Racconti fantastici
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L'arte contro la morte
Théophile Gautier è in qualche modo considerato un autore minore rispetto al pantheon della letteratura francese del XIX secolo. Di lui si ricorda soprattutto il romanzo 'Capitan Fracassa', anche se quasi derubricato nell’immaginario collettivo a romanzo per ragazzi. Eppure egli fu uno dei protagonisti della vita intellettuale della Francia che, dal 1830 al 1870, vide tempi tumultuosi e innumerevoli rivolgimenti politici e sociali. Fu uno dei primi propugnatori del romanticismo in Francia, amico di Hugo e di molti altri, e Baudelaire lo considerò suo maestro, dedicandogli 'Les Fleurs du Mal'. Fu soprattutto poeta e giornalista, ma scrisse anche alcuni romanzi e molti racconti.
Questo volume di Garzanti ha l’indubbio pregio di permetterci di scoprire il Gautier scrittore di racconti. Sono, come dice il titolo, racconti fantastici, di cui il tema del soprannaturale, dell’inspiegabile è il filo conduttore, come si addice a un autore romantico. Il volume ci presenta una dozzina di racconti scritti durante l’intero arco della vita letteraria dello scrittore, e questo ci permette di gustarne l’evoluzione stilistica e di ispirazione.
I primi racconti risentono fortemente di una influenza Hoffmanniana: Gautier era (giustamente) un grande ammiratore del maestro del romanticismo fantastico tedesco, e le sue prime prove letterarie ne ricalcano dichiaratamente le orme, tanto che il sottotitolo di quello che ritengo il più bello e il più importante di questa produzione giovanile, 'Onuphrius', è le fantastiche vessazioni di un ammiratore di Hoffmann. Secondo me è il più importante dei racconti di questa fase per la tematica trattata. Il protagonista, 'Onuphrius', è l’artista romantico, che cerca di esprimere la sua arte al mondo, ma viene travisato e deriso dalla società sino a non avere altra strada che rifugiarsi nella pazzia. Il racconto è chiaramente una metafora della difficoltà che i giovani intellettuali romantici, e ancora di più quelli radicali come Gautier, incontravano ad imporsi nel panorama dell’intellettualità parigina dell’epoca.
Un altro racconto molto bello è 'Arria Marcella', che narra il viaggio di un giovane francese a Napoli e Pompei. Colpito dall’impronta del seno di Arria Marcella, conservatasi nella cenere del Vesuvio e vista al museo archeologico partenopeo, il giovane Octavien (nome romano), visitando da solo all’alba la città sepolta viene proiettato, in una sorta di viaggio nel tempo, nel 79 d.C., pochi giorni prima dell’eruzione, ed incontra la bella Arria, che rivive perché lui l’ha ricordata. E’ un racconto molto struggente, che tocca con maestrìa il tema della morte e della memoria. In questo periodo della sua vita Gautier – seguendo lo spirito dell’epoca – consuma oppio ed hascisc, e il racconto 'Il club dei mangiatori di hascisc' descrive con efficacia gli effetti della droga.
Il volume si chiude con due lunghi racconti, 'Avatar' e 'Iettatura', che il curatore del volume Lanfranco Binni liquida come tendenti …ad assumere i modi del convenzionale racconto d’appendice. Io non sarei così sbrigativo, perché soprattutto 'Avatar' esplora le praterie di un tema, quello dello sdoppiamento della personalità, della spersonalizzazione, che verranno ampiamente pascolate, anche se con ben altri mezzi a disposizione, per tutto il novecento.
In definitiva un bel libro, che ci permette di scoprire questo autore quasi negletto ma che invece ha scritto pagine importanti ed ha contribuito ad aprire porte alle quali si sono affacciati gli autori delle generazioni successive. Come scrive Lanfranco Binni nella lunga e bella introduzione, 'L’Arte contro la morte: un conflitto e una possibilità, senza illusioni. E’ questo tema, centrale nella poetica di Gautier, a vivere in forme diverse anche nei suoi racconti fantastici'. Mi sembra un tema che innerva una parte significativa della letteratura che giunge sino ai nostri giorni.