Io, robot
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Hai voluto la bicicletta?=
Tre regole fondamentali legiferano sul mondo della robotica, sono imprescindibili a tutela della vita umana. Ma, fatta la legge, non esiste forse un modo per aggirarla?
Sembra questo il messaggio di allerta che trapela dai racconti di Asimov, dove che si tratti di manomissione, di disobbedienza o di tilt, quella dei robot non è una sottomissione scontata.
Si insinua inevitabilmente nel lettore il dubbio che l’alta tecnologia possa prendere il sopravvento. Esperti ingegneri collaudatori e una psicologa specializzata in robotica lavorano strenuamente per arginare i danni dovuti al malfunzionamento delle macchine pensanti, cercando di celare all’opinione pubblica avversa le disfunzioni più pericolose.
Antologia di fantascienza scritta negli anni Cinquanta e ambientata nel futuro, ad eccezione del primo capitolo i racconti, seppur indipendenti tra loro, vedono ricomparire gli stessi personaggi, dando un senso di continuità alla narrazione.
Il libro scorre fluido e piacevole e gli anni che si sono accumulati sulle sue pagine non pesano, anche se non eccelle nella forma o nel contenuto. Francamente pensavo in una lettura più avvincente, quindi promosso ma con riserva.
Al servizio dell'uomo
Negli anni '50 del secolo scorso, Isaac Asimov – forte del suo essere scienziato ben prima che narratore – impone la sua visione razionale del futuro (e ci prende in pieno!).
Lo scrittore russo sgombra i suoi libri dai gusti del tempo in fatto di fantascienza – malvagie creature metalliche, robot invasori, macchine antropomorfe minacciose e letali – per immaginare automi al servizio dell'umanità, assolutamente neutri se non fosse per le positive funzioni cui sono destinati dall'azienda che li programma e li mette in commercio (l'onnipresente U.S. Robots and Mechanical Men Corporation).
Una visione che vent'anni dopo sarà ancora avanguardistica: tra i vari Goldrake e Mazinga dei cartoni animati giapponesi, le creature di Asimov resteranno quanto di più vicino si possa immaginare ai problemi dell'uomo (fino a percorrere una parabola che troverà la sua conclusione in una successiva raccolta, con il racconto lungo intitolato “L'uomo bicentenario”, che al cinema avrà le straordinarie sembianze di Robin Williams).
L'uomo diffida della macchina. Di ogni macchina che possa sostituirlo in determinate funzioni. E questo vincola l'utilizzo di robot nella società alle famose “Tre leggi della robotica”:
1. Un robot non può recare danno ad un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano subisca danno;
2. Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge;
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Il “gioco” di Asimov diviene allora quello di sviluppare l'interazione tra tali assunti in nove racconti che diventano appassionanti esercizi di logica posti al lettore in ordine di difficoltà: in “Robbie”, uno dei primi prototipi metallici è destinato al ruolo di babysitter; “Circolo vizioso” racconta dell'impasse di un automa specializzato nel recuperare metalli; in “Essere razionale” due tecnici robotici si scontrano con un robot speculativo che inizia ad esercitare una “fede”, così come in “Bugiardo” la macchina sviluppa una sua particolare percezione del concetto di non recar danno ad un essere umano; all'opposto, “Il robot scomparso” tiene ad applicare alla lettera uno sfogo che ha interpretato come ordine; in “Meccanismo di fuga” è un cervello artificiale ad esaudire i desideri umani in modo non prevedibile; che i robot siano ormai talmente ben fatti da far sorgere il dubbio che un importante politico sia in realtà un umanoide è il problema centrale de “La prova”; infine, “Conflitto evitabile” è una riflessione sul governo planetario di macchine che garantiscono un benessere costante all'umanità.
E' naturale, nel complesso di questi racconti, scoprire che i robot sono semplici “strumenti”, e come il vero protagonista sia l'uomo. Gente come Powell e Donovan, tecnici robotici stipendiati dalla U.S.R.M.M.C. per risolvere i problemi creati dal malfunzionamento (reale o apparente) delle macchine. O come Susan Calvin, una donna in età avanzata, poco piacente e frustrata, che tuttavia conosce la psicologia dei robot come nessun altro. Personaggi originali, che con i loro difetti – fatti apposta per risaltare al confronto con la presunta perfezione delle macchine - portano il lettore a parteggiare in loro favore.
Parliamo di un libro che gli amanti della fantascienza non possono ignorare. Meno entusiasmante il film che ne è stato tratto (sbilanciato su una visione spettacolare che in fondo Asimov non predilige, preferendo di gran lunga la “sfida” posta in termini logico-scientifici).
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Io, lettore di fantascienza...finalmente
Il libro è una raccolta di racconti, perfette unità narrative o piccoli capitoli di storie concatenate per ambientazione e/o protagonisti. Il lessico è chiaro, la prosa fluente, gli inserti descrittivi ben inseriti nel ritmo narrativo, veloce e avvincente.
Non ti perdi, anzi non osi lasciare a metà un racconto, ne spezzeresti l'essenza anche perché è molto presente la tecnica del ribaltamento di prospettiva, di punto di vista. Un elemento inatteso a fine narrazione subentra e ti fa sorridere e godere della genialità dell'autore e tu a chiederti:" Perché non ci ho pensato?"
Le parole? Molte nuove, ne intuisci l' assonanza con la fisica, la chimica, la robotica il tutto condito dall'ingegno di Asimov che si spinge in ardite incursioni lessicali verso il futuro, mai pesanti ma semplicemente geniali.
Le tre leggi della robotica, il caposaldo di questo filone letterario, sono sotto i tuoi occhi fin da subito e continuamente ribadite, sono il canovaccio dell'azione e tu le leggi e le capisci e subito dopo diventano nebulose, fluttuanti.Si compenetrano perfettamente le tre, creano un equilibrio perfetto, appunto, ma che un nonnulla rompe, altera, mette in pericolo...
L'ironia poi accompagna tutti i racconti, i livelli di lettura molteplici. Mi è parso di scorgere un velato ateismo e un atteggiamento sornione rispetto al senso di onnipotenza che spesso accompagna il progresso umano ma anche una visione in fondo ottimistica verso le capacità di sviluppo tecnologico in dimensione non solo terrena ma interplanetaria.
Da leggere sicuramente per iniziare il tirocinio formativo verso un altro genere letterario magari mai esplorato.
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L'automa e l'essere umano.
“Un robot non può recare danno agli essere Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri umani ricevano danno” (prima legge); “un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge” (seconda legge); infine “un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge (terza legge).
Io Robot, è un insieme di 9 racconti scritti tra il 1940 e il 1950 basati sulle tre leggi della robotica, le loro contraddizioni e le apparenti falle. Un romanzo adatto a tutti, dagli amanti della fantascienza ai poco simpatizzanti, capace di colpire ed affascinare immediatamente il lettore con la sua semplicità e al tempo stesso complessità.
Il romanzo si snoda su due livelli: se da un lato affronta il rapporto tra robot e la morale umana, dall’altro si incentra sulla figura della macchina concepita come minaccia per l’uomo. In quasi tutti i racconti è riscontrabile questa ambivalenza, Asimov attua una scrupolosa analisi dei comportamenti umani e robotici e se in prima facie accentua il carattere della pericolosità degli automi (vedi il timore della madre per l’incolumità della figlia) in seconda facie evidenzia come questi siano fedeli all’umanità (senza esitazione il robot provvede a salvare la bambina dalla situazione di pericolo).
Un romanzo da non sottovalutare e da non dare per scontato. Buona lettura.
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L'uomo, il robot e la morale
Non è mai facile fare la recensione ad uno dei più grandi capolavori della fantascienza. E Io robot sicuramente è un grande capolavoro, contenente 9 racconti, scritto nel 1950, dal biochimico russo Isaac Asimov, giustamente considerato come uno dei fondatori della letteratura fantascientifica. Uno scrittore molto prolifico (ha pubblicato quasi 500 libri) che ci ha regalato un libro interessante e mai noioso sul rapporto tra l'uomo e i robot, sulle applicazioni delle tre leggi della robotica e i pericoli che da esse possono derivare. Senza dimenticare quelle che possono essere le lacune o le mancanze di un sistema apparentemente perfetto. Interessante, a mio avviso, una delle tematiche più presenti e maggiormente trattate nei racconti, ovvero il rapporto tra i robot e la morale umana.
Un'altra tematica molto cara allo scrittore riguarda il robot inteso come possibile minaccia per l'uomo, l'automa che decide di ribellarsi all'uomo-padrone. Questa idea era molto diffusa nella letteratura dei primi del Novecento (si pensi al Frankestein di M.W.Shelley del 1918 o R.U.R. di Karel Capek del 1920) e Asimov cercò di opporvisi con grande convinzione. Prendete ad esempio il primo dei 9 racconti di Io robot, dal titolo Robbie, in cui una bambina di nome Gloria ha per compagno di giochi un robot di nome Robbie. Per paura che l'androide possa far del male alla sua bambina, la madre di Gloria decide di disfarsene. La bambina però, era talmente affezionata al suo robot, da cadere in uno stato di depressione e tristezza. Ma durante un percorso guidato dentro una fabbrica di robot, un macchinario sta per investire la piccola Gloria, quando interviene con prontezza Robbie, che abbraccia la bimba e la porta in salvo...
Non vi parlo degli altri racconti per non togliervi il gusto della scoperta, come questo libro è stato per me. Mi è stato regalato diversi mesi fa e l'ho sempre guardato con diffidenza, in quanto a me i libri sulla robotica in genere non piacciono molto. Ma una volta sconfitto il mio atteggiamento diffidente, devo dire che mi sono davvero divertito a leggere le storie di Asimov, e l'ho finito in pochissimi giorni.
So che molti hanno già letto questo libro, essendo un cult della fantascienza. Ma se non l'avete fatto, ve lo consiglio caldamente.