Sogno di una notte di mezza estate
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SOGNO,AMORE E MAGIA
Sogno di una notte di mezza estate è stata scritta nel 1595 ed è forse la commedia più famosa di William Shakespeare.
Devo dire che questa opera teatrale non mi ha colpito particolarmente, anche se pensandoci alcuni giorno dopo ho capito che forse mi era sfuggito qualcosa, mi aveva colpito ma ancora non sapevo bene in che modo.
Nel testo troviamo varie tematiche, la realtà in contrapposizione al sogno, la magia e il caos del bosco, l'amore e il superamento degli ostacoli.
La commedia parte con Teseo, duca di Atene che deve sposare Ippolita e in vista dell'immediato matrimonio arrivano Egeo con la figlia Ermia che deve a sua volta prendere come marito Demetrio, anche se la giovane è innamorato di Lisandro.
Ermia scappa con Lisandro nel bosco, seguiti da Demetrio e da Elena, amica di Ermia.
Nel bosco ci sono molti personaggi, ma è Puck il vero protagonista un servitore che raccogliendo un fiore magico e mettendo delle gocce sugli occhi di una persona che dorme, può farla innamorare della prima cosa che vede.
Ma Puck commetterà molti errori e facendo, quindi, innamorare della persona sbagliata i quattro protagonisti principali della commedia.
Puck ha suscitato un gran bel caos, la magia sembra in un primo momento sconvolgere la commedia ma poi grazie ad essa trionferà l'amore.
Il bosco è un luogo suggestivo e l'atmosfera che immagina il lettore è davvero particolare.
E' un'opera che è pervasa da alcuni malintesi, che grazie sia alla magia che all'amore riescono a risolversi.
Il racconto inizia ad Atene che risulta essere in forte contrasto con il bosco, questa città è animata dalle lotte di potere, dal rispetto dell'ordine e delle regole. Il bosco invece è un luogo fatato, magico, dove regna l'irrazionale e la confusione.
Nel bosco però troviamo anche quello che viene chiamato "play within play" una commedia nella commedia, in quanto nel bosco degli artigiani ateniesi stanno provando a rappresentare un'opera teatrale durante i festeggiamenti per il matrimonio.
Sicuramente ci vorrebbe un ulteriore approfondimento per capire meglio l'opera e il grande talento che c'era nel famoso drammaturgo inglese.
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Poesia intramontabile
Temo che "Sogno di una notte di mezza estate" sia la tipica opera di un mostro della letteratura di cui tutti parlano (perché vista a teatro, al cinema, perché ispirazione di qualcosa'altro, ecc.) ma pochi hanno realmente letto. A torto, perché in realtà è piacevolissima da leggere, è facile da approcciare e sempre attuale.
La commedia si svolge ad Atene e nel bosco vicino. In scena si intrecciano le storie di due coppie di amanti (lui ama lei, che lo ricambia, ma è promessa in sposa all'altro, amato dall'altra), tutti riuniti alla corte del loro signore che sta a sua volta per sposarsi. In onore di queste nozze un gruppo di artigiani fa le prove per una "tragedia" da mettere in scena la sera del matrimonio. A corona di tutto ciò il signore delle fate è alle prese con i dispetti alla signora delle fate, aiutato dallo spiritello Puk, che ne combina di ogni e crea non poco scompiglio tra gli amanti stessi.
Da riassumere pare anche semplice, ma in realtà la commedia è ricca di sfumature, ciascuna per ogni personaggio, e di avventure che sono chiamati ad affrontare.
I grandi temi che ricordo di aver studiato essere ricorrenti nella poetica di Shakespeare tornano tutti: l'amore spesso ostacolato, la follia, il teatro nel teatro, e soprattutto i giochi di parole sopraffini ed argutissimi.
Benché la trama sia spassosa ed estremamente attuale - non sorprende possa diventare materiale adattabile ad un film moderno - forse proprio il linguaggio è la cosa che mi è piaciuta di più dell'opera.
Ho sempre pensato che Shakespeare da leggere fosse ostico, se non addirittura noioso. Che errore! Mi sono divertita molto, è stata una lettura piacevole, e trovare certe espressioni e paragoni tra le righe di uno dei più grandi autori del mondo mi ha fatto capire quanto a sfavore giochino a volte i pregiudizi.
Darne un giudizio numerico è veramente difficile: come si può giudicare un'opera di tale portata storica?
Io ci provo e metto del mio, ma sottolineo che andrebbe letta da chiunque, così da potersene 1. fare una propria opinione ma soprattutto 2. ricredersi ed aprirsi alla letteratura originale a cui tutti si ispirano ancora oggi!
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Proprio un BEL sogno...
[SCENA: Il bosco. Titania addormentata]
Dopo essersi destata, incantata dall’amoroso succo cosparso sui suoi occhi da Oberon, Titania cade amorosa della prima forma vivente che incontra e, per rendere omaggio al proprio amore, lo sfortunato tessitore dal curioso nome di Bottom trasformato in testa di ciuco dal dispettoso demonietto della terra Puck, richiama a sé i folletti suoi servitori.
BOTTOM: Chiedo umilmente venia alle vostre colendissime signorie. Prego vossignoria di volermi dire il suo nome.
RAGNATELA: Ragnatela.
BOTTOM: Desidero far meglio la vostra conoscenza, buon mastro Ragnatela. Se mi succederà di tagliarmi le dita vorrò farmi ardito secovoi. E il vostro nome, onesto signore?
FIOR DI PISELLO: Fior di Pisello.
BOTTOM: Vi prego di porgere i miei complimenti a madama Buccia vostra madre ed a messer Baccello vostro padre. Buon mastro Fior di Pisello, anche con voi desidero far meglio conoscenza. E voi, signore, come vi chiamate, ve ne prego?
GRAN DI SENAPE: Gran di Senape
BOTTOM: Buon mastro Gran di Senape, conosco bene la vostra pazienza. Quel vigliacchissimo gigante di un messer Manzo a pur divorato molti valentuomini del vostro casato; e vi posso assicurare che più di una volta i vostri parenti mi han fatto venire i lucciconi. Vorrei poter fare meglio la vostra conoscenza, buon mastro Gran di Senape.
ATTO III SCENA I
Composta presumibilmente in occasione di un matrimonio tra il 1598 e il 1600, Sogno di una notte di mezza estate, rimane una delle commedie più apprezzate e meglio riuscite di William Shakespeare.
Geniale impasto di composizioni già note - Metamorfosi di Ovidio, Vita di teseo di Plutarco, Canterbury Tales di Chaucer - tra malintesi e voluti tranelli orditi dal già citato monello Puck, il testo poetico strappa al lettore modeste risate e sorrisi.
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Ottimo anche per chiunque voglia iniziare a conoscere il teatro shakespeariano.
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Caos e incanto
Sogno di una notte di mezza estate è una delle più celebri commedie di Shakespeare, la cui fama è stata meritatamente perpetuata da innumerevoli riproposizioni e rifacimenti. Tralasciando la trama, la particolarità di questa commedia consiste nell’intrecciarsi e sovrapporsi di tre piani scenici, rappresentanti tre diverse dimensioni della realtà: la cornice delle nozze di Teseo e Ippolita simboleggia il mondo della realtà, le vicende dei quattro giovani amanti nel bosco di elfi e fate il mondo della fantasia e la rappresentazione di Piramo e Tisbe il mondo dell’arte. In tutto ciò l’elemento motore degli eventi è rappresentato inizialmente dall’amore, la cui forza, che spinge i protagonisti ad agire, non va però sopravvalutata nella sua incidenza. L’effetto comico è dato, infatti, dall’apparente casualità secondo cui tutto accade: se infatti già la prima fuga, in cui ciascuno segue i propri amanti, risulta folleggiante, a complicare ulteriormente la situazione intervengono elfi, fate e folletti, ovvero entità che pur rimanendo sconosciute a tutti i protagonisti, riescono a mescolar le carte delle loro vite pur badando precipuamente ai loro interessi. Puck, usando il filtro amoroso e provocando la trasformazione di Bottom, appare come colui che tiene in mano le redini del destino, gestendole in maniera del tutto casuale e disinteressata. Ecco che dunque, tra le passioni e il caso, tutto si rimescola inaspettatamente e imprevedibilmente, le situazioni si ribaltano senza alcuna logica e l’unica cosa che rimane costante è la fuga dei quattro amanti, che ricorda molto da vicino gli inseguimenti per il bosco incantato e nel palazzo di Atlante dell’Orlando furioso di Ariosto. Come in quest’ultimo poema, dunque, e come, in realtà, in buona parte della letteratura del XVI secolo (si pensi pure al Don Chisciotte di Cervantes o all’Elogio della follia di Erasmo), domina una caliginosa sensazione di vanità, d’irrazionalità e di folle irrealtà, che va a culminare con l’impressione di sogno che i giovani avranno al loro risveglio, quando l’arrivo di Teseo e Ippolita li riporterà nel mondo reale.
A cavallo tra mondo della fantasia e mondo reale si pone il mondo dell’arte, su cui Shakespeare apre una fondamentale finestra, caratteristica topica della sua drammaturgia. L’inserzione della rappresentazione di Piramo e Tisbe gli consente di sfruttare a pieno le capacità del teatro all’interno del teatro stesso e di affrontare anche importanti tematiche in relazione ad esso: innanzitutto, interessante è notare come la messinscena degli artigiani si risolva in una farsa, una parodia comica di un soggetto tragico che molte affinità presentava con l’inizio di questo stesso dramma (Piramo e Tisbe fuggono in un bosco perché ostacolati nel loro amore proprio come Lisandro ed Ermia) e che, per di più, proprio in quegli anni Shakespeare rielaborava nella grande tragedia Romeo e Giulietta. La rappresentazione degli artigiani, dunque, giunge a configurarsi come un doppio del dramma in cui è inserito e come una rielaborazione comica di quest’ultima tragedia. Inoltre, l’insistenza sulla goffaggine della rappresentazione e gli evidenti scarsi mezzi a disposizione di questa improvvisata compagnia forniscono a Shakespeare l’occasione di esporre sue idee drammaturgiche e, soprattutto, di parlare, attraverso le parole molto spesso di Teseo nell’ultimo atto, delle precarie condizioni del mondo teatrale inglese di fine Cinquecento: la denuncia della mancanza di mezzi, degli stenti della professione di attore, spesso ridicolizzata, si risolvono in quello che sembra un invito al pubblico ad apprezzare sempre la buona volontà e a collaborare facendo uso della fantasia per sopperire alle manchevolezze economici o anche semplicemente strutturali del teatro elisabettiano. Ciò è ben rappresentato dal prender vita sulla scena di elementi inanimati (il leone, il chiaro di luna, la parete) per i quali i drammaturghi erano soliti affidarsi a didascalie sceniche che affondano le loro radici nel teatro classico.
Da un punto di vista stilistico, Shakespeare mostra come sempre la sua straordinaria perizia nel mescolare abilmente registri diversi, che spaziano dal tono tragico a quello comico, dal tono lirico-elegiaco a quello ideologico, il tutto su uno sfondo filosofeggiante nell’analizzare l’interattività delle varie dimensione del mondo della natura, con la consueta attenzione alla centralità della figura umana in esso.
Tra le tanti fonti che si possono rintracciare, in particolare forte è il debito contratto con la letteratura classica per la realizzazione di questo dramma. A livello strutturale, infatti, questa commedia presenta alcune convergenze con la commedia nuova greca e con quella latina, quali i ricorrenti, seppur privi di regolarità, pezzi cantati a far da sottofondo o separazione tra le scene (oltre a contribuire a conferire un’aura di magia) o lo stesso epilogo cantato che invita il pubblico ad applaudire la rappresentazione, topos della commedia classica. A livello contenustico, poi, oltre all’ambientazione nella mitologica Atene di Teseo e Ippolita e all’utilizzo di nomi tipici della grecità antica, evidente è il rifacimento alle Metamorfosi di Ovidio, in cui si narra la storia di Piramo e Tisbe (e in cui compare il personaggio di Titania; inoltre la trasformazione in asino di Bottom è un chiaro riferimento a L’asino d’oro di Apuleio.
La felicità nell'ignoranza?
"I capricci di Cupido": si potrebbe riassumere così la trama di questa splendida commedia shakespeariana, perfetta traduzione in parole di quei sentimenti di vendetta, gelosia, lussuria, frenesia e sofferenza che l'Amore provoca in ognuno di noi quando, per fortuna o sfortuna, ci innamoriamo.
Sottolineo per fortuna o sfortuna per un motivo: perché non sempre innamorarsi eleva il nostro spirito tra le vette più sublimi e celestiali del paradiso, come affermerebbe qualcuno ma, nella maggior parte dei casi, quello che si ottiene è miseria e delusione.
Vedete Titania che finisce per innamorarsi di un asino..certamente, non per sua volontà, ma non è forse questa una metafora? quante volte ci siamo ritrovati a giudicare una persona di nostra conoscenza, ritrovandoci a pensare: "Ma come diavolo fa a stare con uno/a del genere? Sarà forse impazzito/a?".
Non per nulla si dice: "L'amore è cieco".. allora io mi domando, ed è questo il frutto della riflessione dovuta alla lettura di questo libro: cosa importa davvero? essere consapevoli della persona che si ha accanto e per questo avere un potere maggiore, come Oberon su Titania? oppure sarebbe meglio ignorare la nostra condizione, vivere in serenità, accontentandosi della pacifica convivenza e reciproca sopportazione, senza star lì a pretendere troppo, beandosi nella totalizzante sensazione di essere arrivati ad un punto in cui tutto sembra perfetto, come Titania innamorata di un asino, che sì era ridicola, così persa per il muso e le orecchie di un ciuco, ma, cosa da non sottovalutare, felice?
Non è forse questa la sensazione che si prova quando si è innamorati? E cosa importantissima, a prescindere di CHI si è innamorati?
Ecco, secondo me, lo scopo di questa commedia: farci capire che alla fine è tutto un gioco di casualità e all'improvviso non sei più padrone di te stesso, che sia per colpa della viola del pensiero come Lisandro o Demetrio, innamorati prima della stessa donna, poi di un altra, poi di quella che Shakespeare ha assegnato loro allo scopo del lieto fine, in un intreccio stordente, sia per un capriccio volontario, come il tranello di Oberon a Titania, alla fine siamo tutti destinati a cadere.
Allora mi chiedo: chi toccherà a me? Alla viola del pensiero non si comanda. Potrei innamorarmi di un principe, come Lisandro, con la stessa probabilità di come potrei perdere la testa per un asino qualsiasi. E' tutto nelle mani del Puck della situazione, che a me sembra una perfetta metafora del nostro contemporaneo Cupido, che scaglia le sue frecce a destra e a manca senza un ragionevole senso logico.
Quante volte ci è capitata questa situazione: tu-ami-lui-ma-lui-ama-l'altra-che-ama-a-sua-volta-un-altro-che-non-sa-nemmeno-che-esiste? credo che a tutti, almeno una volta nella vita, sia capitato un Puck che ci ha incasinati la vita con le sue magiche ma crudeli pozioni.
E quante volte avremmo voluto, pur di essere a tutti costi felici, essere ignoranti? Non si dice forse: "Chi più sa, più soffre?".
Allora il senso, secondo me, è questo: fare una scelta tra il sapere e il non sapere, tenendo conto che noi possiamo fare tutti i nostri calcoli, ma sarà la viola del pensiero a scegliere per noi.
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Sogno di una notte di mezza estate
Questo autore andrebbe fatto studiare in ogni ordine e grado scolastico, un po' come il nostro Buon Dante.
Unico argomento vero, poetica di tutta l'opera è l'Amore, un amore controverso che si avvolge su se stesso e si srotola in modo, seppur artefatto, molto naturale.
In questa sua opera William Shakespeare narra poeticamente di diverse storie d'amore a volte complicate ed a volte così ovvie e naturali da chiedersi cosa ci sia di così particolare... il genio, l'arguzia rappresentate sicuramente ed in modo essenziale dalla tragedia finale inscenata dagli attori dilettanti al cospetto del Signore Teseo e sua moglie Ippolita con il seguito dei loro ospiti.
Vengono narrate anche scene fantasy, i cui personaggi non temono assolutamente il confronto con le più autorevoli penne contemporanee di genere.
Una delle opere più rappresentate del celebre drammaturgo inglese...ma è vero che avesse origini italiane???
Consigliato per chi volesse davvero uscire dalla monotonia del quotidiano, un viaggio nell'amore più eclettico tra quelli mai raccontati.
Buona lettura a tutti.
Syd
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PIu' di 400 anni per una storia d'amore.
Sara' che la prima volta non si scorda mai.
Sara' che questo e' il mio esordio con Shakespeare.
Sara' che sono pentita di non aver mai letto in tutti questi anni alcuna opera di questo grande artista del passato.
"Sogno di una notte di mezza estate" come apoteosi dell'amore.
Dell'amore soave, che esalta la bellezza riflessa sugli occhi del cuore.
Che non ha bisogno di toccare, di violare.
E' enfasi del sentimento, di un anelito, di uno sguardo, di un sospiro.
E' rincorrersi per appartenersi.
E nel torpore di una notte d' Atene, un bosco incantato riempie la scena.
Si incontrano Fate ed Elfi, musica, canzoni , fiori , pozioni magiche ed incantesimi.
E l'amore dei mortali si mischia con l'amore mitologico, destini che cambiano, destini che tornano.
Una commedia non di prosa ma di poesia, delicata e forse indifesa coi suoi 400 e piu' anni, quasi temevo che appoggiandovi gli occhi si sbriciolasse come un'antica pergamena.
Che possa piacere o no il genere, ci sono gioielli a questo mondo che brillano di luce vetusta, e costano una manciata di spiccioli soltanto.
Val la pena di averli.
" E io spesso mi son divertito a fare all'amore con l'alba e, sicuro come un taglialegna, a spingermi pei boschi fino alo stesso cancello dell'aurora , al bel cancello che, tutto rosso di fuoco, s'apre per far passare i raggi benedetti che mutano in oro i verdi flutti di Nettuno." W.S.
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Girandola di attori
Questa commedia è espressione di vera poesia ed offre una girandola di attori, tutti caratteristici per tratti e per l'impatto che hanno sullo spettatore. Più che una lettura è infatti una rappresentazione e tu, più che lettore, ti senti proprio parte della platea. Il corso di un vero amore non è mai andato liscio e questa commedia è un piccolo viaggio sulla scena, vissuto con occhi diversi. Ci sono storie d'amore intrecciate e l'ingrediente fondamentale è la magia dell'amore, come spruzzo magico sugli occhi. E' una commedia che è uno spettacolo nello spettacolo.
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Magia dell'Amore.
E' una delle mie opere shakespeariane preferite. A volte la preferita. Dico a volte perchè questo libro non va letto in un qualsiasi momento delle nostra vita, ma in situazioni particolari, momenti in cui rifletti sull'amore, o momenti in cui non ci credi.. In effetti ho letto la recensione di Piero prima di scrivere e anche io come lui ho letto questa favola in un momento in cui non sapevo più cosa fosse l'amore, e se esistesse.. Se fosse davvero così magico come credevo fino a poco prima. Insomma, bisogna leggerla con lo stato d'animo giusto quest' opera, bisogna proprio viverla, per apprezzarla al meglio. E' una lettura da prendere e riprendere; io la riprendo spesso, anche perchè dura neanche una giornata. E ogni volta mi emoziona. L'amore segue percorsi intricati e molti si metteranno in mezzo a impedirci di seguirne la strada, ma alla fine in un modo o nell'atro arrivi sempre a destinazione! Un accenno bisogna decisamente farlo a Puck, il folletto che presenta e chiude la storia. E' lui che fa nascere le vicende degli altri personaggi, e rappresenta proprio l'amore stesso. Con le sue caratteristiche peculiari, che sono la testardaggine, i dispetti, la vivacità..!
Dedicatevi una giornata della vostra vita, e sognate questa storia. Leggetela e sognate.
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Magia di un pomeriggio di fine inverno
Me lo ricordo ancora.
Letto in un pomeriggio di inverno dopo che quella mi aveva lasciato.
Non una scelta felicissima in effetti.
Ho versato lacrime amare sulla storia di Demetrio e Lisandro, Ermia e Elena.
Sperando di trovare il mio Puck che mi desse quel dannato filtro.
Nonostante tutto ho amato questa favola.
Ho sognato ad occhi aperti su come spesso l'amore non segua strade dritte e razionali, e su come a volte per vie tortuose e impraticabili alla fine arrivi lo stesso dove deve.
Anzi, l'ho sperato.
Una fiaba delicata, sempre godibile. Per volare sulle ali della fantasia e di quel grandissimo motore dell'universo che è l'amore.
"L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupido viene dipinto cieco."