Narrativa straniera Classici Le Metamorfosi o L'asino d'oro
 

Le Metamorfosi o L'asino d'oro Le Metamorfosi o L'asino d'oro

Le Metamorfosi o L'asino d'oro

Letteratura straniera

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"L'asino d'oro", il capolavoro di Lucio Apuleio (125-170 d.C.), è l'unico romanzo della letteratura latina giuntoci per intero. Si compone di undici libri, che descrivono le peripezie del giovane Lucio, trasformato per magia in asino e che alla fine torna uomo grazie all'intercessione della dea Iside. La vicenda di Lucio ha un valore profondamente allegorico, poiché rappresenta la caduta e la redenzione dell'uomo. Opera celeberrima, anche grazie al suo impianto rigoroso, carico di rimandi simbolici all'itinerario spirituale del protagonista, "L'asino d'oro" viene considerato il prototipo del romanzo "iniziatico" moderno, che nel "Wilhelm Meister" di Goethe ha l'esempio più alto.



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Le Metamorfosi o L'asino d'oro 2020-01-08 09:43:49 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    08 Gennaio, 2020
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L'asino otricida

Apuleio ci racconta le peripezie di un avvocato, Lucio, lo stesso nome dell'autore, che cade nelle reti di una maga, viene trasformato in asino e dopo mille avventure viene ritrasformato in uomo per intercessione della dea Iside. Il tono del romanzo è scanzonato e scherzoso. Il libro è pieno di mangiate, di corna, di briganti, di donne disinvolte e di mariti cornuti. Contiene anche inserti interessanti come la favola di Amore e Psiche. Solo verso la fine il tono cambia e si intuisce che l'autore vuole raccontare non solo la metamorfosi più evidente da uomo a asino e le sue divertenti conseguenze ma anche una seconda metamorfosi che avviene nell'animo di Lucio dopo l'intervento di Iside. Il tono nelle ultime pagine riflette una insospettabile esigenza di spiritualità. In un certo senso Lucio dopo essere stato asino tutta la vita (prima e dopo la metamorfosi) cerca di diventare uomo nel rapporto con il trascendente, rapporto che è serio e sentito. Il lettore quasi non si aspetta questa svolta mistica dell'asino masticatore che ha pensato solo alla sua pellaccia per tutto il romanzo.
E' come se davvero l'asino diventasse un uomo e si alzasse in piedi e salutasse il lettore da una dimensione nuova.

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Le Metamorfosi o L'asino d'oro 2014-07-07 19:04:55 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    07 Luglio, 2014
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Come Lucignolo e Pinocchio!

La Tessaglia è terra di sortilegi. Lì si reca Lucio e a Hypata viene ospitato da Milone. La moglie di costui, Panfila, è una maga. Sospinto dalla curiosità e dal desiderio di vedere un incantesimo, Lucio conquista la complicità della serva Fotide e assiste alla trasformazione di Panfila in gufo. La metamorfosi è propiziata da un unguento, dunque Lucio desidera ripetere l’esperimento su di sé. Ma Fotide sceglie l’ampolla sbagliata e Lucio… si trasforma, sì, in animale, ma… diventa asino (proprio come accadrà – alcuni secoli dopo - a Pinocchio e a Lucignolo nel paese dei balocchi!). Il quadrupede tuttavia conserva facoltà intellettuali, quindi scalpita per assumere nuovamente le sembianze umane: ma ciò sembra possibile soltanto ingerendo un cespo di rose.
Nottetempo, l’asino-Lucio viene rapito dai briganti e imprigionato in una caverna; lì c’è una fanciulla prigioniera, alla quale una vecchia racconta la favola di Amore e Psiche. Grazie al fidanzato della fanciulla, Lucio viene liberato dai briganti, affronta mille peripezie, passa di padrone in padrone e ha modo di conoscere i vizi umani. Infine, sulla spiaggia di Cencrea, si addormenta e sogna la dea Iside. Durante la processione in onore della dea, Lucio ha la possibilità di mangiare le rose, riacquista sembianze antropomorfe e, in segno di riconoscenza, si consacra come sacerdote del culto di Iside e Osiride.

Che significato attribuire a questa metamorfosi?
L’incantesimo della trasformazione rende visibile la dimensione bestiale di Lucio, che ne approfitta per conoscere il mondo, per vedere uomini affaticati e sofferenti al punto "da non sembrare più uomini”. Lucio-asino riconosce nella schiavitù un'altra forma di animalità e s’impietosisce perché ha sperimentato su di sé la tortura. Quando Lucio riconquista la propria umanità, non sarà più come prima. Perché l’esperienza vissuta gli ha consentito di conoscere, di espiare le colpe, di scegliere la dimensione trascendente.
L’opera risente degli influssi della religiosità mistica che caratterizza l'epoca di Apuleio (secondo secolo dopo Cristo) ed è l’unico romanzo della letteratura latina giunto integro fino a noi. La tensione alla religiosità imparenta l’opera di Apuleio alla mistica cristiana e, forse per questo, Sant'Agostino aggiunse al titolo l'aggettivo "aureus".

La narrazione (Lucio racconta di pesi e maltrattamenti in prima persona) è ironica e arricchita con favole talvolta sboccate e violente, storie di passaggio che hanno lo scopo di intrattenere e sorprendere il lettore.

Bruno Elpis

Oggi avvio il mio percorso nelle metamorfosi della letteratura. Dopo Apuleio, vi saranno Ovidio, Stevenson, Kafka e Ionesco…

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