Gli anni del precursore
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Opinioni inserite: 1
Buona la prima (meta')
Ambientato nel 2700, seicentoquaranta anni dopo che i tre quarti della popolazione terrestre sono stati sterminati da una manovra batteriologica innescata dai marziani.
Eppure la razza non si e' estinta completamente, la rapida prolificazione dei superstiti ha permesso alla Terra di ripopolarsi, seppur con una connotazione geopolitica diversa da quella precedente lo sterminio.
Isaac Sigmen, il Precursore , nato nel 2455, diffuse una religione scientificamente dimostrabile e provo' la sua capacita' di viaggiare nel tempo, riuscendo a convertire gran parte del pianeta in una imponente nazione chiamata Unione Haijac.
Lavoro forzato, repressione degli istinti sessuali, scarsita' di cibo, il clima dittatoriale soffia sulle braci dell'insurrezione, che brulica silenziosa e occulta all'interno dell'Unione.
Il libro offre una buona dose di intrigo e cospirazione in un clima fantascientifico, la lettura e' abbastanza avvincente anche se a lungo andare non e' cosi' semplice seguire il discorso. C'e' sempre, troppo spesso qualcosa che sfugge. E poi bisogna tornare indietro a cercare i dettagli, diversamente e' complicato seguire il filo della narrazione.
Passati un paio di giorni dalla lettura ci si rende conto che e' rimasto ben poco da ricordare, per scrivere un paio di righe di commento bisogna sfogliare il libro, il segno lasciato e' decisamente evanescente.
Intrattenimento sufficiente, buona la prima meta' ma eccessivamente forzata la seconda.
Se lo hai puoi anche leggerlo, se non lo hai non stare a cercarlo. Ole'.
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