Le fortune e sfortune della famosa Moll Flanders
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Più forte del destino
Inizio subito con l’affermare che questo libro mi ha completamente coinvolto ed entusiasmato. Appena ho letto che Defoe scrive la storia di un’avventuriera, prostituta, cinque volte sposata (di cui una volta con il fratello), per oltre dodici anni ladra, per otto anni deportata, bè… ero già bella e conquistata.
Defoe scrive il libro in prima persona, come se la stessa Moll Flanders raccontasse le sue avventure al pubblico, in modo da trarre frutto e insegnamenti dai suoi sbagli, dalle sue “nequizie”, senza doverle commettere in prima persona.
Un personaggio femminile, bello, ardente, appassionato e moderno; in un’epoca in cui una donna, per quante qualità possa avere, non vale niente senza una dote consistente, la nostra protagonista non si arrende a un destino già scritto dalla nascita e lotta con le unghie e con i denti contro qualsiasi avversità possa presentarsi, con un coraggio che nasce dalla voglia di vivere, di riscatto, di ricerca di una condizione migliore.
Non si può non calarsi nei panni della protagonista, nella sua vita, nei sobborghi più malfamati di Londra; la scrittura di Defoe è elegante, poetica, emozionante e suadente. Un capolavoro!
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Una antica donna moderna
E dopo Robinson venne Moll. Defoe, giunto tardivamente alla letteratura dopo mille avventure che gli costarono persino una condanna alla gogna, decise inconsapevolmente di lanciare un nuovo genere letterario: il finto romanzo autobiografico, finto perché ovviamente i suoi personaggi che vergavano diari poi fortunosamente rinvenuti e dati alle stampe erano in realtà totalmente inventati anche se molto ispirati alla vita reale. Moll Flanders, ladra, prostituta, galeotta deportata nelle Americhe e infine settantenne devota, racchiude molte donne reali all'epoca dello scrittore. Moll è una donna moderna che vuole essere autonoma e che è costretta a usare mezzi impropri proprio perché schiava del suo tempo, un tempo che impediva alle donne di emergere e di farsi strada lecitamente soprattutto la buona sorte non ha dato loro degni natali. Moll è anche il simbolo dell'arrivismo della classe media che si fa lentamente strada in Inghilterra anche a colpi bassi per poi rifugiarsi nella preghiera. Scritto in prima persona e con occhio benevolo nonostante racconti di condotte decisamente riprovevoli il romanzo è forse troppo lungo per un lettore moderno, e appare confuso visto che Defoe non lo divide in capitoli. Interessanti le descrizioni precise e puntigliose che Defoe, giornalista prima di essere scrittore, da' di molte zone di Londra, degne sicuramente di un Baedeker. Classico sempreverde, va letto considerando però che stile e situazioni pur ancora piacevoli e quasi attuali vanno inserite nel contesto dell'epoca di ambientazione e redazione.
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Un classico che non parla di classiche cose
Moll Flanders è lo pseudonimo di una famosa ladra d’Inghilterra, ma è anche quello di una gentildonna, di una moglie, di un’amante, di una baldracca, di un’incestuosa, di un’arrampicatrice sociale, di una peccatrice e di una penitente.
Questo romanzo narra la vita di una donna che incarna tutti questi attributi. Ma non lasciatevi ingannare dalle oscene espressioni che ho usato per descriverla. Non c’è niente in quello che ci racconta l’ormai saggia e anziana Moll che si avvicini anche solo minimamente all’indecenza. La protagonista ci rivela la propria vita dalla tenera età di quattro anni e quella veneranda di settanta, e l’unico elemento che tralascia in questa storia è il suo vero nome. Per una donna del XVIII secolo Moll è forse un’eccezione; caparbia, intelligente e calcolatrice cercherà per tutta la vita il benessere economico. E questo arriverà ma in cambio di una vita vissuta nella disonestà, votata al ladrocinio e all’inganno. Verso la fine dei suoi giorni Moll ripercorrerà tutta la sua vita cercando il pentimento per un’ esistenza tanto dissoluta.
Un romanzo classico che non racconta le classiche cose. C’è chi dice che Defoe l’abbia scritto per far conoscere le dure condizioni degli inglesi in quegli anni; chi per l’intento moraleggiante che fa da cornice all’opera; e chi invece parla di uno scopo prettamente economico. Non importa! Il romanzo è bello e vale davvero la pena leggerlo.