Narrativa straniera Classici Tutte le fiabe
 

Tutte le fiabe Tutte le fiabe

Tutte le fiabe

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

Pubblicate per la prima volta nel 1812, le fiabe dei fratelli Grimm sono tra i testi più diffusi della letteratura mondiale. I due studiosi intendevano, trascrivendo storie e leggende tradizionali, costruire una base culturale che aiutasse la fondazione di un’identità comune dei popoli di lingua tedesca. Nel materiale da loro raccolto prevalgono racconti ambientati in luoghi spaventosi dove si svolgono fatti di sangue. Quindi, all’inizio, l’opera non era destinata ai bambini. Furono poi le traduzioni inglesi del 1857 a emendare le fiabe degli elementi più lugubri e a dar loro la forma con cui sono giunte fino a noi. Lo straordinario successo della raccolta dei Grimm si devono forse alla atemporalità di quanto viene narrato, alla proposizione di una dimensione trasfigurata dove i pericoli più spaventosi vengono superati, il male punito, la virtù ricompensata: temi che corrispondono all'esigenza di giustizia ideale dell’animo infantile.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Tutte le fiabe 2016-10-21 07:54:53 Mian88
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    21 Ottobre, 2016
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Fiabe di vita

Quante volte ognuno di noi ha sentito pronunciare nella sua vita il caro vecchio e familiare “C’era una volta”? E quante volte ancora questo è stato seguito da una narrazione chiara ed accattivante, avente ad oggetto una trama semplice a sui seguiva una morale altrettanto forte ed il classico lieto fine dove tutti vivevano “felici e contenti”? Sicuramente tutto ciò è dettato dal desiderio dell’uomo adulto di far sognare e far vivere gli anni dell’infanzia nel modo più spensierato possibile ad ogni piccolo della famiglia.
In realtà, però, queste storie apparentemente ingenue, genuine, nella loro versione originale discostano dalle trasposizioni edulcorate di cui sopra. In passato infatti le fiabe avevano lo scopo di educare alla vita, di insegnare al bambino che non sempre le cose vanno come vorremmo, che spesso la quotidianità ci spiazza, ci lascia senza fiato, ma che essenziale è non arrendersi alle avversità, fondamentale è imparare dai propri errori così da essere pronti ad affrontare quelli che saranno i futuri ostacoli. Sicuramente detta impostazione dipende anche dal mutamento sempre maggiore che l’esistenza stessa ha avuto, trattasi infatti, quello in cui predette si sviluppavano, di una fase storica in cui la praticità e la concretezza erano alla base della giornata, non c’era spazio per le frivolezze e/o per le distrazioni. Le ore scorrevano rapide in quelle che erano le fatiche lavorative e domestiche dell’uomo e della donna, per giungere ad un crepuscolo di stanchezza, prole e routine.
Queste novelle, tra l’altro, non venivano concepite esclusivamente per il pubblico infante, soventemente erano destinate anche agli adulti che avevano a loro volta il compito di ascoltare e di trasmettere il concetto della natura umana, per quella che era ma anche integrandola con elementi magici e fantastici. Ecco perché le versioni autentiche delle storie sono spesso più crude e violente, non sono mitigate (basti pensare, ad esempio, che le matrigne di Biancaneve e Hansel e Gretel erano in realtà le loro madri naturali, ma poiché era fondamentale tutelare il ruolo materno, così come era impossibile accettare che una mamma potesse essere malvagia, esse furono tramutate in matrigne). Non solo, gli stessi originari protagonisti non dovevano per forza essere “buoni”, ovvero soggetti immuni dalla malvagità, anzi! Generalmente questi erano proprio giovani maledetti, ragazzi maltrattati e/o abbandonati, uomini che rivaleggiano ed ancora persone spinte da animosità maligne nonché dedite ad abusare del proprio potere.
Nelle versioni prime, non si ha paura di mostrare l’aggressività ne tanto meno si auspica all’oggigiorno consono lieto fine. Questo perché siffatta qualità è propria della natura umana, ne è parte, e negarla, anche se questo può far storcere il naso a molti, sarebbe come smentire una parte di se stessi. A riprova di ciò basti pensare alla fiaba dei piccoli di cinque o sei anni che, nella prima versione, giocano al “macellaio”: mentre uno fa il macellaio, un altro cuoce ed il terzo è il maiale. Il macellaio assale il maiale e gli taglia al gola mentre il cuoco raccoglie il sangue in una ciotola. Viceversa nella seconda abbiamo due fratellini sempre dediti al medesimo gioco. Quello che fa il macellaio sgozza l’altro. La madre sopraggiunta sul luogo a seguito delle urla, colpisce al cuore il figlio rimasto. Il terzo figlio, lasciato dalla mamma per soccorre il ferito, muore annegando nel catino. La donna, realizzata la morte di tutti e tre i suoi discendenti, viene a sua volta a mancare di crepacuore. Chiara è la violenza/aggressività insita nel racconto eppure, nella sua lettura integrale troverete quella che ne è la morale, il suo perché.
Evidente è dunque che tra gli obiettivi dei narratori vi era quello di trasmettere quella che appariva essere la realtà, la concretezza, la verità di una società basata sulla funzionalità, povera e pessimistica. Ma non fatevi intimorire da ciò, né dovete ipotizzare di trovarvi di fronte ad un elaborato horror. Queste favole, dei fratelli Grimm, così come di tanti altri autori, seppur più dure delle versioni che conosciamo, arrivano e sono tutte intrise di etica ed insegnamento proprio perché non ovviano alla verità dei fatti del tempo in cui sono scritte.
Stilisticamente l’elaborato è fluente, erudito, e capace di suscitare molteplici spunti di riflessione. Da leggere e da non sottovalutare.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'attesa
Papà Gambalunga
I misteri di Udolpho
Guerra
Il violino del pazzo
In affitto
In tribunale
Bandito
La fattoria delle magre consolazioni
Il possidente
Le torri di Barchester
Deephaven
Racconti di pioggia e di luna
La casa grigia
Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti
L'uccello nero