Kayla 6982
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Tra Loka e Terra
Pianeta Loka. Kayla ha quindici anni, tutta una vita davanti, sentimenti ed emozioni da provare, come qualunque quindicenne. Tuttavia, qualcosa di terribile separa Kayla da ogni ragazza umana: un numero, quel 6982 che segue il suo nome e che la marchia indelebilmente con l'appellativo di "schiava". Kayla, infatti, non è umana, bensì una NonUmana Geneticamente Modificata, e appartiene alla più umile classe sociale del pianeta Loka. Sono stati gli uomini a rendere Kayla - e chi come lei - schiava, nel momento in cui hanno invaso il pianeta. Il compito che spetta agli schiavi NGM consiste nell'onorare, servire e rispettare i Puri e gli Impuri, ovvero i gradini più alti della società. Kayla non ha altre possibilità, non può ribellarsi, non ha una famiglia che la sostenga e, al minimo cenno di dissenso, rischia di essere eliminata e di tornare nel nulla dal quale è nata.In questo sistema crudele - di una crudeltà orwelliana, quasi - il lettore riesce a scorgere, però, lampi di luce. Infatti, nonostante il suo inferno quotidiano, Kayla scoprirà che il suo cuore di NGM è talmente umano da potersi innamorare. Quest'amore, però, non la lega ad uno schiavo come lei, ma ad un uomo libero, un umano che è, per giunta, imparentato con uno scienziato. Cosa resta, dunque, da vivere? cosa può offrire un pianeta nel quale sono proibiti le emozioni, la libertà, l'amore?
Questo libro mi ha sconvolto. Parto da un presupposto: non è il mio genere. Proprio per niente. E allora perché mi è piaciuto così tanto? Perché Karen Sandler è un genio: è riuscita a trasmettere ai ragazzi messaggi - o forse sarebbe meglio chiamarli "avvertimenti" - che ho trovato solo in 1984 di Orwell e in pochi altri libri. Com'è possibile scrivere un romanzo YA su un tema così complesso?, mi chiedevo durante la lettura. Eppure l'autrice ne è stata capace, e ha intessuto una trama complessa ma di svolgimento lineare che accompagna il lettore attraverso la storia di Kayla e di Mishalla, nella luce tenue dei due soli che illuminano il pianeta Loka. Già, il pianeta Loka. Sembra lontanissimo eppure, in quei Puri e Impuri, in quella divisione sociale, in quella bramosia di potere e di ricchezza ritroviamo il nostro pianeta Terra, identico a come lo conosciamo.Un romanzo fondamentale, questo. Un romanzo che dovrebbe essere adottato come libro di narrativa nelle scuole, secondo me, perché annoierebbe molto meno dei soliti libri moralistici sul tabagismo e sul bullismo giovanile e, attraverso un pianeta fittizio, aprirebbe una finestra sul mondo reale.
Indicazioni utili
Tankborn, vol. 1
Iniziato e terminato nell'arco di 2 giorni, "Kayla 6982" è un romanzo YA davvero molto interessante e avvincente, le sue 500 pagine scivolano via senza nessuna fatica e la sensazione che lasciano è positiva.
Ambientato nel futuro, in un pianeta chiamato Loka, la storia è prevalentemente di genere fantascientifico, ma ha al suo interno anche un'importante componente distopica. Il mondo di Kayla infatti è diviso da una rigida gerarchia sociale, dove al vertice ci sono i Puri (divisi tra puri d'alto rango e di basso rango) e al seguito ci sono gli impuri. Mentre nello scalino più in fondo ci sono i NGM (Non-umani geneticamente modificati) ed essi sono dei veri e propri schiavi, le cui vite sono considerate meno di zero. Kayla appartiene a questo ultimo gruppo e il suo destino, raggiunta l'età di 15 anni, è quello di essere allontanata per sempre dai suoi affetti per andare a lavorare presso le dipendenze delle caste sociali più alte. E' interessante entrare nell'ottica di pensiero che vige nel pianeta Loka, perché gli NGM vengono considerati non umani solo per il fatto di essere nati all'interno di una capsula anziché nel ventre materno e nonostante il loro DNA sia quasi uguale agli umani vengono considerati degli esseri senz'anima, incapaci di provare sentimenti, incapaci di provare dolore, umiliati e sbeffeggiati con l'epiteto di bestie. Questo fa molto riflettere anche sulla società odierna, sul fatto che la nostra società non sia per niente migliore in quanto anche qui chi ha la sfortuna di non nascere umano è considerato dai più come uno stupido pupazzo incapace di provare sentimenti, vedi il rispetto alla vita che quasi nessuno ha nei confronti degli animali. Però, proprio come nel nostro mondo, anche su Loka ci sono persone che la pensano diversamente, persone capaci di fare la differenza e di credere che ci sia un modo per cambiare le cose. Ed è proprio questa la storia che il libro della Sandler ci riserva, una storia di speranza e lotta contro le divergenze razziali.
Il romanzo è solo il primo di una trilogia, ma per come è strutturato potrebbe anche essere letto nell'ottica di un romanzo autoconclusivo. Le descrizioni del mondo di Loka sono molto esaurienti, ci sono moltissime spiegazioni sulle sue origini e sulle origini dei non-umani, nonché sulla divisione in caste. Quest'ultima cosa però, nonostante il tentativo di delinearla al meglio, appare confusa. Credo che a questo riguardo l'autrice avrebbe dovuto ideare una divisione un tantino più semplice e mi permetto di aprire una piccola parentesi per spiegare il perché. Le caste sono divise in base alla ricchezza delle famiglie, e fin qui potrebbe andare bene, ma oltre a questo i Puri devono anche avere una certa gradazione di pelle (non troppo scura, ma nemmeno troppo chiara), e i capelli e gli occhi devono essere scuri. Però anche qui ci potrebbero essere delle eccezioni, perché infatti ci sono anche dei Puri biondi con la pelle chiara, e questo crea nel lettore molta confusione. Non si riesce a capire che senso abbia la distinzione in base ai tratti somatici se originariamente la divisione in caste era fatta solo in base alla ricchezza della famiglia. Infatti in alcuni passaggi viene spiegato che gli impuri vengono considerati così perché non possiedono appezzamenti di terra, però al tempo stesso viene anche spiegato che gli impuri si riconoscono a prima vista, e che chi ad esempio ha gli occhi verdi è per forza impuro. Ecco, io queste distinzioni non le ho capite ed è l'unico appunto che mi sento di fare al romanzo, che per il resto è invece molto chiaro.
La lettura di questo libro è stata un'esperienza affascinante e coinvolgente. La storia mi ha catturata fin dalle prime pagine e la curiosità di capire e comprendere appieno tutti i meccanismi di questa nuova società mi ha indotta a procedere più velocemente del solito. Lo stile di scrittura risulta scorrevole nonostante alcune delle tematiche narrate (ad esempio l'ingegneria genetica, e le tecnologie informatiche futuristiche) non siano per niente di semplice portata. La prosa poi è piuttosto matura rispetto alla media dei romanzi young adult e permette un riscontro favorevole anche da parte di lettori adulti. Solo nella seconda parte del libro vi sono alcune risoluzioni un po' scontate, ma il finale è diverso e più originale rispetto alle aspettative e lascia aperto uno spiraglio per il libro successivo. "Kayla 6982" però non si limita ad essere un bel romanzo di distopico-fantascientifico, ma solleva importanti questioni etiche, religiose, spirituali, razziali e permette al lettore di riflettere profondamente sulla società in cui viviamo. Proprio per questo consiglio di leggerlo indipendentemente dai gusti personali e, come è accaduto per la trilogia "The Giver" di Lois Lowry, non mi stupirei se venisse inserito nei programmi scolastici delle scuole medie.