Le relazioni pericolose
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Il fascino del male
Pubblicato nel 1782, "Les liaisons dangereuses" si rivela fin dalle prime pagine un romanzo epistolare a dir poco coinvolgente.
L’autore, Pierre- A.-F. Choderlos de Laclos (1741-1803), era un militare con la passione letteraria; passione che, tuttavia, per quanto sincera, non andò al di là di una produzione rimasta assai modesta, eccezion fatta per quest’opera che, dopo decenni (forse addirittura un secolo!) di aperta condanna sociale e censura da parte dei tribunali, è stata finalmente riconosciuta come il suo capolavoro.
In centosettantacinque lettere, di cui si compone il libro, s’intrecciano le voci di diversi personaggi (tra i quali spiccano da subito due nobilastri, la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont, ex amanti e degni compari di libertinaggio) che danno vita a una narrazione ricca di intrecci e relazioni appunto pericolose; man mano che essa procede si svela il marciume e la dissolutezza di un’epoca, incarnati proprio dai due protagonisti che, cinici e spietati, travolgono e calpestano tutto in nome del vizio più sfrenato; sono presenti alcuni passaggi in cui, sebbene il linguaggio utilizzato non sia di certo esplicito né tanto meno volgare, si resta sconcertati per ciò che viene espresso dal momento che si è di fronte anche all’abuso sessuale reiterato al punto di circuire totalmente la vittima (Cécile, un’adolescente da poco uscita dal collegio).
Attraverso una trama e uno stile di scrittura che catturano il lettore, Laclos punta severamente il dito contro la corruzione dei costumi e l’ipocrisia dell’alta società del suo tempo. Alcuni passaggi risultano forse un poco pesanti, ma nel complesso, si rimane stupiti dalla straordinarietà di questo romanzo di fine Settecento, per lungo tempo bollato e liquidato come scandaloso senza riconoscerne l’intento moralistico.
Lettura molto consigliata, soprattutto agli amanti della letteratura francese!
"Per quel che serve un marito; uno vale l'altro;
e il più scomodo è sempre meno fastidioso di una madre."
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GLI INGANNI DEL PIACERE
La corrispondenza creata da de Laclos non può sembrare più vera in questo romanzo definito erotico che io invece direi sensuale e sentimentale.
Le lettere dei vari protagonisti sembrano scritte realmente da varie persone diverse e ognuna ha il suo modo di esprimersi e le sue sensazioni, fatto che dimostra l'abilità di questo scrittore del 1700 che potrebbe benissimo vivere nella nostra epoca attuale e anzi starci bene.
Le tele intessute dai due personaggi principali, il Visconte e la Marchesa, sono di una finta finezza fuorviante, nascondono due animi dediti ai vizi e ai piaceri della carne. Il primo corrompe giovani donne e signore felicemente accasate, la seconda si prende gioco di uomini affascinanti e importanti.
Ciò che accomuna i due nobili è il piacere che deriva dal manovrare le persone a proprio piacimento, non solo coloro che sono oggetto della loro attenzione ma anche tutti quelli che ci sono vicini.
Devo dire che le descrizioni di alcuni fatti sembravano davvero accaduti e le vicende definite divertenti dai due in effetti lo erano da leggere e ho provato una simpatia per il Visconte sebbene sia un seduttore accanito e la sua fine mi è dispiaciuta, mentre per la Marchesa ho provato dall'inizio astio e mi è sembrato strano perché da scrittrice donna dovrei aver provato l'inverso. Mi sono detta che lo scrittore è stato talmente bravo da farmi provare queste sensazioni.
Le vittime risultano tra il ridicolo e l'ottuso e non si riesce a provare molta pena per loro perché, per quanto siano le parti lese, in realtà sono anch'essi colpevoli di mancato giudizio.
Un grande esempio delle realtà umane offerto in chiave raffinata ed elegante da uno scrittore che non ha nulla da invidiare a quelli odierni.
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Due burattinai e molte marionette
“Le relazioni pericolose” è stato pubblicato per la prima volta nel 1782 e se il libro può far ancora scandalizzare, mi posso immaginare cosa può aver suscitato al tempo della sua prima edizione. Il libro, infatti, fu bandito e messo sotto accusa.
Ambientato a Parigi, nel tempo coevo alla sua pubblicazione (in un 17.. non specificato), il romanzo ci racconta di come non c’è niente di più pericoloso, di una donna rancorosa in cerca di vendetta.
Due sono i burattinai e molte le loro marionette. Tutto nasce dalla sete di vendetta della Marchesa di Merteuil che per vendicarsi di un ex amante, decide di chiedere la collaborazione del libertino Visconte di Valmont. Per vendicarsi, il piano è tessuto intorno ad una tela che implicata la presenza di molte persone, che loro malgrado, si ritroveranno coinvolte in un giro di relazioni pericolose. Tra loro spicca l’ingenua Cécile, quindicenne appena uscita dal convento, il cavalier Danceny, innamorato inesperto e la pura presidentessa di Tourvel.
Il libro è una raccolta epistolare che coinvolge la corrispondenza tra i nostri personaggi. Dubbia è la provenienza di queste lettere, l’editore ne vede difficilmente possibile la veridicità.
Lo stile dell’autore non ti permette di “entrare” nel romanzo ma ti fa vivere qualcosa d’insolito. Il lettore diventa lo spettatore di questo teatrino, in cui i burattinai manovrano le loro marionette e gli fanno fare quello che vogliono.
Laclos è davvero molto critico nei confronti della sua società. I suoi due burattinai sono meschini, insensibili, rancorosi e privi di emozioni pure. Non si fermeranno davanti a niente e nessuno, neanche all’ingenuità di una ragazzina il cui unico torto è stato quello di fidarsi delle persone sbagliate.
Un libro che non può lasciare indifferenti, in cui gli intrighi, le bugie e le cattiverie ci mostrano una società francese dissoluta e peccaminosa. L’unico ostacolo possono essere le 175 lettere che ci sono da leggere per arrivare alla fine.
Ho visto anche il film, dove ho potuto apprezzare una Close Glenn e un John Malkovich davvero impeccabili, nei ruoli dei due protagonisti.
Lo consiglio!
Buona lettura.
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Perfidia
La perfidia che distilla da queste pagine batte di gran lunga quella che si può trovare narrata anche nel più oscuro dei romanzi noir: la cattiveria e il desiderio di sopraffazione che ne scaturiscono fanno dell’opera di Laclos uno dei libri più gelidi e feroci che mi sia capitato di leggere, tutto intessuto di una violenza psicologica che si dimostra brutale quanto quella fisica. La figura della marchesa di Merteuil è il motore dei tutta la vicenda: mentre Valmont è soprattutto un egoistico Narciso, la sua socia in affari è una meticolosa dark lady ante litteram, capace di tramare su più livelli al fine di rovinare la vita di tutti quanti (Valmont incluso). Non può mancare, come per ogni cattivo che si rispetti, la confessione del proprio passato e perciò quasi spiace per quel finale in cui l’autore si sforza di punire la perfidia di cui sopra in capitoli (pardon, lettere) che affrettano l’azione togliendo qualcosa alla grandiosità del malevolo impianto che ha costruito in precedenza. Impianto che ha lo scopo ben chiaro di mettere alla berlina i modi e le usanze del bel mondo francese sotto l’Ancien Régime: una vasta comunità di sfaccendati impegnata in un eterno gioco di società dove l’apparire è l’unica cosa che conta. Ovviamente, la sincerità è in pratica bandita laddove ciascuno indossi una maschera (o più maschere a seconda delle occasioni) e sappia alla perfezione che chi gli si para davanti finge in maniera analoga: ecco allora che i legami personali diventano ‘relazioni’, termine che, nel francese settecentesco, si riferiva solo ai rapporti commerciali. Per raccontare di questo ambiente che portava già in sé i germi della propria rovina, Laclos sceglie la via del romanzo epistolare, genere in voga all’epoca, grazie al quale può dare vita a una narrazione a più voci che risulta particolarmente affascinante: ogni personaggio ha un proprio stile (misurato Merteuil, vanesio Valmont, accorato Tourvel, bamboleggiante Cécile e così via) e l’alternarsi aggiunge gusto al racconto assieme al continuo variare dei punti di vista. La storia è abbastanza conosciuta: il libertino Valmont va all’assalto della castissima Madame de Tourvel mentre la sua amica ed ex-amante marchesa di Merteuil vorrebbe che conquistasse la giovanissima Cécile, promessa sposa di un uomo di cui si vuol vendicare. Il visconte, tra stratagemmi arzigogolati e semplici furberie, va a segno in entrambi i casi, ma la marchesa, che fin lì l’aveva aiutato, s’impegna a fondo per far saltare la relazione con Tourvel, sospettando che Valmont si sia addirittura innamorato (e forse non ha tutti i torti): è la mossa che scatena la resa dei conti con conseguenze negative per chiunque. La tragedia incombe perché per lungo tempo ognuno continua a interpretare il proprio ruolo anche nel momento in cui esso è solo un involucro, visto che Tourvel si dimostra casta pur nascondendo un turbinio di passioni, Cécile fa l’ingenua quando ingenua non è più, Danceny è sempre lo spasimante indeciso ma fedele eppure si distrae, Valmont combatte il sentimento che sente nascere e lo squalificherebbe nel suo ruolo di seduttore seriale, la marchesa ha un controllo sulla vita propria e degli altri meno ferreo di quanto le piace mostrare: l’inevitabile conseguenza è che, giunti al punto nel quale la situazione si fa insostenibile, il crollo assomiglia a quello di un castello di carte. Il risultato è un gioco delle parti di sapore pirandelliano che viene raccontato con un crescendo implacabile pur utilizzando l’ampolloso linguaggio di cortesia dell’epoca (tra l’altro, anch’esso dominato dalla forma e dalle convenzioni).
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ho preferito il film
Dopo aver visto il film, che ho apprezzato tantissimo, ho sempre pensato di dover leggere, prima o poi, il libro e così finalmente l'ho completato. Devo dire che all'inizio mi stava piacendo, ma poi ha iniziato ad annoiarmi, ma non per il contenuto, quanto per la forma con cui è stato scritto, cioè uno scambio di epistole tra gli autori principali. Nel libro c'è una descrizione accurata degli intrighi e dei personaggi e questo aiuta molto per avere un' idea di quelo mondo frivolo e cinico in cui si svolgono le vicende. Il protagonista principale è il visconte Valmont un seduttore di mestiere. Ogni personaggio, comunque, è falso ed interpreta un ruolo doppio in primis la Merteuil e Valmont. I loro misfatti, infatti, sono i punti principali del romanzo, almeno all'inizio, in quanto verso la fine il loro gioco si ritorce contro loro stessi. Nel libro tutti parlano di amore, ma nella realtà non si amano, non sanno amare, forse l'unica che ci riesce è la Merteuil che ama solo se stessa. All'epoca in cui fu scritto, il romanzo fu considerato scandaloso e immorale per la sensualità che traspariva. Si svolge tutto nel 700.
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Le relazioni pericolose
Ho comprato questo libro ad un piccolo mercatino: si tratta di una vecchia edizione con le pagine un po' ingiallite e il classico odore dolce di polvere e usato che acquistano i libri nelle biblioteche, proprio a rendere l'idea di un testo scritto in un'epoca e uno spazio lontani. In realtà, se non negli usi e nei costumi della Parigi settecentesca, ho ritrovato tra le pagine una vicinanza con i nostri tempi per quel che riguarda idee, sentimenti, passioni, pulsioni: universali, semplicemente perché facenti parte dell'animo umano.
Molteplici sono i personaggi che si alternano sulla scena de "Le relazioni pericolose", ma i veri protagonisti che appaiono in ogni lettera e condizionano le scelte degli eroi e delle eroine sono due: il vizio e la virtù. Ben definiti e distintivi dei vari personaggi all'inizio della storia, sempre più confusi e intrecciati mano a mano che si procede con la lettura. Appartenendo il romanzo al genere epistolare, pensavo di restare sentimentalmente coinvolta nelle vicende raccontate, grazie alla forma stessa dell'epistola che, indirizzata ad un "Tu", dovrebbe avvicinare e includere il lettore all'interno di una stretta intimità con il mittente. Il modo in cui sono scritte e presentate queste lettere però alimenta un vivo interesse per quanto narrato, senza immedesimazione nell'uno o nell'altro sentimento.
Tramite i racconti e le confessioni dei protagonisti vengono presentati i valori e i "disvalori" che regolano le relazioni con il prossimo. Ma in quella società minacciata dalla dissolutezza dei costumi e dalla vana ricerca dei piaceri carnali, mescolata a vendette e volontà di nuocere agli altri, chi ha la meglio alla fine? Chi riesce a salvarsi dal degrado morale? E cosa possono la fede e la ragione di fronte alla forza disarmante e totalizzante del sentimento amoroso?
Il romanzo, bisogna dirlo, procede lentamente. Non è mai noioso, ma ampiamente incentrato sull'interiorità dei personaggi che con il passare del tempo si scoprono, lasciano cadere il velo che avvolge il loro spirito e diventano sempre più complessi. Mutano anche, così come cambiano i linguaggi da lettera a lettera, a seconda del mittente, della sua età, delle intenzioni e delle esperienze vissute: così ritroviamo ad esempio la lingua semplice, ingenua ed eccitata del primo amore giovanile; la lingua severa della virtù che intende ammonire e riportare sulla retta via i dissoluti; la lingua ammaliante dell'insidia, che tramite un astuto accostamento di parole ricercate riesce a trarre in inganno il destinatario.
Si tratta dunque di una lettura piacevole e interessante. Un intreccio di segreti, passioni ed anche ironie che ancora riesce ad attirare l'attenzione dopo quasi 250 anni dalla sua pubblicazione. Se siete interessati a questa tipologia di romanzi, beh, posso solo consigliarvelo.
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LE RELAZIONI PERICOLOSE
"In questa storia vedo la punizione della malvagità, ma non vedo alcuna consolazione per le infelici vittime" (lettera CLXXIII)
Veramente stupendo questo romanzo epistolare del 1782. Una raccolta di scambi di corrispondenza fra alcuni personaggi che intrecciano in maniera indelebile le loro vicende, raccontate con il trasporto che solo il racconto in prima persona può rendere così realistico ed accattivante.
La scrittura è molto scorrevole, ben comprensibile e priva dell'utilizzo di termini obsoleti che potrebbero rendere più noiosa o meno fluida la lettura.
La Marchesa de Merteuil ed il Visconte de Valmont sono i veri protagonisti della vicenda, titolari di un rapporto tanto profondo quanto malato che porterà alla distruzione delle vite di tutti i personaggi coinvolti, più o meno direttamente, nei loro intrighi e nelle loro personali vendette.
In questo libro esplodono i sentimenti: dal cinismo alla sensazione di autodistruzione, dall'amore al dolore, dall'amicizia al disprezzo di se stessi.
E ciò che rende senza tempo questo romanzo non è tanto l'assenza di specifici riferimenti geografici o temporali, quanto la consapevolezza che i sentimenti e le emozioni descritte sono ad oggi profonde e reali quanto nel lontano 'settecento durante il quale sono ambientate le vicende descritte.
Assolutamente consigliato!
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Viaggio nella perversione umana
“L'uomo gode della felicità che prova, e la donna di quella che procura. Questa differenza così essenziale, eppure così poco considerata, ha tuttavia una sensibile influenza sulle tonalità della loro condotta reciproca. Il piacere dell'uomo è soddisfare dei desideri, quello dell'altra è soprattutto farli nascere. Piacere è per l'uomo solo uno strumento del successo, mentre per lei è il successo stesso. E la civetteria, così spesso rimproverata alle donne, non è altro che l'abuso di questo modo di sentire, e la dimostrazione della sua realtà.”
Ecco una delle tante considerazioni (in questo caso della saggia Madame de Rosemonde), constatazioni e “perle di saggezza” che sono disseminate nella stupenda e magnifica opera di Pierre Choderlos de Laclos ( 1741-1803).
Romanzo epistolare, il quale va dall'agosto al gennaio successivo di un imprecisato anno del 1700, - ambientato a Parigi e nella campagna circostante- narra di complessi intrighi amorosi con un fine perverso e immorale.
La marchesa di Meteuil, vedova nata con la volontà di dominare gli uomini in una società maschilista, passa le sue giornate tra pettegolezzi, opere teatrali e sfrenatezze con i suoi amanti-pupazzi “usa e getta”, assecondando i suoi lunatici capricci, senza intaccare- grazie a perfidia e astuzia- la sua reputazione in società. Essa architetta una vendetta ad un suo ex amante, che l'aveva tradita con la sua intendessa: il trentaseienne conte di Gercourt. Infatti costui ha deciso di sposare una ingenua e casta quindicenne appena uscita dal convento, Cécile di Volanges, ma prima di chiedere la mano alla giovane è dovuto recarsi in Corsica insieme al suo reggimento. Così l'acida e maligna marchesa pianifica di far innamorare la giovane con il dolce e romantico cavaliere Danceny affinché essa arrivi al talamo nuziale non più vergine e tradisca il consorte col cavaliere rovinandone la reputazione. Per fare ciò ha bisogno di una persona esperta di questi affari e la marchesa allora chiede aiuto ad un altro suo ex amante e amico: il visconte di Valmont, infido e incallito libertino, il quale “ falso e pericoloso più di quanto non sia amabile e affascinante, mai, sin dalla prima giovinezza ha fatto un passo o detto una parola senza avere uno scopo; e non ha mai avuto uno scopo che non fosse disonesto o criminale”. Il visconte, però, non è Parigi, ma in campagna da una sua vecchia zia, Madame de Rosemonde, indaffarato a sedurre la giovane e bella presidentessa Tourvel, moglie fedele e virtuosa di un giudice lontano per lavoro. Infatti egli vuole fiaccare le resistenze della virtuosa, aggiungere al suo catalogo di seduttore una preda ambita proprio perché in apparenza irraggiungibile. Tuttavia l'impresa si presenta più difficile del previsto, in quanto la virtuosa presidentessa lo evita, spinta dai consigli dell'austera Madame de Volanges, madre della nostra Cécile. Così il visconte per vendicarsi di tale donna, decide di aiutare la marchesa de Meteuil nella sua vendetta. Ma degli avvenimenti particolari porteranno a inaspettati colpi di scena.....
De Laclos grazie alla scelta dell'epistolario, come ha sottolineato Jean Rousset, “stabilisce tra i personaggi e il lettore un rapporto molto particolare che lo distingue da altri modi narrativi, in quanto il lettore si trova proiettato nel cuore di ogni personaggio.” Infatti, inebriati da questo sorta di onnipotenza, possiamo ritornare indietro di 3 secoli e addentrarci nei raffinati e intimi boudoir dalle delicate tinte colore pastello e di avere le chiavi di tutti i secretaire, miracoli dell'ebanisteria dalla miriade di trabocchetti e cassetti segreti, dei personaggi ( io per esempio ho pensato a quello realizzato splendidamente da Riesener e conservato oggi nel gabinetto interno del re a Versailles). Una sensazione veramente gratificante!
Inoltre l'autore è riuscito magnificamente a rendere con i vari stili delle epistole i diversi caratteri dei personaggi, mettendo in contrasto il linguaggio dolce e infantile di Cécile e Danceny con quello utilitaristico e falso di Valmont e della marchesa, giungendo anche a momenti di poesia pura. Un effetto,complesso di per sé, reso divinamente!
Inoltre de Laclos ci mostra la dissolutezza dell'aristocrazia francese di fine '700 che vive di calunnie, spese folli e tradimenti, per terrore della noia. Quindi oltre a offrirci un quadro realistico e ironico dell'alta società parigina, ci consegna il necrologio di una classe sociale immorale e decaduta che si trascinerà per tutto l'Ottocento nella sua gabbia dorata di frivolezze e balli, ignara che il mondo al di fuori delle raffinate tappezzerie e del prezioso vasellame sta irrimediabilmente cambiando. Infine l'autore espone i mezzi dei seduttori e la mentalità dei libertini, nel secolo di Casanova e dei cicisbei, ma soprattutto evidenzia quanto l'uomo possa essere perfido, perverso e traditore.
L'opera fu marchiata di infamia e messa all'indice come romanzo criminale, immorale e blasfemo ingiustamente dalle tante marchese de Meteuil e Madames de Volanges del mondo, ovvero dai depravati che infrangono le opere che li vogliono danneggiare e dai moralisti, che non vogliono constatare come è la realtà che li circonda.
Dunque consiglio caldamente a tutti di leggere questo caposaldo della letteratura francese il quale ha conquistato il mio cuore e mi ha molto commosso. Anche se all'inizio potrà confondere per l'intreccio delle date, di sicuro conquisterà anche voi. Buona lettura!
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w gli intrighi
Stupendo. Scritto più di due secoli fa che sembra essere scritto oggi (anche se adesso ci sarebbero gli sms e i post su facebook non le lettere).
In queste lettere ci son i peggiori intrighi che abbia letto: lettere ricopiate, altre lettere inserite dentro, lettere per appuntamenti segreti, lettere scandalose....
L'ho trovato interessate, bello e ben scritto (gli avvenimenti son prima della presa della bastiglia)!!
Ogni lettera sembra sul serio scritta da persone diverse, nel modo di scrivere, di rapportarsi, di contenuti....
La marchesa de Merteuil: una donna spietata, determinata ha un obiettivo e lo vuole portare assolutamente a termine. Il personaggio più cattivo che abbia mai letto
Il visconte di Valmont: anch'esso ha un obiettivo, anzi più di uno, traloro anche diversissimi, anche lui è determinato, ma anche un tantino annoiato e sembra di buon animo solo è trasportato dagli eventi. Cosa si fa per riempire la giornata???
Madame de Tourvel: una buona donna, che cade nei tranelli tesi dall'astuto visconte...
Il Giovane Danceny: acnh'esso manipolato come la giovane Cecilia.
Cecilia: una giovane donna, troppo giovane che si lascia manipolar da menti molto spietate.
Da coppia di passa a triangolo a quadrilatero in poco tempo, tutti gli avvenimenti son perfatttamente intrecciati assieme e ogni lettera svela sempre un piccolo particolare, come una pennellato su un complesso quadro.
Non c'è salvezza per nessuno in questo libro, tutti i protagonisti sbagliano e il finale non può essere di redenzione.
Non voglio raccontaree nulla se non dire di leggerlo subito.
P.S. in questo caso anche il film tratto dal libro è davvero molto bello.... Avendo visto il film prima e letto il libro poi sono stato piacevolmente sorpreso da entrambi. Il binomio letteratura/cinema può funzionare.
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Interessante
Il grande Baudelaire disse di quest'opera che, se brucia, brucia alla maniera del ghiaccio.
E in effetti non traspare alcuna emozione positiva, calda, umana, dai due personaggi principali, Valmont e la Marchesa di Merteuil.
Interessante spaccato dell'alta società parigina, tutta tesa a fare e disfare intrighi sentimentali tanto perfidi quanto inutili, quest'opera si legge facilmente e ti inchioda fino alla fine.
Si può provare pietà per la giovane Cécile,o per Mme de Tourvel, entrambe manipolate e ingannate.
Ma Laclos riesce a rendere vagamente ridicoli quei personaggi che, in teoria, in quanto vittime innocenti, dovrebbero suscitare la simpatia del lettore.
Sdolcinato e manieroso appare il giovane amore tra Cécile e Danceny, due ingenuotti che possono intenerire ma anche risultare irritanti.
Più dignitosa la figura della Tourvel, che pure risulta a suo modo irritante, con quel suo atteggiamento da pia donna che sfiora la bigotteria.
Valmont e la Merteuil somigliano a due ragni pazienti, implacabili, tutti volti a fare del male solo per il gusto di tener fede a una scommessa.
Ci si ritrova disorientati, smarriti, senza un punto di riferimento emozionale. Non c'è via di mezzo tra chi si serve dei sentimenti altrui per compiere bassezze formidabili, e chi invece vive i sentimenti in maniera edulcorata, naif, e proprio per questo poco credibile.
Memorabile, quanto a impatto psicologico, l'ultima lettera di Valmont alla Tourvel, un autentico monumento verbale al cinismo del seduttore.
Da leggere, è un pilastro della letteratura francese.