Il pigiama del gatto
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I get the Blues when it rains
La copertina di questa raccolta di racconti di uno degli scrittori moderni più apprezzati, almeno dal sottoscritto, è la cosa che meglio la riassume.
Questo libro è una lettura piacevole, leggera, ma come ben saprà chiunque abbia letto Bradbury, per nulla frivola.
Ogni racconto, nella sua leggerezza, ha qualcosa da lasciare, ma lo farà solo al lettore attento e scrupoloso. Dimenticate e quindi le favole dalla morale spicciola, che si delineano in quattro parole, con concetti spesso stereotipati, triti e ritriti. Bradbury non è così, è complesso, ricercato, e nasconde il suo pensiero tra le righe, come un tesoro da scovare. Ed è decisamente più soddisfacente ed efficace. Vi troverete a fronteggiare la bizzarra natura dell'essere umano, dei suoi lati positivi, dei suoi lati bui. Vi troverete a riflettere sull'unicità di alcuni momenti che compongono la nostra vita, momenti unici e irripetibili che vanno vissuti pienamente. Questo e tanto altro.
"Il pigiama del gatto", che è solo uno dei venti brevi racconti che compongono questa raccolta, non sarà memorabile come il capolavoro "Cronache marziane", ma ha comunque dei racconti memorabili da regalarvi, come "I get the Blues when it rains", che quello che ho apprezzato di più. In breve, vi consiglio assolutamente di leggere questa raccolta di racconti, leggera, spensierata, ma carica di significati. Vi innamorerete sicuramente di questo autore.
"[...] come fare le cose giuste? Nello stesso modo in cui si fanno quelle sbagliate. Lo stesso procedimento, rovesciato. Le cose sono sbagliate quando si rompe un vaso, si strappa una tenda o si lascia un libro sotto la pioggia. Si ritorna a fare le cose giuste riparando un vaso, cucendo la tenda e comprando un altro libro. Questo significa fare."
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Tanti petali fanno un fiore
Venti storie nella sua ultima raccolta pubblicata, che si debba essere affini al racconto per amare l'opera in questione e' un assioma opinabile. Io che di rado mi associo al genere, se non per puro caso , ho nutrito un piacere crescente pasteggiando con questo Bradbury.
Ecco allora quella buffa vertigine che dopo un paio di racconti ti lascia a ondeggiare su un terreno incerto, perche' non ne cogli il senso, ma e' bello ugualmente che importa abbiamo i nostri limiti.
Poi volti pagina e senti il calore che cresce da dentro, che fenomeno incredibile quando le parole scaldano davvero.
Fermi un attimo accoccolati nel passato, poi dall'altra parte del mondo dove Lui scrive quel futuro così tangibile da incalzare il presente.
Basterebbero cinque minuti per essere un gatto e guardare fuori dalla finestra, immobili, osservando in pochi metri quanto puo' essere incredibile il mondo. Indossando un pigiama quasi inutile.
Porsi domande così ovvie da non avere risposta, perche' se l'uomo bianco al sole diventa nero come puo' non impallidire la pelle dell'uomo nero all'ombra ?
Una casa accogliente e le dita per caso saltellano sui tasti di un pianoforte, con gli amici ci si scopre ancora capaci di Cantare sotto la pioggia, in una notte speciale che non ritornera'mai piu'.
Forse domani, quando ormai sara' troppo tardi, potremo fare un passo indietro nella fantascienza e salvarci la vita per un'altra trentina d'anni.
E le donne sappiano, se non c'e' altra scelta che piangere, che un abito verde risalta sulla pelle arrossata e la fa apparie piu' bella . Tanti petali in cerchio, uno accanto all'altro, fanno proprio un fiore.
Oggi di questo bel libro non posso che scriverne così, con affetto e telepatia e come viene viene, se qualcosa e' insolito non dobbiamo per forza ammazzarlo, intendeva Ray.
Buona lettura.
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Il lascito degno di un grande autore.
Finora inedita in Italia, “Il pigiama del gatto” è l’ultima raccolta in vita di uno degli autori più geniali presenti sul panorama letterario. Costituita da 20 storie, a cui si sommano un prologo ed un epilogo; l’opera si caratterizza per l’inconfondibile penna di Bradbury che se da un lato rende omaggio agli autori che da sempre l’hanno ispirato quali Fitzgerald, Poe, Wilde o Melville, dall’altro trascina il lettore nel suo policromatico mondo, un universo fatto di amicizie, paure, panico, delusioni, viaggi nel tempo, amori perduti, incompresi e ritrovati, artisti tanto improbabili quanto sottovalutati resi celebri da inaspettati colpi di scena, senatori ubriachi capaci di giocarsi uno stato dopo l’altro degli Stati Uniti D’America in un casinò indiano, femmes fatales ammaliatrici di emofiliaci scrupolosi in tutto tranne che sul versante femminile. E così tra una pagina e l’altra l’opera si fa divorare rapendo lo sconosciuto avventuriero che si incammina sul sentiero di promesse delineato da Bradbury.
Ciascun racconto ha una sua morale, lo scrittore nell’introduzione ci narra come questi siano stati concepiti, qual è stata la molla che ha ispirato il “demone” inchiodandolo alla scrivania fintanto che la redazione quei pensieri non fosse indelebilmente trascritta su carta. Sono stata colpita in modo diverso da ogni racconto, alcuni quali ad esempio “Crisalide” o ancora “Il completista” sono lo specchio della realtà di ieri e di oggi e Bradbury non erra quando suggerisce al lettore di mettere a confronto i due scritti, “Il pigiama del gatto” è di una delicatezza e di una dolcezza infinita che si esprime con tutta la sua folgorante forza soprattutto sul finale, con “l’isola” le paure e le fobie umane sono messe in luce con ogni sfumatura ed ogni paradosso, in “Ci comporteremo normalmente” la Susan del passato si ritrova a far i conti con il Ray del presente e il timore interiore di diventare l’uomo non sperato.
Un’opera di indubbio valore, che si esprime indelebilmente grazie alla sua semplicità.