Robin Hood Robin Hood

Robin Hood

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La lotta che ha ingaggiato con il potere è destinata a non aver mai fine. Perché Robin Hood è un mito: quello della giustizia che non ha pace e vaga per il mondo a risvegliare i suoi arcieri.



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Robin Hood 2021-07-11 10:51:18 Con.i.libri.si.vola
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Con.i.libri.si.vola Opinione inserita da Con.i.libri.si.vola    11 Luglio, 2021
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le origini di Robin hood

"Il principe dei ladri" è una sorta di prequel del Robin Hood che tutti conosciamo, il quale credo sia poi ampiamente trattato nel secondo libro "Robin Hood - Il proscritto".

Robin Hood viene cresciuto dal guardaboschi Gilbert Head e dalla moglie Margaret nella foresta di Sherwood.

L’arrivo dell’affascinante Marian e del fratello Allan cambierà totalmente la vita di Robin che diventerà un uomo coraggioso e valoroso e scoprirà pure un aspetto molto importante del suo passato.

Dumas si ispira alle antiche leggende del famoso arciere che fino ad allora erano state tramandate oralmente.

Con uno stile diretto e scorrevole lo scrittore ci trascina in rocambolesche avventure inglesi tra fughe, assalti e rapimenti.

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Altre opere di Dumas
A chi ama il personaggio di Robin Hood e vuole scoprirne le origini
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Robin Hood 2018-12-21 10:38:38 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    21 Dicembre, 2018
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Rubare ai ricchi, per comprarsi degli occhiali

Nomina “I tre moschettieri” e anche il lettore meno spigliato assocerà questo titolo a Dumas. Nomina “Robin Hood” e otterrai le reazioni più disparate, tra chi andrà con la mente ad uno dei tanti film con il bandito gentiluomo come protagonista, chi citerà il lungometraggio animato targato Walt Disney con la volpe ad interpretare il ruolo del furfante, oppure ancora chi penserà ad una tra le molte serie TV ispirate alle avventure degli allegri compagni di Sherwood.
Sono in pochi infatti a ricordare che dobbiamo ring razionare il prolifico Dumas per aver portato fino a noi notizia delle gesta dell’eroe popolare noto come Robin Hood. Incaricato di tradurre l’”Ivanhoe” di Scott, l’autore conobbe la figura del leggendario ladro Sassone, all’epoca protagonista di molte ballate popolari; Dumas fu il primo a scrivere un romanzo con protagonista Robin, salvandolo in questo modo dall’oblio in cui forse sarebbe scivolato come personaggio legato a dei racconti tramandati principalmente per via orale.
La narrazione di come l’autore incappò nella figura di Robin e molti altri dettagli interessanti su questo romanzo si possono trovare nell’introduzione e, per una volta, devo giustamente elogiare la Newton Compton per la buona qualità di questa edizione, dove sono presenti molte note esplicative nel testo, alcune graziose illustrazioni, nonché due appendici iniziali che forniscono una sintetica infarinatura rispettivamente sui personaggi e suoi luoghi della storia. Soprattutto la prima si rivela molto utile e mi sono trovata a consultarla spesso durante la lettura, perché ci sono davvero molti personaggi e a volte risulta difficile ricordare i rapporti tra loro.
Il romanzo ripercorre le principali avventure del celebre Robin Hood a partire dal suo incontro con Will il Rosso e Much, due dei suoi più fidati luogotenenti. Nella prima parte del romanzo,al centro della vicenda troviamo la missione per salvare proprio Will dalle grinfie dello sceriffo di Nottingham e, nel contempo, impedire le nozze d’interesse tra la figlia di quest’ultimo ed il repellente Sir Tristam. Segue poi il racconto di svariate peripezie volte in special modo ad alleggerire le borse dei ricchi Normanni e degli ecclesiastici di passaggio per Sherwood e delle conseguenti rappresaglie ad opera del barone Fitz-Alwyn, che non è comunque il solo nemico di Robin, come pure Will non è il solo a venire ingiustamente condannato a morte e salvato in modo rocambolesco.
Seppur i duelli abbondino in questo romanzo, di cappa e spada appunto, ho trovato quantomeno curiosa la presenza di un gran numero di matrimoni (ne ho contati undici, più un paio andati a monte), nonché il ruolo combattivo concesso alle donne dei proscritti e il continuo elogio della vita di coppia come via per trovare la felicità. Non a caso Robin muta completamente il suo temperamento dopo la morte dell’amata Marian e pian piano perde del tutto la voglia di vivere e di lottare.
La lettura prosegue abbastanza rapida, tra la predominanza dei dialoghi e l’alternarsi di scene ricche d’adrenalina, seppur il lettore non sia mai in pensiero per la sorte di Robin e dei suoi allegri compagni, perché votati al bene e dotati di grande coraggio. Un dettaglio che in più punti mi ha divertito è l’incapacità del protagonista, ma anche di altri personaggi, nel riconoscere chi hanno davanti: in particolare Robin non riconosce il cugino e (per due volte!) il cognato, per tacere di chi tenta di arrestarlo e puntualmente se lo ritrova davanti senza riconoscerlo.
I più affezionati lettori di Dumas non mancheranno di notare molte somiglianze con la sua opera più nota, “I tre moschettieri”. I due volumi hanno infatti un inizio molto simile, con il protagonista che si imbatte in quelli che saranno poi i suoi fedeli compari e, come prima cosa, li sfida a duello per motivi abbastanza banali. Altra analogia con altre opere dell’autore è la povertà di storyline ad ampio respiro, alle quali vengono preferiti dei brevi racconti del tutto scollegati da una trama orizzontale ma che vanno solo ad illustrare alcuni episodi nella vita della protagonista.
E Robin Hood è un protagonista di tutto rispetto: pur essendo un eroe non intende mostrarsi umile, fa lo splendido con le dame e si vanta della propria abilità con ogni genere di arma, questo non lo porta però ad abusare della violenza e in generale si dimostra generoso anche con i suoi nemici. Molti aspetti del suo personaggio sono stati d’ispirazione per altre figure iconiche come Zorro analogo eroe mascherato che sottrae ai ricchi per donare ai poveri, Peter Pan sia per l’abbigliamento sia per l’idea di vivere in completa libertà sull’Isola che non c’è, Sherlock Holmes con i travestimenti che aiutano entrambi ad introdursi non riconosciuti in ogni sorta di consesso, V nella sua guerra personale allo strapotere dei benestanti e del clero.
La narrazione di Dumas si conferma ancora una volta ironica e briosa, ma capace anche di toccare l’anima del lettore in alcune scene dense di emozioni. Da notare anche come l’autore sia uscito coraggiosamente dalla sua confort zone, scegliendo un’ambientazione ed un periodo storico ben lontani dai suoi canoni classici, ma che ha saputo comunque gestire molto bene.
Dumas è stato molto originale in più di un aspetto con questo romanzo, perché ha deciso di dargli un finale dolceamaro, in cui si vede il giusto sconfiggere più volte i suoi avversari ma alla fine cadere mentre questi continuando ad ordine le loro trame. E con Robin scompare anche il sogno utopico della foresta di Sherwood.

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Robin Hood 2016-07-30 09:30:34 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    30 Luglio, 2016
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Robin Hood Begins

Robin Hood è una di quelle leggendarie figure che, come Dracula e Re Artú, si sono scolpite nell'immaginario collettivo e continuano ad essere protagoniste nella letteratura, nel cinema, in televisione.
Il tempo non affievolisce il fascino che questi grandi personaggi ispirano, ed essi sono in grado di influenzare anche quei grandi artisti che di idee ne hanno da vendere.
Il valoroso eroe della foresta di Sherwood è riuscito a conquistare un grande come Alexandre Dumas, al punto da spingerlo a dedicargli un racconto.

L'opera di Dumas si concentra sulle origini di Robin Hood, di come gli eventi lo abbiano realmente portato ad essere il "bandito" che è.
Se quindi vi aspettate di assistere alle gesta di colui che "ruba ai ricchi per dare ai poveri", potreste rimanere gravemente delusi. Se vi piace questa immagine di Robin Hood, vi conviene rispolverare altri tipi di opere cinematografiche e letterarie, e riporre la fatica di Dumas sullo scaffale.
Il racconto dello scrittore francese si concentra sulla metamorfosi di Robin, da giovane guardaboschi a impavido capobanda dei sassoni di Sherwood.
Tranquilli, non mancherà la presenza dei personaggi più rappresentativi, quali il valoroso Little John, la bella lady Marian, lo scontroso e forte frate Tuck. Questa storia testimonierà i loro primi incontri, lo sbocciare di forti amicizie e grandi amori.
Insomma, una lettura leggera e piacevole (seppur non indimenticabile), dedicata a uno degli eroi più ammirati di tutti tempi, il principe dei ladri, l'infallibile arciere di Sherwood.

"Le mani unite, gli occhi lacrime, il sorriso sulle labbra, si giurarono l'un l'altra un amore eterno: un amore che sarebbe finito solo quando avessero esalato l'ultimo respiro."

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Robin Hood 2016-02-01 14:33:23 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    01 Febbraio, 2016
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La bella delinquenza

Probabilmente , chissa’,  realmente vissuto, le vicende di Robin Hood sono state talmente narrate e rappresentate  nei secoli da connotarlo come un personaggio prevalentemente  leggendario.
Cosi’ e’ anche per la qui proposta opera di Dumas, dove le note in calce al testo ci indicano continue discrepanze con gli archivi storici, ma poco importa, si tratta in fondo di un piacevole intrattenimento. 
Eccoci allora a tu per tu con uno dei delinquenti piu’ auspicabili cui potremmo oggi ambire, il nobile sassone defraudato di titoli e possedimenti dall’invasore normanno,  rifugiato nella foresta, sopravvive  rubando ai facoltosi nemici di passaggio per poi distribuire ai poveri il ricco bottino.
L’allegra brigata di briganti gentiluomini vissuti tra la fine del 1100 ed il 1200 ci offre uno spaccato dove amicizia, fedelta’ e lealta’ sono inferiori per potenza solo all’amor cortese tra gli abili arcieri e  le splendide giovani donne che si uniscono a loro in matrimonio, in una gremita comunita’ che vive armoniosamente , immersa nella natura.
Una situazione di benevola e frizzante illegalita’ , dove superbia e potere non possono convivere nella pacifica ed avventurosa quotidianita’ nei boschi di Sherwood , di cui Dumas ci offre una pregevole panoramica. Realistica  la descrizione dei luoghi, piu’ che miraggio essa pare viva proiezione  tra alberi secolari, fiori di campo dai vividi colori e un diffuso profumo di foglie e corteccia .
 
Indossando  senza celare i suoi anni, la penna ben si adatta al contenuto e procede col guizzo allegro di una lepre a primavera, saltellando briosa anche nei momenti piu’ tragici.
A mio avviso non tra le migliori opere dell'autore ma comunque gradevole , per il suo Robin Hood e’ inevitabile nutrire una franca, sana simpatia. Buona lettura.

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Robin Hood 2012-12-09 09:54:43 rondinella
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rondinella Opinione inserita da rondinella    09 Dicembre, 2012
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140 anni e non sentirli...

Allegria! In quale altro modo potrei presentare questo libro? Solo con: Allegria!
Perché ogni pagina è un palese invito al sorriso sulle labbra.

Dimenticate il Robin -per carità, molto affascinante- impersonato dal gran Russell Crowe, uomo psicologicamente complesso e umano: prendete invece il romanzo di Dumas, tutto dedicato al proscritto di Nottingham e ai suoi -allegri- compagni di Sherwood, una vivace comitiva che vive secondo proprie leggi -sempre galanti con le dame comunque, con le proprie morali e ... A beffe di clero e nobiltà.

Una lettura scorrevole e dal tono scanzonato, che si divora in breve tempo: è ciò che non ci aspetta, una storia 'leggera' ma coinvolgente, vivida ed altamente improbabile.
Eppure il mito (o realtà?) di questo celebre personaggio incantano ancora: ci troviamo di fronte ad una personalità carismatica -difensore della giustizia, protettore dei deboli- ma anche, come traspare nel libro, con caratteristiche di un comune essere umano -una certa venerazione per le dame, dedizione al buon vino e coscienza dei propri limiti.
Una figura particolare, introvabile nella realtà ma assolutamente empatica col suo modo di accattivarsi il lettore.
E mai dimenticare i compagni fedelissimi, con i quali Robin non sarebbe... Robin: Little John e la sua grande amicizia , Will il Rosso e le sue irreprensibili doti da agente matrimoniale etc... Tutte persone 'oneste' mosse dai più dignitosi ideali.
E senza dimenticare le donzelle di Nottingham senza cui questo indomabile gruppo di uomini non saprebbe vivere.

Cos'altro aggiungere?
La penna di Dumas non delude mai, una lettura breve ma ben condensata, adatta a tutti grazie ad un linguaggio diretto e senza fronzoli, sembrerebbe elementare, ma mette il punto su ciò che è necessario.
La beffa ai danni degli 'oppressori' è percepibile da ogni parola, ma la morale qual è?
Io ne ho trovata una carina: le cose belle possono finire per uno scherzo insulso del destino.
Probabilmente l'autore non aveva intenzione di lasciare nessun insegnamento (se non un po' di nazionalismo) ma a me va benissimo cavarci qualcosa.
Lettura consigliata a tutti, per chi ama Robin Hood e per chi cerca una storia 'fresca'.
E poi è firmato Dumas...

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Tutto Dumas
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Robin Hood 2012-02-04 12:25:52 cyn
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cyn Opinione inserita da cyn    04 Febbraio, 2012
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Un bel 10 per Dumas!!

A dirla tutta fino a qualche anno fa non sapaevo nemmeno che esistesse il libro di Robin Hood.
Sono sempre stata una sua grande fan... chi non è cresciuto guardando il fantastico cartone con le sue indimenticabili canzoni? (urca urca sbirulero oggi splende il sol ihih :D).
Lo vidi per caso in libreria e mi son detta:"Nooo, devo averlo". Stavo in camera quando lo cominciai a sfogliare, così mi sono imbattuta nella lettura: 1,2,3,4,5,... pagine, non l'ho più lasciato.
E' troppo coinvolgente, stupendo e scorrevole, a mio parere è uno dei più bei lavori di Dumas. Devo fare i miei complimenti alla traduzione di Chiavarelli, davvero accurata e ben fatta. Anche l'introduzione è molto carina, di Attilio Scarpellini, che ci illustra i singoli personaggi e luoghi, e gli aspetti salienti che caratterizzano l'epoca come gli abiti e le armi usate.
Io lo consiglio a tutti. Senza contare che ci dà una visione del quadro storico straordinaria, tra le capanne della foresta di Sherwood, le ballate, le feste, le battaglie, la vita, i paesaggi la campagna... i passatempi, la vita di un perfetto inglese di quel tempo. Nel libro è proprio evidente l'amore di questi uomini uniti e coraggiosi che anche poveri e magari derubati e negati di tutto trovano lo spirito per affrontare la dura realtà, per la libertà e l'amore della propria patria, l'Inghilterra.
A me poi è piaciuto particolarmente anche perchè sono da sempre affascinata da queste terre, la loro cultura celtica, le musiche, la lingua, completamente diverse da noi in tutto e per tutto. La bellezza dei loro paesaggi, i castelli ....
Bhè ci sarebbe molto da dire, ma credo che la conclusione migliore sia un consiglio mio personale: se avete bisogno di staccare la spina dalla quotidianià, imbattetevi in questo libro, tuffatevi tra i rami e il verde di Sherwood che Robin Hood, il proscritto, è pronto ad accogliervi tra la sua allegra brigata, per vivere qualche avventura in sua compagnia, per ritornare anche un pò bambini, per chi si è scordato com'era.
Buona lettura!

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