Narrativa straniera Classici Le avventure di Gordon Pym
 

Le avventure di Gordon Pym Le avventure di Gordon Pym

Le avventure di Gordon Pym

Letteratura straniera

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Unico romanzo di Poe, scritto nel 1837 sull’onda dell’interesse suscitato dalle grandi spedizioni antartiche, la storia di Gordon Pym unisce le suggestioni classiche dell’avventura della grande tradizione letteraria marinaresca ai deliri inquieti di una fantasia “decadente”.



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Le avventure di Gordon Pym 2020-12-01 13:02:25 MaxRenn
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MaxRenn Opinione inserita da MaxRenn    01 Dicembre, 2020
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Un viaggio verso l'ignoto

Il protagonista de The narrative of Arthur Gordon Pym of Nuntucket, Arthur Gordon Pym, è un giovane che sente irresistibile il richiamo del mare: con l’aiuto del suo amico Augustus, si imbarca clandestinamente a bordo del Grampus, per poi ritrovarsi nel bel mezzo di un ammutinamento, occasione in cui conoscerà il bizzarro marinaio Dirk Peters, un mezzo selvaggio il cui aspetto incute timore, ma che si rivelerà coraggioso e leale. E’ solo l’inizio di varie peripezie, in cui l’unica costante risulta il rischio della morte, tema caro a Poe, presente nella maggior parte della sua produzione. Unici superstiti di un successivo e disastroso naufragio, Pym e Peters vengono salvati dal Jane Guy, nave diretta al Polo Sud, lì dove inizia una nuova fase del romanzo, un viaggio verso l’ignoto che prima li farà sbarcare sull’isola di Tsalal, dove vive una razza di indigeni tanto falsa quanto pericolosa, e che infine li porterà in territori sconosciuti a qualsiasi umano.
Gordon Pym è una delle invenzioni più riuscite di Poe: non è un semplice avventuriero in cerca di tesori o di gloria, ma un uomo totalmente dedito alle proprie ossessioni, il cui fine ultimo è vivere ciò che ha sempre sognato, a tutti i costi. Significativa è una sorta di confessione all’inizio della narrazione (il romanzo è una specie di diario - testimonianza in prima persona): “Mi attiravano le visioni di naufragi e di fame, di morti o di prigionia fra genti barbare, di un’esistenza trascinata nel dolore e nelle lacrime, su uno scoglio grigio, solitario, in mezzo a un oceano irraggiungibile, ignoto”.
E’ un uomo, seppur ancora giovane, che sa quel che vuole, e ha la fortuna (e la sfortuna) di riuscire a ottenerlo. Somiglia molto all’Ulisse dantesco: bramoso di posare gli occhi dove nessun altro è ancora giunto, troverà infine le sue Colonne d’Ercole. Insieme a lui il lettore vivrà un’esperienza difficile da dimenticare, un misto di angoscia e desiderio inestricabili, destinati a tramutarsi in nostalgia, che spinge a rileggere il libro a distanza di tempo, come ogni classico che si rispetti.
Questo romanzo ha ispirato pietre miliari della letteratura, come il Moby Dick di Melville e Le montagne della follia di Lovecraft, giusto per citarne un paio. Da leggere quando si è alla ricerca di emozioni forti, quando la banalità del quotidiano si fa troppo opprimente, e la fantasia urla nella testa in cerca del suo sfogo: allora Gordon Pym vi trascinerà in una dimensione proibita, al di là dei sogni più pazzeschi!


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Moby Dick, Lord Jim
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Le avventure di Gordon Pym 2018-05-05 15:07:42 LuigiF
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LuigiF Opinione inserita da LuigiF    05 Mag, 2018
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L'inconscio di Poe

Quale polo magnetico ci attrae leggendo le opere di Edgar Allan Poe?
Subiamo lo stesso destino della canoa che nel finale di questo inarrivabile romanzo, scivola ineluttabilmente verso il Polo Antartico laddove l'ignoto ci attende.
Il mistero e' dentro di noi e Poe lo sa e lo fa emergere.
Meravigliosamente ci conduce ad indagare le nostre recondite paure e nel Pym tutto riesce magistralmente bene.
Per gran parte del romanzo, l'unico pubblicato in vita dal maestro, la storia e' perfettamente plausibile. Eruditi dettagli tecnici (notazioni nautiche, botaniche, geologiche), accuratezza descrittiva (si pensi alle svariate indicazioni di latitudine e longitudine), la forma stessa a diario utilizzata per gran parte del testo, sviano completamente il lettore camuffando un viaggio iniziatico sotto la parvenza del viaggio d'avventura. L'ammutinamento, il naufragio, la lotta per la sopravvivenza, il salvataggio, l'esplorazione di isole esotiche e la scoperta di indigeni crudeli ...
Ma Poe non e' Stevenson e non e' Verne. Ad attenderci nel finale tronco del romanzo e' l'orrore, il mistero, il destino a seconda di come il lettore lo percepisca. Ed ha il colore bianco che, Melville insegna, e' il colore della paura.
Certo ci sono avvisaglie. La nave fantasma alla deriva che affianca il Grampus e svela il suo carico di morte e' immagine indimenticabile. Cosi' come la "roulette russa" su chi dovrà esser sacrificato per la sopravvivenza dei compagni cannibali. Ed ancora il misterioso grido degli indigeni "Tekeli-li! Tekeli-li!"
Ma sono avvisaglie, appunto e solo a posteriori se ne coglie appieno l'oscuro significato..
Nulla lascia presagire il finale onirico e terrifico in cui la realtà si confonde ed un velo bianco avvolge ogni cosa ... ed il Polo, quel Polo che ognuno ha dentro di se, si svela, e le sue acque diventano misteriosamente calde ... e ad attenderci una figura umana, grande e bianca, cui ciascuno di noi può dare il significato che vuole perché il maestro, con un colpo di teatro, li' interrompe la narrazione lasciando noi tutti sull'orlo del baratro del nostro inconscio.

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Le avventure di Gordon Pym 2017-05-11 14:30:32 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    11 Mag, 2017
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Tekeli-li! Tekeli-li!

La vita è avventura. E’ un brivido di eccitazione che corre lungo la schiena e ti fa sembrare affascinante e ragionevole l’idea di scappare di casa e salire clandestinamente su una baleniera. E’ l’ardere dal desiderio e dalla curiosità di affrontare le folli imprese che costellano la vita dei marinai: ammutinamenti, naufragi, morte, prigionia.

La vita è viaggio. E’ imbarcarsi a Nantucket e finire a solcare l’oceano su una nave distrutta dalle tempeste, senza meta né controllo, alla deriva. E’ ritrovarsi infine a bordo di una goletta in rotta verso il polo sud, alla scoperta di terre inesplorate.

La vita è terrore. E’ la ferocia della fame e della sete, che costringono a un disumano sorteggio cannibalesco. E’ un vascello fantasma che solca i mari con la sua inquietante ciurma di morti. Sono le spaventose e incomprensibili grida di diabolici indigeni che vogliono la nostra morte: Tekeli-li! Tekeli-li!

Edgar Allan Poe ci racconta le rocambolesche avventure marinare del giovane Arthur Gordon Pym con una scrittura affascinante, capace di fondere immagini visionarie, che spesso rivelano una dimensione al limite dell’horror, a pedanti dettagli quasi scientifici, come gli innumerevoli elenchi di date e latitudini e le minuziose descrizioni di animali e specie inventate.

Ci rendiamo così conto di trovarci di fronte a una lettura stratificata. Possiamo semplicemente lasciarci travolgere dalle incredibili fantasie ideate da Poe, meravigliandoci della sua straordinaria immaginazione. Possiamo trattenere il fiato nel vivere la claustrofobia, la paura, la disperazione di Pym. E, forse, già basterebbe. Oppure possiamo cercare in questo viaggio tracce degli stessi desideri, ostacoli, cadute e risalite che caratterizzano la vita. E riconoscerci anche noi viaggiatori delle nostre esistenze verso una meta che, come il finale di questo romanzo, non può che rimanere oscura, sospesa, misteriosa.

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Le avventure di Gordon Pym 2016-03-17 12:45:06 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    17 Marzo, 2016
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e poi?

Un ragazzotto desideroso di avventure si cimenta con il mare. Per gioco finisce naufrago su una barchetta in mezzo all'oceano ed in modo fortunoso torna sano e salvo a terra. Non pago da questa disavventura, anzi forse sollecitato dalla fortuna avuta si imbarca come clandestino su una baleniera. Gordon Pym, aiutato dal figlio del capitano della nave si installa nella stiva con tanto di viveri, libri ed altri generi di conforto. Un ammutinamento sulla nave, cambia però i progetti dei due marinai improvvisati. Tra i pochi sopravissuti Gordon sarà raccolto da un'altra nave, conoscerà isole misteriose e popoli sconosciuti all'apparenza innoqui, ma in realtà sanguinari. Vedrà animali inimmagnabili, patirà sofferenze di ogni tipo, sperimenterà, la fame, la sete ed il cannibalismo. Tutto questo e molto altro concentrato in un periodo relativamente breve.
Questo libro è raccontato sotto forma di diario pubblicato postumo da un amico del protagonista. Bello, appassionante, descrizioni dettagliate ed abbastanza veritiere di sentimenti forti come la paura, la goia per le picole cose la voglia di farla finita per porre fine agli strazi quotidiani. Precisi ed accattivanti anche i paesaggi tratteggiati da Poe. Peccato che l'ultima parte del manoscritto sia andata persa, e così il lettore rimane con un palmo di naso. Dopo aver seguito Gordon a bordo di natanti improvvisati, aver sofferto con lui la fame, aver fatto il tifo per gli stratagemmi inventati per procurarsi cibo o per trovare vie di fuga... il nulla Sappiamo che a un certo punto il nostro eroe è tornato in patria altrimenti non ci sarebbe il manoscritto, ma non come ci sia riuscito.
Probabilmente al di sotto di questa scelta letteraria c'è qualche metafora, o qualche intento intellettualmente elevato. Mi piace però immaginarmi il signor Poe che dopo aver riflettuto a lungo su come concludere in modo degno un volume ricco di colpi di scena, decida di non avere un'idea adatta a chiuderlo degnamente. E allora che sia il lettore ad immaginarsi che cosa succede in seguito.

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Le avventure di Gordon Pym 2014-09-28 09:23:28 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    28 Settembre, 2014
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Dal gioco alla tragedia

Un viaggio cominciato per gioco si trasforma inesorabilmente in tragedia. Per placare il suo bisogno d'avventura Gordon Pym, giovane studente d'accademia, si imbarca clandestinamente sul brigantino Grampus con la complicità dell'amico Augustus Barnard, figlio del capitano dell'imbarcazione. L'idea è quella di restare nell'ombra e rivelare la sua presenza soltanto nel momento in cui la nave si trovi ormai troppo al largo per poter invertire la rotta e riportarlo a terra. Ma qualcosa va storto e per Gordon sarà l'inizio di una serie di terribili e spaventose disavventure. Dall'ammutinamento al naufragio, passando per scene orribili di tempeste, violenza e cannibalismo, il giovane proverà la sensazione soffocante della claustrofobia, il gelo della paura, l'implacabilità dei morsi della fame, la tormentosa inesorabilità della sete, l'angosciante delusione delle speranze tradite. Tutti questi sentimenti non possono che essere trasmessi anche al lettore, che si ritrova a divorare le pagine con il fiato mozzo e la pelle d'oca, sospeso tra l'apprensione e la curiosità e magnificamente guidato dalla magistrale penna di Edgar Allan Poe che lo porta a vivere l'eterno contrasto tra la vita e la morte e l'inane lotta contro la volontà del destino. Le parti dedicate ai sistemi di navigazione e stivaggio, all'uggiosa elencazione di coordinate e nomi di isole sconosciute tolgono un po' di smalto alla narrazione, ma in generale il racconto appare incalzante, coinvolgente, continuamente avvolto da un'aura di mistero e tensione. Peccato per il finale sospeso, che ci lascia con l'amaro in bocca a dover fare i conti con una curiosità impossibile da appagare se non affidandoci alla nostra fantasia per vedere chi si nasconde dietro la misteriosa immagine finale di un uomo avvolto in un sudario e con la faccia del candore immacolato della neve.

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Le avventure di Gordon Pym 2014-09-02 21:55:38 siti
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siti Opinione inserita da siti    02 Settembre, 2014
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FINALE APERTO

E' una lettura che non ti abbandona, rimarrà scolpita nella tua memoria, non preoccuparti non sarai né la prima né l'ultima " vittima".
Sarai in lieta compagnia: Verne, Melville, Stevenson e perfino Magritte. Ognuno di loro ne è stato affascinato in un modo e nell'altro così come i lettori più comuni, dai contemporanei all'autore, a noi, per le ragioni più diverse. Influssi culturali diversi si sono incrociati e strettamente legati all'opera, vuoi che si volesse ricercare nella lettura di soddisfare le curiosità personali circa le recenti spedizioni nel sud del mondo; sia che si volesse successivamente applicare le teorie freudiane sull' inconscio , sia che si volesse giocare con la realtà e la relatività della sua interpretazione.
L'edizione del mio libro ha proprio in copertina il dipinto La riproduzione vietata. Ritrae Sir Edward James, poeta inglese, appassionato di pittura surrealista, tanto ricco da possedere un' invidiabile collezione privata, amico, in ultimo, di René Magritte.E' ritratto di spalle, di fronte ad uno specchio, elegantemente vestito e accuratamente pettinato, ma la sua immagine non si riflette correttamente perché in luogo di vederne il viso che, in fin dei conti è l'elemento che determina in maniera lampante l'identità di una persona, ne vedi riflessa nuovamente la figura di spalle. I due amici amano Edgar Allan Poe e proprio il suo unico romanzo viene ritratto in questa opera, appoggiato su una sorta di mensola sotto lo specchio, è l'unico elemento che vi si riflette correttamente...
Ho chiesto ad un bambino cosa ci fosse di strano in questa rappresentazione, la risposta è stata, scoperto il trucco, : "E' MAGICO!!"
Anche la narrazione di E.A.P. lo è!!
Sono un lettore del XXI secolo, mi perdo e a volte mi spazientisco: digressioni, descrizioni, dettagli, affannata ricerca della verosimiglianza, tutti elementi utili al suo pubblico, per me diventano interruzione della rocambolesca vicenda del protagonista e vorrei urlargli: "Non mi importa!!Racconta !! Io sono il lettore del XXI secolo!! Poi ti fai riprendere, il monito è lì, costante, te lo ricorda a più riprese l'autore: ti racconterà tali cose che tu stenterai a crederci. In un susseguirsi di avventure arriverai al finale, attraversando una galleria di simboli tutti dentro il più classico dei topoi letterari: il viaggio. Terminata la lettura ci penserai a quel finale per chiederti quale mistero celi e se lo cela effettivamente un mistero oppure se è solo un numero di magia...il finale è aperto NATURALMENTE!!

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Le avventure di Gordon Pym 2014-07-08 17:12:44 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    08 Luglio, 2014
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Viaggio inconsapevole verso...?

Scrivo queste righe a pochi minuti dalla chiusura del romanzo ed i miei sentimenti dominanti sono un misto di stupore e curiosità, perché questo romanzo nasconde qualcosa di ignoto e celato tra le sue pagine. “Le avventure di Gordon Pym” racconta le peripezie di questo giovane per i mari e le terre antartiche, alle prese con naufragi, ammutinamenti, fame, privazioni, tribù selvagge, violenza e disperazione. Proprio quest’ultima, la disperazione, permea le parti più interessanti ed alte del romanzo. Disperazione motore delle azioni impensabili, preludio della follia. Poe la descrive con una maestria unica, mostrandoci come questa scatena l’origine animalesca ed istintiva dell’uomo, spalancando le porte ad “idee” impensabili razionalmente, come il cibarsi di compagni di sventura e vedendo in questa idea l’unica via per una possibile salvezza da morte certa. Idea che si affaccia alla mente in maniera ossessiva e che l’uomo, nella disperazione, può attuare nonostante la sua terribile natura. Lo scrittore descrive la sua realizzazione in maniera semplice ma assolutamente terrorizzante e straziante.
Straziante come la speranza vana che si affaccia improvvisa tra gli sventurati, trascinandoli in una gioia delirante, ma poi, una volta scoperta la vanità di questa speranza, li trascina nuovamente in un oblio ancor più fitto e profondo, che l’autore ci fa assaporare in maniera magistrale con l’apparizione del vascello fantasma, dimostrando che in certi casi la speranza diventa più un male che un bene. Pensieri cupi vero? Cosa vi aspettavate da Edgar Allan Poe? Io niente di diverso, eppure, come dicevo, mi ha stupito. Perchè? Perchè la storia narrata nel romanzo, nonostante una premessa dell’autore (o del personaggio di “Gordon Pym”, la faccenda è decisamente controversa) sulla presunta “prodigiosa natura delle vicende da raccontare”, scorre con eventi obiettivamente accettabili senza sfociare troppo, o quasi per niente, nel soprannaturale. Eppure a un certo punto tutto cambia, e quando? Quando il lettore mai potrebbe aspettarselo. Le tue convinzioni si sgretolano, come roccia che si trasformi in sabbia. Ci rendiamo alla fine conto che quello del protagonista è un viaggio, ma non sappiamo di che natura, fisica o spirituale, non sappiamo verso dove, e non sappiamo ovviamente cosa alla fine questi raggiunge. E’ qui la grandezza di Poe, ed è per questo che “Gordon Pym”, fa ancora oggi parlare di sé, in un modo o nell’altro.

“...le parole non hanno il potere di imprimersi nella mente con l’orrore vivo della realtà a cui corrispondono.”

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Le avventure di Gordon Pym 2013-01-21 23:53:27 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    22 Gennaio, 2013
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Le avventure di Gordon Pym - Commento di Bruno Elp

Romanzo d’avventura?
In fondo si tratta di un viaggio, nel quale la componente avventurosa e l’esplorazione sono preponderanti. Tutto origina da una prima rocambolesca fuga sull’acqua di Gordon Pym, che poi si imbarca in modo clandestino nascondendosi nella stiva di un brigantino. Ben presto l’equipaggio si ammutina e il viaggio si trasforma in naufragio. I superstiti lottano contro la fame, la sete e i pescecani. E vengono salvati da una goletta: a questo punto il viaggio si trasforma in incursione nel circolo polare antartico. L’avventura tra iceberg e banchisa culmina nello scontro finale con i selvaggi.
Romanzo di fantascienza?
Poe ha alcune intuizioni sulla calotta polare allora inesplorata e descrive – con la fantasia - un ecosistema fantastico e strabiliante.
Romanzo mistery?
Nella fase finale prorompe la dimensione enigmatica: la simbologia (grafica e filologica) ricavata dalla conformazione dei luoghi è la chiave interpretativa per risolvere un mistero.
Romanzo horror?
Io sono attirato da questa dimensione e dagli elementi terrificanti dell’unico romanzo di Poe. Come il passaggio del vascello fantasma, carico di morti; o l’immagine del gabbiano che strappa carne da un cadavere, prende il volo e lascia cadere ai piedi dell’affamato protagonista un brandello della sua preda; o, ancora, il cannibalismo degli sventurati superstiti praticato dopo che la vittima viene designata con una drammatica estrazione a sorte con il gioco delle pagliuzze…
"Gordon Pym" è tutto questo: romanzo d'avventura, di fantascienza, mistery e horror. Nello stile unico di Edgar Allan Poe.

Bruno Elpis

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