Manfred Manfred

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La presentazione e le recensioni di Manfred, opera di George Gordon Byron edita da Mondadori. Composto tra il 1816 e il 1817, quando Lord Byron dovette fuggire dall'Inghilterra inseguito dallo scandalo dei suoi rapporti con la sorellastra Augusta, il dramma Manfred è incentrato sulla figura di un eroe faustiano, esperto di scienza e di magia, tormentato dal rimorso per una colpa inconfessabile: l'incesto con la sorella Astarte, cui Manfred ha spezzato il cuore. Ambientato tra i castelli e i dirupi delle Alpi svizzere, questo "poema drammatico" rappresenta la manifestazione esasperata del Romanticismo inglese e offre forse la migliore incarnazione dell'uomo fatale, ricca di ispirazioni goethiane e shakespeariane. Capolavoro della grande stagione romantica, emblema del lato più cupo e affascinante del movimento, fin dal suo primo apparire Manfred ha suscitato l'interesse di lettori, traduttori (la prima versione italiana è del 1852), illustratori e musicisti (tra gli altri Robert Schumann). Ancora oggi si presenta come un dramma di grande modernità, che permette di apprezzare il genio poetico di Byron anche al di fuori delle consuete letture scolastiche.



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Manfred 2013-07-14 09:55:12 Todaoda
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    14 Luglio, 2013
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Patrimonio dell' umanità

Come si può commentare una delle opere più famose di uno dei più abili scrittori di ogni epoca? Come si può sperare di aggiungere qualcosa in più alle migliaia di parole che sono già state spese per rendere onore a Byron, genio immortale del romanticismo? Come si può anche solo immaginare di riuscire a fare una disamina di un’opera, un poema, come il Manfred quando centinaia di persone, scrittori, critici, pensatori, filosofi, drammaturghi, l’hanno già compiuta? Voci autorevoli del panorama letterario attuale e non. Semplice: non è possibile. Basta leggere il saggio di Bertrand Russell alla fine di questa edizione, per rendersi conto che qualunque sforzo sarebbe inutile. No, non c’è niente da fare Byron è un grande del suo tempo, è un patrimonio della letteratura mondiale ed è una fulgida testimonianza di un epoca, di una corrente artistica, di una società. E’ l’emblema del romanticismo, e non c’è davvero alcuna possibile argomentazione da addurre per tentare di criticarlo, sminuirlo e ridimensionarlo. Se non lo si capisce, se non lo si trova appagante ad ogni livello intellettuale, è un problema del lettore, non certo dell’artista.
Lo stesso vale per gli elogi: non c’è termine, la cui forza sia paragonabile a quella delle sue parole, non c’è singola frase che possa descrivere il suo stile, non c’è un solo verso che possa simulare l’oscura brillantezza della sua scintilla creativa.
No, di Byron, del Manfred, non si può veramente dire nulla, possiamo solo contemplarne l’arte come si può fare per le opere dei più grandi artisti, possiamo solo bearci, noi umili lettori, del suono delle sue parole come si può fare solo per le melodie dei più grandi compositori, possiamo solo inorgoglirci, noi uomini, di appartenere al suo stesso genere, il genere umano, come solo si può fare per le gesta di coloro che, grazie ad un intelletto, una sensibilità, una forza, una conoscenza e una coscienza purissime, hanno ridefinito e ricreato il concetto di umanità. Un umanità più ricca, consapevole ed evoluta.

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a tutti, specie ai romantici.
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