Endgame. The calling
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Un gioco finale poco convincente.
Su svariate città della Terra si sono abbattute una serie di catastrofi naturali mixate ad altrettanti fatti inspiegabili. Quelle che sembrano essere mere coincidenze sono in realtà ben altro. Solo dodici persone sanno quale sia la verità.
Hanno tra i tredici e i venti anni e sono gli unici ad aver colto il segnale: la caccia ha inizio. Apparentemente sono ragazzi come tanti, solo osservandoli scrupolosamente, l'acuto indagatore potrà rinvenire in essi qualcosa di diverso. Da ben diecimila anni i prescelti stanno attendendo questo momento allenandosi e preparandosi alla sfida. Generazione dopo generazione hanno affinato le loro capacità fisiche ed intellettive diventando assassini infallibili, maestri dell'inganno e acuti osservatori. E' giunto il momento di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti. Ognuno di loro dovrà partire alla ricerca della Chiave: questo è l'unico oggetto in grado di fermare l'Apocalisse. Soltanto uno può riuscirvi, gli altri sono condannati perché questo è Endgame; un gioco letale dove non ci sono regole, dove sopravvive soltanto il più abile.
Che dire, ho comprato questo libro qualche mese fa, una domenica pomeriggio e probabilmente la mia lucidità mentale è stata offuscata dallo stato d’animo di quel giorno visto che non ero proprio nel migliore dei miei umori e dunque lo shopping sfrenato in libreria si presentava come un’ottima consolazione, pertanto ammetto di essermi confusa perché cercavo un altro romanzo dal titolo similare e pensavo (mea culpa) che fosse stato posto in essere un cambiamento di copertina visto che era stata ipotizzata anche un'uscita cinematografica del testo che avevo in mente, dunque, una volta realizzata la leggerezza non ero molto stimolata alla lettura tanto che soltanto in questi giorni mi sono decisa ad entrare nell'universo dello scritto.
Il lato positivo è che non è stato tradotto in modo così orripilante, scorre bene e tutto sommato riesce anche ad incuriosire nonostante gli improbabili avvenimenti che si susseguono tra le battute dell’opera. Tendo sempre a cercare il buono delle cose ma a questo giro mi vedo costretta ad ammettere che il componimento mi ha ben poco convinta. E la ciliegina sulla torta quale poteva essere? L’idea del concorso. In soldoni viene fuori che il libro non è altro che un enigma che il lettore deve risolvere e se “azzecca” vince 500.000,00 dollari, montepremi che sarebbe custodito in una cassaforte a Las Vegas. Da qui il lancio del volume in contemporanea planetaria, la sfida e la conquista della predetta somma. Driin! Drin! Campanellino d'allarme ad ore 12......!!! Perché, sarò cinica, ma questa storia "puzza" (sai che novità) dell'ennesima operazione commerciale. Lungi da me asserire che il jackpot non ci sia – stante la vendita mondiale sfido io che la zuccotta piena di monetine altisonanti esista – ma diciamo anche che alla fin fine questo è stato stratagemma per incrementare le vendite di un romanzo che chissà, magari avrebbe comunque raggiunto livelli di alti profitti, ma certo non in tempi rapidi.
Personalmente l'ho trovato un po' troppo surreale (ed è tutto un dire considerando che ho un buon bagaglio di letture – passate – del genere alle spalle) e di stampo prettamente televisivo/videogiochesco; una rivisitazione di minestra bollita e ribollita, un format formato adolescenti in fase di crescita o peter pan in fase di costante diniego dell'età che avanza. Poi chissà, magari sono io che non l'ho capito o sempre io a non essere adatta a questo genere di romanzi però ritengo che, se da un lato l'idea poteva essere buona, dall'altro è stata sviluppata in un modo opinabile