Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
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Yabba-dabba-doo
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene è stato un progressista illuminato, naturalmente ante litteram.
Tutto del resto è ante litteram in questa godibile lettura che nasce, o almeno ottiene tale intento, al fine di divertire e insieme riflettere sul senso del progresso umano, applicando alla storia dell’umanità le categorie mentali prodotte da millenni di storia economica e sociale. Tutta la narrazione infatti gioca sull’effetto di straniamento prodotto dall’accostamento di ominidi, costretti alla lotta per la sopravvivenza, con il pensiero liberista del quale è portavoce il protagonista del titolo e i suoi rampolli, monopolisti e biechi conservatori. In mezzo la rassegna delle principali tappe evolutive nel mezzo della Rift Valley: il bipedismo, il passaggio dal paleolitico al neolitico, la scoperta del fuoco, i tentativi di domesticazione del cane, taciuta invece quella delle piante, la caccia, l’arco e perfino l’istituto del “matrimonio”. Interessante a questo proposito segnalare l’aborto delle prime pratiche misogine, i giovanissimi ominidi infatti, costretti dal padre a ricercare donzelle fuori dal loro gruppo, soccombono ad esse quando prima pensavano semplicemente di piegarle alla loro volontà picchiandole. Una fantasiosa parentesi che abolirebbe quella primitiva idea di primato maschile che ancora stenta a diventare un carattere recessivo. Sono state per me le pagine più divertenti, richiamando alla mente i Flinstones e la determinata Wilma alla prese con l’imbranato Fred. I prodotti tra l’altro sono pressoché coevi ma non saprei dire se correlati tra loro, sicuramente questo è meno spinto visto che la modernità è richiamata solo negli schemi mentali, nelle categorie di pensiero e non coinvolge i beni materiali come accadeva nella fortunata serie televisiva statunitense. Tutto sommato, una lettura piacevole.
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Uomini scimmia moderni
Cosa succede se mettiamo un pezzo della mentalità dell’uomo moderno nei corpi e nel contesto degli uomini scimmia del Pleistocene? La risposta potrete trovarla un questo romanzo di Roy Lewis che, sebbene forse non sia “uno dei romanzi più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni” come dice Terry Pratchett, vi strapperà comunque più di una risata e anche qualche riflessione su quelle ambiguità umane di cui probabilmente non ci libereremo nemmeno nel corso di decine di ere geologiche.
Il tutto si focalizza sulla figura, per l’appunto, del più grande uomo scimmia del Pleistocene: padre del nostro narratore e protagonista e che potrebbe incarnare la figura moderna dello scienziato, così come gli altri personaggi sono un pò i precursori di altre figure che saranno il fondamento dell’epoca moderna: dal filosofo (il nostro protagonista) al militare, dal cacciatore all’addestratore di animali. È interessante e divertente vedere come figure piazzate così lontane nel tempo mostrino pensieri e modi di fare così simili a noi e vedere come la scoperta del fuoco e la sua diffusione possa accostarsi a invenzioni e pericoli moderni quali la polvere da sparo oppure, peggio ancora, il matrimonio. Ed è proprio il “grande uomo scimmia” a canalizzare l’attenzione del lettore con la sua inventiva, la sua voglia di scoprire, la sua consapevolezza che la sopravvivenza dell’uomo risiede nelle capacità cognitive e non solo nella forza bruta, spesso di molto inferiore a quella di altri animali. È infatti solo con l’ausilio della mente che l’uomo è riuscito a sfrattare orsi e tigri dalle loro caverne e a dar vita a quello che chiameremo il nostro focolare. L’uomo come lo conosciamo oggi è frutto delle sue facoltà intellettive, della sua inventiva, senza la quale probabilmente non sarebbe certo quel che è ora (coi suoi pro e i suoi contro).
Una narrazione che, dunque, porta il passato nel presente e il presente nel passato; che può permetterci di riflettere sulle origini, sul come l’uomo ha tracciato il suo percorso nei secoli dalla scoperta del fuoco ad oggi (per chi ovviamente creda nella teoria evoluzionistica), ed è effettivamente divertente.
Di certo non un capolavoro, ma comunque un romanzo godibile.
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L'evoluzione della specie secondo Lewis
Una lettura da spiaggia, una lettura leggera e divertente. Questo in sintesi, e solo apparentemente, potrebbe sembrare il giudizio su codesto romanzo che in realtà rappresenta una riflessione intelligente e assolutamente spassosa sul tema dell’evoluzione della specie. Lewis decide di raccontare le peripezie di Edward –riconosciuto come il più grande uomo scimmia del Pleistocene- e della sua numerosa famiglia composta da moglie, figli ed una miriade di altri parenti, attraverso l’uso dell’anacronismo a scopo comico, lasciando parlare in prima persona uno dei suoi figli. Edward infatti è assolutamente conscio di essere un uomo scimmia disceso dagli alberi in pieno Pleistocene (“Eravamo discesi dagli alberi, avevamo l’ascia di pietra…”) con l’obiettivo di evolversi, e nel farlo utilizza ragionamenti (“…se dobbiamo acquisire una natura capace di individuare e risolvere problemi, è inevitabile possedere una morale, una coscienza”) e approfodimenti filosofici non certo tipici della sua epoca storica (“E’ la felicità che rende la vita interessante…Neanche per sogno! Ribatté allegramente papà. Infiacchisce la felicità. Dalle tribolazioni private ti volgerai al lavoro, mettendoci nuova energia”).
Edward èal corrente che “la natura non sta necessariamente dalla parte del più forte. La natura sta dalla parte della specie che sa far valere un vantaggio tecnologico sull’altra” ed è per tale motivo che è sempre alla disperata ricerca di un vantaggio competitivo talvolta ottenuto fortuitamente o per improvvisa ispirazione. Partendo da questo presupposto Edward troverà quindi il modo di impossessarsi del fuoco come arma di difesa-offesa contro i predatori, di ottenere dimestichezza con l’uso della selce come strumento per creare armi da caccia appuntite, di migliorare le condizioni di vita proprie e della sua famiglia rifugiandosi nelle caverne ed anche di spronare i figli maschi a uscire dal focolare domestico trovando l’amore attraverso il corteggiamento di donne appartenenti ad altre tribù, in modo da favorire nuove combinazioni genetiche fuori dal clan. Tra tutte le scoperte, proprio quella relativa all’accensione del fuoco rimane forse la più importante per garantire lo sviluppo e la conservazione della specie e pone tutti quanti di fronte ad un interessante interrogativo: è più importante diffonderne la conoscenza a tutti gli ominidi, nel nome di un’esigenza superiore, come desidererebbe Edward (“Vivete come se il futuro dell’umanità dipendesse dal vostro impegno”) oppure è meglio conservare gelosamente il segreto per trarne i maggiori benefici possibili per la propria tribù, come invece vorrebbe uno dei suoi figli ? Nelle differenti visioni del problema è contenuto uno dei più grandi dilemmi sulla natura e sul comportamento umani: altruismo vs egoismo, sul quale Lewis ci suggerisce di riflettere.
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Molto divertente
La storia di una famiglia del Pleistocene raccontata da uno dei protagonisti in modo arguto ed ironico.
L'evoluzione degli uomini scimmia dalla scoperta del fuoco al modo di produrlo e governarlo, la moda, le scoperte scientifiche, la filosofia, l'amore, il baratto, tutte le piccole grandi conquiste dell'uomo scimmia vengono viste attraverso gli occhi di Ernest, figlio primogenito di Edward ovvero il più grande uomo scimmia del pleistocene. Edward è colui che non si accontenta di cacciare la preda per mangiarla ma si preoccupa di come trasportarla, di come cucinarla per non doverla masticare per giorni da cruda,che si interroga sull'evoluzione e sul fatto che l'uomo debba essere sempre curioso e alla ricerca di nuove scoperte e sfide per migliorare se stesso e la vita dei propri figli. Il tutto narrato in modo molto anacronistico , i ragazzi parlano come giovani degli anni sessanta del novecento (il libro è stato scritto nel 1960) , ci sono concetti come borghesia , governo, oscurantismo, supremazia intellettuale che certamente sono fuori tempo con gli uomini del Pleistocene ma rendono lo humor inglese del racconto ancora più divertente.
La famiglia di Edward non solo si conserva, in un'era in cui la sopravvivenza era spesso un'eccezione, ma addirittura si allarga grazie alle nuove compagne dei figli maschi, trovate in un'orda diversa da quella della famiglia, in modo da non doversi più accoppiare tra consanguinei, ennesima intuizione di Edward che intende così , dare "una rimescolata" al patrimonio genetico della famiglia , arricchendolo e stimolando allo stesso tempo i figli a non accontentarsi delle donne della loro orda, comode da sedurre, ma a doversi impegnare per corteggiare e conquistare una donna, ovviamente con le idee e i mezzi di un uomo scimmia che si esprime come un uomo (e una donna) moderni, il risultato è esilarante.
Lettura leggera ma intelligente e parecchio divertente per scoprire che molti dei pregi e dei difetti dell'uomo moderno, li abbiamo ereditati da molto lontano nel tempo.
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Divertente
Uno dei libri più spassosi che abbia mai letto.
Pieno di umorismo all'inglese, che fa più che sorridere.
Lo scrittore ci racconta le vicende di una famiglia di ominidi del Pleistocene, e del loro capofamiglia, Edward (!!!!) e delle sue scoperte all'avanguardia tipo il fuoco, le armi, il matrimonio, la dieta... ecc...
Proprio Edward è il simbolo dell'uomo moderno, curioso e geniale, che deve lottare contro l'oscurantismo e l'egoismo della sua famiglia.
Dai contrasti con i suoi figli Ernest e Oswald, nasce un'avventura tragicomica che culminerà in un finale dal sapore amaro ma ugualmente godibile.
Si legge davvero bene e velocemente, senza disdegnare numerosi momenti di ilarità.
Da leggere.
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L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Ernest, il narratore di questa storia che apre al lettore le porte dell’evoluzione della specie umana, vive in Africa con la sua famiglia, composta da genitori, zii bizzarri, fratelli e sorelle: un’ampia tribù insomma, che vive ogni giorno di caccia e di… esperimenti!
Già perché Edward, il capo di questa famiglia allargata, ha in mente una sola cosa, ovvero scoprire quante più novità possibili che possano migliorare lo stile di vita del suo gruppo. E giorno dopo giorno riesce a trovare e a inventare oggetti e agi che al giorno d’oggi sembrano del tutto superflui e normali, ma che all'epoca potevano cambiare drasticamente, in meglio, la vita giornaliera degli uomini… ancora scimmia.
Ebbene, tra le prime scoperte, ci sono quella della carne cotta, più facilmente digeribile rispetto a quella cruda, quella della pittura, della filosofia e una delle più devastanti quanto importanti novità, ovvero la scoperta del fuoco… cosa che scatenerà una serie di eventi che porterà il gruppo a spostarsi e a fare la conoscenza di vicini di territorio non proprio evoluti come loro; un incontro che segna la nascita dei primi compromessi e dei primi accordi tra uomini di razza diverse, del “se tu dai una cosa a me, io do, o non faccio una cosa a te”.
Un libricino divertente che apre gli occhi in maniera ironica sull'evoluzione dell’uomo… a dir la verità, leggendo i comportanti astrusi di questi nostri progenitori, non sembra passato tanto tempo da allora… basti pensare a quanti in passato e tutt'oggi perdano la vita a causa di funghi velenosi, o alle modalità di corteggiamento degli uomini… in questo libro una volta rincorse per chilometri e chilometri, le femmine vengono conquistate (a volte anche solo con una botta in testa, o per sfinimento), portate a casa e lì tenute a crescere i figli e a badare alla caverna….mmmm…. non mi pare niente di tanto diverso da oggi!
Un grazie particolare alla nostra Fede che mi ha regalato questo “vissuto” libro, pieno di sue scritte che mi hanno accompagnato nel corso della lettura!
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Folle e divertente.
Avete mai pensato a quanto fosse dura la vita dei poveri uomini primitivi del pleistocene? No eh? Pensate che non sia poi così interessante? Allora vi consiglio di fare la conoscenza di Edward, il più grande uomo scimmia del pleistocene, arguto e brillante, e della sua famigliola di uomini scimmia, alle prese con la scoperta, tra le altre cose, del fuoco, delle armi, della cottura dei cibi e... del corteggiamento.
Un racconto molto british con molte trovate geniali ( non se ha fatto lo stesso effetto anche agli altri, ma a me ha ricordato molto da vicino l'umorismo alla Monty Python ) satirico e divertente offre anche molti spunti per riflettere, ad esempio se il progresso debba avere o no dei limiti e se si debba per forza progredire a scapito dell'ambiente. Da segnalare la figura dello zio Vania, un uomo scimmia a metà strada fra un conservatore moderno e un incallito attivista di Greenpeace.
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Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
Geniale e divertente come pochi.
Geniale per il modo in cui viene affrontata questa tematica , che, forse,a volte, potrebbe risultare non poi così esilarante. Un libro spassoso, che farei leggere a tutti, grandi e piccini.
Tanti personaggi satiricamente espressi con lo scopo di richiamare figure che non siamo abituati a trattare in ambiti come questi. Tra conservatori, ingegneri e artisti, il divertimento è assicurato.