Notte e giorno
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Tante parole
La prima cosa che mi vien spontanea di dire su questo libro è che forse visto i fatti che ci sono raccontati dentro è un po' lunghetto. Molte parole per raccontarci fatti di vita quotidiana che portano poco aventi il racconto. Quattro ragazzi nella Londra di inizio novecento che si avvicinano ai temi caldi dell'epoca come il voto alle donne ma con l'approccio di un visitatore di una mostra d'arte, che guarda osserva e poi se ne va. Tante sono le aspirazioni, ma poche le iniziative, molti i desideri, ma scarsi i tentativi di realizzarli. Forse un secolo dopo siamo allo stesso punto? In definitiva questo romanzo mi ha lasciata abbastanza tiepida, con gli sviluppi della storia che si sono susseguiti in modo piuttosto lento, i protagonisti banali e saccenti e con una opinione di sé decisamente eccessiva.
Indicazioni utili
- sì
- no
Un macigno di normalità
Romanzo inglese ambientato nella Londra degli inizi del novecento.
Descrive la vita delle due protagoniste, Mary e Katharine, intorno alle quali ruotano altri due personaggi di rilievo, Rodney e William. Il lettore viene a conoscenza di ogni aspetto del loro quotidiano: amore, amicizia, lavoro e famiglia. Nel susseguirsi dei giorni e delle notti i quattro amici sembrano essere alla perenne ricerca della realizzazione, della felicità, del senso della propria esistenza, chi tramite volontariato e chi con la letteratura. Alla fine troveranno il tesoro della conoscenza?
Gli ingredienti sono buoni e l’idea è interessante. Il periodo storico delle suffragette, la ribellione dei personaggi alle tradizioni familiari imposte, l’anticonformismo coraggioso della donna, l’indipendenza e la presa di coscienza dei diritti umani. Posso anche apprezzare lo sforzo dell’essere riflessivi e profondi. Ma non mi è piaciuto come sono state sviluppate queste tematiche e come sono stati tirati i fili di questi personaggi/marionette. Un’esposizione pesante e noiosa. Situazioni banali analizzate nei particolari fino allo sfinimento. Ragionamenti non solo approfonditi ma martoriati. Protagonisti inconcludenti e privi di obiettivi reali. E’ tutto astratto, non c’è un problema tangibile da affrontare. Una sciocchezza è ingigantita fino a diventare un dramma. I dialoghi tra le varie comparse sono futili e le rare volte che riguardano argomenti importanti vengono interrotti. I pensieri di tutti loro sono contorti e non hanno davvero nulla a che fare con la realtà. Lo stile di questa scrittrice in questo romanzo è sconfortante; pedante e pomposo, utilizza in quantità esagerata paroloni inutili che non abbelliscono e non impressionano. Ostenta una cultura ed una intelligenza (parole riportate nel libro almeno una volta in ogni pagina e stiamo parlando di ben 399 pagine) che mi hanno irritata. (Cara Virginia, so che sei una persona colta e con un grande cervello, ma non occorre che lo fai notare in questo modo. Perdonami ma proprio te lo dovevo dire, non lanciarmi maledizioni da qualsiasi luogo tu sia). Gli scenari, gli ambienti sono grigi, non c’è colore nelle descrizioni dei paesaggi, delle strade, dei palazzi, di qualsiasi cosa.
Dalla copertina mi aspettavo qualcosa di davvero anticonformista, un po’ osé e un po’ da cattiva ragazza, riferito a quell’epoca, invece non è così. Un macigno di normalità, è quasi più interessante la mia vita.
Una lettura che deve essere accompagnata da un buon digestivo, meglio ancora se alcolico!