson, colui che ancora in pochi sanno, è l'iniziatore di quel genere che renderà tanto famoso H.P. Lovecraft e alla cui fantasia visionaria e a tratti mostruosa devono il loro successo i registi dei giorni nostri.
La casa sull'abisso è un breve romanzo, pubblicato nel 1907, in cui attraverso una narrazione nella narrazione assistiamo alle vicende terrificanti che accadono ad un vecchio uomo che vive abbandonato, insieme alla sorella e al suo cane, in una casa fatiscente diroccata sul bordo di un abisso, sotto il quale scorre un fiume. Assistiamo allo svolgersi della storia, impotenti, di fronte alla magistrale bravura dello scrittore che ci conduce nella storia, prima prendendoci dolcemente per mano e poi buttandoci violentemente, come obbligandoci ad andare oltre quella porta, oltre quella dimora, nella quale accadranno le cose più incredibili.
Accadranno nei sogni come accadranno nella realtà. Accadranno attraverso spazi e luoghi immaginari e terreni e attraverso tempi presenti ed immaginari.
Per la prima volta emerge una tematica che sarà tanto cara a Lovecraft ossia la dimensione onirica, quella a cui ci ha ben abituato lo scrittore di Providence che permea gran parte dei suoi racconti. Ed è proprio nel sogno che l'anima umana entra in contatto con la parte più dimenticata di se stessa, più oscura ed inevitabilmente più latente. Ed è in essa che si nasconde un terribile segreto.
Che tutte quelle strane creature contro cui si troverà a combattere il protagonista di Hodgson, come i personaggi di Lovecraft, non siano altro che proiezioni di ciò che di più oscuro e privo di senso si cela negli affratti mai dimenticati della nostra anima?
E allora ci accorgeremo, leggendo questo breve romanzo, di come le forze soprannaturali, indiscusse padrone di dimensioni a noi parallele e di universi non più tanto lontani, siano sempre un passo avanti a noi, siano sempre più forti e dominanti, a tal punto che l'unica via di salvezza o meglio l'unica risposta all'abisso a cui stiamo andando incontro, è inevitabilmente la follia.
Più leggiamo e più ci troveremo in bilico, come il protagonista, tra la dimensione reale e quella immaginaria, che non sono altro che il riflesso della realtà che viviamo e la nostra coscienza.
C'è l'angoscia per l'irreversibilità di un destino così maledettamente segnato, c'è mistero e soprattutto c'è la paura.
L'inquietudine pronta ad avvolgere il lettore e l'impossibilità di reagire come si vorrebbe danno vita ad una atmosfera che ti cattura creando una nebbia invisibile che ti toglie il respiro.
Leggete la Casa sull'abisso e capire come e perchè sono stati scritti tanti libri che raccontano di case maledette e fatti tanti film che narrano le medesime vicende.
Capirete dov'è nato il vero terrore, e dove dimora ancora l'ignoto, quel senso di paura che ti attanaglia lo stomaco, così infinito e possente proprio perchè invisibile.
E Nietzsche come Hodgson lo sapeva quando scrisse che "Se guarderai a lungo nell'abisso, l'abisso guarderà dentro di te."

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Lovecraft
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La casa sull'abisso 2012-09-05 14:24:25 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    05 Settembre, 2012
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Fantascienza d'antan

Fra le rovine di una villa pericolante sull'orlo di un baratro, due amici ritrovano un antico diario, molto malmesso, in cui è annotata una storia di disperazione e terrore.
La villa, nel passato, è stata teatro di incredibili avvenimenti, in bilico fra l'horror, la fantascienza e la metafisica. Il proprietario ha vissuto, all'interno ed al di sotto di questa casa esperienze disallineate con la realtà, che lo hanno portato al di fuori della galassia e al di fuori di se stesso. Il racconto non ha momenti di pausa fra un'esperienza terrificante e la successiva, in un crescendo di angoscia, claustrofobia ed orrore.
“La casa sull'abisso” risale ai primi anni del 1900 e fa parte di quella innovazione letteraria che porterà il nome di fantascienza. Dopo Hodgson molti altri nomi illustri daranno a questo genere dignità letteraria. Anche un grandissimo della fantascienza, Lovecraft, fu un grande ammiratore di Hodgson da cui trasse ispirazione per alcuni dei suoi lavori più noti.
È un libro particolare ma il mio giudizio un po' tiepido risente forse dello sviluppo del genere horror e fantastico, che oggi ci ha abituato ad uno stile più leggero e veloce; ciò non toglie comunque il valore di apri pista di questo breve romanzo: per esempio le case “animate” di tanti autori a seguire, fra cui il grande Stephen King, sono chiaramente discendenti da questa casa pericolante su un abisso di orrore.


[…]
Quando fummo vicini alla forma che avevo intravisto, ebbi conferma della mia supposizione. Era senza dubbio un frammento di rudere di un edificio; ma ora vidi che non sorgeva, come avevo creduto, sul ciglio del baratro, ma all'estremità di un enorme sperone di roccia che sporgeva sull'abisso per una cinquantina di metri. In effetti, il rudere era praticamente sospeso nel vuoto.
Ci avventurammo su quello sperone di roccia, e confesso che guardando da quella posizione vertiginosa le ignote profondità spalancate sotto di noi, l'abisso da cui si alzava l'incessante rombo della cascata, e la nuvola di vapore, provai un senso di indicibile terrore.
[...]


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