Il mare infinito. La quinta onda
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Vincit qui patitur
Con la “Quinta Onda”, primo capitolo della trilogia, abbiamo lasciato Cassie, Zombie e tutti gli altri protagonisti ideati da Rick Yancey in fuga, reduci da una rocambolesca missione di salvataggio con tanto di ritirata propizia.
“Il mare infinito”, dal punto di vista delle ambientazioni non apporta grandi novità al racconto, è statico stante il fatto che sostanzialmente l’intero libro si svolge nell’albergo in cui il gruppo si era dato appuntamento dopo il predetto ripiegamento.
Le voci narranti, esattamente come nel precedente episodio, si intervallano incentrandosi in particolar modo su quelle di Ringer, con il quale il romanzo ha inizio e conclusione, e quelle di Cassie che occupa al contrario la parte centrale del componimento.
E’ vero però altresì che se dal punto di vista della location questo non spicca per movimento, per pluralità di luoghi, al contrario notevoli sono gli sviluppi dal punto di vista contenutivo; in particolare sul finale (dove regina indiscussa è Marika-Ringer) il lettore inizia a far chiarezza su chi è il vero nemico ed al tempo stesso è costretto a far fronte a quello che è il suo mare infinito, quel luogo di perdizione di sé ove nulla ha più valore e dove quello che sino ad allora sembrava averne viene rimesso in gioco, montato e smontato, plasmato e distrutto dagli stessi uomini. Viceversa il cuore dell’elaborato si snoda sul ritorno di Evan dalla sua Cassie, sulla metafora dei roditori e vede nello specifico svilupparsi il rapporto umano tra i due giovani.
Stilisticamente lo scritto è fluente, scorrevole, si esaurisce in un paio di giorni, e risulta essere privo di quegli elementi di prevedibilità che rendevano a tratti farraginosa “La quinta onda”.
In conclusione, un testo nettamente migliore e superiore rispetto alla precedente prova, un’opera capace di sorprendere e senza cali di tensione. Per conoscere dell’epilogo dovremo però aspettare giugno, mese entro il quale è prevista l’uscita de “L’ultima stella”.
«Il mondo è un orologio e l’orologio è sempre più scarico, e il loro arrivo con questo non ha nulla a che fare. Il mondo è sempre stato un orologio. Anche le stelle si spegneranno, a una a una, e non ci sarà più né luce, né calore, e questa è una guerra, la guerra vana e perpetua contro il vuoto senza luce né calore che avanza spedito verso di noi»