Narrativa straniera Classici Nido di nobili
 

Nido di nobili Nido di nobili

Nido di nobili

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Fjòdor Ivànyc Lavrètskij appartiene a un’antica e blasonata famiglia. Viene cresciuto da un padre distante, che non si è mai curato di lui, e da una zia intransigente e crudele. A ventitré anni si trasferisce a Mosca per studiare. Una sera, a teatro, vede la giovane Varvàra Pàvlovna. Lavrètskij ne resta ammaliato e riesce successivamente a conquistarla e sposarla. I due si trasferiscono a Parigi, dove Varvàra diventa molto popolare nei salotti della buona società. Dopo qualche anno di felicità, Lavrètskij scopre però un tradimento da parte della moglie. L’uomo torna allora in Russia, dove conosce Liza, ragazza pia e di buon carattere, la cui indole contrasta con quella irrequieta e indomita di Varvàra. Tra i due inizia una tenera amicizia, ma l’ombra della moglie non accenna ad abbandonare Lavrètskij.



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Nido di nobili 2020-07-02 06:38:19 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    02 Luglio, 2020
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Non il miglior Turgenev

Quando si pensa ad un nido, almeno nel mio caso, l'immagine è confortante, una casa a cui si vuol sempre far ritorno, ma qui non parliamo di un nido qualsiasi ma di un nido di nobili.

Fjodor Lavrètskij è il protagonista di questo libro, un nobile cresciuto in un ambiente un po' particolare, con un padre con idee tutte sue, una zia tirannica e una madre debole; tutto questo ha condizionato la sua vita:

“Disgraziato il cuore che nella fanciullezza non ha potuto amare”.

Il libro inizia con il suo ritorno in Russia dopo che ha scoperto l'infedeltà della moglie, qui spera di ritrovare un po' di pace. Non sono molti i personaggi di questa storia ma sono ben caratterizzati. Troviamo la pura Liza, sua madre che rappresenta bene il ruolo della signora russa, l'egocentrico Pànscin, la furba e opportunista Varvàra, in lei ho ritrovato molto della Principessa Hélène di Guerra e pace ed infine lo sfortunato Lemm, insegnante di musica, questa frase spiega molto di lui:

“Colui che è stato sfortunato, anche da lontano riconosce un altro sfortunato, ma quando è vecchio, difficilmente simpatizzerà con lui; e questo è logico perché con l'altro nulla potrà dividere, nemmeno la speranza”.

Il libro si legge velocemente, ma se Turgenev da una parte caratterizza bene i suoi protagonisti, dall'altra poco indaga l'aspetto interiore. Rimaniamo sempre in superficie, forse anche un po' troppo.

Turgenev è uno dei miei autori russi preferiti, ma siamo ben lontani da “Memorie di un cacciatore” o dal “Primo amore”. Decisamente sotto tono e anche se nel romanzo vengono rappresentate alcune delle “tipicità” della narrazione russa, consiglio, a chi volesse cominciare la conoscenza di questo autore, altri testi.

Buona lettura.

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