Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole
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McDona... Papa Song è il male assoluto!
“Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole” è un romanzo che mescola un gran numero di generi letterari ed è dotato di una struttura davvero originale, illustrata in modo sublime da uno dei protagonisti con queste parole:
«[...] un “sestetto per solisti che si sovrappongono”, per pianoforte, clarinetto, violoncello, flauto, oboe e violino, ognuno nella sua chiave, dimensione e colore. Nella prima sezione, ogni assolo è interrotto da quello che segue, nella seconda ogni interruzione viene ripresa, in ordine. Un pezzo rivoluzionario o un trucco banale?»
in pratica, il volume è composto da sei storie ambientate in altrettanti luoghi ed epoche, che si alternano in una struttura a specchio con la prima storia che continua nell'ultimo capitolo, la seconda nel penultimo e così via, fino alla storia centrale che inizia e termina in un unico capitolo.
In aggiunta, tutte le storie sono presentate come parte della trama nelle successive; i protagonisti si trovano così a leggere gli uni le vicende degli altri, in un astuto stratagemma di meta narrazione. Con questo espediente, la frustrazione dei lettori viene condivisa dai personaggi stessi
«[...] il volume s’interrompe, a metà frase, una quarantina di pagine dopo, dove la rilegatura è saltata. Ho cercato il resto di quella dannata cosa in tutta la biblioteca. Non ho avuto fortuna.»
Ma questo è solo uno degli aspetti che lega assieme le sei storie. Infatti come in “Le prime quindici vite di Harry August” di Claire North, in questo romanzo si parla di anime che si reincarnando, ma non in un loop infinito bensì in corpi diversi destinati ad incontrarsi ancora ed ancora
«Le anime attraversano le età come le nuvole i cieli, e anche se le nuvole cambiano spesso forma, colore e dimensioni, una nuvola è sempre una nuvola e un’anima è sempre un’anima.»
Come accennato poco fa, le storie ricadono in generi distinti: passiamo dal romanzo storico ed avventuroso che riporta alla mente i classici di Stevenson e Verne, alla storia di spionaggio, adrenalinica e ricca d'azione, per arrivare alla distopia ambientata in un prossimo futuro fantascientifico. Con l'alternarsi delle storie, cambiano anche i registri narrativi. Abbiamo quindi un diario, delle lettere, un'intervista, ma anche un meta romanzo, unica tra le varie narrazioni a presentare la terza persona.
Seguiamo inizialmente la storia di Adam Ewing, un notaio californiano di metà Ottocento che, durante un lungo viaggio via nave nell'Oceano Pacifico, incrocerà la strada con il medico Henry Goose e con il moriori Autua, scoprendo pian piano come la malvagità possa risiede in ogni essere umano, a prescindere alla sua etnia.
Il diario di Ewing diventa poi una lettura per Robert Frobisher, musicista inglese degli anni Trenta, dalla vita a dir poco sregolata; lasciata la patria per il Belgio, dove diventa l'allievo del grande Vyvyan Ayrs, Robert si trova di fronte a nuove difficoltà che gli impediscono di realizzare i suoi sogni ma non di comporre il meraviglioso sestetto “L'atlante delle nuvole”.
Questa composizione incuriosisce la giornalista Luisa Rey, che negli anni della guerra fredda cerca di rendere pubblica una relazione sulla pericolosità del progetto legato all'energia nucleare della Seabord Corp. La storia di Luisa viene successivamente raccontata in un romanzo.
Il manoscritto finisce tra le mani dell'editore Timothy Cavendish; vissuto ai giorni nostri in Inghilterra, l'anziano viene suo malgrado rinchiuso in un ospizio
«Ci sono arrivato. Tu probabilmente ci sei arrivato molte pagine fa,caro lettore.
Aurora House era una casa di riposo per anziani.»
dal quale narra la propria prigionia con la speranza che le sue memorie diventino poi un lungometraggio.
Il film effettivamente viene realizzato, e sarà poi visto da Sonmi-451, un clone creato in laboratorio in un versione futuristica dell'attuale Corea; ovviamente, il numero di questo clone si riferisce a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, ma pensante è anche il debito di questo storia con “Il nuovo mondo” di Aldous Huxley, dal quale trae spunto per gli elementi di ingegneria genetica e per i dettami del Fordismo
«[Hae-Joo] Mi ha spiegato che per via elle Leggi dell’Arricchimento, i consumatori devono spendere ogni mese una quota fissa di dollari, a seconda del loro strato. Il Risparmio è un crimine contro la Corpocrazia.»
Dal momento che il distopico è il mio genere prediletto, questa è l'ambientazione che ho preferito, specialmente per le peculiarità del futuro che viene presentato; un mondo dove sono le grandi multinazionali a dominare l'intero pianeta
«La SemiCorp era lo sponsor della luna quella sera. L’immenso riflettore lunare proiettava sulla superficie della luna dal lontano Fuji una pubblicità dopo l’altra; [...]»
con uno stampo decisamente dittatoriale
«[Yoona-939] Canticchiava il Salmo di Papa Song con assurde devianze. Si divertiva a farmi ridere. La risata è anarchica e blasfema. I tiranni fanno bene a temerla.»
L'ascesi di Sonmi da semplice clone ad individuo senziente viene sviluppata nel corso di una lunga intervista registrata, che verrà poi vista da Zachry, abitante di un'isola del Pacifico in un lontano futuro post-apocalittico dove la stessa Sonmi viene venerata come una divinità.
Con così tante storie, la lettura richiede ovviamente un certo grado di attenzione, risultando allo stesso tempo molto scorrevole. A mantenere viva l'attenzione del lettore contribuisce anche l'alternarsi delle storie, che da un lato impedisce di annoiarsi e dall'altro è calibrato in modo da creare il giusto grado di empatia. Ciò non mi ha comunque impedito di avere delle preferenze, e devo ammettere che la storia di Luisa tra tutte è quella che mi ha maggiormente emozionato.
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l'Eterno ritorno
Nel 1850, Adam Ewig è in viaggio d’affari nel Sud Pacifico a bordo della Prophetes. Conosce il dottor Goose, che gli diagnostica la presenza di un parassita nel cervello e assiste alla flagellazione di Autua, schiavo Momori, che poi ritrova clandestino sulla sua nave a chiedergli aiuto. Il diario di Adam viene ritrovato nel 1931 da Robert Frobisher, compositore inglese espulso dal conservatorio, fuggito a Zedelghem, cittadina del Belgio, per offrirsi come amanuense a Ayrs Vyvyan, geniale compositore distrutto dalla sifilide, con la cui moglie ha poi una relazione. Le lettere che Robert scrive al suo amante, il matematico Sixsmith, vengono ritrovate da Luisa Rey, reporter della California del 1975, che indaga sulla centrale nucleare di Buenas Yerbas e sulla morte dello stesso Sixsmith. L’indagine di Luisa Rey è spedita, sotto forma di manoscritto, a Timothy Cavendish, 65enne editore della Londra odierna, costretto a fuggire dai creditori, e spedito dal fratello, per dispetto e per vendetta, in una casa di riposo/prigione nelle campagne scozzesi. Le sue disavventure, trasposte al cinema, sono viste da Sonmi-451, clone schiavo ribelle di Neo So Copros, città dispostica nella Corea del futuro. L’interrogatorio fatto a Sonmi è poi visto, senza essere compreso, da Zachary, un giovane abitante della Grande Isola, nelle Hawaii di un ancor più futuro post-apocalittico, in cui si vive in tribù e Sonmi è venerata come una dea.
L’Atlante delle Nuvole, l’elegantissima opera di David Mitchell, è un libro atipico, ma splendido, con una struttura più unica che rara. È una costruzione a matrioska, in cui ogni storia è contenuta in un’altra storia, a sua volta racchiusa in un’altra storia. I personaggi sono tutti differenti, gli stili sono tutti differenti, ma molti sono gli elementi che si rincorrono, i Valligeri ricordano i Momori, Luisa ritrova la Prophetes ancorata nel porto e recupera l’Atlante delle Nuvole, l’ultima composizione di Robert Frobisher, Sonmi e Adam sono entrambi raggirati da chi si dichiara loro amico, temi come la schiavitù, l’integrità del proprio lavoro sopra tutto e il tradimento sono più volte ripresi e così via, in un continuo e infinito ripetersi d’eventi. È la teoria dell’Eterno Ritorno di Nietzsche: in un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte, che Mitchell cita e traspone in letteratura, trasformandola nel suo capolavoro. Ogni esperienza che mai potremmo fare la rifaremo all’infinito, e già infinite volte l’abbiamo fatta. Sono i sei personaggi reincarnazioni della stessa anima? Chissà. Ha importanza? Non credo. La scrittura è brillante, e, anche se nessuna delle storie si fa notare per originalità, tutte hanno il loro carattere, e la bravura di Mitchell, e l’idea intelligente di usare uno stile diverso per ognuna, le rende indimenticabili.
“Ma è stato già fatto centinaia di volte prima” piagnucola il fantasma di Sir Felix Finch “come se esistesse una cosa qualsiasi che non sia stata eseguita almeno centinaia di migliaia di volte tra Aristofane e Andrew Lloyd-Webber!” risponde Timothy. Come se l'arte fosse il Cosa e non il Come!
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Ambizioso e sontuoso
Consultare l'atlante delle nuvole significa tuffarsi non in una, ma in ben sei realtà parallele, che, se ne sarete abbastanza presi, vi faranno dimenticare il vostro tempo presente e vi faranno vivere epoche lontane e affascinanti. Si comincia dall'ottocento, si arriva ad un ipotetico mondo nuovo, per ripercorrere poi tutto a ritroso.
L'architettura del romanzo è maestosa: le storie ci appaiono come racconti apparentemente senza alcuna connessione tra loro e a poco a poco ci rendiamo conto dei fili che sottendono l'intero romanzo.
Degna di ammirazione è a mio parere la scelta di non usare un unico stile narrativo, ma di dotare ogni "capitolo" di uno stile proprio, in sintonia con l'epoca rappresentata. Questo espediente non crea destabilizzazione, ma grande partecipazione, e mia sincera ammirazione: sembrano alternarsi tante penne diverse!
Il mio gusto personale mi ha portato ad apprezzare enormemente "Il Verbo di Sonmi-451" e "La tremenda ordalia di Timothy Cavendish" e a trovare un po' pesantuccia la parte centrale "Sloosha crossing e tutto il resto" (armatevi di pazienza).
Tirando le somme, sicuramente una lettura impegnativa e complicata, per palati fini, che però ripaga dello "sforzo". Non mi dilungo nella recensione perché ogni epoca narrata meriterebbe recensione a sé. Spero comunque di avervi fornito qualche linea generale per invogliarvi a leggerlo o per evitarlo se ritenete non faccia per voi.
Non ho ancora visto la versione cinematografica: dev’essere stata sicuramente una bella impresa!
Ringrazio la persona che mi ha regalato questo romanzo degno di tanta ammirazione e che ha visto in me una potenziale lettrice.
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Libro articolato e con un senso profondo
Libro molto articolato e particolare. La cosa che ritengo più bella di tutto il libro è che i capitoli sono scritti tutti con un senso ben definito e sono tutti collegati uno all'altro, rendendo ben evidente le conseguenze delle azioni del capitolo precedente in ordine temporale, in quello che si sta leggendo.
Tratta inoltre di mali come il razzismo, la violenza, le radiazioni e le suddivisioni di classi e come questi mali sono purtroppo presenti adesso, come lo erano un tempo, e come portano ad un declino sociale che si ripercuote su tutti.
Ho trovato i personaggi tutti molto ben definiti, con una personalità particolare e allo stesso tempo molto realistica e ben delineata.
L'autore è riuscito a scrivere le sei storie tutte in una tipologia di scrittura diversa dall'altra, in base all'epoca in cui sono ambientate, il che ha reso tutto molto realistico.
L'unica cosa che personalmente non ho apprezzato è che ci sono tantissimi personaggi secondari per ogni singolo capitolo, per di più tutti stranieri ed in varie lingue., e questo non rende la lettura sempre fluida.
Consiglio a tutti quelli che lo vorranno leggere di non lasciarlo perdere se un po' difficile o poco scorrevole all'inizio, perchè man mano che si va avanti con le pagine ed i capitoli tutto diventa definito e molto molto sensato, se non addirittura molto interessante.
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Quella invisibile connessione che ci tiene uniti
Romanzo ambizioso ed epico. La mia lettura è partita in sordina ma come un diesel mi sono appassionato alle vicende.
La materia trattata è affascinante ed originale e merita attenzione. E' questo particolare che mi ha incuriosito nella scelta del libro.
Infatti come contenuto il romanzo non ha nulla da invidiare agli altri, esso si snoda attraverso 6 epoche diverse con protagonisti apparentemente diversi tra loro ma legati da un filo indissolubile.
Ciò che mi ha stupito del romanzo è lo stile. Anche se ostico (e a tratti noioso) lo scrittore sceglie di utilizzare 6 stili per le 6 epoche riuscendo a volte a renderti partecipe delle vicende, altre meno. Tuttavia merita grande rispetto questa scelta (ribadisco ambiziosa).
Dare una interpretazione al romanzo è difficile. Personalmente sono sempre affascinato da questa materia, ma in questo caso non parlerei di re-incarnazione nè di anime che viaggiano in epoche diverse. Parlerei piuttosto di destini che si incrociano, presente passato e futoro che si fondono, causalità ma non casualità.
Perchè l'autore credo che ci voglia dire che il futuro del mondo dipende dal suo passato e che l'umanità è destinata alla fine. La brama, la cupidigia, il potere e la violenza sono purtroppo segni che distinguono l'essere umano... 200 anni fa come 100 come ieri come oggi. E se non c'è una inversione di tendenza, sarà così anche domani.
L'ultima frase del libro (peraltro banale) credo che ne racchiuda l'essenza del romanzo. "Quando esalerai l'ultimo respiro capirai che la tua vita altro non è stata che una piccola goccia in un oceano sconfinato! Ma cos'è l'oceano se non una moltitudine di gocce?"
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Le conseguenze ineluttabili delle nostre azioni...
Un romanzo epico e alquanto frammentario, pur nel suo genere possiede un fascino che gli amanti di questa tipologia letteraria non potranno di certo negare.
Il progetto ambizioso delllo scrittore, non è secondo me riuscito al meglio; vi sono infatti delle contraddizioni e anche alcune incongruenze nella vicenda.
I sei personaggi della storia si muovono misteriosamente fra passato, presente e futuro, legati indissolubilmente dai lacci delle loro vite passate( perchè come viene detto in diverse occasioni: "la nostra vita non ci appartiene: siamo legati ad altri presenti, passati, futuri da ogni crimine e ogni atto di gentilezza costruiamo il nostro futuro")quindi ogni nostra azione diviene la conseguenza dei problemi che ci trasciniamo...anche al momento in cui la nostra anima prende possesso di una nuova vita.
Le nostre azioni possono provocare anche guerre e disastri naturali...
Noi, secondo l'autore, se commettiamo crimini, potremo essere responsabili di ogni tipo di calamità naturale...
Oddio nel leggerlo mi son sentita appesantita da ogni genere di responsabilità karmica, io che credo fermamente nella reincarnazione.
Tuttavia secondo me...il libro non è un esperimento completamente riuscito; mancano l'elemento
di attrattiva letteraria, di logica temporale, il libro mi è risultato quindi in alcune parti estremamente ripetititvo..e non mi ha, per queste ragioni, convinto del tutto.
Per ciò che riguarda il film, frammentario e lungo fino all'esasperazione...lo sconsiglio caldamente...
Il regista non ha proprio carpito il senso di questo libro e forse con la sua esplicazione, l'ha pure peggiorato.
Consiglio questa lettura con qualche riserva agli amanti del genere...
Saluti.
Ginseng666