I trasfigurati I trasfigurati

I trasfigurati

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David Strorm è un ragazzo di Waknuk, uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro atomico che ha devastato la terra. Suo padre è il più ricco proprietario terriero del paese. Sulle pareti di casa Strorm spiccano dei pannelli di legno su cui sono artisticamente incise citazioni prese dai Pentimenti, la bibbia dei sopravvissuti di Waknuk: "Solo l'immagine di Dio è Uomo", "Mantieni pura la Creazione del Signore" ecc. Il pannello più grande pende dalla parete di fronte alla porta d'ingresso "Guardati dal Mutante!". David è vissuto sin dalla più tenera età nella convinzione che soltanto "nella purezza stia la salvezza", ma quando nella campagna attorno al paese si imbatte in Sophie, una piccola Mutante i cui piedi hanno sei dita, rinnega i dettami religiosi del padre e decide di tenere quel segreto per sé. Dopo aver scoperto, però, di essere lui stesso un Mutante...



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I trasfigurati 2016-05-09 09:30:45 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    09 Mag, 2016
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Essere diversi in un mondo che non vuole cambiare

I trasfigurati di Wyndham è una storia che lascia molti spunti di riflessione e si rivela davvero attuale.
Dalla trama non mi sembrava un libro così semplice ma intenso e mi ha colpito, mi ha lasciato come si suol dire quel "qualcosa" dentro.
La storia di David, un ragazzo che vive in un'epoca particolare probabilmente post catastrofe nucleare, che si scopre diverso in una realtà dove le persone non vogliono esserlo.
Da quello che l'autore ci fa intuire una guerra nucleare (chiamata Tribolazione nel libro) ha causato la devastazione sulla terra e le radiazioni hanno provocato la morte di parte del pianeta e in altre zone ha modificato i geni delle persone che si ritrovano deviati, come appunto viene etichettato tutto ciò che non è normale.
Ma su cosa si basa la normalità?
Si basa da alcune leggi create da uomini bigotti che si auto proclamano la vera immagine di Dio, che si guardano dal mutante ed uccidono e sterminano tutto ciò che secondo loro non merita di esistere, che esiliano persone solo perchè hanno qualche dito in più o qualche strana dote. Ma in un mondo in continua evoluzione perchè eliminare le diversità? La paura è quella che regna sovrana nell'ignoranza di questa popolazione.
David dovrà fare i conti con la deviazione prima a causa della sua amicizia con una mutante e poi sulla propria pelle con la scoperta della sua "malformazione" cioè la capacità di comunicare telepaticamente con alcune persone. Sarà costretto a fuggire e cercare una nuova vita al di fuori del suo villaggio, incontrando persone e scoprendo nuovi modi di vedere quel mondo che non lo vuole , sentendosi finalmente sè stesso e libero di esserlo.
I trasfigurati è un libro veloce, lo si legge in poco tempo ma questo non significa che non possa essere paragonato a grandi opere post apocalittiche o distopiche che lasciano il segno. Ho trovato la parte finale piena di spunti di riflessione e mi sono trovata spesso a ripensare alle parole usate dall'autore ormai tanti anni fa (il romanzo è del 1955) che potrebbero benissimo essere applicate oggi.
Lo consiglio a tutti gli amanti dell'evoluzione e del cambiamento.

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I trasfigurati 2015-07-03 15:00:10 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    03 Luglio, 2015
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La paura del diverso.

David Storm vive nella comunità ordinata di Waknuk, uno dei pochi villaggi sopravvissuti al disastro atomico che ha devastato la Terra. La collettività è composta da circa un centinaio di case di varia dimensione, osserva la legge timorata da Dio e non ammette alcuna forma di deviazione.
Il padre del ragazzo è una figura particolarmente influente nel paese, da un lato è un magistrato e dall’altro è un predicatore; l’intera sua vita ruota attorno alla ricerca, correzione e distruzione di quel che è depravato. Ma cosa è considerato tale? Tutto quel che non rientra nell’immagine di Dio uomo e che non si conforma nei dogmi dei pentimenti: « E il Signore creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. E decretò che l’uomo dovesse avere un corpo, una testa, due braccia e due gambe; che ogni braccio dovesse avere due giunture e terminare in una mano; che ciascuna mano dovesse avere cinque dita; che ogni dito terminasse con un’unghia. […] Poi il Signore creò la donna, secondo la stessa immagine, ma con quelle differenze che accordavano al suo sesso: la sua voce doveva essere più acuta di quella dell’uomo, non doveva avere la barba; doveva possedere due seni…E così via di nuovo».
Per tutta la sua vita David non ha conosciuto altro che questi sacri dettami, gli è stato insegnato il rispetto della norma nella falsariga che soltanto nella purezza risiede la salvezza, gli è stato indotto di temere il mutante e di guardarsi da questo. Non è strano dunque per il giovane trovarsi innanzi a purificazioni di vario genere, non è insolito per lui assistere alla rabbia del padre per qualche pianta cresciuta storta, per qualche animale con anche solo una piccola imperfezione, per un figlio che non ha ricevuto il certificato entro un mese dalla sua nascita perché caratterizzato da quella insignificante deficienza.
Eppure per il ragazzo questi non sono altro che concetti astratti. E come dargli torto? All’inizio del componimento egli non è che poco più di un bambino approssimativamente di dieci anni che cresce in una determinata condizione senza vedere alcuna altra prospettiva di questa. Soltanto quando si troverà di fronte ad un caso concreto inizierà a prendere consapevolezza di quel che il regime della sua cittadina impone e ne avrà paura perché lui stesso è un deviante, ha scoperto di aver la facoltà di poter trasmettere pensieri e figure pensate ad altri individui con le sue stesse caratteristiche e questa capacità è quanto di più pericoloso possa esistere per loro. La loro colpa risiede infatti in un comportamento che non è identificabile mediante una mera analisi fisica del soggetto, la loro reità risiede in una facoltà psichica dunque incontrollabile. Cosa accadrebbe se qualcuno li scoprisse? Ecco perché quando viene a conoscenza del fatto che Sophie ha sei dita dei piedi non realizza quel che è il pericolo, non comprende il perché di quel segreto da mantenere seppur istintivamente indotto a custodirlo; la considera semplicemente la sua migliore amica e in lei non vede niente di sbagliato. Quando suo padre apprenderà del delitto della bambina e della non denuncia del proprio discendente non si risparmierà in frustate e punizioni di ogni sorta per lui e in inchieste su larga scala per lei e i genitori che la stanno proteggendo. Inevitabile è per David la domanda: se ha fatto questo ad una bambina così piccola cosa gli impedirà un domani di farlo anche a me seppur suo figlio?
In otto sono le persone capaci di trasmettere mentalmente figure pensate: il protagonista e la cugina nonché amata Rosalind abitanti della stessa cittadina, la mente del gruppo Michael risiedente a circa cinque chilometri più a nord e quella che si scoprirà poi essere la sua compagna Rachel sita a tre chilometri in direzione ovest con la sorella anch’essa del gruppo Anne, Mark locato a quindici chilometri verso nord-est , Katherine e Sally abitanti in due fattorie vicine ad altri tre chilometri più in su. Consci della necessità di mantenere un basso profilo i giovani si spalleggeranno e daranno vita ad una fusione di pensieri sconosciuta al normale uomo. Quella infatti che si viene a creare con lo scambio di pensieri e figure è un vero e proprio connubio, una vera e propria unione di menti, ecco perché iniziano a nascere coppie all’interno del gruppo; il legame che si instaura è così intimo che con nessun altro potrà mai instaurarsi.
Passeranno sei anni prima che la situazione si complichi in modo non indifferente: la sorellina di David, Petra – nata nella prima fase del romanzo e cioè quando il gruppo prende consapevolezza di sé ed il protagonista a causa degli avvenimenti capitati a Sophie realizza la loro condizione – è a sua volta una deviante. Capace anch’essa di trasmettere forme pensate, il suo richiamo mentale è però estremamente più potente di quello dei suoi mentori, perfino la sua forza di trasmissione è inaudita, ella infatti riesce a mettersi in contatto – usando semplicemente quello che può essere l’1% delle sue capacità – con l’altro emisfero.
Altra figura essenziale è lo zio Axel, confidente e guida di David nonché fonte di saggezza e riflessione per l’adolescente e di poi uomo. Zoppo a causa di un incidente avvenuto mentre era in mare e rimasto vedovo, egli è capace di prospettare – grazie ai suoi viaggi e al confronto con altre culture – al nipote che non c’è niente di sbagliato in lui, che l’errore è nelle scritture, che non vi è autenticità nei Pentimenti poiché scritti in un periodo successivo alla Tribolazione e nessuno può avere certezza della loro correttezza. Non solo, chi ci assicura che la salvezza da una nuova ondata di tormento risieda nella ricerca del passato, nella più completa omologazione di persone – gli Antichi – che seppur munite di macchine volanti, conoscenze maggiori, culture più evolute si sono distrutti tra loro, chi ci garantisce che questi fossero l’emblema del Signore e che dunque è necessario confarsi interamente a loro?
Pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1955, “I trasfigurati” risente inevitabilmente del clima dell’epoca, il timore di una Guerra Nucleare è ancora vivido negli abitanti del tempo e dalle parole dell’autore si percepisce tutta l’ansia per questo inevitabile finale.
Ma l’opera non è soltanto l’ipotetico scenario di una Terra devastata dall’egoismo e dalla prepotenza dell’uomo è anche fonte di grande riflessione. Pagina dopo pagina il lettore è trasmutato dagli anni ’50 al 2015, si rende conto che i fatti di oggi non sono poi così lontani da quelli di ieri. Chi è e cosa è il diverso? Perché è tale? L’essenzialità della conoscenza è un altro dogma che viene messo in rilievo, quel che infatti fa la differenza è l’avere una mente aperta al confronto, allo scambio di opinioni e insegnamenti e non una visione bigotta della vita restia al cambiamento nonché a quel che perché differente dal conosciuto si fa temere. La paura, gioca brutti scherzi. Non mancano riflessioni anche sulla religione, ognuno delle quali è interpretata in modo diverso a seconda della propria indole al credere o meno.
Caratterizzato da una scrittura scarna e diretta il testo si fa divorare dal lettore, questo lo percepisce nell’immediato, gli entra dentro e non riesce a staccarsene. A tratti ho provato la classica sensazione di “deja-vu” con i romanzi della Lois Lowry.
Tra i personaggi che ho preferito vi sono senza dubbio David, Rosalind e Petra ma anche i coprotagonisti Michael, Rachel e lo zio Axel. In particolare quest’ultimo e il saggio del gruppo hanno fatto, almeno ai miei occhi, la differenza. Vi lascio con un incipit:
« Anche se molta gente afferma che una cosa è così, questo non prova affatto che lo sia davvero.»
« Pregherò perché il Signore mandi la carità, in questo orribile mondo, e la simpatia verso i deboli, e l’amore verso gli infelici e i disgraziati. Chiederò a Dio se è proprio per sua volontà che un bambino debba soffrire e la sua anima debba essere dannata per un piccolo difetto fisico. E pregherò perché i cuori spietati dei giusti si spezzino »
« La qualità essenziale della vita è vivere; la qualità essenziale del vivere è il cambiamento; il cambiamento è evoluzione, noi siamo parte di essa ».

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Consigliato a chi ha letto...
a tutti amanti o meno della fantascienza poiché presenta caratteri di grande attualità e notevoli spunti di riflessione.
Vi consiglio inoltre, se ne avete modo, di leggere il romanzo nella sua pubblicazione originale, ha tutto un altro sapore.
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