Il mondo nuovo
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Fantastico!
Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è un romanzo dall'inesausta forza profetica ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Al romanzo seguono la prefazione all'edizione 1946 del "Mondo nuovo" e la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958), nelle quali Huxley tornò a esaminare le proprie intuizioni alla luce degli avvenimenti dei decenni centrali del novecento. Con una nota di Alessandro Maurini.
Huxley nel Mondo Nuovo pronostica una distopia basata sulla droga, tema per il quale dovevamo leggere un libro come bonus in aggiunta ai 12 della challenge Fantadistochallenge, che ahimè, sta per giungere al suo epilogo con l'ultimo libro in lettura ad agosto.
Il fine ultimo è la pace perpetua sul mondo garantita da un mega-stato globale e basato sull’indifferenza della storia grazie al culto dell’efficienza immediata e del piacere sessuale. Queste cose non erano cose negative e se fossero state gestite con scaltrezza potevano essere buone per un eventuale futuro.
Nel "mondo nuovo" i bambini vengono creati in appositi centri di fecondazione; gli individui sono tutti sterilizzati ed i rapporti sessuali avvengono fin dalla giovinezza, senza restrizioni, perché vige la libertà completa. Come in 1984 di Orwell c'è l'uso di frasi martellanti di propaganda, inculcate ad ogni essere umano durante il sonno le leggi morali vengono imposte a ciascuno nel sonno. Non esiste dolore perché viene inibito tramite l'uso del soma, una droga emozionale; un mondo dove i vecchi sembrano giovani fino a sessant’anni, e poi, in seguito vanno a morire in appositi centri. Ossessione per la pulizia, della sterilizzazione e dell’igiene come nelle dittature.
Le similitudini con 1984 continuano con tutto un programma di parole eliminate dal linguaggio comune (padre e madre per esempio) perché risultano come parole contro la società, sovversive ed antiquate.
I due personaggi più importanti della storia sono Lenina, una giovane ragazza che è stata educata nella società del Mondo Nuovo, e John, soprannominato “Selvaggio”, cresciuto in una riserva in cui erano segregate delle tribù organizzate come da tradizione. Lenina è una fedele adepta del Mondo Nuovo, segue pedissequamente tutti i precetti del Mondo Nuovo mentre John, viceversa, quando da adulto scopre il Mondo Nuovo che pensava favolistico ne è colpito negativamente e disgustato. Lenina quando incontra John prova, per la prima volta in vita sua, qualcosa di molto simile all’amore.
C'è qualcosa in questo romanzo che lo rende quasi un libro profetico, forse ancora di più di 1984 di Orwell e questo qualcosa è, secondo me, l’aver colto esattamente l’ideologia che oggi vediamo prosperare e che vorrebbe impossessarsi della vita e del modo di pensare di tutti noi. Parliamo dell’idea di eliminare, tramite un processo di semplificazione ogni forma di dolore, di sacrificio e vivere di solo piacere facilmente accessibile da chiunque.
Un libro che mi ha fatto molto pensare e che finisce tra i miei preferiti anche se scritto in maniera un po' arcaica per i miei gusti. Però non posso fare a meno di consigliarlo e di sollevare il velo immaginario, 60 anni dopo essere stato scritto da Huxley, che vogliono imporci certi governatori che parlano "alla pancia degli elettori".
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Una lezione per il futuro
Cosa succederebbe se il mondo fosse governato esclusivamente da un’idea positiva di utilitarismo? La risposta è nella distopia di Aldous Huxley, intitolata “Il nuovo mondo”.
Il nuovo mondo, fotografato dall’autore nell’anno 632 dell’era di Ford (circa il 2540 secondo il nostro calendario e calcolato a partire dalla invenzione da parte di Ford, della catena di montaggio), sarebbe improntato ad un bieco controllo delle masse, ad una produttività industriale fine a se stessa, a soddisfare bisogni creati ad hoc per garantire un’effimera felicità. Il tutto però, ottenuto rinunciando ai sentimenti, alle passioni, alla vita. In questo futuristico e futuribile mondo, gli esseri umani vengono generati in provetta, in tante caste, ognuna delle quali creata con una propria ricetta: la casta degli alfa, tarata su un livello massimale di intelligenza, destinata a ricoprire incarichi di alto rango, e poi a seguire i beta, i gamma, i delta ed infine gli epsilon, la bassa manovalanza, la carne da macello per le catene di montaggio, caratterizzati da una scarsa intelligenza ed addestrati a svolgere meccanicamente un solo lavoro: quello che li accompagnerà per tutta la vita. Ogni individuo è tarato per avere un certo livello di comprensione del mondo, una certa capacità lavorativa e vive un’esistenza felice dove gli viene fornito ciò di cui ha bisogno. Per arrivare a questo il governo si serve di un fine meccanismo di indottrinamento passivo, di stampo pavloviano, che inizia dal concepimento e si porta avanti fino alla morte.
In questo mondo non esistono malattie e si muore per raggiunti limiti di età, quando non si è più in grado di lavorare, in strutture protette per overdose di una droga di stato, il soma, che viene utilizzata per surrogare la felicità e l’adrenalina delle emozioni.
Ma a che prezzo tutto ciò? Al prezzo dei sentimenti, della religione, dell’amore, dei rapporti di parentela, della poesia che rende ogni vita degna di essere vissuta.
Personaggi cardinali di questo romanzo sono Bernardo Marx ed il Selvaggio. Il primo è il classico uomo del nuovo mondo, nato in provetta, addestrato fin dalla nascita, ma nel cui comportamento si nota qualche crepa: dicono che qualcosa sia andato male nel corso della sua embriogenesi. Il secondo, nato in una riserva, una delle aree del mondo tenute ancora conservate per finalità scientifiche cosi come il vecchio mondo, dove si nasce ancora in maniera naturale e non si vive secondo i novelli dettami dell’ordine mondiale. Quest’ultimo portato da Bernardo Marx nel mondo civile, non riesce ad adattarvisi: si innamora, ricambiato, di una giovane donna di nome Linda. Ma un muro di incomunicabilità si erge fra le due parti, portando ad un tragico finale.
Un romanzo potente, evocativo, che fa pensare molto su alcuni possibili sviluppi di una società, la nostra, che sempre più vede nelle ideologie propugnate tout court, nel capitalismo sfrenato e nella ricerca del profitto i nuovi cardini. Una lezione per il futuro, proprio come nel solco dei più famosi romanzi distopici
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Distopia illuminante
" Il mondo nuovo" e " ritorno al mondo nuovo" sono due libri di Huxley, il primo scritto agli albori degli anni 30 e il secondo a quelli degli anni 50. Essi sono due romanzi distopici di indubbia caratura letteraria e sono molto diversi fra loro.
"Il mondo nuovo " è un romanzo che parla di un futuro molto lontano dove regnano Super organizzazione e gerarchie che sono perfettamente rispettati da cittadini educati fin da tenerissima età a questo mondo privo di libertà, in favore di una coercizione funzionale al mantenimento del Bene supremo: l' ordine.
Mentre ne " Il mondo nuovo" viene raccontata una storia con due protagonisti, ne " ritorno al mondo nuovo" invece sono analizzate le riflessioni dell'autore che gli hanno permesso di immaginare un futuro che ci appare così lontano e distante dal nostro presente.
Il romanzo che più mi è piaciuto è il secondo, che ovviamente è inscindibile dal primo, ma mentre nel primo racconto la storia per alcuni tratti si perde anche in descrizioni irrilevanti di alcune fantasie dell' autore come il cinema olfattivo, il secondo è sconfortante per come è razionale. In " ritorno al mondo nuovo" vengono analizzati punto per punto i motivi che secondo Huxley porteranno a un futuro simile a quello da lui descritto nel primo racconto, ma in modo sorprendentemente innovativo e incredibilmente esaustivo e preciso. Ad esempio il tema della deriva autoritaria, che sembra estremamente attuale oggi, 15 maggio 2018, dove partiti populisti dal dubbio valore continuano a crescere imperiosamente, dove la popolazione subisce il fascino di un personaggio autoritario come Putin. L' autore infatti teme che l' avvento della sovrappopolazione possa portare a una riduzione della distribuzione delle risorse, causando l' insorgenza dei cittadini che tenderanno ad accusare al democrazia di colpe che essa non ha. Si sente sempre più spesso la frase: " la democrazia è sopravvalutata "; ma quali forme di governo sono migliori? Non è colpa della democrazia se i giovani non hanno davanti il roseo futuro che avevano i nostri genitori nell' ormai lontano miracolo economico che ha fatto arrivare l'Italia addirittura nel G7. Tornando al libro e abbandonando l'ingente digressione sulla situazione attuale, i due libri risultano molto scorrevoli e innovativi, nonostante riprendano una tradizione distopica a cui Huxley fa riferimenti in " ritorno al mondo nuovo". Lo stile è leggere e scarno nel secondo romanzo, e ricco di descrizioni e piuttosto pomposo in alcuni tratti nel primo.
In conclusione ho visto " il mondo nuovo" come una breccia nel mio pensiero e " ritorno al mondo nuovo" come un libro illuminante, meraviglioso nei contenutiI e nel messaggio, in pratica una vera e propria chiacchierata con l' autore, più maturo a 20 anni di distanza dalla stesura del suo primo romanzo e brillantemente lucido nelle sue riflessioni.
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"Fahrenheit 451" di Bradbury
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L'utopia del consumismo
Tra i maestri della distopia novecentesca, Huxley è stato di certo uno dei più visionari e lungimiranti: romanzi come “1984” nascono dall’esperienza drammatica della Seconda Guerra Mondiale e ne sono quasi una trasposizione su carta, mentre “Il mondo nuovo” già agli inizi degli anni ’30 delineava un governo totalitario in grado di plagiare le menti delle masse per mutarle in un mero strumento da utilizzare per i propri fini.
Di base, la realtà creata da Huxley ha tutti i presupporti per essere un’utopia anziché una distopia; infatti l’intero pianeta è unito in un solo Stato sovrano e ciò ha portato alla fine di ogni conflitto. La perfezione di questo mondo non si limita all’assenza della guerra, ma si basa soprattutto sul benessere personale dei singoli individui, che qui vivono seguendo con rigore il dogma del “carpe diem” e, senza pensare con rimorso al passato o con aspettativa al futuro, si godono al massimo un presente in cui lo Stato da un lato incoraggia la promiscuità sessuale e dall’altro fornisce gratuitamente una droga innocua che permette di sopportare la vita quotidiana.
Partendo da siffatte premesse, il mondo nuovo sembra in fondo perfettamente vivibile, ma subito al lettore viene presentato l’altro lato di questa società idilliaca: gli individui non vengono più partoriti e cresciuti nelle famiglie, bensì creati nei laboratori governativi (addirittura clonati, al fine di ottenere un domani gruppi di lavoratori perfettamente sincronizzati) e poi condizionati per tutta l’infanzia per farne adulti pronti a svolgere il loro ruolo nel mondo, sia come manodopera già predisposta ad una certa attività sia come consumatori. Lo Stato si trova così a governare degli individui dei quali, sulla carta, soddisfa ogni desiderio, ma che in realtà desiderano soltanto ciò che possono ottenere o a cui sono destinati.
Oltre agli evidenti intenti di critica e riflessione, il romanzo possiede anche una trama strutturata, seppur messa in secondo piano; si tratta di una vicenda narrata in modo corale, scelta che rende quasi tutti i personaggi dei (potenziali) protagonisti. Il filone principale riguarda il Selvaggio John che, dalla riserva in cui lo Stato permette la sopravvivenza di alcune persone che ancora vivono “alla vecchia maniera”, giunge nella futuristica Inghilterra; forse è proprio nel confronto con i selvaggi che la meccanicità dei nuovi mondani si evidenzia in modo più accentuato, specie quanto questi ultimi ripetono in modo robotico delle frasi apprese grazie all’ipnopedia.
Tra i personaggi, Linda è di certo quella che più colpisce il lettore per la sua storia tragica e per il modo in cui ne parla, tanto da provare il suo stesso senso di angoscia al pensiero di trovarsi soli e completamente isolati dalla sola e confortante realtà conosciuta. Decisamente più arduo è empatizzare con Bernard: se da un lato è inevitabile provare pena per chi è vittima della sfortuna, dall’altro il suo carattere strafottente e al contempo pavido lo rende odioso.
Uno degli aspetti più peculiari del mondo nuovo è sicuramente il ribaltamento riguardo al senso del pudore: ad esempio, i bambini sono spinti alla pratica del cosiddetti giochi eroticim mentre è considerato molto imbarazzante parlare delle figure dei genitori.
Lo stile dell’autore è scorrevole e dinamico, e tale si mantiene anche nei saggi che compongono “Ritorno al mondo nuovo”.
Ad alcuni anni di distanza infatti, Huxley riprende quanto narrato nel suo romanzo e lo confronta con la sua realtà contemporanea, trovandovi ben più somiglianze di quante se ne attendesse all’epoca della stesura. Da questo paragone nasce una serie di saggi brevi e semplificati, ma non per questo incapaci di far riflettere e validi ancor oggi, specie quando toccano il tema del condizionamento causato dai mass-media, capaci come e meglio dell’ipnopedia di persuadere l’individuo ad un determinato acquisto.
Essendo stati scritti dopo il conflitto mondiale, i saggi risultano in gran parte pessimistici sul futuro dell’umanità, e non mancano parecchie stoccate all’indirizzo di Orwell e del suo “1984”, a detta di Huxley meno vicino alla realtà della sua opera.
A mio avviso, con i suoi saggi, lo scrittore intendeva comunicare un forte appello affinché la libertà di pensiero venga concessa a tutti.
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Brave New World
Descrivere uno dei libri che mi ha colpito di più nell'ultimo anno...difficile!
Non mi allungherò nelle descrizioni dettagliate, penso che chi si avvicini a questo libro sappia già trama e rischi e pericoli a cui si va incontro.
Recensisco questo libro con le sensazioni che mi ha dato: stupore. Questo per il fatto che il libro è stato scritto nel 1932 ma potrebbe benissimo essere un libro attuale. Huxley inventa un mondo futuro in cui tutto è controllato e niente è affidato al caso, ogni essere ha il suo compito e nessuno può fare di più o di meno. Le persone sono controllate sin dalla nascita dalla "felicità" ossia il condizionamento cioè il controllo delle pulsioni e dei desideri.
E' complicato poi dare un ordine ai miei pensieri al riguardo. Ammiro quest'opera perchè racconta di un futuro plausibile, anzi leggendo con un certo rammarico mi rendo conto che su qualcosa già ci possiamo rispecchiare. Anche l'autore stesso a volte sembra quasi rattristato da quello che descrive, forse sintomo di una consapevolezza? Io voglio pensarla così.
Amo questo libro perchè non ha peli sulla lingua, è tutto li davanti ai nostri occhi, non ci sono sotterfugi, quasi a dire: ecco signori il mondo che sarà, ve lo servo su un piatto d'argento, adesso che lo sapete cosa succederà?" ma credo che Huxley avesse già la risposta 83 anni fa: niente. Sì perchè il genere umano è destinato a ripetere i propri errori.
Una luce di speranza brilla in qualche protagonista, soprattutto nel Selvaggio che arriva da una delle poche riserve rimaste, cioè luoghi in cui gli uomini non sono ancora controllati ma vivono come i primitivi. Egli è attratto dal mondo nuovo che scopre ma ne è anche disgustato. Mi è piaciuto come personaggio anche se forse ci si può rispecchiare di più in Bernardo Max, ragazzo che fa parte della società ma non riesce totalmente a essere felice (dicono che ci sia un difetto in lui) e si dilunga in discussioni con Mustapha Mond, uno dei governatori mondiali che ascolta le sue perplessità. C'è da dire che forse Bernardo rappresenta quella parte di noi popolo di questa Terra che si rende conto dell'andamento delle cose ma non ha la forza/voglia di cambiarle e che poi soccombe alla grottesca vita programmata.
Il finale del libro mi è piaciuto da morire. Azzeccato, freddo e perfetto. Non poteva finire in altri modi secondo me. Ho amato questo libro dall'inizio alla fine anche se ho notato dei difetti che potrebbero scoraggiare dei lettori tipo i dialoghi lunghi che spezzano la trama o anche semplicemente il fatto che se ci si pensa bene potrebbe mettere ansia il pensiero di un futuro ipotetico così simile al nostro.
Il bello della versione che ho acquistato io è che poi alla fine c'è Il ritorno al mondo nuovo che è una ripresa dei temi da lui affrontati nel libro precendente dopo circa 20 anni, nel 1958, e l'autore credo espirma una grande preoccupazione nel vedere che le sue ipotesi si stavano già avvicinando alla realtà.
Il mondo nuovo è un gran libro che potrebbe aprire gli occhi a tutti, io lo consiglio sempre a tutti. Leggetelo!
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A Perfect Day?
ldous Huxley – Il Mondo Nuovo – 1932
Distopico.
Non si può recensire questo libro se non si dice "distopico".
Ebbene, l'abbiamo detto.
Non pascolo abitualmente i verdi prati della fantascienza – almeno quella libraria – senza motivi reali, a dire la verità. Credo che semplicemente non capiti.
Come non è capitato di leggere questo libro prima.
All'esame di Storia Moderna, primo anno di Lettere, il professore propose la lettura di questo romanzo per il corso monografico. Io poi cambiai piano di studi e diedi Medievale. Non certo per colpa di Huxley o del docente di Moderna. Capitò e basta.
Ci ho ripensato quando Lenina, distratta dalle sue pene "d'amore", commette un errore e 22 anni dopo un povero innocente muore di malattia del sonno.
Parlando di questo libro non posso fare a meno di confrontarlo con 1984 di Orwell.
In entrambe le società immaginate dagli autori si esercita un controllo totale sulle persone, ma, mentre in 1984, esso si basa sulla repressione, nel lavoro di Huxley il controllo si esplica attraverso… la felicità.
La società produce gli individui di cui ha bisogno (intelligenti, mediamente intelligenti, stupidi, molto stupidi) e per ognuno fabbrica una vita "felice"; con un lavoro commisurato alle proprie capacità e necessario alla comunità e divertimenti e svaghi commisurati al valore intellettivo.
Ogni individuo appartiene ad una categoria (definiti dalle lettere dell'alfabeto greco) e ogni cittadino, ama le cose adatte alla propria categoria, ha un lavoro adatto alla propria categoria e svaghi adeguati alla propria categoria.
Ma come si determinano le categorie?
Nella società "distopica" del Mondo Nuovo, ovviamente, non si fanno cose rozze come sesso e bambini, quindi gli individui vengono prodotti in serie alla bisogna.
E vengono prodotti scientemente alcuni molto intelligenti, altri meno, altri per niente, mediante manipolazioni chimiche degli embrioni.
Ma come mai nessuno vuole "passare" di categoria e tutti sono "felici" della propria?
Tramite il "condizionamento".
Fin dalla "nascita" i bambini (stavo per virgolettare anche loro) vengono condizionati ad amare certe cose e ad odiarne altre (gli "alfa" ameranno i divertimenti costosi, le cose nuove ed odieranno aggiustare le cose vecchie e similia).
Tutti vengono condizionati a non temere la morte, ad aborrire il sesso, a considerare "madre" e "padre" insulti etc.
E se, in tutto questo, spunta comunque un po' di tristezza, nessun problema, perché c'è il Soma.
Che è una sorta di sostanza stupefacente che fa stare bene, apparentemente senza effetti collaterali. O meglio, senza gli effetti collaterali che siamo soliti attribuire alle sostanze psicotrope.
Il consumo di Soma, naturalmente è attentamente calibrato e ogni categoria umana ha diritto solo ad una quantità precisa, che viene distribuita gratuitamente e giornalmente.
Il plot si sviluppa attraverso due/tre "intoppi" al mirabile programma.
Gli intoppi sono Bernardo Marx, Helmholtz Watson e il Selvaggio.
I primi due sono elementi della società "moderna", nati in provetta e condizionati dalla nascita, ma per motivi incerti provano una sorta di inquietudine che in un certo senso li porta a farsi domande e a cercare risposte (probabilmente qualcosa non ha funzionato nel loro condizionamento o nei trattamenti subiti da embrioni).
Il "Selvaggio", invece, è un essere umano nato in una "riserva" (luoghi dove gli umani "evoluti" tengono – in relativa libertà – quelli "primitivi") e che quindi ha una madre, una religione e similia.
Quando Bernardo visita la riserva conosce il Selvaggio e sua madre Linda (lei invece evoluta e pure Alfa o Beta, abbandonata lì molti anni prima) e decide di portarli con sé nella "civiltà".
Mentre Linda riprende serenamente ad "impasticcarsi" di Soma e muore quasi completamente sprofondata nell'oblio, il figlio cerca di integrarsi, ma non ci riesce, fino al tragico epilogo.
Si innamora della povera Lenina, che lo ricambia, ma che – ovviamente – non lo capisce (e i loro dialoghi amorosi, sono fin teneri nel loro essere surreali), perché non può comprendere la gelosia, e le fisime dell'uomo (onestamente in alcuni punti mi è sembrato di capire più lei di lui e questo è un segnale che serbo nel cuore con una certa apprensione).
La parte più notevole e – per me – più faticosa del libro è il colloquio, quasi alla fine, fra il Selvaggio e il capo supremo [fra parentesi è il motivo del "3" allo stile. Huxley, molto spesso, mette da parte la narrazione - che è abbastanza un pretesto - per spiegare la sua "visionaria" (?) società del futuro. Naturalmente ciò è volontario e funzionale al suo obiettivo, che non è quello di scrivere una storia, ma di illustrare una "distopia". Nonostante ciò, queste parti, in cui la vicenda dei personaggi viene un po' "cacciata a forza", personalmente le ho trovate piuttosto faticose da leggere].
Questi risponde a tutte le domande del Selvaggio, e, nel farlo, illustra la nascita e l'evoluzione del "mondo nuovo". Di come sia un errore pensare che una società di sole persone molto intelligenti sarebbe migliore (un esperimento – disastroso - è stato fatto). Di come non sia il caso di riporre troppa fiducia nella scienza. Né, in fondo, nell'essere umano. Che è portato a mettere se stesso davanti alla comunità e che ciò è sbagliato (e chi è Trekkie o Trekker dentro non ha potuto fare a meno di fare un pensierino a Spock).
Forse la cosa più disturbante di tutte, per me, è stata trovarmi a pensare che il tipo di società di "Mondo Nuovo" non è priva di aspetti positivi che si accompagnano a quelli agghiaccianti, va detto.
Di certo è dimostrato che il rinforzo positivo è più efficace della punizione in termini educativi (un essere umano messo di fronte ad un compito qualsiasi lo svolgerà meglio se al termine avrà una ricompensa – tipo cento euro – piuttosto che una punizione – tipo una bastonata in testa) e l'obiettivo del "mondo nuovo" è proprio quello di creare felicità per tutti, eliminando i problemi, lo stress, la fatica, la paura e l'incertezza.
Tutto al "modico" prezzo di una certa eclissi di coscienza, individualità, sentimenti.
Forse una delle cose più tristi della società attuale è far pensare per un attimo, che non sarebbe poi tanto male.
Meno male che Huxley, però, costruisce tutta la teoria sul fatto che l'uomo sia fondamentalmente ed irrimediabilmente malvagio.
E a questo – per fortuna – non riesco proprio a credere.
Colonna Sonora: Perfect Day – Lou Reed.
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Cose fuori dal mondo
“Il mondo nuovo”, opera dello scrittore inglese Aldous Huxley, è il capostipite dei romanzi distopici, romanzi cioè che immaginano la società umana così come sarà in un futuro più o meno prossimo, con una visione alquanto pessimista circa il tipo di società che ci attende.
L'umanità qui descritta è in apparenza felice, libera dal bisogno, in pace.
La vita scorre tranquilla, preordinata, programmata per tempo, ciascuno ha il suo ruolo codificato, ciascuno è un membro con un compito e un valore ben definito, svolge una specifica mansione precisamente collocata nell’ingranaggio che gestisce l’intera società, lo stato stesso assicura sempre e comunque la felicità del singolo, all’occorrenza interviene prontamente somministrando elisir che garantiscono serenità e libertà da ogni preoccupazione.
In realtà “Il mondo nuovo” è una società sottilmente infelice, è un mondo privo di libero arbitrio, di sentimento, di amore; in definitiva, è certamente una società terrificante.
Esso è un mondo di pulsioni sessuali, ma non d’innamoramento e amore, è un mondo di unioni preordinate, ma non di famiglia, è un mondo molto tecnologico, ma non di arte, di lettere, neanche di scienza, perché la scienza ha un’etica, una filosofia, una cultura, la tecnologia ha solo fredde metodiche.
E’ un mondo che ha cura degli embrioni, che cura e seleziona per un risultato ottimale, ma non è un mondo di bambini e genitori.
Tutta la prima parte del libro è dedicata alla descrizione di questo mondo nuovo, i cui caratteri Huxley ha creato plasmando quanto di peggio la sua epoca effettivamente ha offerto.
Infatti, a quel tempo era in auge la metodica lavorativa di Henry Ford, creatore dell’omonima fabbrica di autovetture, non solo, ma creatore anche di un nuovo metodo di lavoro, la nota “catena di montaggio”. Com’è noto, con questo sistema l’operaio assembla pezzi e opera solo in uno stadio predeterminato della fase di costruzione dell’autovettura, con sveltimento dei tempi di produzione e quindi un aumento del profitto da parte del padrone della fabbrica. Questo sistema però provoca dei guasti enormi sia psichici sia fisici nella classe operaia, dando luogo tra l’altro al fenomeno dell’alienazione, poiché la ripetitività del movimento lavorativo, avulso dallo schema generale del lavoro, in quanto l’operaio neanche viene gratificato dal vedere il prodotto finito del suo lavoro, mette in moto, a lungo andare, a dei veri sconvolgimenti nel fisico e nell’animo dell’addetto alla catena di montaggio.
Nel mondo nuovo, invece, la catena di montaggio è la prassi ideale per tutto, a partire dal concepimento degli embrioni, che opportunamente modificati selezioneranno dal principio della vita gli individui distinti nelle varie classi in cui è rigidamente costituita la nuova società.
Tanto Ford, e il suo sistema, è tenuto di gran conto, che egli è idolatrato, e poiché applicò il suo sistema per primo alla produzione dell’autovettura “T”, questo segno ha addirittura sostituito la croce cristiana, amputando il braccio superiore verticale della croce, e finanche lo scorrere del tempo è indicato con “anno FORD” seguito da un numero che indica quanti anni sono passati dall’ avvento della catena di montaggio, insomma una specie di spartiacque come il nostro prima e dopo di Cristo.
Il fine ultimo è garantire un’uniformità d’individui e comportamenti rigorosamente prestabiliti, per cui facilmente controllabili, e ogni deviazione dalle regole rappresenta un errore di sistema anziché un valore di diversità.
Perciò la memoria storica è azzerata, per evitare spunti di riflessione: tutti, tranne i capi, sanno solo che prima esistevano solo caos e barbarie, ora, grazie ai capi, esistono l’ordine e la vera vita.
Il dio Ford è volutamente confuso con Freud, al punto che i bambini sono spinti a sfogare le loro pulsioni sessuali per evitare che da adulti si affezionino, e scelgano, un proprio compagno: la libera scelta, l’amore, in tal modo è negata precocemente a scopo preventivo, perché grave elemento di turbativa. Anche la procreazione è stata rigidamente sottoposta alle regole della catena di montaggio. Si concepisce e si porta il prodotto del concepimento in fabbriche, dove lo sviluppo si completa in maniera extrauterina, e quindi non più attraverso un corso naturale di crescita a seguito di un libero atto affettivo di procreazione, non esistono più madri, padri, fratelli, famiglie, ognuno appartiene a tutti, e quindi a nessuno, se non allo stato.
In questo modo è facile selezionare gli individui da suddividere in caste, identificate con le lettere dell’alfabeto greco, casta alfa, beta, gamma, ecc. via via a scendere fino ai gradini più bassi della scala sociale, quelle inferiori distinte dalle superiori modificando il quoziente di sviluppo ottenuto variando la percentuale di alimento e ossigeno concessa agli embrioni.
Si selezionano gli individui secondo le categorie e le mansioni cui sono destinati, attraverso un vero e proprio processo di costruzione dei membri del mondo nuovo, che avviene come in una vera e propria catena di montaggio.
Ogni nascita fuori dagli schemi è proibita, scoraggiata da pratiche contraccettive inculcate con l’educazione, in pratica è una società fondata sul sesso senza amore, sulla materia senza sentimento, sulle fredde rigide regole tecnologiche riproduttive anziché sull’affettività e sulla fantasia.
Poiché nessuno si lamenti o provi a opporsi a questo rigido inquadramento, tutti sono sottoposti a condizionamento mentale, anziché educare si usa plasmare, manipolare, con l’uso di varie metodiche di sottile influenza, come per esempio l’adozione obbligatoria di divise di diversi colori a sancire e rendere piacevole e orgogliosa l’appartenenza ad un gruppo anziché un altro.
Se proprio qualcuno dissente, si sente ancora diverso, costretto, privo di scelta, se il tutto gli appare per quello che è, una tragica coercizione dittatoriale, e perciò è triste e infelice, soffre per la libertà negatagli, allora lo stato prontamente interviene somministrando il soma, una potente droga antidepressiva, che riduce alla docilità l’infelice, restituendogli una parvenza soddisfatta: ma appunto, il soma è solo un’altra arma di subdolo controllo delle masse, a discapito del singolo.
Nel complesso, quindi, in definitiva, questo nuovo mondo appare nuovo solo perché è ben controllato, si tiene strettamente sotto controllo ogni deviazione dalla regola, ogni anelito di libertà, ogni tentativo di pensare con la propria testa ed estrinsecare i propri sentimenti: né più né meno, solo in maniera più perfezionata tecnologicamente, di quanto già non facessero i regimi assolutistici del passato. E’ un mondo facilmente ben controllato perché vive nell’ignoranza, ignora il passato, le esperienze precedenti, e quindi i pensieri diversi, le opinioni discordanti o le proprie personali valutazioni su ciò che è giusto o ciò che è sbagliato, per quanto originali possano apparire, da sempre l’ignoranza è un’arma di controllo delle masse, lo strumento preferito dai dittatori per controllare i dissidenti. Il mondo nuovo è un mondo rigorosamente schedato, suddiviso in caste dai limiti invalicabili, ciascuno fortemente condizionato a rimanere nel proprio recinto, cosicché è un mondo dove non esiste l’amico, il fratello, il papà, la mamma, la famiglia, e quindi manca il dialogo, il confronto, lo scambio, che sono l’humus su cui può crescere una riflessione, un dubbio, un impulso qualsiasi che spinga a ricercare se la vita non possa, e non debba, essere altro fuori dagli schemi, qualcosa di diverso, in una parola lo schematismo e l’irreggimento delle masse è solo uno strumento di limitazione della libertà individuale. Dove manca la libertà subentra l’infelicità, ma ecco intervenire come detto il soma che sì, galvanizza e rende placido l’individuo, ma è una droga, è un paradiso artificiale, è un surrogato, non dà la felicità, come per i tossici moderni la droga serve solo a posporre, a negare la realtà, rendendola tanto felice quanto fittizia.
Naturalmente, non tutte le ciambelle riescono col buco.
Della serie, il diavolo fa le pentole e non i coperchi, anche nel mondo nuovo esiste una pecca, un angolo oscuro, un luogo diverso popolato da diversi.
Per ironia della sorte, un angolo di mondo creato dagli stessi che hanno creato il perfetto mondo nuovo. Esiste, infatti, una regione del pianeta volutamente conservata così com’era prima dell’epoca d’instaurazione del nuovo ordine mondiale costituito.
Lasciata, diciamo così incontaminata, un po’ per motivi pratici, per risparmi economici e logistici, essa è una zona potremmo definire selvaggia, non civilizzata, l’equivalente di certi angoli inesplorati della foresta amazzonica dei giorni nostri.
Alla fine ha finito per rappresentare un’attrazione turistica, un parco zoologico, dove è possibile incontrare i primitivi nativi, che vivono come in una riserva indiana, con uno stile di vita “selvaggio”, come si viveva in epoca pre-moderna.
E qui vive il vero protagonista del romanzo, John, l’elemento “disturbatore” dello stile di vita “ideale” del mondo nuovo, che è figlio di due abitanti del mondo “fuori” della riserva, il papà anzi è un mammasantissima del sistema. Educato in questa riserva ai valori degli antichi indiani d’America e del moderno Cristianesimo, ha quindi tutto un altro modo di pensare e di vedere le cose. Non solo, ma ha anche appreso l’arte di leggere, e ha potuto crearsi una propria cultura sulle opere di Shakespeare, rinvenute nella riserva e scampate miracolosamente alla distruzione dei libri operata parecchio tempo addietro per ordine dei vertici del mondo nuovo in perfetto stile “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. Non c’è niente da fare, cambiano tempi e luoghi, ma il potere proprio assolutistico non digerisce libri, cultura e conseguente libero pensiero.
Il mondo nuovo è una società impeccabile, ordinata, perfetta, senza dubbio, ma questa perfezione ha un prezzo, molto salato: nessuno è libero. La libertà non assicura ordine ma varietà, sentimento, fantasia; l’assolutismo invece pretende rigore, dedizione cieca e assoluta, obbedienza, e in cambio tiene conto di tutto, tutto quanto serve all’individuo, affrancandolo anche dalla fatica di pensare con la propria testa. John è un “selvaggio”, e come tale imperfetto, ha un’esistenza tribolata, non ha né può avere certezze assolute come un qualsiasi abitante del mondo nuovo, e pur essendo mosso da un insano desiderio di appartenere anch’egli a quel sistema, poiché si è irrazionalmente innamorato di un’abitante del mondo nuovo, non riesce, nemmeno può, dato la sua educazione, concepire un simile stile di vita, che letteralmente lo spaventa.
Il suo cuore di uomo di una volta, il suo pensiero “antico” gli suggerisce che la felicità di quel mondo non è reale, è finta, è apparenza, è artificio, nulla ha a che fare con il genuino sapore di una vita non “nuova, ma certamente libera.
“Il mondo nuovo” di Aldous Huxley è un bel libro, e quanto mai attuale.
Mai come oggi l’individuo è letteralmente bombardato da influenze, sottili o meno; e a questi condizionamenti possiamo ancora sottrarci con la cultura, con il pensiero, con i libri.
Almeno fin quanto qualcuno non deciderà di farli sparire, in perfetto stile “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury.
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Un mondo che affascina terribilmente
Studiando Biologia all'università, mi sono sentito particolarmente attratto leggendo questo libro, che in un certo senso mi ha spaccato in due, la parte della scienza, della razionalità da una parte e il lato "umano", emozionale dall'altra. Dico questo perché nel libro sono praticamente affrontati molti temi che si ritrovano nella bioetica moderna: Il concetto di razza umana, l'eugenetica (manipolazione genetica al fine di migliorare fisicamente l'uomo), clonazione, procreazione in vitro, sono solo alcuni dei temi oggi ampiamente dibattuti che Huxley ha utilizzato per dare forma alla nuova società.
Il romanzo è ambientato nell'anno 632 d.F. (d.F. sta "di Ford") che corrisponde all'anno 2540 della nostra era. E' proprio sul modello di Ford che l'intera società moderna è basata, in un mondo dove i principi della produzione in serie sono rigidamente applicati anche nella creazione di umani, che non avviene più per fecondazione interna e parto naturale, ma per fecondazione in vitro, dove spermatozoi fecondano ovuli in provetta, che grazie a speciali tecniche di laboratorio e sostanze biochimiche come ormoni sintetici, permette lo sviluppo di embrioni sani. La cosa interessante di questo processo è che da un ovulo maturo fecondato, tramite un processo chiamato dall'autore "processo Bokanovsky", l'ovulo fecondato può germogliare e dare vita a un gruppo da 8 a 96 embrioni ! tutti identici tra loro.
Questo processo di creazione avviene dentro una vera e propria fabbrica dove i principi della costruzione in serie sono applicati alla lettera e metro dopo metro nuovi bambini prendono vita.
Tutte le persone sono divise in caste, ma non si tratta di caste come possono essere le caste antiche tipo "schiavi, cittadini liberi,nobili ecc..." ma le persone che fanno parte di ciascuna casta sono biologicamente diverse tra loro, la casta alfa è la casta del comando quindi le persone sono perfette le caste beta e gamma sono quelle amministrative, mentre quelle delta ed epsilon sono le caste più basse e fisicamente di bassa statura e di scarsa intelligenza.
In questo mondo tutti sono felici, o almeno sono tutti convinti di essere felici, grazie alla colossale opera di condizionamento psicologico che i bambini dovevano subire tutti giorni: ad esempio la classe delta deve solo lavorare ? i bambini delta sono condizionati ad odiare i libri e i fiori, cosi non perderanno tempo a studiare o passare del tempo all'aria aperta da grandi. Tutto è calcolato a minimo dettaglio, ogni piccolo ingranaggio del grande meccanismo della società deve combinarsi con un altro e un altro ancora per dare vita alla società perfetta, dove non ci sono malattie, dove tutti sono felici, dove nemmeno la vecchiaia esiste, si muore a 66 anni ma con il corpo di un 30 enne e per di più nessuno ha paura della morte (perché tutti da bambini visitavano il centro dove la gente moriva --> condizionamento), e per i piccoli problemi quotidiani o per divertirsi un po c'è sempre il "soma" una droga che fa viaggiare e dimenticare.
Ah un altra cosa che mi sono dimenticato di dire, è che in questa società tutto è di tutti, la monogamia è illegale, le donne sono di tutti gli uomini e viceversa. nessuno può avere figli, nessuno ha un padre o una madre tanto meno diventare una mamma o un papà.
Il corpo del romanzo è incentrato sulle vicende i Lenina e Bernardo che durante una vacanza vanno a visitare una riserva di nativi. in questa riserva di selvaggi, tutto funziona alla "vecchia maniera" le donne partoriscono figli, le persone cacciano, ci si può sposare, si professano religioni ecc... tra questi selvaggi c'è Jonh andrà a vivere nel nuovo mondo....
Un romanzo che volevo leggere dai tempi del liceo ma che per un motivo o per un altro l'ho dimenticato. Un libro che mi ha affascinato parecchio, mentre lo leggevo trovavo da un lato affascinante la nuova società, la procreazione di umani in provetta (un prodigio della scienza), dal altro essere manipolati e stra manipolati da provette, condizionamenti, droghe, non avere figli naturali, non potersi innamorare di qualcuno... ebbene lo trovo umanamente devastante e questo mi ricorda che (citando Shakespeare, nel libro Huxley ne mette molte di citazioni di S.) "senza cuore saremmo solo macchine".
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Emozioni? No grazie.
La società che ci viene prospettata dall'autore è quanto di più attuale possa esistere nonostante l'opera sia stata stilata nel 1932. Siamo nel 2540, dopo la guerra mondiale le nazioni convergono in un unico Stato governato da dieci Coordinatori Mondiali e la popolazione nulla sa del passato se non che la barbaria regnava sovrana. Per garantire una corretta organizzazione del sistema la collettività è divisa in caste a cui ognuno appartiene sin dalla nascita che non avviene più naturalmente bensì artificialmente. Questa si basa infatti sul principio della produzione in serie, principio che viene applicato per ogni aspetto della vita umana non di meno appunto, quello riproduttivo reso extrauterino e completamente pianificato. Le famiglie non esistono, parole quali “padre” o “madre” terrorizzano gli abitanti di questa realtà che hanno reazioni di ripulso di fronte a tutto quel che non rientra in ciò che col condizionamento gli è stato indottrinato. E' prospettabile che qualcuno sia infelice della sua casta di appartenenza? No perché il condizionamento, che non tralascia alcunché, ha inizio sin dallo stato embrionale. Perfino l'intelligenza è appositamente limitata con azioni chimico-fisiche, circostanza palese in particolare nelle classi inferiori.
Dopo il lungo processo di conformazione ogni membro della comunità inizia a vivere una vita priva di scelte ma felice. Tutti sono convinti di esserlo anche se appartengono al ceto più infimo. Divertimenti, svaghi, la possibilità di non invecchiare mantenendo la propria giovinezza fino alla morte sono solo alcune delle prerogative che questa società offre. Ogni perversione è concessa, i bambini sono istruiti all'educazione sessuale e ad ogni forma di gioco erotico sin dalla tenera età perché tutto è di tutti. Le donne non sono altro che carne da condividere, ogni uomo ha diritto di trascorrere la sua intimità con quante donne desidera così come ogni donna è felice di essere definita “pneumatica” per le sue doti sessuali e condivisioni. Le relazioni stabili e di coppia non sono viste positivamente, perché doversi limitare ad una sola persona quando puoi avere chiunque più volte e quando lo desideri? E se sei triste? Non preoccuparti e non lasciarti andare alla disperazione, un grammo di soma è sufficiente per alleviare ogni tua tristezza.
Nel New Mexico esiste però un'enclave in cui le persone vivono come nel passato; ed è in questa riserva, ancora mantenuta per fini di studio e di villeggiatura, che Huxley metterà in luce le aberrazioni idolatrate nel Mondo Nuovo. In questo luogo del passato nasce John, figlio di due civilizzati che hanno commesso un errore di contraccezione. Da qui il capovolgimento e la riflessione.
Nel Mondo Nuovo tutto è pianificato ed ovattato. Per abnegare sensazioni di dolore, sofferenza, disagio, preoccupazione, ma anche di gioia pura e semplice, tutto (dal leggere un libro, al credere ad un Dio, all'amore), è stato programmato in nome del razionalismo produttivistico e qualsiasi cosa è sacrificabile per il progresso. In questa realtà la popolazione non è oppressa dalla fame, dalla guerra, dalla malattia e la collettività può accedere ad ogni piacere materiale. In cambio di questo benessere fisico la rinuncia ad ogni emozione, ad ogni sentimento ad ogni manifestazione della propria individualità e dunque produrre, consumare e soprattutto non amare. Le persone vivono convinte di essere felici eppure per esserlo hanno bisogno della soma. Sono completamente incapaci di affrontare qualsiasi cosa sia estranea al condizionamento ed al tempo stesso per godersi una vacanza o un periodo di riposo hanno bisogno della loro droga sintetica. Se non avessero questa non sarebbero assolutamente in grado di tollerare questa realtà, riprova ne è il selvaggio che, quando viene a contatto con la civiltà, la rifiuta, predilige il dolore e le sue emozioni a quel mondo falsato. Preferisce scegliere e restare se stesso.
L'edizione in mio possesso contiene anche il saggio “Ritorno al mondo nuovo”, in quest'ultimo l'autore riprende i temi trattati nell'opera originaria per rianalizzarli alla luce delle scoperte scientifiche che si sono succedute nel lasso di tempo tra i due scritti. Huxley affronta numerose questioni quali la sovrappopolazione, la genetica, l'avvento delle imprese di grandi dimensioni, il clima politico della guerra fredda e non di meno l'ipnosi.
Un romanzo magistralmente scritto, che scorre rapido tra le mani del lettore con un linguaggio forbito ed esaustivo, in cui sono riscontrabili assonanze con molteplici altre creazioni quali “1984” di Orwell o le altre di Philip K. Dick, un'opera in cui tangibile è la nostra attuale epoca.
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Sentimenti, come?
Un libro di ottant'anni (scritto nel 1932) che sembra coetaneo di molti romanzi odierni, Huxley racconta una società futuristica e distopica, anche se potrebbe essere vista utopica da un altro punto di vista sicuramente non errato. In questo nuovo mondo tutti i cittadini sono nati da provette ( già in questo punto è riuscito a "prevedere" le nascite artificiali) in modo da non avere genitori e nessun tipo di parente e quindi non sentire dolore per la loro mancanza o dei sentimenti che derivano da essi. L'obiettivo di questa società è rendere ogni suo componente felice, o meglio non triste, usando anche sostanze sintetiche come il Soma dagli effetti molto simili alla mescalina e all'lsd che Huxley esalta in un suo altro famosissimo saggio.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna quindi che il singolo non pensi con la sua testa ma con quella di chi comanda attraverso messaggi trasmessi in ogni momento già dalla nascita. Quindi è meglio lasciar piede libero alle menti umane o dare una linea unica da seguire che però porta ad un benessere quasi certo? Questa è la domanda che ci si pone sicuramente durante la lettura del mondo nuovo! Alcuni potrebbero rispondere "beata ignoranza", il non sapere rende felici e leggeri, mentre altri potrebbero rimanere sconvolti poichè quasi tutti viene nascosto e perso per sempre.
Esiste comunque una riserva in cui gli esseri umani sono rimasti come prima è proprio qui il protagonista si scontra con la nuova e la vecchia realtà. È un romanzo in cui si può molto riflettere sui pregi e i difetti delle società che ci circondano, capire cosa è davvero importante per il benessere singolare e collettivo. Personalmente questa lettura è stata molto utile riguardo certi argomenti su cui molte domande non trovano risposte soddisfacenti.
Indicazioni utili
1984
Ishmael