Il libro di Joan Il libro di Joan

Il libro di Joan

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Anno 2049. Il riscaldamento globale e le guerre hanno ridotto la Terra a un cumulo di macerie inabitabili. Chi ha potuto permetterselo è scappato su una stazione orbitale diventata l'enclave di ricchi privilegiati su cui governa un dittatore ancora più ricco e privilegiato. I pochi resistenti si tramandano la leggenda di una giovane donna, forse una pazza, forse una terrorista, forse una santa, che potrebbe salvarli. Ma Joan è morta: è stata giustiziata anni fa. O così si dice… In questi tempi oscuri sembra che l'unico realismo possibile sia la distopia. Pochi altri libri sono stati accolti come il romanzo di Lidia Yuknavitch al suo apparire: Il libro di Joan è stato salutato come la più precisa e cruda cronaca dell'oggi, quasi che solo un racconto di fantascienza (ma di una fantascienza completamente nuova, visionaria e «inaudita») potesse rendere conto di un presente allucinato e violento. Un potere maschile opprimente e violento che dispone del corpo delle donne come una risorsa da prosciugare; le diseguaglianze economiche che rendono il pianeta inabitabile tanto quanto il cambiamento climatico provocato da quelle stesse logiche inique; il discorso politico che fomenta il risentimento attraverso lo spauracchio dell'emergenza continua; la nostalgia di un passato immaginario come unica, posticcia, via di fuga: di tutto questo la Yuknavitch fa il materiale grezzo di un racconto ustionante, un viaggio fantastico tanto estremo quanto emozionante. Fantascienza classica e femminismo radicale, Margaret Atwood e Kathy Acker, «new weird» e Donald Trump. La cronaca del domani è stata raccontata molte volte: ma mai così.



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Il libro di Joan 2019-11-08 15:18:45 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    08 Novembre, 2019
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Ambizioso ma debole

Quando leggo un romanzo o guardo un film, l'autore (o il regista) ha due modi facili per non piacermi: utilizzare violenza gratuita che non ha alcun fine narrativo, oppure linguaggio o contenuti inutilmente espliciti. Nella mia mente queste due cose sono correlate, perché in entrambi i casi c'è un'esagerazione non giustificata da fini "letterari", ma bensì dalla voglia dell’autore di andare sopra le righe. Questo aspetto, pur essendo in parte personale, influisce sul giudizio che dò di un'opera e, a malincuore, devo dire che questo è il caso de “Il libro di Joan” di Lidia Yuknavitch.
Quando un autore, durante la lettura, comincia a risultarmi antipatico, non è affatto un buon segno. Oltre ai motivi sopracitati, ho avuto la sensazione che l'autrice tentasse di mettere in piedi una storia con un’alta ambizione, sia nello stile che nel messaggio, senza riuscire a mantenere le attese che essa stessa crea. Non basta strizzare l'occhio alle masse con temi super-attuali per accaparrarsene il gradimento. Oltre tutto questo, gli eventi narrati procedono in maniera confusa e le descrizioni non sempre riescono a rendere l'idea degli ambienti. Certo, stiamo parlando di un romanzo di fantascienza e alcuni ambienti non è sempre facile immaginarti alla perfezione, ma spesso l'autrice si trova a fare lunghe descrizioni che si dilungano e comunque non chiariscono granché, anzi, confondono ancor di più le idee.
Bene, da questa stroncatura iniziale si potrebbe pensare che io stia descrivendo un romanzo pessimo, ma non è proprio cosi. Il problema principale è, come dicevo prima, aver disatteso l'ambizione che trasuda da ogni pagina. Mi fossi trovato davanti a una storia senza altro obiettivo che esporre sé stessa o poco più, forse sarei stato più indulgente. In questo caso (e me ne dispiace), ho dovuto essere "cattivo".

La storia ha inizio su CIEL: una struttura spaziale che ospita i pochi sopravvissuti di una geo-catastrofe che ha ridotto la Terra a una palla di fango. Gli esseri umani sopravvissuti hanno conservato poco della loro umanità: cambiati nel fisico, distrutti nella mente e ormai incapaci di riprodursi. CIEL è sotto il controllo di Jean De Men, che un tempo era una celebrità del mondo dello spettacolo e nel corso del tempo si è trasformato in un temibile dittatore.
La narrazione si dipana tra due linee. La prima è quella di una sopravvissuta che vive su CIEL,
Christine, una scrittrice di “innesti”: delle specie di tatuaggi che raccontano storie e che ricoprono il corpo di tutti i sopravvissuti. L’altra linea narrativa segue le vicende di Joan, una donna che fin da bambina ha mostrato capacità straordinarie, come il controllo degli elementi naturali. Paladina di una Terra in rovina, sembra essere l'unica in grado di restituire agli uomini quel che hanno perduto.

“La Terra è un cimitero. Punto e basta. Non c’è niente da dire su tutto questo vuoto. Non c’è stato nemmeno un elogio funebre vero e proprio. Penso a tutti i cosiddetti pianeti senza vita che fluttuano là fuori nello spazio. Siamo davvero alla fine della nostra storia? Stiamo per unirci alle galassie dei pianeti che ruotano e fluttuano, abitati da niente e da nessuno salvo che dagli stessi elementi di cui siamo composti noi? Ce lo meritiamo. Per ciò che abbiamo fatto gli uni agli altri. Per ciò che abbiamo fatto a questa sfera su cui ci siamo ritrovati a vivere. Questo bel luogo abbandonato dove un tempo c’era la vita.”

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Il libro di Joan 2019-03-16 10:02:32 libreria.albatros
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libreria.albatros Opinione inserita da libreria.albatros    16 Marzo, 2019
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Il libro della Terra.

Romanzo distopico davvero incredibile.
Una Terra distrutta dallo sfruttamento petrolifero, una popolazione annientata e i pochi sopravvissuti confinati in una colonia artificiale in cui non sopravvivono nemmeno i colori.
I tentativi di riproduzione umana sono falliti tutti e con essi la speranza del futuro.
Ma la nostalgia di quello che era, di quello che si è perduto, il desiderio di amare ed essere amati, questa energia che sembra una fiammella prossima allo spegnimento, accende nei ribelli una visione diversa.
E nasce così un viaggio a ritroso, alla ricerca della Ribelle, dell'Eretica, che forse non è affatto morta come vogliono far credere.
E scoprire che tutto quello che si sapeva, era sbagliato, che la Terra ha un segreto che va oltre ogni ragionamento.
Una scrittura forte, potente, cruda, visionaria, che ondeggia fra filosofia, poesia, musica, arte e scrittura fantascientifica passando per la biologia e la zoologia.
Il romanzo distopico del 2019, senza ombra di dubbio.

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