Narrativa straniera Fantascienza Bioshock. Rapture
 

Bioshock. Rapture Bioshock. Rapture

Bioshock. Rapture

Letteratura straniera

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Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La nascita di agenzie governative segrete e di sanzioni sugli affari ha spinto molte persone a guardarsi le spalle e il senso di libertà dell’America è in calo. Molti sono pronti a tutto, anche ad azioni disperate, per riprenderselo. Tra loro c’è Andrew Ryan, convinto che i grandi uomini e le grandi donne debbano meritare di meglio. Ryan ha lavorato per creare l’impossibile, un’utopia libera da governi, censure e restrizioni morali contro la scienza dove si raccoglie quel che si semina. Ha creato Rapture la città scintillante sotto il mare. Come tutti sappiamo, però, quell’utopia è stata colpita da una tragedia. Questa è la storia di come tutto ebbe inizio e di come tutto finì.



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Bioshock. Rapture 2013-12-06 14:57:57 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    06 Dicembre, 2013
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Funerale in Mare

“Bioshock: Rapture” è un romanzo stupendo, tra i migliori che abbia mai letto, e forse essere nato come un videogioco ne ha limitato le immense potenzialità, visto che il mondo videoludico è spesso sottovalutato e il suo pubblico relativamente ridotto.
Ma Bioshock è un CAPOLAVORO. Vi spiego il perché.
E’ una sinfonia perfetta di tematiche profonde, ambientazioni magiche ma allo stesso tempo permeate da follia e terrore, popolate da personaggi estremamente carismatici anche se perlopiù fuori di testa.
Rapture è, nella sua imperfezione, la città perfetta per descrivere le immense potenzialità autodistruttive dell’uomo, anche quando animato da buone intenzioni.
Non è un uomo il vero protagonista di Bioshock, ma la città, nata come utopia della società perfetta, partorita dal visionario Andrew Ryan, uomo statuario, dalle idee ferme e impossibili che cerca di concretizzare creando qualcosa di altrettanto impossibile, una città sottomarina dove la religione è messa al bando (letteralmente), dove non vengono imposti limiti morali, dove chiunque può diventare qualunque cosa, anche il padrone assoluto, grazie al “sudore della propria fronte”.
Il libro è scritto molto bene, scorrevole e si legge in poco tempo nonostante non sia breve (personalmente l’ho divorato), non si risparmia dal descrivere scene di una crudezza non indifferente. Ma Rapture è così, ti sbatte in faccia la realtà senza troppi compimenti, e il romanzo ci rende spettatori della sua nascita, partendo dalle vicissitudini della sua costruzione, fino al suo triste, graduale e inevitabile declino.
Rapture nasce nello splendore, accessibile solo a una ristretta èlite di persone, il progresso scientifico sembra correre molto più velocemente rispetto alla superficie, l’arte arriva agli apici, tutto questo grazie all’assenza di inibizioni morali e istituzionali. Ma una volta entrato non puoi tornare indietro.
Improvvisamente qualcosa va storto. Molti di coloro che sulla superficie erano persone di una certa caratura, si ritrovano a fare lavori umilianti (“Qualcuno dovrà pur pulire i cessi a Rapture”).
L’assenza di limiti morali porta l’uomo a compiere cose terrificanti, come ci dimostrano personaggi fantastici ma davvero inquietanti e folli a dir poco come l’artista Sander Cohen e il chirurgo J.S. Steinman che vi lasceranno molto spesso perplessi o disgustati. Lo stesso magnate Andrew Ryan, ideatore e realizzatore del sogno di Rapture, uscirà di senno andando contro i suoi stessi ideali nel momento in cui si accorge che il potere sulla sua città gli sta sfuggendo di mano, diventando quasi un dittatore e finendo per contribuire enormemente all’ autodistruzione della “sua” creatura.
Ci sarà guerra civile e nelle strade prima splendenti e piene di vita dilagheranno solo anarchia, follia e morte.
L’uomo si rifugia in mare, credendo di poter creare la società perfetta, lontano da Dio, del quale ritiene di non aver bisogno, e magari Lo accusa di essere una delle cause dei propri problemi.
La fine davvero terrificante di Rapture è il prodotto e risultato finale di tutto questo, a dimostrazione che l’uomo non è in grado di generare la perfezione. Mai. L’imperfezione non può che generare imperfezione. Ed è l’uomo stesso la causa principale della propria distruzione.
John Shirley ha fatto un lavoro eccellente, e ve lo posso assicurare, partorire un romanzo di tale calibro dal mondo di Bioshock deve essere stato un lavoro durissimo, oltre che carico di pressioni e responsabilità.
Imperdibile.

Citazione:
“Sono Andrew Ryan e sono qui per porvi una domanda: un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte? No, risponde l’uomo di Washington: appartiene ai poveri. No, dice l’uomo in Vaticano: appartiene a Dio. No, dice l’uomo di Mosca: appartiene a tutti. Io rifiuto queste risposte, piuttosto scelgo qualcosa di diverso, scelgo l’impossibile… scelgo… Rapture: una città dove l’artista non debba temere la censura, dove lo scienziato non sia limitato da ridicoli moralismi, dove il grande non sia confinato dal piccolo. E con il sudore della vostra fronte, Rapture può diventare anche la vostra città.”

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