L'altro inizio
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Apocalisse dopo ri-creazione e forse rinascita
Caotico romanzo post apocalittico a metà tra Orwell, Philip Dick e Saramago. Gli ultimi uomini insegnano a una nuova razza i rudimenti della scrittura e pongono le basi (forse) per una evoluzione di questa razza altrettanto maligna rispetto alla precedente razza umana. Questo è il terzo libro di una saga inquietante in quanto le cose narrate per quanto assurde non sono così lontane dalle nostre possibilità scientifiche dato che esperimenti di incroci tra razze e trasferimenti di segmenti di Dna con realizzazioni di chimere e mostruosità varie, saranno presto realtà. In questo mondo di Margaret uno scienziato ha preso il posto di Dio e ha deciso di ridisegnare le razze e di eliminare la razza umana, giudicandola di una malignità senza scampo. In questo scenario apocalittico restano alcuni sopravvissuti.
Nel libro la cosa più bella è la descrizione delle nuove razze: pecore Mohair dai capelli umani, proporci intelligenti con corteccia cerebrale umana, e via di seguito fino ai Craker, creature senza malizia come erano forse gli uomini pre-mela di Adamo. Non mancano i nuovi gladiatori, i Painballer, che rispetto ai loro avi hanno un tratto di ferocia e di pazzia e di crudeltà portato all'ennesima potenza fino a farne una genia senza speranza di redenzione, totalmente disumanizzata . Al loro confronto i feroci proporci hanno ereditato nel loro DNA semi umano una ragionevolezza e una affidabilità sorprendenti.
Come in Saramago i riferimenti e il rovesciamento di figure e episodi biblici sono innumerevoli. Però non c’è la lucidità di Saramago che sarebbe capace di convincere Gesù Cristo di essere un serial killer. Qui come in Dick c’è un citazionismo più caotico e un rovesciamento dei punti di vista meno lucido e inappuntabile, ma comunque affascinante. I Craker sono molto teneri. Forse il nuovo mondo non sarà così male.