La ricompensa di una madre
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Tormentato ritorno
In una società in cui la donna deve sapere manovrare ed attendere, la quarantaquattrenne Kate Clephane, che si considera appartenente alla categoria delle “ brave “ donne, viene inaspettatamente richiamata a New York dalla figlia Anne, da lei abbandonata quando aveva tre anni, e vede il proprio passato riproposto nella attualità.
Sfuggita diciotto anni prima ad un matrimonio occludente inseguendo un amore volubile e miliardario, ha peregrinato in solitudine per le città del vecchio continente, vivendo una breve ed intensa storia d’ amore con un uomo più giovane, Chris Fenno, finita dopo lo scoppio della guerra ed immaginando un futuro impossibile.
Oggi ritorna in un mondo ed in una città in continuo fermento, richiamata dal proprio dovere di madre, esposta alla morale imperante, impaurita dalla propria coscienza. Scoperchierà incredula il legame amoroso tra Anne ed il redivivo Chris, il loro progetto matrimoniale, la richiesta del suo assenso, una possibile vita a tre, l‘ incubo di una confessione inderogabile e necessaria, l’ angoscia che la verità arrecherebbe alla figlia.
L’ intero romanzo e’ costruito su un’ intenzione più volte negata, sul tentativo di abbandonare una infelicita’ manifesta, su una madre votata al pentimento, sulla voglia di ricostruirsi una vita e relazioni stabili, su un semplice desiderio di donna.
Un destino beffardo ed inafferrabile sembra prendersi giuoco di Kate insieme alla negazione dell’ evidenza, a congetture protratte ma puntualmente mendaci, fino all’ incredibile verità.
Il passato le riporta il dolore profondo dell’ abbandono ed un senso di sollievo per essere sfuggita alla oppressione della vita coniugale, una donna che non è mai riuscita a sopportare a lungo la solitudine.
In questi anni ha frequentato la folla, negandosi ai propri pensieri, vivendo in luoghi isolati e tranquilli, sentendosi appartenere ad un’ altra epoca, impartendo continuamente ordini a se stessa. Oggi rientra in un mondo che inaspettatamente sembra non giudicarla, dove finalmente può rilassarsi, aprire la guardia, riposare, dormire sonni tranquilli, senza nulla da spiegare e da nascondere, circondata dalla maturità dei suoi anni, sfuggita al destino, passato e futuro.
Va assorbendo l’ intreccio figliale, quel senso di guarigione che sgorga dalla presenza di Anne, dal suo sguardo, dal mistero dei suoi occhi, dalla sua voce.
Gradualmente e pazientemente cerca di recuperarne amore e fiducia, l’ altra metà di una vita sognata e mai vissuta.
Ma la verità, inattesa, sorprendente, mutevole, sgretola la sua quotidianità di signora rispettabile e rispettata in fuga da un passato evanescente in un presente caldo e tangibile.
Piomba in un mondo confuso, a metà tra il sonno e la veglia, sballottata nel cuore della notte dal vento solitario dell’ angoscia e della solitudine. È come se improvvisamente fosse tornata agli anni della giovinezza, di cui Anne e’ specchio e rappresentazione vivente, con tutta l’angoscia ed il mistero di un futuro indecifrabile.
La sconfitta abbraccia più fronti, a meno che non riveli la verità. Può l’ amore di una madre fare questo, decretare l’ infelicita’ della amata figlia, caldeggiare un imbroglio, ed il silenzio sarebbe la giusta medicina? Un lungo viaggio, questa volta interiore, a bilanciare il passato, un monologo silente ed un grido verso un ascoltatore attento, forse un nuovo amore per legittimare una condotta siffatta.
Di certo i pensieri si rincorrono, parole interrotte o mai pronunciate, una rinuncia quantomai necessaria per una scelta assai discutibile ma …
…” Nulla le sarebbe più stato di aiuto in questo mondo per cancellare i vecchi orrori e la nuova solitudine, quanto il fatto di essere in grado di non cambiare idea sulla decisione presa, di essere capace di dire a se stessa, tutte le volte che cominciava a scivolare verso nuove incertezze e nuove concessioni, che almeno una volta era stata irremovibile, riponendo in un piccolo spazio di luce e di pace la cosa più bella che le fosse mai capitata “…
Romanzo del1925, uno degli ultimi della Wharton, un bagno interiore e psicologico con un tema di fondo, la terribile scelta di una madre. Pubblico e privato, amore ed etica, morale e sentimenti, coscienza ed egoismo, un intreccio con una sola grande protagonista, Kate, che rifulge negli occhi altrui rivivendo la propria storia.
Una narrazione profondamente soggettivata, costruita sulla solita impeccabile precisione stilistica in contrasto con l’ ondivaga percezione del reale, il sogno, i desideri e l’ immaginario trascinati nel vortice affettivo di dramma ed estasi.
Indicazioni utili
Una tragica fatalità
Sicuramente questo romanzo non è tra i più importanti e noti della Wharton ma nonostante questo sento, da lettrice, di volergli riservare uno spazio degno di nota soprattutto per il tema trattato.
Edith Wharton, famosa per le sue acute osservazioni del microcosmo sociale newyorkese nel quale era inserita e che sotto certi aspetti subiva (molti romanzi, infatti, hanno numerose sfumature autobiografiche), racconta la storia di una donna passionale ed irrequieta, Kate Clephane, che fugge dal proprio matrimonio, dalla opprimente famiglia del marito e dalla morsa delle convenzioni sociali che l'attanagliano, gettandosi tra le braccia del primo amante che le riserva una via di fuga.
Fugge lontano, lasciandosi alle spalle il destino della figlia di soli tre anni, Anne.
Questa passione fugace, si spegne molto presto e,dopo anni di solitudine trascorsi a rincorrere la vita attraverso sciocchi eventi mondani, incontra quello che sente essere il suo risveglio, l'uomo più giovane di 10 anni capace di "riempire i suoi polmoni d'aria fresca", colui che le fa esprimere appieno il suo essere donna e che le solletica fortemente l'io interiore: Chris Fenno.
Anche da quest'uomo, però, si separerà molto presto a causa di sostanziali diversità caratteriali e di stili di vita estremamente diversi ma il suo ricordo, e quello che lui ha rappresentato per lei in quegli anni, l'accompagneranno nei suoi vagabondaggi europei alla ricerca disperata di un senso per la propria esistenza.
Questo senso della vita si ripresenterà, un giorno, sotto forma di lettera; viene, infatti, richiamata a New York dalla figlia ormai adolescente che la vuole vicina e ha bisogno di lei, e Kate può tornare a vivere e respirare di nuovo.
Il senso di colpa per l'abbandono degli anni precedenti e la necessità di espiarlo la portano a gioire della notizia; finalmente una nuova opportunità per consolidare quel legame/salvezza che riempie la sua vuota vita. Ma l'orizzonte non è così roseo come appare all'inizio, la figlia, infatti, sta per diventare la moglie di quel Chris Fenno tanto amato e con cui sente di avere ancora un forte legame d'appartenenza.
È così, il suo "paradiso artificiale" crolla irrimediabilmente sotto il peso della scelta.
Romanzo introspettivo e finemente psicologico che gioca molto sulle tensioni di un rapporto madre/figlia già minato alla base dall'abbandono e da anni di lontananza.
In un turbinio di sentimenti contrastanti,dubbi, ricerca morbosa di redenzione, fermo immagini di vita trascorsa nella sterilità della solitudine e nuove abbaglianti prospettive, la Wharton descrive elegantemente, come solo la sua raffinatissima penna sa fare, il dolore di una donna sospesa tra l'essere e il divenire (senza esasperazioni filosofiche).
Che fare, dunque? Essere la donna che catalizza sentimenti e debolezze o divenire madre a tutti gli effetti, plasmandosi nuovamente in quella forma sconosciuta per tanti anni?
Kate sembra non avere dubbi su chi e cosa essere, su quello che in futuro la farà stare bene eppure, l'altalenante giogo che grava sul suo animo, la spinge sempre più verso il baratro.
Questo romanzo è il cammino verso quel baratro che è la scelta finale, è l'impronta da lasciare ben calcata sulla terra per non tornare mai indietro a ritracciarla nuovamente, è l'incontro quotidiano con la spirale della propria vergogna, è la resa dei conti di una vita disordinata.
Questo romanzo si compone di brevi capitoli estremamente profondi e vividi. I moti del cuore vengono raccontati in terza persona rendendo fortemente ermetica la scrittura che punta i riflettori sulla protagonista.
Pubblicato nel 1925, risulta essere uno degli ultimi romanzi della scrittrice. La maturità ormai è compiuta e anche la sua visione del mondo si è totalmente assestata.
Il finale può lasciar discutere. Personalmente non l'ho gradito, avrei preferito che la Wharton osasse, sfidasse e reclamasse, con meno paura, la risoluzione finale. Invece si è chiusa lì, nel suo piccolo mondo antico, lasciando il lettore con l'asciutto in bocca.
Romanzo che consiglio soprattutto a chi ama i segreti inconfessabili e le raffinate indagini psicologiche.