Narrativa straniera Fantascienza Forever. Solamente io e te
 

Forever. Solamente io e te Forever. Solamente io e te

Forever. Solamente io e te

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Sono ancora viva. A malapena. Il mio nome è Ivy Westfall. Ho sedici anni e sono una traditrice. Tre mesi fa, sono stata costretta a sposare il figlio del Presidente, Bishop Lattimer - come è stabilito che facciano tutte le figlie del clan perdente nella guerra che sono cedute in matrimonio ai figli dei vincitori. Ma io ero diversa. Io avevo una missione segreta da portare a termine: uccidere Bishop. Invece, mi sono innamorata di lui. Ora sono una reietta, abbandonata al mio destino e devo sopravvivere nella ferocia brutale delle terre al di fuori della civiltà. Eppure, anche qui, c'è speranza. C'è vita oltre la recinzione. Ma non posso correre più veloce del mio passato. E ogni giorno il mio cuore si chiede se riuscirà mai a battere di nuovo come un tempo.



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Forever. Solamente io e te 2019-07-23 09:46:36 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Luglio, 2019
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Il mondo (non) ruota attorno ad Ivy

"Forever. Solamente io e te" è il secondo ed ultimo capitolo della Ivy Series scritta da Amy Engel.
Preso singolarmente, questo capitolo presenta almeno un paio di miglioramenti. Almeno nei primi capitoli, la trama ricorda quella di un distopico -in particolare la serie di Hunger Games-; i nuovi personaggi Ash e Caleb si sono dimostrati abbastanza interessanti, specialmente il secondo; l’ultimo, e assai frivolo, miglioramento è nella copertina, dove almeno hanno azzeccato il colore dei capelli della protagonista.
Per quanto riguarda gli altri aspetti, la situazione rimane quella del primo capitolo oppure peggiora ulteriormente. La traduzione è pigra e cade in diversi errori, i pochissimi personaggi secondari sono caratterialmente degli stereotipi e il finale è quanto di più sconclusionato e anticlimatico io abbia mai letto.
Se cercate un distopico, vi conviene girare al largo da questa duologia, mentre se volete un romance (N.B. NON il mio genere!) credo ci siano molti libri ben più originali.


Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i dieci motivi per i quali sconsiglio questa serie.

1. IVY
Iniziamo proprio con la protagonista. Ivy è la narratrice della storia e il suo punto di vista è nel migliore dei casi fastidioso, specialmente perché è convinta che tutto quello che accade sia correlato a lei e deve essere costantemente rassicurata a riguardo. Inoltre, anche nei momenti più improbabili, ci delizia con pensieri del tutto fuori luogo, ad esempio in uno dei primissimi giorni fuori dalla recinzione deve ripararsi da una tempesta, così descritta:

«La tempesta sopraggiunge alcuni minuti più tardi, la pioggia scroscia lungo la macchina entrando di traverso [...]»

e in questo frangente, a cosa pensa la cara Ivy?

«[...] i miei pensieri tornano a Westfall, alla mia famiglia, a Bishop: il desiderio che provo per lui è così intenso che mi fa male il petto.»

Le azioni di Ivy poi sono totalmente sconclusionate; questo aspetto si vede in particolare nel finale dove, come lei stessa deve ammettere, ogni sua azione è del tutto irrilevante, sia per il destino degli altri personaggi sia per quello della città.
Leggendo sempre e solo i suoi pensieri, ci troviamo di fronte anche a contraddizioni. Un esempio è all'inizio del primo libro, quando deve raggiungere il municipio per il matrimonio con Bishop:

«Tuttavia, la pressione della sua [del padre] mano mi riporta in equilibrio all’ultimo momento impedendomi di cadere. Sono GRATA per il suo tocco…»

ma, solo un paio di righe dopo, ci dice che

«NON mi è di molto aiuto [...]»

Ivy sembra quindi in balia di un perenne bipolarismo e il problema si fa insopportabile quando, nel secondo libro, ci tedia per metà volume su quanto le manchi Bishop e poi, quando lui entra in scena, lo evita in tutti i modi per pagine e pagine.

2. BISHOP
Passiamo al protagonista maschile. Oltre ad un nome atroce, Bishop non soffre dei problemi tipici di tanti suoi simili (maschi alfa, possessivi e violenti), ma se possibile questo lo rende ancor peggio. Bishop è buono. Troppo buono.
Non pago di mostrarsi costantemente zuccheroso, cucinare come uno chef provetto e parlare come un novello Mr Darcy, arriva al ridicolo quando si fa trovare dalla protagonista intento a preparare i panni per il bucato pur non sapendolo fare. Mi auguro che nessuna giovane lettrice basi le sue aspettative riguardo i ragazzi su simili modelli.
L'altro grosso problema di Bishop riguarda il suo innamoramento: se con Ivy la cosa è grosso modo comprensibile -si trova per marito un ragazzo bello, ricco e gentile fino alla nausea-, con lui scopriamo che si è invaghito di lei anni prima quando l'ha vista di sfuggita al pronto soccorso e ha costretto il padre a cambiare i suoi piani iniziali per poter sposare lei.
Ho solo una parola per tutto ciò: inquietante!

3. DEUS EX MACHINA
I piattissimi personaggi secondari meriterebbero una sezione a parte, ma qui mi voglio concentrare sui deux ex machina.
Il problema della trama, specialmente nel secondo capitolo, è la mancanza di un obiettivo nella protagonista, eccetto la sopravvivenza. Ed ecco quindi entrare in scena una serie di personaggi stereotipati che hanno il solo scopo di far progredire la storia: Mark che aggredisce Ivy, Ash e Caleb che la salvano, il ritorno di Bishop, l'arrivo in città di Tom.
Tolti questi elementi, la trama di per se non esisterebbe, perché non appena viene risolto un problema, la protagonista si ferma di nuovo e aspetta apatica che il prossimo sopraggiunga a muovere le acque.

4. DISTOPIA
Vedere così bistrattato uno dei miei generi preferiti mi ha ferito profondamente. Il mondo ideato dalla Engel è confuso e, a tratti, ridicolo; si parla di una guerra senza mai accennare contro chi abbiano combattuto gli Stati Uniti, inoltre il primo romanzo è ambientato in un città del tutto autosufficiente (e parliamo non solo del cibo, ma di corrente elettrica, edifici e perfino abiti!) con solo diecimila abitanti, dei quali una parte bambini e una parte donne che si limitano ad occuparsi di casa e prole.
In una città come Westfall poi, vi pare credibile che ci si possa permettere di esiliare i criminali e organizzare i matrimoni in base alle affinità caratteriali? Viene anche detto proprio all'inizio che, con l'umanità ad un passo dall'estinzione, alcune ragazze rimangono escluse dalle coppie formate dal governo!
Ma su questi errori potrei anche soprassedere se non fosse ridicola anche la distopia in se. Oltre ad imporre dei matrimoni tra i sedicenni, non è ben chiaro quali terribili atrocità metta in atto il Presidente Lattimer; nel primo libro, Ivy accenna a strade troppo vicine alle case e a marciapiedi stretti nella parte povera della città... e questa sarebbe una distopia?

5. STILE
I romanzi sono scritti in modo molto semplice e diretto, sfruttando la prima persona al presente. Purtroppo anche la semplicità impone dei limiti, perché abbiamo tra le mani un libro e non il diario segreto di una ragazzina! Ecco un paio di esempi di evidente pigrizia narrativa:

«Ma noi, chiaramente, siamo risorti dalle ceneri, vestiti di stracci, superstiti [...] che si sono ritagliati un luogo per ricominciare da capo e BLA BLA BLA…»

«Mio padre non è un FAN delle sorprese quindi so già di aver fatto qualcosa o di molto bello o di particolarmente brutto, [...]»

Nelle scene d'azione la narrazione peggiora ulteriormente, dando vita a descrizioni al limite del ridicolo:

«Tengo il braccio sano A PORTATA DI MANO accanto a me, [...]»

«Lui mi dà un pugno in faccia e sento la testa che esplode e l’occhio che SCHIZZA fuori dalla cavità oculare; [...]»

«Mi sta addosso a cavalcioni e mi TRITURA la faccia schiacciandomela con forza per terra.»

Anche degli errori del tutto involontari possono portare a frasi assurde come questa:

«Vedo alcuni poliziotti, ma sembrano confusi, GIRONZOLANO guardandosi l’un l’altro SENZA MUOVERSI, [...]»

e la mia reazione non può che essere l'alzare gli occhi al cielo, chiedendomi dove fosse in quel momento il revisore.
Altro problema collegato alla scrittura si ha quando l'autrice non si sforza minimamente di stupire i lettori con i colpi di scena; in un caso, addirittura, ci presenta un auto-spoiler decisamente anticlimatico:

«[...] riconosco per intuito che questa pistola giocherà un ruolo fondamentale in quello che deve ancora accadere e per il quale siamo qui.»

6. VIOLENZA
Che in un mondo post apocalittico la violenza sia all'ordine del giorno non trovo nulla di strano, l'importante è che l'autore faccia capire in modo chiaro che la trova sbagliata e non approva comportamenti simili.
Nel secondo volume, Ivy racconta al suo gruppetto di amici dell'aggressione subita da parte di Mark, che aveva tentato di violentarla all'inizio del libro,

«”Dovevi ucciderlo”, aggiunge Bishop, mentre lui e Caleb SORRIDONO.
“Sapevo che mi avresti detto proprio questo”, rispondo io, con un lieve SORRISO a mia volta.»

Direi che le loro reazioni si commentano da sole. Senza contare che Ivy mette a repentaglio la sicurezza dei bambini della comunità di Caleb non rivelandogli che Mark è stato espulso proprio per aver violentato una ragazzina.

7. IL PRIMO AMORE
Questa duologia può essere vista come una glorificazione del primo amore, il solo vero e sincero che non abbandona mai i personaggi. Si vedano gli esempi dei genitori di Ash, con il padre che abbandona gli agi della città per seguire la madre in esilio, e dei protagonisti stessi.
L'esempio peggiore in tal senso si ha però con Grace (madre di Ivy e Callie) e il Presidente Lattimer che, anziché capire di essersi innamorato di una pazza, si strugge per anni facendo soffrire la moglie e anche in punto di morte proclama il suo amore imperituro.
E se il termine pazza vi sembra eccessivo, pensate che costei ha abbandonato il marito adorante e due figlie di pochi anni per andare ad impiccarsi davanti alla porta di casa del ragazzo di cui era innamorata a quindici anni.

8. BELLEZZA FEMMINILE
Per buona parte del primo libro mi ha tenuto concentrata la certezza che, con tutti i suoi difetti, per lo meno Ivy si distingueva dalle sue college per l'aver coscienza del proprio aspetto. Mi sbagliavo!
Mentre sta provando un abito, la suocera le fa notare che è molto carina, e lei reagisce pensando:

«Davvero? Non mi è mai importato molto di esserlo, voglio dire, so di non essere brutta, tanti ragazzi mi hanno guardata in modo tale da farmelo percepire [...]»

e come al solito, la bellezza femminile viene riconosciuta come tale solo ed unicamente dopo aver ricevuto l'approvazione di un ragazzo.
Sempre collegata al rapporto tra i due sessi è questa affermazione sulla vita nella comunità fuori dalla recinzione:

«[...] gli incarichi siano suddivisi secondo le reali necessità del momento e non in base al fatto di essere maschi o femmine, [...]»

frase falsamente femminista, che viene ovviamente smentita dalle azioni successive: ad occuparsi del bucato con Ivy è sempre Ash, mentre Caleb viene visto solo ad occuparsi della caccia.

9. EDIZIONE
Dei libri così problematici potevano almeno sperare in edizioni che li valorizzassero per quanto possibile. Ma la Newton Compton si è messa come al solito di impegno per peggiorare una situazione già catastrofica.
I problemi sono principalmente le copertine e i titoli scelti. Le cover sono davvero di scarsa qualità, tanto che il grafico non si è neppure impegnato per posizionare le ombre giuste o mettere un accenno di mani alla Ivy del secondo libro. Inoltre, posso capire la bruttezza, ma non la mancanza di precisione: la serie inizia proprio con l'affermazione che in questo mondo non ci sono abiti bianchi (WTF?), infatti i personaggi sono sempre vestiti casual, e allora cosa ci fanno quei vestiti eleganti e BIANCHI in copertina? Per tacere di Ivy che solo nella seconda versione ha ottenuto i capelli del colore giusto.
Per i titoli la mia critica ritorna sulla pigrizia; la parola forever (per sempre, in inglese) è del tutto scollegata ai titoli originali e potrebbe andar bene per migliaia di altri libri. Nel secondo libro poi, il sottotitolo viene smentito dai fatti, perché Bishop -il “te” del titolo- compare solo a metà volume.

10. TRADUZIONE
E concludiamo con la traduzione che, in perfetta sintonia con lo stile e l'edizione, è assolutamente pigra!
Ecco, ad esempio, alcune parole tradotte in modo approssimativo:

«Respiro profondamente e mi volto per guardarlo [Bishop], le mie mani ARRICCIATE contro il bordo sottostante dello scaffale dietro di me.»

«Prima di poterci ripensare, mi giro e gli do [a Bishop] un bacio veloce sulla spalla nuda. “Grazie per questa CONDIVISIONE”, gli dico.»

Molto spesso, ci sono poi degli avverbi che ribadiscono lo stesso concetto, come in questo esempio:

«In pochi minuti mi sono già fatta fuori un’intera striscia [di carne essiccata], senza QUASI NEANCHE masticarla.»

La pigrizia della traduttrice si evidenzia inoltre quanto appella così l'accampamento di coloro che vivono oltre la recinzione:

«Ci voglio diverse ore prima di raggiungere il CAMPEGGIO, [...]»

oppure quando traduce la parola bolt, ossia dardo, così:

«[...]lo vedo crollare a terra poco dopo con uno dei BULLONI di Caleb che gli fuoriesce dall’occhio.»

Concludiamo in bellezza con una descrizione tratta dalla prima notte di passione tra Ivy e Bishop:

«[...] sento il mio corpo sciogliersi, come se la mia pelle fosse liquida, anziché COMPOSTA da ossa e organi.»

immagino che l'autrice intendesse dire che il CORPO non sembrava metaforicamente comporto da ossa e organi, mentre con questa traduzione è la PELLE a non esserlo. C'è sempre qualcosa da imparare sull'anatomia umana dai libri trash!

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