Le mille e una notte
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Bentornata Bagdad
Imponente e antica raccolta di racconti , viene datata attorno al X secolo e benche' abbia tutte le sembianze di un'opera fiabesca , non si sottovaluti la rilevanza descrittiva della tradizione popolare, degli usi e costumi, di luoghi e credenze che essa propone spaziando in un vasto territorio : Cina, India, Persia, Iraq, Egitto.
Il tomo ha viaggiato nel tempo e col tempo si e' arricchito di nuove storie e di nuove traduzioni. La versione che diffuse l'opera in Europa e' da attribuirsi a Galland, nella Parigi del 1704, dove egli rese il componimento piu' fruibile tagliando o limitando gli eventi piu' scabrosi e piu' prolissi. L'edizione qui proposta e' una piacevole e fluida versione della traduzione di Galland, appunto.
Tutto ebbe inizio quando il potente sultano delle Indie, col cuore spezzato dall'infedelta' dell'amata moglie, decise di vendicarsi con quest'invenzione : sposare ogni nuovo giorno una fanciulla del regno a cui togliere la vita dopo aver consumato la notte.
Immaginate l'orrore dei sudditi che si videro strappare la giovane prole. Cio' avvenne finche' Shahrazád , la figlia del gran visir, vergine di grande bellezza ed intelligenza si offri' volontaria.
Ecco allora che la novella sposa, prima dello spuntar del nuovo giorno , inizio' a raccontare una storia al sultano, ma quando il sole alto nel cielo avrebbe dovuto decretare la morte di Shahrazád il sovrano, troppo curioso di sapere il seguito del racconto, le concedette un altro giorno di vita, che la giovane non tardo' a terminare con una nuova storia per...Mille e una notte.
Conta circa mille pagine il libro e ben si adatta ad una lettura frazionata, che consiglio perche' letto tutto d'un fiato potrebbe diventare ripetitivo, non tanto per i contenuti sempre diversi, quanto per le ambientazioni che si ripropongono (magnificamente) all'infinito. Principesse bellissime, principi splendidi, sultani potenti, regni ammalianti, questo e' il libro dell'opulenza e del grasso splendore da ogni punto di vista. Che si parli di palazzi, di gioielli, di natura o di cibi, tutto e' tanto, tutto e'incantevole ed incantato, tutto e' florido e prezioso.
Ancora sto aprendo le cento porte di un palazzo, dietro ogni porta una meraviglia di cui non posso parlarvi, non conoscendone le parole adatte.
Chissa' per quanto tempo mi perdero' in questo luminoso castello sotterraneo, in cui son caduta da una fessura magica del terreno, dove i frutti degli alberi altro non sono che diamanti, rubini, ametiste.
Lasciatemi volare ancora sul tappeto magico, i doni di una fata non si rifiutano mai.
Sapete cosa mi manchera' di piu' di questo viaggio incredibile ?
L'incanto di cavalcare il mio ciuco bianco tra le viuzze di Damasco, di Bassora e di Bagdad inspirando un profumo di fiori di primavera e di frutti d'autunno , tra fontane e zampilli, palazzi d'oro e botteghe, tra bambini o principi, cortili e donne velate senza sentire il puzzo acre di piombo, di bombe, di macerie e cadaveri.
E' molto triste, ma c'e' ancora qualcosa che si salva dall'odio e dal potere : la fantasia. Per mille e una notte buon viaggio a voi.