L'invincibile
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La fantascienza che ci piace
La pubblicazione di questo bel romanzo fa nascere in me la speranza che Sellerio possa cominciare a pubblicare altra fantascienza di qualità, magari cominciando proprio dalle altre opere di Stanislaw Lem, che in Italia è un autore ancora un po’ prigioniero dell’oblio.
Anche “L’invincibile", come "Solaris", ha un'impronta letteraria molto marcata con l'ambizione - secondo me pienamente raggiunta - di offrire al lettore qualcosa di più del semplice intrattenimento fantascientifico. Come dico molto spesso, la fantascienza è un genere con enormi potenzialità, che offre agli autori armi che altri generi non hanno per poter sviscerare temi importanti. Credo che Lem sia uno di quegli autori che questi strumenti li abbia messi egregiamente a frutto. Certo l'opera non è esente da difetti, e secondo me quello più evidente è lo stesso che è presente in "Solaris": ovvero la tendenza dell'autore a dilungarsi in descrizioni un po' ridondanti, che in certi casi non aggiungono molto all'esperienza di lettura, bensì la rallentano. Ma questo è un problema che gli si perdona facilmente grazie alla profondità dei contenuti, alla bellezza dello stile e alla piacevolezza della storia.
“’L’invincibile” racconta la storia dello sbarco sul pianeta Regis III da parte dell’incrociatore chiamato, per l'appunto, Invincibile. La sua missione è far luce sulla scomparsa del suo incrociatore gemello: il Condor, che ha smesso di dare sue notizie in seguito allo sbarco sullo stesso pianeta. Il mistero riguardo al destino del Condor si fa più fitto quando ci si rende conto che Regis III non è una semplice landa desertica. La vita si è preservata soltanto nell’oceano senza evolversi sulla terraferma con lo sviluppo di anfibi, in barba a ogni teoria darwiniana: deve esserci, dunque, qualcosa che su quella terraferma impedisce lo sviluppo della vita. La verità presentataci in seguito da Lem è secondo me geniale, coerente, super-interessante, e il capitolo in cui è descritta è coinvolgente e illuminante. L’ho trovata un'idea brillante.
In base alla fascetta con cui è venduto il libro, Stanislav Lem è messo insieme a Philip K. Dick tra i grandi maestri della fantascienza moderna, ma mi azzardo a dire da se Dick aveva le idee, Lem aveva dalla sua la maestria e una capacità d'analisi ed esposizione filosofica molto più spiccate.
Non c'è molto altro da dire se non: stra-consigliato.
“Quanti di questi fenomeni incredibili, estranei alla comprensione umana, può nascondere il cosmo? Dobbiamo proprio andare ovunque, con la potenza distruttrice delle nostre astronavi, per ridurre in frammenti tutto ciò che è contrario alla nostra comprensione?”